Julio Cesar 7. Un paio di parate decisive.
Maicon 7,5. Gol da antologia (botta al volo dopo una cavalcata) e tanti chilometri. Sbaglia però sull’1-0 per l’Udinese.
Lucio 7. Impeccabile, come sempre.
Thiago Motta 5,5. Fa quel che può in un ruolo non suo: centrale difensivo.
Zanetti 6,5. Tanta sostanza, anche se dolente a una gamba.
Stankovic 7. Inesauribile, corre in eterno a centrocampo.
Mariga 4,5. Molle nei contrasti, sbaglia qualche appoggio facile.
Sneijder 6. Meno brillante del solito: paga le tante partite ravvicinate.
Pandev 6. Non sta bene e si vede: squisito però l’assist a Maicon.
Milito 7. L’implacabile colpisce ancora con una girata di testa da cannoniere purissimo. Poi prende tanti calcioni e spinte.
Balotelli 8,5. È l’uomo del giorno. Un gol splendido da fuori area sull'1-0 per l'Udinese, un assist al bacio per Milito (1-3). Dà la scossa alla squadra con dribbling, recuperi, allunghi, fantasia. Mostruosa una punizione da 30 metri che esce di un millimetro. Che fuoriclasse! Un sacrilegio non farlo partire titolare. Un delitto non portarlo ai Mondiali in Sudafrica. Non becca il 9 in pagella perché si fa ammonire scioccamente.
[foto via Inter]
Classe 1969, dal 1987 sono giornalista dell'auto: settore legale (attualità e inchieste)
domenica 28 febbraio 2010
Udinese-Inter 2-3. Le pagelle dei nerazzurri: Balotelli fuoriclasse da Nazionale
Classe 1969, dal 1987 sono giornalista automotive
sabato 27 febbraio 2010
Giuliano Razzoli, oro olimpico nello slalom: nervi d’acciaio e coraggio da vendere
Straordinaria impresa di Giuliano Razzoli, che vince la medaglia d’oro ai Giochi olimpici di Vancouver, nello slalom speciale (quello, per intenderci, con le porte ravvicinate). La prima manche è da favola: piazza quasi 50 centesimi di vantaggio sul muso del secondo. Ma se all’inizio scende senza una grande pressione, è nella seconda manche che dimostra di essere un fuoriclasse, gestendo la tensione come un professore. Parte fortissimo, con coraggio, e tiene il distacco dagli altri; a metà gara conserva quasi mezzo secondo di vantaggio; e nella zona bassa della pista, con grande sagacia tattica, gestisce i centesimi guadagnati, attento a non commettere errori.
Eppure il secondo, il croato Ivica Kostelic (terzo lo svedese André Myhrer), aveva messo a segno una seconda manche da urlo, roba da schiacciare psicologicamente anche un elefante. Ma Razzoli ha retto come un computer: formidabile. Alla fine, Kostelic secondo a 16 centesimi.
La vittoria di Giuliano rappresenta, a mio avviso, uno degli ori più emozionanti nella storia della sci italiano, a 22 anni dall’oro di Tomba. A Vancouver, quasi sempre, gli avversari ci hanno preso a pesci in faccia; restava solo lui a poter salvare l'Italia. È arrivata la medaglia d'oro in una disciplina così importante e di prestigio come lo slalom.
Razzoli entra nella leggenda. Aveva già acceso il motore con la vittoria in slalom a Zagabria, il 6 gennaio scorso. Le doti tecniche erano indubbie. Ma un conto è scendere in coppa, dove scii relativamente tranquillo; un altro è sopportare la pressione del miglior tempo alle Olimpiadi dopo la prima manche, reggere l'attesa che ti separa dalla seconda discesa, e non venire influenzato dai segni che gli altri atleti hanno lasciato sulla pista. Eccezionale Giuliano.
[foto via razzoli-giuliano]
Eppure il secondo, il croato Ivica Kostelic (terzo lo svedese André Myhrer), aveva messo a segno una seconda manche da urlo, roba da schiacciare psicologicamente anche un elefante. Ma Razzoli ha retto come un computer: formidabile. Alla fine, Kostelic secondo a 16 centesimi.
La vittoria di Giuliano rappresenta, a mio avviso, uno degli ori più emozionanti nella storia della sci italiano, a 22 anni dall’oro di Tomba. A Vancouver, quasi sempre, gli avversari ci hanno preso a pesci in faccia; restava solo lui a poter salvare l'Italia. È arrivata la medaglia d'oro in una disciplina così importante e di prestigio come lo slalom.
Razzoli entra nella leggenda. Aveva già acceso il motore con la vittoria in slalom a Zagabria, il 6 gennaio scorso. Le doti tecniche erano indubbie. Ma un conto è scendere in coppa, dove scii relativamente tranquillo; un altro è sopportare la pressione del miglior tempo alle Olimpiadi dopo la prima manche, reggere l'attesa che ti separa dalla seconda discesa, e non venire influenzato dai segni che gli altri atleti hanno lasciato sulla pista. Eccezionale Giuliano.
[foto via razzoli-giuliano]
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mercoledì 24 febbraio 2010
Inter-Chelsea 2-1. Pagelle: il cuore di Cambiasso, il flop di Eto’o
Julio Cesar 5. Colpevole sul gol: si getta in ritardo. Si rifà in altre occasioni, ma la macchia resta. Non credo c’entri l’incidente d’auto.
Maicon 6,5. Sgroppa parecchio e nella parte finale del secondo tempo è fra i pochi ad avere ancora ossigeno.
Lucio 9. Il difensore perfetto: mi ha ricordato un po’ Guarneri, un po’ Beckenbauer.
Samuel 7. Fa la guerra a un certo Drogba: ne esce vincitore.
Zanetti 6,5. Splendido nelle chiusure, meno vivace del solito nelle discese.
Stankovic 6,5. Tanto lavoro oscuro nella selva di centrocampo.
Thiago Motta 6,5. Piedi raffinati, commette qualche fallo di troppo.
Sneijder 6,5. Trottolino alla perenne ricerca dello spunto vincente. Nell’ultimo quarto d’ora però scompare.
Cambiasso 8. Il cuore dell’Inter, le dà la scossa quando è traumatizzata dal pari del Chelsea: bordata di sinistro e 2-1. Campione gentiluomo: solo in Italia potevano squalificarlo per due giornate senza valutare la fedina pulita. Robe da pazzi. Foto via Inter.
Milito 7,5. Gol da manuale del calcio, con controllo a convergere e tiro sul primo palo.
Eto’o 4. Chiamato per fare i gol facili, si divora la rete del 2-0. Si mangia, cioè, un match point. Imperdonabile. E non eravamo alla fine della partita: non si può dire si fosse sfiancato a fare il terzino…
Dalla panchina
Balotelli 6,5. Un paio di dribbling da fuoriclasse, un assist a Cambiasso. Doveva giocare di più.
Pandev 6. Lo si vede pochissimo: copre più che offendere.
Muntari sv.
Mourinho 6,5. Batte una squadra molto più forte dell’Inter. Però insiste troppo con Eto’o, palesemente a terra. Forse era meglio puntare sul trio che la maggioranza di voi aveva scelto nel mio sondaggio (vedi foto in basso): Sneijder, Pandev, Milito.
Maicon 6,5. Sgroppa parecchio e nella parte finale del secondo tempo è fra i pochi ad avere ancora ossigeno.
Lucio 9. Il difensore perfetto: mi ha ricordato un po’ Guarneri, un po’ Beckenbauer.
Samuel 7. Fa la guerra a un certo Drogba: ne esce vincitore.
Zanetti 6,5. Splendido nelle chiusure, meno vivace del solito nelle discese.
Stankovic 6,5. Tanto lavoro oscuro nella selva di centrocampo.
Thiago Motta 6,5. Piedi raffinati, commette qualche fallo di troppo.
Sneijder 6,5. Trottolino alla perenne ricerca dello spunto vincente. Nell’ultimo quarto d’ora però scompare.
Cambiasso 8. Il cuore dell’Inter, le dà la scossa quando è traumatizzata dal pari del Chelsea: bordata di sinistro e 2-1. Campione gentiluomo: solo in Italia potevano squalificarlo per due giornate senza valutare la fedina pulita. Robe da pazzi. Foto via Inter.
Milito 7,5. Gol da manuale del calcio, con controllo a convergere e tiro sul primo palo.
Eto’o 4. Chiamato per fare i gol facili, si divora la rete del 2-0. Si mangia, cioè, un match point. Imperdonabile. E non eravamo alla fine della partita: non si può dire si fosse sfiancato a fare il terzino…
Dalla panchina
Balotelli 6,5. Un paio di dribbling da fuoriclasse, un assist a Cambiasso. Doveva giocare di più.
Pandev 6. Lo si vede pochissimo: copre più che offendere.
Muntari sv.
Mourinho 6,5. Batte una squadra molto più forte dell’Inter. Però insiste troppo con Eto’o, palesemente a terra. Forse era meglio puntare sul trio che la maggioranza di voi aveva scelto nel mio sondaggio (vedi foto in basso): Sneijder, Pandev, Milito.
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martedì 23 febbraio 2010
Inter, stai sulle balle a tutti: il vero tifoso nerazzurro farà il gesto delle manette a San Siro contro il Chelsea?
L’Inter è al centro del mirino. Ci sono allenatori che augurano apertamente la sconfitta dei nerazzurri contro il Chelsea (mai viste tante gufate!); altri personaggi che vogliono vedere Moratti perdere lo scudetto; arbitri che scendono in campo senza mostrare grandi capacità professionali (non metto in dubbio la buona fede). Per non parlare dei tifosi di Milan e Juve, che non sopportano più la striscia di vittorie nerazzurre.
Allora chiedo ai tifosi dell’Inter: se siete d’accordo con Mourinho, fra poche ore contro il Chelsea mimerete il gesto delle manette a San Siro? Sarà incrociando i polsi che manifesterete il vostro consenso a Mourinho?
E ancora: Mou ha baciato lo stemma dell'Inter. Sincero affetto verso i tifosi soli e circondati, oppure solo un modo per catturare la benevolenza dei fan nerazzurri?
Allora chiedo ai tifosi dell’Inter: se siete d’accordo con Mourinho, fra poche ore contro il Chelsea mimerete il gesto delle manette a San Siro? Sarà incrociando i polsi che manifesterete il vostro consenso a Mourinho?
E ancora: Mou ha baciato lo stemma dell'Inter. Sincero affetto verso i tifosi soli e circondati, oppure solo un modo per catturare la benevolenza dei fan nerazzurri?
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sabato 20 febbraio 2010
Inter-Samp 0-0. Mourinho, lo scudetto te lo tolgono a furia di espulsioni
Scendo subito nei dettagli tecnici di Inter-Samp 0-0. L’espulsione diretta di Samuel è un’invenzione dell’arbitro Tagliavento. Andava ammonito Pozzi per simulazione. Quel monello di Samuel s’è permesso di ostacolare Pozzi. Non si fa: la prossima volta, stenda un tappeto rosso e si inchini.
La seconda ammonizione di Cordoba, che ha generato l’espulsione, è una simulazione di Pozzi. Il colombiano tentava di prendere la palla; Pozzi è volato da solo. Quel birichino di Cordoba voleva conquistare il pallone: non si fa; la prossima volta si sdrai per terra.
Poi Pazzini andava espulso (quando l’Inter era in 10) per un calcione a Lucio.
Non critico Pozzi né Pazzini: se trovi un pesciolino come Tagliavento che abbocca, fai bene a stuzzicarlo e a lasciare l’Inter in nove. Il problema è l’arbitro, che ha usato due metri di giudizio: non è la Samp la questione. Un fallo dell’Inter veniva sanzionato duramente; un fallo o una simulazione della Samp non venivano visti. Unica eccezione: la seconda ammonizione di Pazzini nel secondo tempo. Ma come: ammonisci Eto'o per simulazione, e non ammonisci mai Pozzi per più simulazioni?! E ancora: rosso diretto per Samuel mentre gioca a calcio, e ammonizione per Pazzini che scalcia Lucio, con la sfera in mano a Julio Cesar?!
Se in 90 minuti c'era da tirare davvero fuori un cartellino rosso, era per l'entrata scomposta di Milito su Palombo (quando l'Inter era già in nove). Segno che Tagliavento non era tranquillo. E un arbitro con un minimo di personalità non si fa sfottere così per tutto il match da Pozzi: una simulazione unica e costante. Alla prima, giallo; alla seconda, fuori. D'altronde, ribadisco che Pozzi e compagnia avevano fiutato la preda... Non li biasimo: così si gioca a calcio.
La questione arbitri-Inter, gravissima, sta sotto gli occhi di tutti. Dopo il derby in nove, la partita con la Samp ancora in nove. Di questo passo, l’Inter non vince il quinto scudetto di fila. Su cui tutto sputazzano, come se si trattasse di uno squallido triangolare estivo (ci sono dirigenti che sostengono esista solo la Champions); ma se potessero, il tricolore lo sfilerebbero volentieri all’Inter.
Be’, adesso la rimonta della Roma o del Milan o di altri è probabile. Mourinho paga a caro prezzo il fatto di dire la verità. Non c’è malafede degli arbitri: nessun complotto anti-Inter per sottrarle lo scudetto. Ma gli stessi direttori di gara sono pesantemente condizionati da alcuni organi di stampa (che non amano Moratti o Mourinho) e da diversi colleghi dell'allenatore nerazzurro, che si attira invidia e antipatia: così gli arbitri, quando si trovano di fronte l’Inter, non sono sereni.
[foto via Samp]
La seconda ammonizione di Cordoba, che ha generato l’espulsione, è una simulazione di Pozzi. Il colombiano tentava di prendere la palla; Pozzi è volato da solo. Quel birichino di Cordoba voleva conquistare il pallone: non si fa; la prossima volta si sdrai per terra.
Poi Pazzini andava espulso (quando l’Inter era in 10) per un calcione a Lucio.
Non critico Pozzi né Pazzini: se trovi un pesciolino come Tagliavento che abbocca, fai bene a stuzzicarlo e a lasciare l’Inter in nove. Il problema è l’arbitro, che ha usato due metri di giudizio: non è la Samp la questione. Un fallo dell’Inter veniva sanzionato duramente; un fallo o una simulazione della Samp non venivano visti. Unica eccezione: la seconda ammonizione di Pazzini nel secondo tempo. Ma come: ammonisci Eto'o per simulazione, e non ammonisci mai Pozzi per più simulazioni?! E ancora: rosso diretto per Samuel mentre gioca a calcio, e ammonizione per Pazzini che scalcia Lucio, con la sfera in mano a Julio Cesar?!
Se in 90 minuti c'era da tirare davvero fuori un cartellino rosso, era per l'entrata scomposta di Milito su Palombo (quando l'Inter era già in nove). Segno che Tagliavento non era tranquillo. E un arbitro con un minimo di personalità non si fa sfottere così per tutto il match da Pozzi: una simulazione unica e costante. Alla prima, giallo; alla seconda, fuori. D'altronde, ribadisco che Pozzi e compagnia avevano fiutato la preda... Non li biasimo: così si gioca a calcio.
La questione arbitri-Inter, gravissima, sta sotto gli occhi di tutti. Dopo il derby in nove, la partita con la Samp ancora in nove. Di questo passo, l’Inter non vince il quinto scudetto di fila. Su cui tutto sputazzano, come se si trattasse di uno squallido triangolare estivo (ci sono dirigenti che sostengono esista solo la Champions); ma se potessero, il tricolore lo sfilerebbero volentieri all’Inter.
Be’, adesso la rimonta della Roma o del Milan o di altri è probabile. Mourinho paga a caro prezzo il fatto di dire la verità. Non c’è malafede degli arbitri: nessun complotto anti-Inter per sottrarle lo scudetto. Ma gli stessi direttori di gara sono pesantemente condizionati da alcuni organi di stampa (che non amano Moratti o Mourinho) e da diversi colleghi dell'allenatore nerazzurro, che si attira invidia e antipatia: così gli arbitri, quando si trovano di fronte l’Inter, non sono sereni.
[foto via Samp]
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mercoledì 17 febbraio 2010
Bayern-Fiorentina 2-1: un furto arbitrale che fa vomitare
Siccome non eravamo contenti del furto della stagione scorsa, quando l’arbitraggio di Ovrebo regalò la finale di Champions al Barcellona contro il Chelsea, va in atto un secondo e ancora più clamoroso scippo arbitrale: Bayern-Fiorentina 2-1 nell’andata degli ottavi di Champions. Arbitro, chiaramente, ancora il norvegese Ovrebo.
Primo furto. Gobbi ostacola Robben mettendo la palla in fallo laterale. L’assistente Nebben alza la bandierina, segnala un fallaccio del viola e scatta l’espulsione.
Secondo furto. Gol del 2-1 di Klose in nettissimo, evidentissimo, enorme e vergognoso fuorigioco. Ma Nebben non alza la bandierina e corre verso la linea mediana.
Stendo un velo pietoso sulla mancata espulsione di Klose: nessuno ha visto né sentito nulla.
Qui non metto in dubbio la buona fede della terna arbitrale (c'erano pure i norvegesi Holen e, appunto, Nebben). Ma sono così schifato da un arbitraggio del genere, sono così nauseato da quell’assistente, che i sospetti di una pressione psicologica, di una sudditanza nei confronti del Bayern e, nel complesso, del calcio tedesco e spagnolo mi paiono più che legittimi.
D’altronde il meccanismo è diabolico e perverso. Un arbitro (Ovrebo) manda in finale il Barcellona la scorsa stagione, e in questa te lo ritrovi ancora protagonista degli ottavi (Bayern-Fiorentina). Un altro arbitro (Hansson) manda ai Mondiali la Francia (rapina di mano di Henry contro l’Irlanda) e viene premiato con gli ottavi di Champions (Porto-Arsenal). Non c’è meritocrazia. Anzi, il demerito paga, specie se gli errori avvengono a favore dei potenti.
E ancora: non si pretendono arbitri alti, magri, coi capelli e un bel sorriso; tuttavia, l’annaspante Ovrebo, con quella panciona gialla che rimbalzava per il rettangolo di gioco, non ha rappresentato lo spot migliore per la classe arbitrale né per l’Uefa. Sarà pure necessario un minimo di forma fisica, o no?
Il sistema arbitrale, a livello europeo, è marcio come una carogna che puzza. Non c’è malafede. Esiste inadeguatezza da parte dei parrucconi che comandano l’Uefa e, di riflesso, degli arbitri. Una questione di gravità inaudita che rovina il calcio. Stasera Firenze urla vendetta. La prossima vittima è l’Inter?
E ci mancava pure la beffa del corriere (vedi foto su), che lo chiama Obrevo, alla barese. Obrevo un corno, non è brevo per niente!
Complimenti anche a repubblica (vedi le due foto su), che in homepage parla di gol in sospetto fuorigioco. Sospetto? Ma se Klose era avanti di due metri!
[foto di apertura via violachannel]
Primo furto. Gobbi ostacola Robben mettendo la palla in fallo laterale. L’assistente Nebben alza la bandierina, segnala un fallaccio del viola e scatta l’espulsione.
Secondo furto. Gol del 2-1 di Klose in nettissimo, evidentissimo, enorme e vergognoso fuorigioco. Ma Nebben non alza la bandierina e corre verso la linea mediana.
Stendo un velo pietoso sulla mancata espulsione di Klose: nessuno ha visto né sentito nulla.
Qui non metto in dubbio la buona fede della terna arbitrale (c'erano pure i norvegesi Holen e, appunto, Nebben). Ma sono così schifato da un arbitraggio del genere, sono così nauseato da quell’assistente, che i sospetti di una pressione psicologica, di una sudditanza nei confronti del Bayern e, nel complesso, del calcio tedesco e spagnolo mi paiono più che legittimi.
D’altronde il meccanismo è diabolico e perverso. Un arbitro (Ovrebo) manda in finale il Barcellona la scorsa stagione, e in questa te lo ritrovi ancora protagonista degli ottavi (Bayern-Fiorentina). Un altro arbitro (Hansson) manda ai Mondiali la Francia (rapina di mano di Henry contro l’Irlanda) e viene premiato con gli ottavi di Champions (Porto-Arsenal). Non c’è meritocrazia. Anzi, il demerito paga, specie se gli errori avvengono a favore dei potenti.
E ancora: non si pretendono arbitri alti, magri, coi capelli e un bel sorriso; tuttavia, l’annaspante Ovrebo, con quella panciona gialla che rimbalzava per il rettangolo di gioco, non ha rappresentato lo spot migliore per la classe arbitrale né per l’Uefa. Sarà pure necessario un minimo di forma fisica, o no?
Il sistema arbitrale, a livello europeo, è marcio come una carogna che puzza. Non c’è malafede. Esiste inadeguatezza da parte dei parrucconi che comandano l’Uefa e, di riflesso, degli arbitri. Una questione di gravità inaudita che rovina il calcio. Stasera Firenze urla vendetta. La prossima vittima è l’Inter?
E ci mancava pure la beffa del corriere (vedi foto su), che lo chiama Obrevo, alla barese. Obrevo un corno, non è brevo per niente!
Complimenti anche a repubblica (vedi le due foto su), che in homepage parla di gol in sospetto fuorigioco. Sospetto? Ma se Klose era avanti di due metri!
[foto di apertura via violachannel]
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martedì 16 febbraio 2010
Milan-Manchester 2-3: ma perché i rossoneri devono giocare con Beckham, cioè in 10?!
Quando Leonardo vinceva e dicevano che il Milan somigliava al Brasile 1982, mi mettevo a ridere; adesso, non mi aggrego alla truppa che spara su Leo e sul modulo dei rossoneri. Piuttosto, mi pare esagerato che una squadra così gloriosa come il Milan si ostini a dare spazio a Beckham. Proprio non capisco: con l’inglese, il Diavolo perde sempre il match più importante della stagione, ossia il derby contro l’Inter. Dopodiché, il Milan se ne esce con le ossa rotte anche dalla partita clou di Champions.
Mi chiedo: che senso ha insistere con Beckham? Stasera è stato il peggiore in campo, giocatori del Manchester inclusi. Non corre, non crossa, non entra in tackle, non tira. Per giunta, ruba anche i calci di punizione dal limite: quel pallone nel primo tempo lo doveva calciare Pirlo, altroché. E invece David l’ha sparacchiato in curva.
Nel secondo tempo, poi, Beckham è crollato fisicamente, sovrastato nello scatto dal centrocampo del Manchester. Infatti, con Seedorf al posto dell’inglese, poteva anche scapparci il 3-3.
Non è carino giocare contro il Manchester in 10, regalando un uomo agli avversari. Beckham non ne ha imbroccata una e il vero errore di Leonardo è stato quello di insistere sull’inglese per così tanti minuti. Il buon Leo non ha letto bene la partita, ancora una volta.
Mi auguro che a Manchester Beckham si trasformi. Altrimenti, meglio lasciarlo in panchina. E ancora: la prossima stagione che si fa, il Milan si riprende Beckham per perdere altri derby e uscire dalla Champions? Capisco che non si può sempre avere l’intuito di portarsi a casa fenomeni puri come Van Basten, Gullit, Weah, Kaká; ma perseverare con Beckham sarebbe diabolico. Non una cosa da Diavolo. Basta così, Beckham, thank you.
[foto via Milan]
Mi chiedo: che senso ha insistere con Beckham? Stasera è stato il peggiore in campo, giocatori del Manchester inclusi. Non corre, non crossa, non entra in tackle, non tira. Per giunta, ruba anche i calci di punizione dal limite: quel pallone nel primo tempo lo doveva calciare Pirlo, altroché. E invece David l’ha sparacchiato in curva.
Nel secondo tempo, poi, Beckham è crollato fisicamente, sovrastato nello scatto dal centrocampo del Manchester. Infatti, con Seedorf al posto dell’inglese, poteva anche scapparci il 3-3.
Non è carino giocare contro il Manchester in 10, regalando un uomo agli avversari. Beckham non ne ha imbroccata una e il vero errore di Leonardo è stato quello di insistere sull’inglese per così tanti minuti. Il buon Leo non ha letto bene la partita, ancora una volta.
Mi auguro che a Manchester Beckham si trasformi. Altrimenti, meglio lasciarlo in panchina. E ancora: la prossima stagione che si fa, il Milan si riprende Beckham per perdere altri derby e uscire dalla Champions? Capisco che non si può sempre avere l’intuito di portarsi a casa fenomeni puri come Van Basten, Gullit, Weah, Kaká; ma perseverare con Beckham sarebbe diabolico. Non una cosa da Diavolo. Basta così, Beckham, thank you.
[foto via Milan]
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