domenica 28 novembre 2010

Il Maestro Federer dà una durissima lezione di tennis allo scolaretto Nadal: 6-3, 3-6, 6-1


Un primo set giocato in maniera stratosferica da Federer. Con un servizio devastante, un dritto da paura e un rovescio eternamente alla ricerca del punto, anche se meno incisivo degli altri colpi.

Il game decisivo è quello del 4-3 per lo svizzero con Nadal al servizio. Si va ai vantaggi e qui Federer diviene tremendamente offensivo. Negli ultimi tre game, 12 punti a 4 per lo svizzero.

Nel secondo set, la prima di Federer sparisce: dentro solo il 25%. Nadal strappa il servizio quando è in vantaggio per 2-1. Vola fino al 4-1. Lo spagnolo, con intelligenza, smette di rispondere, facendo vincere facile all’elvetico i turni di servizio. Il numero uno al mondo alterna servizi angolati con cannonate in pancia a Federer. La seconda frazione si chiude 6-3 per Rafa.

Nel terzo set non c’è gara: Federer disintegra l’avversario sparando dritti supersonici. Perfino alla moviola, fa impressione rivedere la rapidità d’esecuzione di Re Roger. Un 6-1 in cui lo svizzero mette in mostra, a mio avviso, il tennis più cattivo che gli abbia mai visto praticare. Merito anche di Paul Annacone, che l’ha reso più aggressivo. Francamente, gli ultimi game sono stati una lezione di tennis del Maestro verso lo scolaretto.

Federer è stato anche più coraggioso nella diagonale rovescio “svizzero” contro dritto uncinato “spagnolo”. Su una superficie rapida, può farlo. Sul rosso, ne esce sconfitto.

La finale del Master di Londra, comunque, non sposta di una virgola gli equilibri: così sarebbe stato anche in caso di vittoria di Nadal. Federer era e resta il più grande di ogni epoca, prima di Sampras, Laver e Borg. L’elvetico è più forte dell'iberico al coperto, sull’erba vera (non sull’erba battuta del Wimbledon attuale) e sui terreni rapidi, cemento o sintetico che sia. Rafa era e resta il più forte di tutti i tempi sulla terra rossa. Dove può giocare anche in difesa, rimandando sempre una pallina in più dall’altra parte del net.

In quanto ai precedenti, che parlavano di un vantaggio notevole di Nadal, sono statistiche cretine: hanno giocato una marea di finali sulla terra rossa. Con inevitabile vantaggio per lo spagnolo.                                                                                                                                                                                                 

Inter-Parma 5-2. Pagelle. La carica di Stankovic. Biabiany in crescita. Pandev una sciagura. Thiago Motta torna: è l’intelligenza calcistica per essere grandi. Stavolta Benitez mischia le carte con sapienza

Castellazzi 8. Incolpevole sui due gol di Crespo, evita la tripletta dell’argentino sventando in angolo un’incornata del parmense. Salva di piede sul 3-2.

Cordoba 6,5. Nel primo tempo, si limita alla fase di copertura. Poi, nonostante l'età, addirittura cresce nella ripresa: che atleta!

Materazzi 5. Regala il secondo gol a Crespo, dando il via all’azione del Parma con un rinvio all’acqua di rose.

Lucio 6,5
. Corre e si propone: il solito lottatore.

Zanetti 6,5. Anima di capitano, bravissimo sia a interrompere le trame offensive sia a incunearsi nella metà campo avversaria.

Cambiasso 7. Segna il terzo gol ed è sempre presente in costruzione.

Stankovic 8. Prende un sacco di botte senza neppure avere la soddisfazione di un cartellino giallo a favore. Mostra i denti ai difensori avversari e suona la carica all’Inter. Spara due bordate da fuori area, con la palla che in entrambe le occasioni s’infila dopo una deviazione. La tripletta con un bolide nei 16 metri. È l’uomo del match.

Biabiany 7. È in crescita. Sgusciante, continuo, mette in mostra dribbling a ripetizione. Una spina nel fianco sinistro del Parma. All’inizio della ripresa non sta più in piedi.

[Thiago Motta 7 (nella foto). Entra nel secondo tempo e accende la luce a centrocampo, con i piedi delicati, gli spostamenti corretti, l’intelligenza tattica. Riesce anche a segnare. Thiagone è l’unica speranza per tornare al livello delle più forti d’Europa: nell’ordine, Barcellona, Real Madrid, Milan. Thiago Motta è la chiave per far esplodere la potenza e lo spirito guerriero dell'Inter, proprio come la scorsa stagione. La galoppata nerazzurra partì dal centrocampo di Londra (Chelsea), con Thiagone immenso protagonista. Vediamo se la svolta di Benitez è Inter-Parma].

Sneijder 6. Sta ritrovando la migliore condizione nervosa e atletica. Sprazzi di classe. Tornerà quello della scorsa stagione.

Santon 4. Gli si dà fiducia perché è giovanissimo. Avesse già 25 anni, non giocherebbe più all’Inter. Dopo il pasticcio in difesa col Chievo, Benitez lo tiene lontano dall’area, piazzandolo davanti a sinistra e a destra. Lo si vede pochissimo, per qualche retropassaggio a Materazzi. Sostituito dal baby Natalino, che si limita a coprire.

Pandev 0. Non difende la sfera spalle alla porta, perdendo spesso l’equilibrio e cadendo sul prato. Non chiude un triangolo con Stankovic, e mi pare di aver visto una reazione legittimamente stizzita del serbo. Non tira, non fa assist. A un certo punto può involarsi nell’uno contro uno: riesce ad andare a sbattere contro l’ultimo avversario. Sbaglia da solo davanti alla porta (sguarnita) con il suo piede, il sinistro. Una tristezza epocale. Però ci ha regalato il gol del 2-0 nel derby di ritorno della scorsa stagione, giocato anche contro l’arbitro. Gode di quel credito, da spendere finché non torneranno Eto’o e Milito.

Benitez 8. Rosa piena di infortunati, Santon molle, Pandev è un fantasmino. Lo spagnolo non può fare miracoli. Durante il match, mischia le carte con diverse disposizioni tattiche e intercambiando gli uomini sulle fasce. Ormai ha impostato la squadra così: un numero elevatissimo di azioni gol a favore, e una difesa sbarazzina, come dicevo qui. Il voto alto risente anche dei primi segni di insofferenza verso certa stampa. Dai che ci siamo: alla prossima, s'inalbera in stile Mourinho. Può vincere l’Intercontinentale e arrivare ai quarti in Champions. Escludo che dia fastidio al Milan in Italia: rossoneri troppo fortunati con arbitri e assistenti (vedi ammonizioni ed espulsioni e rigori contro con il contagocce). Sarebbe ora che Benitez si facesse sentire anche in questo senso. Ci arriverà, me lo sento.                                                                                                                                                                                                                                        

venerdì 26 novembre 2010

Dodici punti di sutura al labbro di Obama: onore a un politico sano che fa sport

In Italia, abbiamo una marea di politici che restano attaccati alla poltrona finché la signora Morte non li chiama a sé, ormai ultracentenari, grassi, enormi, sfatti, semi-devastati dalle lotte di potere e dalla bramosia di posti chiave da occupare. Lo sport, molti dei nostri politici non sanno nemmanco cosa sia. Tranne quando si spaparanzano in tribuna d'onore a osservare partite di calcio importanti, per strappare inquadrature tv e conseguenti consensi. L'attività fisica preferita da molti esponenti di spicco è assaltare i ristoranti delle vie centrali di Roma e ingozzarsi fino allo sfinimento cerebrale.

Intanto, dall'altra parte dell'Oceano, in un Paese che è avanti a noi 50 anni, Obama si spacca il labbro giocando a basket. Gli hanno rifilato una gomitata. Dodici punti di sutura.

Da ora Obama mi è ancora più simpatico. Eccheccazzo, un politico giovane, magro, maschio, virile, che fa sport, salta, corre, prende le botte e magari le ridà pure. Tutte involontarie, come in ogni sport.

Evviva Obama, il presidente sportivo. Onore a lui. Spero resti sulla breccia a lungo.                                                                                                                        

mercoledì 24 novembre 2010

Inter-Twente 1-0. Il calcio da infarto di Benitez: 20 occasioni da gol per l’Inter, 5 per il Twente. Le pagelle

È una scelta ben precisa quella di Benitez: un gioco aperto, arioso, brillante, con la difesa altissima, coi due centrali che quando riconquistano la palla scattano rapidamente in avanti, con le ali larghissime, con la squadra che quando è in vantaggio cerca disperatamente il gol del 2-0. Questo ha detto Inter-Twente (un 1-0 per i nerazzurri che li qualifica agli ottavi).

Benitez osava così tanto anche quando allenava Valencia e Liverpool: ha una sua idea di modulo in testa, e non arretra neppure di un millimetro. L’Inter è atleticamente un po’ giù? Siamo pieni di infortunati? Niente: attaccare a viso aperto.

La conseguenza logica è un match con 25 occasioni da gol: 20 per noi e 5 per il Twente. Il punteggio finale di 1-0 è quanto mai bugiardo: reputo che un simpatico 6-2 tennistico sarebbe stato più equo per entrambe.

Comincio allora dal voto di Benitez: 7. Un 9 per la testardaggine mista a coraggio con cui incita la squadra al pressing; un 5 per come spreme l’Inter sull’1-0.

Castellazzi 7. Va in miracolosa presa su una bordata dai 16 metri. Poi salva in uscita.

Cordoba 7. Corre come un ossesso, dà l’anima in copertura.

Materazzi 6,5. Un duello durissimo con il centravanti avversario della medesima stazza. Ne esce vincitore.

Lucio 8. Un combattente formidabile. Fa bene a cantarle all’arbitro quando al 93° minuto gli fischia una punizione contro inesistente.

Zanetti 8. Il capitano rincorre e pressa. Esaltante uno slalom col tiro in area sul primo palo.

Biabiany 6,5. È tremendamente discontinuo. Il problema non è né fisico né tantomeno tecnico. Questione di personalità. Giocare a San Siro con la maglia dell’Inter (unica italiana a non essere mai andata in serie B e ad aver centrato la tripletta) è durissima. Sta a lui abituarsi alla pressione e ad acquisire consapevolezza nei propri mezzi.

Cambiasso 8. Ce l’ha a morte con Benitez, e si vede. Sbaglia di proposito il tiro che invece casualmente finisce in porta. Sbadato. Festeggia perfino con la panchina. Stasera telefonerà a Moratti per dirgli di mandare via anche Eto’o che gli sta sulle palle. Sì, perché i giornalisti stanno tutti lì ad ascoltare e registrare le telefonate fra Cambiasso e Moratti: non lo sapevate?

Stankovic 7,5. Quando si dice cuore di drago. Energia vitale allo stato puro. Sarebbe da 8, ma l’errore sotto porta è imperdonabile.

Sneijder 6,5. La punizione che picchia sulla traversa è magica. Poi qualche discreta giocata, un gol sfiorato (ha sbagliato a metterci l’esterno sull’uscita del portiere, aveva tutto il tempo per aprire il piede e piazzarla di piatto). Alla fine non si regge sulle ginocchia. Restiamo in attesa di un suo risveglio muscolare. Stasera si è accesa qualche lucina.

Eto’o 6,5. A mio giudizio, necessita di uno stop. Ha smarrito un po’ di brillantezza e lucidità. La squalifica ce lo restituirà fresco come un leone d’Africa riposato.

Pandev 6. È il nostro Calimero. Ogni volta che tira incontra un palo, un portiere, una raffica di vento, un gabbiano che sputa sul pallone. Appena la metterà, si sbloccherà. Nell’attesa, ha almeno giocato col coltello fra i denti, a differenze delle ultime uscite.

[Ecco uno sgub: nella foto, Cambiasso telefona a Moratti e lo supplica, in ginocchio, di levargli dai coglioni Lucio: la sua pettinatura non gli piace]                                                                                                                                       

domenica 21 novembre 2010

Via Benitez: per sei motivi seri

1) Siamo ancora in tempo a salvare la stagione vincendo l’Intercontinentale, unico obiettivo alla nostra portata. Via Benitez per preparare il Mondiale per club.

2) Non si sono fatti seriamente male tre undicesimi della squadra titolare: prima che si spacchino anche questi, via Benitez.

3) Ha innervosito una squadra che era tostissima sotto il profilo nervoso. Via Benitez, prima di un esaurimento collettivo.

4) Vedo la linea della difesa sempre più alta. Prima che ci porti a difendere nella metà campo avversaria, via Benitez.

5) Non ha capito nulla dell’Inter né della stampa né dei tifosi. Via Benitez prima che crei danni ancora più pesanti.

6) Sotto il profilo dell’immagine, non è il massimo sulla piazza. Via Benitez prima che ci diano a tutti quanti degli hombre circolar.

7) Ma soprattutto, via Benitez prima che la dispensa di Appiano Gentile si svuoti del tutto!                                                                                      

domenica 14 novembre 2010

Inter-Milan 0-1. Nerazzurri disastrosi. Tagliavento peggio. Allegri ruba l’idea di Mourinho: contropiede. E Benitez abbocca


Come avevo pronosticato, il Milan batte l’Inter. Rubandoci l’idea: vedi qui cosa dicevo. Catenaccio e contropiede. Nerazzurri lenti, impacciati, timorosi, leggerini, fragili. È un’involuzione rispetto a quanto s’era visto con Mourinho.

Tuttavia, c’è chi ha fatto peggio: l’arbitro Tagliavento. Mancano le espulsioni di Gattuso per doppia ammonizione, e di Ibrahimovic per fallaccio pericolosissimo su Materazzi. Strano: me lo ricordavo come un arbitro dal cartellino facile. Vedi Inter-Samp della scorsa stagione, con i nerazzurri in nove.

La chiave del match è semplicissima: Allegri ha scelto il catenaccio col contropiede. Benitez ha optato per una difesa altissima. Risultato, derby perso dopo pochi minuti per schiocchezza di Materazzi su Ibrahimovic.

Benitez è chiaramente un teorico. Ama il gioco offensivo con la linea difensiva molto spostata insù. Adorabile. Specie se hai Facchetti e Franco Baresi in difesa. Con Suarez a centrocampo e Gigi Riva in attacco. Invece, se ti ritrovi con una rosa a pezzi, quelli che hai non si reggono in piedi, allora dovresti essere un minimo più umile, e stare laddietro ad attendere l’avversario.

Ma l’hombre circolar è fatto così. Ama farsi infilzare in contropiede. Gli piace insistere fino al suicidio tattico. Che bello: ora l’Inter è quarta, a -6 dal Milan. Però ha un gioco. Tiene palla e la fa girare, girare, girare…

Non c'è nulla di male a perdere un derby, specie se non hai benzina in corpo, e se Tagliavento si mette a fare il fantasioso. Ma alla stracittadina ci arrivi dopo aver vinto sia col Brescia sia col Lecce: questo è il guaio.

Lo scudetto è del Milan. Forte, pieno di mediani che mordono. Palla avanti a Ibra e vediamo che succede. Con quella dose abbondante di fortuna arbitrale che non guasta mai.

A noi resta l’Intercontinentale, fra poche settimane. Unico obiettivo raggiungibile di una stagione nata male e che si sta mettendo peggio. Cosa s’inventerà Benitez per perdere anche quella coppa?

[foto flickr]                                                                                                                                                                                             

mercoledì 10 novembre 2010

Lecce-Inter 1-1: il Milan ha già vinto il derby e va a +6, ma ci sarà spazio per recuperare


Il gol sbagliato da Pandev, il palo di Milito, la rete del Principe su assist stratosferico di Eto’o, il tiretto di Stankovic ancora su assist del camerunense, l’egoismo dell’argentino che ha sparato fuori anziché servire Mancini libero: queste cinque azioni contro il Lecce mi dicono che il futuro dell’Inter non è nero. C’è tempo per recuperare gli infortunati, riacquistare una condizione fisica dignitosa, fare una campagna di rafforzamento a gennaio. Per poi giocarsi scudetto e Champions (sempre che si riesca ad arrivare agli ottavi) nella seconda parte della stagione.

Il derby di domenica giunge in un pessimo momento, fisico e psicologico. L’Inter è una squadra che non riesce a mantenere la concentrazione negli attimi decisivi. La bambola della difesa in occasione del gol del Lecce è emblematica. Non è questione di gioco: abbiamo smarrito la crudeltà agonistica che Mourinho ci aveva iniettato nelle vene. Oltretutto, siamo costretti a stare in campo in 10, visto che Chivu è attualmente un fantasmino.

Il Milan il derby l’ha già vinto e va a +6. Noto anche segnali propizi alla banda Allegri. In diverse azioni, decisioni arbitrali pro Diavolo: dopo il golletto in fuorigioco al Real, il rigore non dato a Barreto in Bari-Milan, il rigorino strano col Palermo, il tocchetto di braccio di Ambrosini, il bizzarro "contatto" con Sirigu, Boateng che gioca a pallavolo nella propria area, Thiago Silva che aggancia il piede di Pinilla in area. Milan fortunino fortunello, con l'arbitro Banti che fischietta applicando un metro tutto suo, pieno di fantasia.

Ma non sarà una fuga decisiva: c’è la Champions di mezzo, che succhia energie psicofisiche e spacca i muscoli. Vedi Pato e Inzaghi, i due infortuni più recenti.

[foto Inter]                                                                                                                                                                                  

domenica 7 novembre 2010

Ma quale sfiga, quali infortuni. Benitez ha cinque colpe gravi

Un’Inter così sfilacciata, negativa, squallida, non la vedevo dai tempi di Lippi. Non mi si parli di sfortuna, per carità. Quando hai il Brescia in casa, lo devi maciullare per 90 minuti, anche se sei pieno di riserve. Altro che sfiga e infortuni; Benitez ha cinque colpe gravi.

1)
Si ostina a giocare con la difesa dannatamente alta. Che di per sé non è tatticamente sbagliato, ma quando gli uomini chiave non si reggono in piedi devi adeguarti alla situazione. Spero che col Lecce e soprattutto col Milan, l’hombre circolar abbassi il baricentro (della squadra, non il suo). Firmerei immediatamente per un osceno zero a zero nel derby, giocato nella nostra area di rigore. Invece temo in una goleada a favore del Milan.

2) I giocatori hanno perso cattiveria, voglia di combattere, energia mentale. Hanno la pancia piena? Ormai i contratti sono da nababbi? E tu, allenatore, alzi la voce, anche quando ti siedi in panca. Li devi esortare, stimolare, metaforicamente schiaffeggiare. Quando ho visto commettere due falli in 45 minuti contro il Tottenham, m’è venuta la nausea. Cos’era, un’amichevole estiva contro la rappresentativa della Val d’Aosta?

3) Dal punto di vista del modulo, Rafa è rigido come uno stoccafisso. Si intestardisce con una certa disposizione in campo e non la cambia più durante i 90 minuti. Mai una scossa, mai una scintilla di genio. Non lo capisco.

4) Coutinho stava trovando continuità a sinistra, seppure in un ruolo non suo: che senso ha rimetterlo a fare l’ala destra col Brescia?

5) C’è un ragazzotto davvero valido: Obi. Lancialo, per diamine. Tanto i cosiddetti titolari della Tripletta sono fantasmi, non atleti.                                                                                                                                                                                                    

mercoledì 3 novembre 2010

Milan-Real: se il Corriere dello Sport stuzzica gli dei del calcio

Su questo link, come testimonia la mia cattura in alto, il Corriere dello Sport dice (alle 23.37, a partita abbondantemente terminata): "È una doppietta incredibile che vale una rimonta incredibile. L'ultimo quarto d'ora vede il Real Madrid provarci ma il pari non arriva. Finisce 2-1 per i rossoneri. Con inevitabile standing ovation all'intramontabile Pippo Inzaghi".

Mai stuzzicare gli dei del calcio, che ascoltano, s'inalberano e intervengono a rimediare gli errori di uno scandaloso assistente: vedi fuorigioco di Inzaghi.         

Aggiornamento delle ore 23.46. Hanno corretto l'articolo. Scherzosamente potrei dire... Ci leggono, ci leggono!                                                                                                                

Milan-Real Madrid 2-2. Gol di Inzaghi in fuorigioco di un metro. Che scandalo!


Non è possibile che esistano assistenti così incapaci. Non è possibile danneggiare in maniera così palese una squadra che ha in mano la partita. Non è possibile non conoscere le caratteristiche degli attaccanti: lo sai che Inzaghi sta sempre ben oltre la linea dei difensori. Non è possibile non vedere un fuorigioco di un chilometro, con un passaggio lento, la difesa schierata, l’uomo che ti scorre sotto il naso. Non è possibile, soprattutto, che certe botte di fortuna capitino solo ai rossoneri.

Un partita che il Milan doveva perdere con sei gol di scarto (8-2 per il Real era il punteggio adatto), quasi stava per portarsela a casa con quell’omino a cui hanno dato una bandierina per giocherellare assieme agli amichetti.

Il calcio è in assoluto lo sport più crudele della Terra. Ma la Giustizia del pallone ha imposto che finisse 2-2.

Il pareggio sta larghissimo al Milan. Non so quante altre volte la fortuna sosterrà così tanto la difesa rossonera. La Dea Bendata ti sorride in una partita; ma se non sfrutti l’inerzia impressa dalla buona sorte, la stessa divinità ti punisce in futuro. Aspetto i rossoneri al varco. Non avranno sempre quell’assistente dalla loro parte…