E così, dopo una serie memorabile di rigori a favore perché entrasse in Champions; dopo pressioni d’ogni tipo; dopo la “mentalità europea” e “l’Europa nel Dna”; dopo tutto questo casino mediatico-arbitrale; alla fine il Milan gioca un quarto d’ora con l’Atletico Madrid. E poi si spegne. Parlano di sfortuna: quindi, io corro per 15 minuti; se non la butto dentro, è sfiga. Mah…
La verità è che Galliani, tre anni addietro, aveva trovato la soluzione per un Milan competitivo: Pato al PSG per 56 milioni di euro; Thiago Silva e Ibrahimovic che restavano in rossonero. Tutta la squadra ruotava attorno a quei due. Lo svedese era perfino riuscito a far sembrare Nocerino un giocatore. Ma poi il Papero è rimasto a Milanello. E il Milan ne paga tuttora le conseguenze, con riflessi negativi che dureranno ancora cinque anni almeno.
Perché una volta ti va bene: una marea di rigori per sostenerti. Ma la seconda non ce la fai. Con quella rosa, il Milan è destinato a scomparire dal calcio che conta per un quinquennio.
In quanto a Seedorf, lo ritengo sin da adesso un ottimo allenatore. Ma solo se ha una squadra grandiosa: Barcellona o Bayern. Per questo Milan che naviga sotto la mediocrità, Allegri era perfetto: catenaccio, calcioni, gol di rapina in area. Seedorf sta vanificando tutto il lavoro fatto da Allegri. Eppure, era l’Atletico Madrid con la condizione fisica più bassa della stagione: il Milan non ha sfruttato il momento giusto.
Simeone ha pianificato la vittoria con intelligenza: per com’è messo l’Atletico, si doveva tenere con ordine, e poi alzare il baricentro negli ultimi 20 minuti. Alla fine, colpire con freddezza. Missione compiuta.