sabato 31 gennaio 2009

Juve-Cagliari: 2-3. I tifosi bianconeri non meritano questo


I tifosi della Juve non meritano questo. Non è possibile che, ancora oggi, la squadra bianconera non abbia un gioco. Non è possibile che, per vincere, Nedved e compagnia debbano correre a 200 all'ora. Non è possibile che tutto si basi sulla forza fisica, sulla capacità di sfondare. Non è possibile affidarsi alle invenzioni di Amauri e Del Piero. Succede allora che si presenta a Torino un signor allenatore, Allegri, che spiega a Ranieri come si gioca, come si vince, come ci si esprime sulle fasce, come si sfruttano i laterali, come si devono inserire centrocampisti e punte nelle azioni d'attacco.

I tifosi della Juve non meritano questo. Eppure, hanno ancora la possibilità di vincere scudetto e soprattutto Champions. A patto che la squadra torni a correre di brutto in campo. Il guaio è che, se hai un minimo calo fisico o mentale, il modulo di Ranieri non ti sostiene più. La guerra all’odiatissima Inter non è affatto finita: i bianconeri non intendono proprio far vincere a Moratti lo storico quarto scudetto di fila. Anche se ora altre tegole son cadute sulla testa della Juve: l’infortunio di Cristiano Zanetti, che perfettamente s’integrava con Sissoko, e di Chiellini Non ci voleva.

I tifosi della Juve non meritano questo. Fossi nella dirigenza bianconera, mi prenderei immediatamente Allegri e otto giocatori del Cagliari (da Jeda a Fini, da Cossu a Matri, da Biondini a Lazzari). Prima che lo facciano Inter o Milan o Real Madrid o Liverpool o Chelsea.

Oltretutto, il 2-3 è bugiardo. Il match doveva avere puntaggio tennistico: 2-6. Infatti, al 16’ Biondini fredda Buffon. Dopodiché, fino alla mezz’ora, esiste soltanto la squadra sarda. Ma al 31’, pareggio di Sissoko e, al 38’, 2-1 di Nedved.

Quest’ultimo gol è viziato da una colossale svista dell’assistente e dell’arbitro: non si accorgono che il pallone controllato da Molinaro è fuori abbondantemente. Vogliono più arbitri in campo? Ma per carità: lì erano in due e non han visto niente. Mi pare che un doppio errore contemporaneo sia più che sufficiente. A che servono 12 occhi? Per sbagliare felicemente tutt’insieme?

Nel secondo tempo, il 2-2 e il 2-3 con azioni alla massima velocità, più altre palle gol per gl'isolani.

Il Cagliari di Allegri gioca un calcio effervescente, è una delle formazioni più in palla del campionato. E la stessa Inter ci aveva a malapena pareggiato, a San Siro. Complimenti alla splendida isola.

[foto via Cagliari calcio]

Inter scoop: se i blog servono a questo, che vengano chiusi tutti


Badate bene: uso il condizionale. Una amante di un giocatore dell'Inter avrebbe raccolto un'indiscrezione dopo un rapporto sessuale orale molto intenso al noto atleta. Secondo quanto detto dal calciatore nerazzurro alla signorina, Mourinho sputerebbe in faccia a chi non riesce a segnare da solo davanti al portiere.

Secondo una escort di lusso, che è andata a letto con con i dirigenti dell’Inter, Moratti avrebbe preteso dai suoi calciatori, e in particolare da Roberto Mancini, di perdere lo scudetto all’ultima giornata di campionato. Per restituire il famoso scudetto di tre anni fa alla Juve. Avrebbe poi telefonato a Del Piero per chiedergli scusa. Avendo il Mancini di cui sopra clamorosamente disubbidito, il Petroliere lo avrebbe poi messo alla porta.

Altri spifferi: uso il condizionale, attenzione. In base a indiscrezioni raccolte dal nipote di un filippino che fa le pulizie in casa Ibrahimovic, tutti gli attaccanti dell’Inter ce l’avrebbero a morte con lui perché fa i numeri in campo. “E basta, non ce la facciamo più!” avrebbero esclamato dopo Catania-Inter 0-2.

Non credete a una riga di quanto scritto su? Avete fatto bene. Però può darsi che qualcuno, fermandosi alla terza riga, rilanci la “notizia” sul suo blog (magari di quelli che detestano l’Inter). Che poi verrà ripresa da altri 10 blog, per diventare infine una notizia vera su 1.000 blog, senza condizionale.

Se questo è il destino dei blog, allora che vengano chiusi tutti per decreto, a partire dal mio.

[foto via flickr.com/photos/batrace]

giovedì 29 gennaio 2009

Beckham trattato come Maradona: una distrazione che il Milan rischia di pagare cara

Hai una difesa vecchiotta. Hai un centrocampo logoro. Hai Kaká e Ronaldinho che si pestano i piedi. Hai Sheva da rimettere in sesto, Borriello da analizzare (ma perché si fa sempre male?), Pato da responsabilizzare (perché si scioglie proprio nei momenti decisivi?). Eppure si fa un gran parlare di Beckham. Questo è il Milan, oggi.

Io non capisco. Una squadra che ha insegnato al mondo come si fa a vincere e gestire il gruppo mettendo nel mirino sempre le questioni calde da risolvere; una società che si è sempre concentrata sui problemi concreti per poi spaccarli in due fino alla via d'uscita intelligente; adesso si perde dietro Beckham.

È un corteggiamento continuo agli americani. È un costante aggiornamento della situazione: che fa l'inglese? Resta? Se ne va? Lui che dice? È un susseguirisi di ipotesi e smentite. Intanto l'Inter va a +8. Per la terza stagione di seguito, guarda tutti dall'alto.

È esistito soltanto un giocatore che poteva vincere le partite quasi da solo: Maradona. Esclusivamente per lui sarebbe legittimo tutto l'indaffaramento che il Milan dedica a Beckham.

Caro vecchio e leggendario Milan, io non ti riconosco più. Ho una convinzione: prima ti sbarazzi di Beckham, prima ricominci a dare finalmente fastidio ai cugini interisti. Perché qui i tifosi rossoneri non ce la fanno più ad annaspare dietro a Ibra e Moratti.

[foto via Milan]

mercoledì 28 gennaio 2009

Catania-Inter: 0-2. I tifosi nerazzurri godono come pazzi

Doveva essere una notte infernale. Era tutto pronto per mordere l'Inter, schiaffeggiare Mourinho, spernacchiare Moratti. Era un turno strafavorevole a Juve e Milan. E invece è stata la notte degli interisti. La squadra del Petroliere ha dimostrato di essere d'acciaio. Il mediocre arbitro Rocchi ha tentato di rovinare il match annullando un gol regolare al Catania ed espellendo ingiustamente Muntari; ma non ce l'ha fatta. Perché gli uomini di Mou han tirato fuori una prestazione di altissimo livello.

Confermo - come ho detto immediatamente - che Santon è un fuoriclasse (scommettiamo che in tanti mi copieranno, ma un po' in ritardo?), giacché tira fuori gli attributi nei momenti decisivi: squadra in 10 e lui a correre per tre. Confermo che Ibra è il miglior giocatore al mondo, visto che disputa alla grande 70 partite per stagione. Confermo che Stankovic non l'ho mai visto giocare così bene. E confermo che uno come Milito (Genoa) va comprato a ogni costo.

L'Inter, incredibilmente, se ne va proprio quando doveva essere azzoppata. Tirava una brutta aria, specie da Torino. Invece allunga su Juve e Milan. Dopo sofferenze terribili (vedi sconfitta con l'Atalanta), i tifosi dell'Inter godono come pazzi.

Comunque, i giochi restano aperti. Lo scudetto lo vince chi ha meno infortuni. La prossima volta, a godere potrebbero essere milanisti o juventini.

[foto via Inter]

martedì 27 gennaio 2009

Catania-Inter: la notte più infernale dell'era Moratti

Non gli perdonano nulla. Di aver vinto tre scudetti, di cui due sul campo. Di aver spezzato l'egemonia Milan-Juve. Di aver comprato numerosi giocatori per fare una squadra competitiva nel tempo. Di aver strappato il migliore, Ibra, alla Juve. Parlo di Moratti. E allora, giù attacchi: strani gossip su presunte sparate di Mourinho di cui non si conosce la fonte; trasferte dove gli avversari danno l'anima, per poi sgonfiarsi la domenica successiva (vedi Atalanta); continui riferimenti alla rosa con pochi italiani, come se fosse un delitto, e come se Santon non esistesse (quali altre squadre han lanciato un 18enne italiano?); critiche per gli investimenti, come se il Petroliere i soldi li chiedesse ai contribuenti e non li tirasse fuori di tasca propria.

Sicché adesso arriva la notte più tremenda della sua era. Sì, ancora più dura di quando non era primo in classifica. Perché a Catania ci sarà un bell'ambientino caldo. Perché tutti i tifosi non interisti sono lì a gufare. Perché l'Inter ha tutti gli occhi addosso. Perché si sente l'odore di una squadra che annaspa: sconfitta con l'Atalanta; vittoria immeritata con la Samp. Per giunta, manca l'uomo più decisivo del momento: Adriano.

Tieniti forte, Moratti. Se perdi col Catania, saranno dolori mediatici. Specie dalle parti di Torino.

lunedì 26 gennaio 2009

Adriano e la prova tv più scema del mondo

Tre turni ad Adriano per il pugno a Gastaldello durante Inter-Samp. Ha detto il Giudice sportivo Tosel: l'attaccante dell'Inter “nel sottrarsi alla pressione esercitata dall'avversario, con un repentino movimento del braccio destro, colpiva con un pungo all'addome il calciatore blucerchiato”. Il Giudice ha ritenuto “che l'intenzionalità del pugno inferto sia ovvia ed inoppugnabile e che, in egual misura, ne sia evidente la potenzialità lesiva, per la dinamica del movimento e la zona del corpo attinta”.

Per la miseria: 30 righe per dire che uno ha tirato un cazzotto a un altro. Per descrivere un incontro di box, ai giudici non basterebbero tutti i papiri del mondo.

E neppure mi passa per l'anticamera del cervello l'idea che il doriano abbia fatto una sceneggiata partenopea, per poi rialzarsi e disputare il resto della partita.

Il punto è un altro. Sì, Adriano è un birichino. I pugni non si danno. La sentenza è giusta e il Giudice Tosel ha fatto il suo dovere. Però queste prove tv sono demenziali: le norme andrebbero cambiate. Mi spiego. Un difensore guarda il pallone e, sapendo bene che al suo fianco c’è un attaccante, allarga il gomito: zigomo rotto. Prova tv? Manco per idea. L’arbitro ha visto tutto: normale scontro di gioco. E come no: normalissimo. Peccato che nove volte su 10 quella sia la tecnica usata dal difensore per picchiare. Guardateli in tv; dopo la gomitata, allargano le braccia come per dire: “Non l’ho fatto apposta”. Ma cosa credete? Che un calciatore professionista non sia perfettamente in grado di colpire l'avversario senza farsi beccare?

Un’altra tecnica interessante è l’entrata da dietro col pallone alto. Funziona così. L’attaccante è spalle alle porta e vuole colpire di testa un pallone proveniente dalla propria difesa; il marcatore salta e gli dà una capocciata alla nuca. Dolorosissimo. Una vigliaccata. Di cui è spesso vittima Ibrahimovic e, un tempo, Van Basten. Prova tv? No. L’arbitro ha visto tutto. Normalissimo scontro di gioco. Col difensore che allarga le braccia: “Non l’ho fatto apposta, cercavo la palla”.

La verità è che, se si vuole usare la tv, si dovrebbe sfruttarla al meglio. Andare a stanare quelli che mirano a far male. Spiegando per filo e per segno i motivi della squalifica: lì sì che ci vorrebbero discorsi articolati.

[foto via flickr.com/photos/apesara]

domenica 25 gennaio 2009

Inter-Samp 1-0: Julio Cesar, un fuoriclasse


Mai come stasera l'Inter aveva bisogno di lui. E stasera lui s'è esibito in interventi prodigiosi. Mi riferisco al portiere Julio Cesar, che ha salvato l'1-0 tre volte.

La prima: un'uscita con coefficiente di difficoltà 9, giacché Pazzini poteva davvero (involontariamente, sullo slancio) spaccarlo. Infatti, Julio stava per lasciarci giù un ginocchio, inavvertitamente schiacciato dal centravanti doriano.

La seconda: un'altra uscita difficilissima. Tra l'altro, avendo poco prima preso un pestone micidiale, Julio s'è dimostrato coraggiosissimo.

La terza: bolide da fuori di Dessena. Cesar era al posto giusto e s'è allungato alla grande. Attenzione: non so quanti altri portieri sarebbero stati piazzati così bene, e per giunta al 52' del secondo tempo.

Il portierone nerazzurro è un fuoriclasse: quello che ti prende per mano quando sei in difficoltà, nei momenti cruciali. Quello che ti fa guadagnare qualche punticino preziosissimo se sei con l'acqua alla gola.

Il risultato è ingiusto. Il pareggio ci stava tutto. Complimenti alla Samp.

Il problema dell'Inter è "Il Pensiero": il Manchester United. Chiaro che il richiamo di preparazione fisica invernale, durante la pausa natalizia, è mirato dritto dritto al doppio scontro con gl'inglesi. Chiaro che la testa è già a quelle due notti.

[foto via Inter]

Bologna-Milan 1-4. Caro Ancelotti, se fai di testa tua, vinci lo scudetto


Gli hanno comprato Ronaldinho e Shevchenko e Borriello. Gli hanno costruito una rosa di punte e mezze punte. Grande pressione su di lui: ci vuole spettacolo con una formazione d’attacco. E all’inizio sono stati guai. Perché Carletto piazzava in campo una marea di uomini bravi a tenere la palla e ad attaccare, ma che a difendere e pressare non ci pensavano proprio.

Dopodiché, la svolta. Oggi: Bologna-Milan 1-4. Fuori Ronaldinho. Con Sheva e Inzaghi ancora out. Finalmente una squadra equilibrata, con grande sacrificio da parte di tutti. Con una difesa che inizia altissima: ho visto Pato, Seedorf e Kaká rincorrere a perdifiato i difensori felsinei all’altezza dell’area di rigore avversaria.

È questo l’Ancelotti che conosco. È questo il Carletto che può far vincere l’agognato scudetto al Milan. Io l'ho sempre difeso: leggi qui. Adesso tutti saliranno sul suo carro.

Opinione mia: se il Milan si concentra sul campionato, può davvero arrivare primo. Se invece spreca energie per quella cosa inutile chiamata coppa Uefa, col rischio di infortuni, il discorso cambia, e le probabilità di arrivare al tricolore diminuiscono. Che lasci Inter, Juve e Roma a uccidersi per la Champions, unica coppa che vale.

[foto via Milan]

sabato 24 gennaio 2009

Juve-Fiorentina 1-0: che scandalo!


Esistono arbitri e assistenti corrotti? No. Esistono arbitri e assistenti in maladefe? No. Esistono arbitri e assistenti inadeguati? Sì. Juve-Fiorentina ne è la prova.

Primo tempo.

Jovetic da sinistra converge e viene agganciato da Mellberg in area. Un orbo avrebbe visto il rigore. L’arbitro Saccani no. Gilardino lo insegue per tutto il campo, chiedendo spiegazioni: è imbestialito. Anche perché quel rigore è solare: lo capisci anche dalla dinamica, dal tipo di caduta di Jovetic, dall’atteggiamento di Mellberg.

Scontri a centrocampo. L’arbitro inverte diverse decisioni; ammonisce quando non deve; non tira fuori il cartellino quando invece dovrebbe.

Dopodiché, entrano in scena gli assistenti. Tiro da fuori area di Montolivo, ribattuta di Buffon, raccoglie Gilardino: gol. Posizione regolare. Valutazione facile facile. C’è Marchionni che lo tiene in gioco dall’altra parte del campo. È la situazione perfetta per vedere se un giocatore è in posizione regolare. Niente da fare. Bandierina su.

Nel secondo tempo, qualche altra mozzarella confezionata qua e là. Complimenti.

Sono errori che avevo previsto: leggete qui. E rappresentano la prova inconfutabile che non c’è nessun vantaggio arbitrale pro Inter. Arbitri e assistenti son così scarsi da distribuire i loro errori e orrori in modo equo a tutte le squadre. È una ruota della fortuna. Che poi per i bianconeri sia una stagione particolarmente fortunata (vedi anche partite con Genoa e Atalanta), questo non vuole dire quasi niente. Quasi. Perché di questo passo la Juve non può non vincere lo scudetto.

[foto via qui]

Mourinho, querele e invidie verso l’Inter

C’era una volta un campionato in cui gli scudetti venivano vinti (quasi) soltanto da Juve e Milan. Tanti giornali erano allegri e contenti. Molta tv ci sguazzava. Un bel dì, quel periodo storico finì. E l’Inter vinse tre scudetti di fila, di cui il primo a tavolino. Bestemmia, insolenza: eh no, molti giornali si inalberarono, mettendo nel mirino Moratti, l’Inter e gli interisti.

Dopodiché, arrivò Mourinho. Alé, altro bersaglio da molestare. In tutte le maniere. Cavolo, questo qui sa parlare diverse lingue ed è un tipo che te le conta in faccia. Che rabbia, non ci voleva uno così. Oltretutto è ancora primo in classifica: che nervi. Cosa si fa? Idea: appena c’è un gossip, magari di cui non si sa la fonte, uno di quelli che “usiamo il condizionale, si badi” (“parrebbe che Mourinho abbia detto ai giocatori”; “sembrerebbe che qualche calciatore abbia chiesto chiarimenti all’allenatore e si sia lamentato della cosa con Moratti”), ecco, noi lo spariamo a tutta birra sui giornali. Risultato? Fra un condizionale che salta e un titolone molto stiracchiato, alla fine sembra addirittura che sia certo: Mourinho ha detto così, quindi è un vero juventino.

Alla fine, arriva pure l’annuncio di querela da parte di Mourinho. Che - forse - soltanto ora si accorge davvero di quanto l’Inter e i suoi allenatori (anche Roberto Mancini è stato maltrattato) diano fastidio. Sono gli scherzi dell’invidia contro Moratti, reo di aver rotto il giocattolo con cui in tanti si sollazzavano.

Tuttavia, occorre non generalizzare: ci sono parecchi milanisti e juventini che erano signori quando vincevano e lo sono anche adesso. E che certi giornali manco si sognano di leggerli. Ma non oso pensare che cosa accadrebbe se l'Inter vincesse addirittura il quarto scudetto di fila: impresa difficilissima, giacché Juve e Milan sono fortissimi.

giovedì 22 gennaio 2009

Mourinho e lo scudetto in segreteria: però, che potere il gossip dei blog!


Via La Stampa, in corsivo: Sui blog circolano le indiscrezioni, attribuite ad alcune "talpe" dello spogliatoio, su quanto Mourinho avrebbe detto ai giocatori dell’Inter dopo la sconfitta di Bergamo. «Il primo scudetto lo avete vinto in segreteria, il secondo perché non c’era nessuno, il terzo all’ultimo minuto. Siete una squadra di...», dove al posto dei puntini non dovete mettere le parole fuoriclasse, fenomeni o invincibili. Dall’Inter ovviamente non arrivano conferme ma se queste frasi sono vere Mourinho si sarà guadagnato un posto nel cuore dei tifosi. Della Juve.


Capito? Un blog o un sito di un'importante testata giornalistica fa gossip. Che si diffonde nella Rete. Poi un altro quotidiano ci fa su il titolone. Vedi anche Tuttosport.


Interessante. Allora tenetevi forte. Magari domani un blog o un'importante testata giornalistica diranno che la moglie di un noto calciatore di una squadra "X" opera un paio di fellatio al giorno al macellaio sotto casa. Il gossip verrà ripreso da altri blog, che magari tifano per la squadra "Y", avversaria storica della squadra "X". Dopodiché arriveranno altri quotidiani, che magari si vendono nella stessa città della squadra "Y": farà il titolone sulla vicenda, riportando che tutto è nato dai blog o da un'importante testata giornalistica. Un meccanismo infernale. Un tritacarne mediatico. Quest'adorabile informazione italiana...

mercoledì 21 gennaio 2009

Inter-Roma 2-1. È nata una stella: Davide Santon


Il 2 gennaio 1991, nasceva Davide Santon. Il 21 gennaio 2009, è nata una stella. Ossia un giocatore con potenzialità enormi, che può diventare un campione, se non addirittura un fuoriclasse. Il motivo è presto detto: nei 90 minuti di coppa Italia Inter-Roma 2-1, il 18enne nerazzurro ha dominato la fascia sinistra. Il puledro di casa Moratti sa giocare di destro e sinistro, tiene la testa alta, ama triangolare e andarsene in velocità, è ordinato e preciso.

Dotato di personalità in quantità industriale, ha il fisico perfetto per chi si piazza da quelle parti: 187 centimetri di altezza. E non è gonfio, a differenza di tanti altri della sua età: zompa come un grillo grazie ai suoi 77 chilogrammi. Come complessione fisica mi ricorda Paolo Maldini, che per fortuna non ha mai voluto pomparsi i muscoli, standosene alla larga da tentazioni farmacologiche diffuse assai fra i suoi colleghi di lavoro (anche a questo si deve la sua integrità e longevità).

Ho notato soltanto un difetto: con la Roma, un paio di volte ha dimenticato l’avversario. Sarà Mourinho a impartirgli le dovute lezioni di tattica.

Porto Maggiore (Ferrara) potrebbe aver dato alla luce, 18 anni fa, un difensore dal futuro glorioso. L’ho visto spesso giocare con gli allievi sulla fascia destra: faceva paura per presenza fisica e cattiveria agonistica. Ora, Davide dovrà sfruttare ogni minuto che Mourinho gli concederà. Chissà che possa essere da stimolo anche per Maxwell, in netto calo fisico e mentale: è proprio quello - difensore di fascia sinistra - il ruolo che il tecnico portoghese ha dato a Santon. E chissà che l’Inter non abbia finalmente trovato un uomo capace di giocare con entrambi i piedi a sinistra in difesa: cosa che non s’è più vista dai tempi dell’eccezionale Brehme. Se così sarà, il merito andrà diviso fra il vivaio dell’Inter e Mourinho, che ha avuto il fegato e l’intuito di schierarlo titolare.

[foto via Inter]

Coppa Italia. Inter e Roma: ma chi ve lo fa fare?!

Ancora la coppa Italia. Ancora loro due: Inter e Roma. Che da anni sono le regine d'Italia. E che vogliono giocarsi tutte le competizioni al massimo e sino in fondo. Io non le capisco. La coppa Italia vale quasi zero. Toglie energie, provoca infortuni, distrae. Dà pure fastidio: perché nel momento caldo della stagione (seconda parte del campionato e fase successiva di Champions), lei è lì che ti dice "metti in campoo 11 giocatori e corri". Dopodiché, uno la vince, 'sta benedetta coppa Italia, e in pochi se la filano. E tutti a rinfacciare che il campionato non l'hai portato a casa oppure che in Champions non sei andati avanti. Ti credo: se ti sfibri su addirittura tre fronti, c'è da ammattire.

Io non le capisco Inter e Roma. Ci sarebbe da mandare in campo la Primavera, più qualche giocatore che in genere dorme in tribuna. Ci sarebbe da dire: vai avanti tu, puoi accomodarti, che io stasera ho mal di testa e non riesco a correre. Ci sarebbe da preservare i fuoriclasse e i campioni e i ronzini per le notti che contano davvero.

Contente loro (Inter e Roma), contenti tutti. Tranne poi rammaricarsi, dopo un'eventuale esclusione dalla Champions, per aver speso troppe energie su tre fronti...

martedì 20 gennaio 2009

Kaká resta: vincono i tifosi del Milan. Ma De Laurentiis non la pensa così...

Ricordate i cori pro Kaká di Milan-Fiorentina? Era una preghiera generalizzata verso il brasiliano: resta con noi. Alla fine, così sarà. Quindi il vero vincitore della faccenda è il pubblico rossonero: complimenti. Però c'è chi sente puzza di bruciato: De Laurentiis.

Il numero uno del Napoli: "La cifra di 120 milioni di euro [offerta dal Manchester City] forse non esisteva ed è stata gonfiata; probabilmente è stata un'operazione di marketing per rivalutare l'attenzione intorno al Milan. Berlusconi è il re della comunicazione, non dimentichiamolo".

Provo a fare una traduzione personalissima del De Laurentiis pensiero. Secondo il presidente partenopeo, forse - e ripeto, forse - il giochino è stato il seguente.

1) Facciamo finta che Kaká possa andar via.

2) Simuliamo una mega offerta alla quale non si può dir di no. Così ne parleranno i mass media.

3) Facciamoci pregare dai tifosi affinché noi si tenga il fuoriclasse brasiliano.

4) E alla fine, il successo del Milan: Kaká resta con noi perché ci ama. La maglia della squadra di Berlusconi è ancora più importante dello sporco e lurido denaro. Viva viva Silvio.

Francamente, io escludo l'ipotesi operazione di marketing. Sono convinto che Berlusconi - grande conoscitore di uomini - abbia convinto Kaká a restare.

[foto via flickr.com/photos/cresk]

domenica 18 gennaio 2009

Lazio-Juve 1-1. Ma quale punticino guadagnato: era un'occasione d'oro per i bianconeri...


Era la notte giusta per dare la mazzata decisiva all’Inter. Era la notte giusta per zittire gli interisti che vanno parlando di possibile poker storico di scudetti. Era la notte giusta per prendersi belle e succulente rivincite, perché ci sono tifosi bianconeri che sono sulla stessa lunghezza d’onda, della serie: “Avete visto? Se non c’è il signor Rossi a regalare tricolori a Moratti, l’Inter non vince più”. Era la notte giusta per urlare la mondo: “La Juve è ancora e sempre più forte dell’Inter”. Era la notte giusta per mettere fine allo strapotere nerazzurro. Era la notte giusta per mettere una pressione violenta e definitiva addosso all’”odiatissima” Inter (dopo il ko con l'Atalanta). Era la notte che milioni di tifosi bianconeri nel mondo aspettavano da anni. E invece…

E invece è arrivato un pareggino. Altro che chiacchiere: “Siamo già contenti così” oppure “Miriamo solo a migliorare quanto abbiam fatto la stagione scorsa”. Suvvia: il pareggio è una delusione. Questo e solo questo può dire il cuore di uno juventino. A meno di mentire spudoratamente a se stessi.

Il rammarico è ancora più grande se si pensa che con Buffon, stasera, la Juve avrebbe vinto. Mai e poi mai il numero uno bianconero sarebbe andato a farfalle nel match chiave della stagione. Quando si dice che i portieri forti portano punti preziosi in una stagione...

[foto via flickr.com/photos/arturo61]

Atalanta-Inter 3-1: caro Moratti, serve Freud!


Cos’è che ti toglie il sonno, ti fa star male, ti impedisce di vivere bene? Il brutto pensiero. Nel caso dell’Inter, quel pensiero fisso si chiama Manchester United: vedi qui. Come nelle stagioni passate, quando arriva il momento più importante, ossia il match clou di Champions, l’Inter ha un crollo psicofisico. Perché c’è il pensiero che angoscia.

Proprio per dare carattere e forza all’Inter, proprio per darle una dimensione europea, per renderla equilibrata e matura, credo che Moratti abbia mandato via Roberto Mancini scegliendo Mourinho. Ma il problema è che l’Inter diventa psicolabile quando sente profumo di grande scontro in Champions. Figuriamoci poi se il pensiero si chiama Manchester United, che è di gran lunga la squadra più forte del mondo (più ancora del Barcellona).

Senza dimenticare che il compito di Mourinho è tremendamente difficile, giacché ha una rosa che non vale più di sette: vedi qui. Di certo, è inferiore a quella di quasi tutte le altre grandi d’Europa. Avete infatti presente Obinna che, solo davanti alla porta, con Ibra a destra, calcia alto oggi contro l’Atalanta? Ecco, il tasso tecnico dei nerazzurri non è eccelso. Ho grossi dubbi che possano reggere per tre gare a settimana, coppa Italia inclusa.

Il primo sintomo del pensiero che fa male e disturba lo si è visto contro il Cagliari (1-1 in casa). Oggi un Atalanta-Inter 3-1 bugiardo: doveva finire con sei gol di scarto.

A Mourinho l’onore di un lavoraccio: far stendere i giocatori dell’Inter per psicanalizzarli in vista del Manchester. Ci vuole un Freud con i controcoglioni. Roba da far ammattire il dottore stesso: ricordate la crisi di Roberto Mancini dopo Inter-Liverpool? D’altronde, il portoghese è pagato profumatamente per quello.

[foto via flickr.com/photos/onefromrome]

[post aggiornato dopo la prima pubblicazione]

sabato 17 gennaio 2009

Milan-Fiorentina. Pubblico rossonero commovente: cori infiniti per Kaká e banconote sventolate alla dirigenza

Hanno colpito nel profondo i meravigliosi cori intonati dai tifosi del Milan a favore di Kaká durante la partita con la Fiorentina: obiettivo, convincere il brasiliano a non accettare la mega offerta del Manchester City (vedi qui e qui). Non soltanto: pare che, di tanto in tanto, i tifosi si siano girati verso la dirigenza sventolando banconote da 50 e 100 euro. Come a dire: non vendete Kaká.

Certo che il rapporto fra tifosi del Milan e Kaká è davvero unico. Per una ragione semplice: il brasiliano ha fatto vincere una Champions miracolosa un paio di stagioni fa. Proprio mentre Moratti vinceva sul campo il primo tricolore. E così oscurando il trionfo nerazzurro. Tanto da far esclamare ad Ambrosini: "Lo scudetto mettetevelo nel c...". Mentre altri cantavano: "Niente coppa Campioni da 40 anni".

E ancora: Kaká, da solo, ha retto il confronto con la grande Inter che si avvia al poker di scudetti storico, piazzando vittorie importanti nei derby e diventando decisivo nella coppa Intercontinentale. Sicché è comprensibile la rabbia dei tifosi del Milan, che ancora non hanno perso la speranza: vogliono il brasiliano con loro per sempre.

Il problema è che, spesso, il denaro uccide i sogni. Figuriamoci 100 milioni di euro (al Milan) e 15 milioni annui (al ragazzo).

[foto via flickr.com/photos/devosdelphin]

giovedì 15 gennaio 2009

Milan, chi non ti vuole non ti merita: fa' andar via Kaká



Ho negli occhi le giocate divine di Rivera, che stupiva il pianeta con assist morbidissimi e invenzioni di bellezza sconfinata. Ho impresso nella mente i tiri con entrambi i piedi - per lui differenza non c'era - di Van Basten. Ho nelle orecchie il tifo di San Siro quando Gullit scendeva inarrestabile palla al piede. Sorrido ancora quando ripenso alla luce accesa da Savicevic sui campi italiani ed europei. E poi penso alla classe infinita di Maldini, alla grinta paurosa di Gattuso, agli scatti fulminanti di Weah. Il Milan è storia dello spettacolo e dell'uomo, prim'ancora che storia del calcio. Orbene, una società così gloriosa deve - mi si permetta - togliersi dalla scatole Kaká. Perché è da un po' che il brasiliano la mena ai tifosi rossoneri con le offerte che riceve, col desiderio di fare esperienze qua e là, lasciando sempre la porta aperta a ogni soluzione.

E allora, mitico vecchio Milan, dallo via questo Kaká, che secondo me non ti ama più da un pezzo. Anche perché ti liberi di un fuoriclasse che gioca da lode non più di 10 partite in una stagione. Insomma, non siamo di fronte a un Maradona, che viaggiava come un treno per 70 incontri a stagione moltiplicato per 15 stagioni. Direi che incassando 100 milioni di euro, l'affare lo fai tu. Oltretutto, non lo consegni a Inter, Juve, Real Madrid o Barcellona - a una grande, insomma -, ma al Manchester City. Senza soffrire granché.

Milan, tu sei meraviglioso: chi non ti vuole non ti merita.

mercoledì 14 gennaio 2009

Se lo scudetto del Milan passa attraverso la cessione di Kaká


Una doppia premessa.

1) Da osservatore neutrale, nessuna squadra mi ha divertito più del primo Milan di Sacchi, quello di Gullit. Nessuna squadra, negli ultimi 30 anni, è stata più forte del Milan di Capello, specie nel 1993-94: l'accoppiata scudetto-coppa Campioni è roba da grandi compagini. Altro che puntare esclusivamente alla Champions...

2) Hai voglia a dire: "Siamo la squadra più titolata del mondo". Hai voglia a raccontare delle Champions vinte e delle varie supercoppe portate a casa. La realtà è che l'obiettivo numero uno del Milan, ossia lo scudetto, resta ancora lontano. Per il quarto anno di seguito. Con l'odiatissima Inter ancora sopra la testa, tanto lontana. In più, ci si mette pure la Juve. E con Napoli, Fiorentina, Genoa e la stessa Roma pronti a soffiare ai rossoneri un posto utile per la Champions.

Vengo al dunque: io credo che la società di via Turati debba uscire una volta per tutte dall'equivoco Kaká.

Mi spiego. Il brasiliano non ha la continuità di Gattuso, Maldini, Ibra, Del Piero. Non ama alla follia spremersi per 70 partite in una stagione. Disputa alla grande una decina di incontri. Peraltro, quelli che contano li azzecca davvero: vedi, per esempio, la semifinale di ritorno col Manchester di due Champions fa. È indiscutibilmente un fuoriclasse. Il fatto è che con Kaká non hai la garanzia di ottenere un rendimento costantemente alto. E allora, la presunta offerta del Manchester City giunge a puntino: 100 milioni di euro al Milan.

Dunque, se prendi quei soldi, li investi per rifarti una squadra, in ogni reparto: difensori giovani, più Mexes, Hamsik, Aquilani, Fabregas, Benzema. Hai denaro fresco per comprare e dare gli ingaggi. E torni competitivo in Italia. E la finisci di fare strane operazioni di marketing (vedi Beckham) che, secondo me, al vero tifoso del Milan non interessano granché. E la leggenda può continuare, finalmente. Perché è giusto che un pubblico meraviglioso come quello del Milan torni a godere.

[foto via flickr.com/photos/cmoi]

lunedì 12 gennaio 2009

Secondo me, l'Inter ha in testa soltanto quella cosa lì

Il pensiero che si deve scendere in campo fra qualche settimana per la partita più importante della stagione può rovinare i nervi, sfibrare i muscoli, annebbiare le menti. Il pensiero che si incontra la squadra più forte del mondo può togliere il sonno. Il pensiero che decine di milioni di sportivi ti guarderanno può agitare. Sono i pensieri dei giocatori dell'Inter che se la devono vedere con un'armata invincibile, il Manchester, il 24 febbraio a San Siro, in una notte che in ogni caso sarà memorabile.

Sì, perché qui ci sono milanisti e juventini a gufare (in modo legittimo) contro l'Inter; e i tifosi nerazzurri che sperano di passare il turno.

Quell'incontro è capace di spaccare in mille pezzi la stagione: se l'Inter vince e poi a Manchester passa il turno, Mourinho guadagna una montagna di punti in quanto a credibilità; se c'è il flop, i mass media son pronti a spernacchiare il portoghese e, con lui, Moratti.

Un altro che si gioca la faccia è il signor Ibrahimovic. Al quale in tanti contestano di sparire nei momenti decisivi. Quella notte, San Siro si aspetta che prenda per mano la squadra, diventando il numero uno al mondo una volta per tutte.

Per come la vedo io, durante la pausa invernale, l'Inter ha progettato di arrivare al top per il doppio scontro con il Manchester. Risultato: con il Cagliari, i morattiani non stavano in piedi. Se a questo aggiungete una rosa sopravvalutata e il pensiero fisso chiamato Manchester, capirete bene che i nerazzurri attraversano il momento più delicato della stagione. Chissà se Juve, Milan o Napoli ne approfitteranno per strappare all'Inter punti decisivi e quindi lo scudetto.

domenica 11 gennaio 2009

Juve-Siena 1-0: Del Piero, squalo che sente l'odore dei nerazzurri


Quando uno squalo sente l'odore del sangue, va su di giri ed è pronto a colpire. Ecco, se un giocatore è un fuoriclasse lo capisci da come reagisce all'odore dell'avversario in difficoltà. E Del Piero oggi ha confermato di essere un fuoriclasse, forte come mai è stato nella sua straordinaria carriera. Alex è saltato addosso all'Inter, che ora è soltanto a +4 punti, e avrà addosso tutta la pressione di questo mondo: lo avevo pronosticato con successo qui.

Del Piero è oggi il secondo calciatore più forte del mondo, dopo Messi: vedi qui. È l'anima della Juve, l'uomo che più di ogni altro - per come la vedo io - vorrebbe strappare lo scudetto all'Inter. Su Del Piero puntano forte milioni di tifosi della Juve, che seguono in religioso silenzio i momenti precedenti i suoi calci di punizione. Proprio in questa specialità, il campionissimo bianconero s'è dimostrato intelligente, sfruttando più di qualsiasi altro giocatore del pianeta i palloni leggeri di oggi. Col suo piedino magico, infilza i portieri a ripetizione. Vedi qui.

Ogni gol su punizione di Del Piero vuol dire aprire la strada alla vittoria, far giocare più tranquilli, mettere in angoscia i difensori avversari che non possono prendere a scarpate gli attaccanti juventini negli ultimi 25 metri: Alex potrebbe punirli. Però, per carità, non parlatemi di Pallone d'oro, che viene assegnato con criteri per me inconcepibili: vedi qui.

Adesso si entra nel vivo. Può succedere di tutto, giacché scendere in campo ogni tre giorni annebbia le idee, stordisce i migliori, toglie il respiro e riempie di tossine i muscoli. A meno 4 dall'Inter, i giochi sono apertissimi. Mentre la Champions resta un terno al lotto: se la porta a casa chi arriva più in forma nei momenti cruciali, senza infortuni.

[foto via flickr, Album di StormyDog]

sabato 10 gennaio 2009

Inter-Cagliari 1-1: i nerazzurri hanno la rosa più sopravvalutata della Terra


Il pareggio interno per 1 a 1 fra Inter e Cagliari mi conferma che i nerazzurri hanno la rosa più sopravvalutata del mondo. Dietro, sanno difendere bene soltanto Samuel e Cordoba. A centrocampo, non ce n'è uno che detta i tempi, specie se Stankovic non gioca. Non a caso, Mourinho reclamava Lampard a inizio stagione. In attacco, esiste Ibra e basta. Perché fra uomini non convocati (Adriano e Balotelli) e fuori forma (Cruz), resta Crespo, che non è più 18enne. Mourinho ha né più né meno i problemi di Roberto Mancini: essere competitivo in campionato e Champions. Un guaio.

Oltretutto, quando si avvicinano le sfide fondamentali (vedi Inter-Manchester), i nerazzurri cominciano a indebolirsi psicologicamente. Qui ci vorrà tutta l'abilità e la pazienza di Mourinho per evitare che i morattiani si blocchino sul più bello.

In ogni caso, l'Inter deve ringraziare la dea bendata: il Cagliari meritava ampiamente di vincere. E questo punticino potrebbe rivelarsi prezioso alla fine della stagione.

[foto via flickr]

Attenta Inter, sei accerchiata: ti arrendi?


Prima Cobolli Gigli che rivuole gli scudetti indietro. Poi Tuttosport che dice: "Niente associazione per delinquere nel caso Gea: ora i bianconeri possono chiedere indietro i due scudetti assegnati all'Inter dopo Calciopoli" (foto su).




Quindi Moggi che sostiene in un'intervista telefonica al Tg1: "La vedova Sensi ha detto che il campionato dell'anno scorso lo doveva vincere la Roma e probabilmente aveva ragione, perché se andate a vedere certe partite... Ve ne dico una sola: Inter-Parma (andata del campionato scorso). Guardatela attentamente e vedrete che la signora Maria ha ragione di affermare quel che ha detto" (foto su).

Senza considerare le legittime gufate terribili perché l'Inter non vinca il quarto scudetto di fila e la Champions.

Insomma, Inter nel mirino di tutti. Resta ora da vedere se Mourinho e compagnia nerazzurra riusciranno a resistere alle enormi pressioni. Si comincia fra qualche ora. A più tardi.

Pesantissimo un blogger contro la Juve: "Negli ultimi 20 anni ti resterebbe soltanto uno scudetto. Forse..."


Prima la sentenza Moggi, poi l’uscita di Cobolli Gigli, che vuole indietro due scudetti. Ho letto tutti i quotidiani possibili e immaginabili. Ho setacciato il Web. Parecchi i commenti interessanti. Ma c’è un signore che ha coraggio da vendere. Lui è Silvio De Rossi di Blogosfere. È quello che l’ha messa giù più pesante. Testuale via qui: “Ora che la strada era tracciata ecco la caduta di stile che non mi aspettavo. Chiedere indietro due scudetti decisamente ‘strani’. Era meglio evitare. Caro presidente, se gli ultimi 20 anni (per non esagerare) fossero analizzati per bene la Vecchia Signora resterebbe con un paio di Coppe Italia e forse uno scudetto. Forse...”.

Porca miseria, che stoccata. Dopodiché, ho dato un’occhiata per verificare se in Rete ci siano altri a pensarla come Silvio. E ho trovato questo simpatico link.

Però io - da spettatore neutrale - devo essere equidistante. E allora beccatevi questi link anti-Inter (perfino Beppe Grillo una volta ci si è messo: qui) e anti-Milan. Adoro Internet: trovi qualsiasi opinione sul calcio, e per giunta ben motivata.

mercoledì 7 gennaio 2009

Vittorio Feltri a Berlusconi: "Il Milan balla il samba alle spalle dell'Inter". Il 2009 è fondamentale...


Da Libero di mercoledì 7 gennaio. Vittorio Feltri "accusa" Berlusconi di pendere verso il Sud: vicenda Alitalia; Governo che s'è affrettato a ripianare i bilanci sballati del Mezzogiorno; canzoni napoletane con Apicella; notte di San Silvestro festeggiata con fuochi partenopei in Sardegna. E poi la stoccata: "Cosa le è rimasto di milanese, il Milan che però balla il samba con regolamentare accompagnamento sincopato alle spalle dell'Inter morattiana?". Ahi, questa fa male. Perché, secondo me, l'immagine del Cavaliere dipende enormemente da quanto combina la squadra di Ancelotti.

Mi aspetto una risposta da Berlusconi o Galliani, del tipo: il mio Milan ha vinto tanto in passato, e in Europa; l'Inter no.

Personalmente, per come si stanno mettendo le cose, credo che i tifosi milanisti faranno un tifo dannato (e legittimo) contro i nerazzurri, a cominciare da Inter-Manchester.

Perché la supremazia, a Milano e nel mondo, Inter e Milan se la giocano nel 2009 come non mai. Se i rossoneri non vincessero lo scudetto e Moratti arrivasse al poker di tricolori, sarebbe dura sostenere ancora che la società di via Turati è superiore a quella del Petroliere. Io, da spettatore neutrale (tifo soltanto per il bel gioco), attendo divertito.

[foto via forzaitalia.it/silvioberlusconi]

martedì 6 gennaio 2009

Lotteria Italia della Befana: carramba che orrore


Siamo ridotti malissimo. Conosco padri di famiglia che si affidano al poker online o alle lotterie dello Stato per venir fuori da situazioni economiche drammatiche. E invece, così facendo, e spendendo soldi per quelle cose, diventano ancora più poveri. Basta fare un piccolo calcolo. Prendete tutti i denari che avete speso l'anno in biglietti della lotteria del 6 gennaio; moltiplicateli per il numero di anni in cui avete giocato; ed ecco un bel gruzzolo. Messo da parte senza fatica.

Che tristezza: l'italiano medio si affida ai numeri, alla dea bendata per uscire dalla tragedia; ossia da carte revolving che strozzano, finanziamenti, banche che inseguono perché i mutui non vengono onorati. Si potrebbe lavorare di più: per esempio, di sera e nei weekend e nei festivi. Sempre meglio un fottuto mestiere umile (sì: pure pulire i gabinetti) che morire di stenti affidandosi alle lotterie statali. E invece no: si buttano via quattrini.

Il tutto con lo Stato che guarda, applaude, incoraggia: dai, compra i miei biglietti della lotteria della Befana, ché diventi ricco. In questi giorni, negli autogrill, ho visto personaggi (che avevano l'angoscia negli occhi) tirar fuori palate di euro per beccare il numero vincente. È un concorso che considero sciocco quanto il Superenalotto: vedi qui, qui e qui. Più o meno al livello del poker online: vedi qui e qui. Ed è anche il termometro della povertà del nostro Paese: più biglietti uguale più disperazione. Non si scappa.

Amici, se proprio volete giocare d'azzardo, consiglio tre strade: scommesse sulle partite di calcio; Blackjack nei casinò; poker "normale" a un tavolo con altri quattro giocatori (e in carne e ossa, davanti a voi). Il motivo? Ci vuole anche tanta bravura per vincere. Nelle prossime settimane, vi darò qualche dritta.

lunedì 5 gennaio 2009

Niente Milito? Moratti, che errore


C'era una volta un presidente che spendeva appena ne aveva voglia, che si portava a casa i giocatori quando se ne innamorava, che dava retta ai suoi allenatori e faceva di tutto per comprare difensori, centrocampisti e attaccanti desiderati. Ora quel presidente non c'è più. E a me, da osservatore neutrale, manca. Lui è Massimo Moratti. Il quale sta commettendo un grave errore: lasciare Milito al Genoa. Ma perché? L'argentino è l'attaccante più forte del mondo assieme a Ibra, Messi, Rooney, Del Piero. È di una completezza favolosa: sa far tutto; destro, sinistro, colpo di testa, dribbling secco. All'Inter ci starebbe benissimo. Vedi qui.

Spero proprio che Moratti non si sia fatto influenzare da quei noiosi i quali van ripetendo: non si possono spendere così tanti soldi; è immorale, specie in un periodo come questo e altre ipocrisie del genere. In realtà, trattasi di invidiosi che ancora non si capacitano della terribile realtà: l'Inter che vola verso un pazzesco poker di scudetti. Sono denari suoi, del Petroliere, non dello Stato o dei contribuenti. È libero di spenderli come e quando gli pare.

Fossi in Moratti, andrei dritto dritto da Preziosi con una valigia carica di 35 milioni di euro e assolderei immediatamente Milito. Se non lo fa, secondo me sbaglia. E poi: ha speso tanto per Quaresma, non vedo perché non dovrebbe insistere con Milito.

Per carità, non venitemi a dire che vince chi di soldi ne spende pochi e bene. Da sempre, in qualsiasi sport, i risultati arrivano se si investe tanto.

Comunque, complimenti vivissimi al Genoa che ha un Principe straordinario in squadra.

[foto via genoa]