Classe 1969, dal 1987 sono giornalista dell'auto: settore legale (attualità e inchieste)
domenica 30 gennaio 2011
Pazzo Pazzini sveglia la pazza Inter facendo impazzire i tifosi dell’Inter che pazzescamente stavano facendo un pazzo sogno: una rimonta pazzesca a un Palermo pazzesco
Pazzo Pazzini sveglia la pazza Inter facendo impazzire i tifosi dell’Inter che pazzescamente stavano facendo un pazzo sogno: una rimonta pazzesca a un Palermo pazzesco. Pazzescamente, i pazzi tifosi della pazza Inter, ai gol di Pazzo Pazzini, hanno festeggiato all’impazzata, dandosi alla pazza gioia. Pazzescamente, hanno un desiderio pazzoide: che Pazzo Pazzini segni altri gol pazzeschi. Non per lo scudetto, ché i tifosi pazzi della pazza Inter sanno benissimo essere già in tasca al Milan (quella squadra pazzescamente andata a impazzire per due anni in B), ma per una pazza zona Champions, cui fino a poche settimane fa solo un pazzo poteva pensare durante una notte di pazzie, in preda a pazzesche allucinazioni. Con Pazzo Pazzini entriamo nell’Europa che più ci fa impazzire, garantendoci un pazzo futuro, con altre partite pazzesche della pazza Inter, reduce da un 2010 pazzesco, che avrebbe fatto impazzire chiunque, e i risultati pazzeschi, ad agosto, si sono visti: siamo un po’ impazziti, facendo vincere il Milan. Dopo che Ciccio Benitez aveva pazzescamente fatto fuori la dispensa di Appiano Gentile, riempita con una fretta pazzesca dai cuochi impazziti, dopo una pazza spesa.
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L’urlo dei tifosi milanisti ai gol del Palermo: terrorizzati dall’Inter
Per conto mio, il Milan ha già vinto lo scudetto. Dopo aver ingaggiato giocatori in quantità, facendo affari con Raiola, non ha rivali. Troppo netto il distacco dall’Inter. Fossimo a inizio stagione, le cose sarebbero diverse; ma ormai è tardi, e il Milan è campione d’Italia.
C’è un però. Oggi, i due gol del Palermo sono stati salutati dai tifosi del Milan con esultanze che vanno ogni previsione. È sempre stato così e sempre sarà così: è un gioco; segna l’avversario dell’Inter, e i milanisti esultano; e viceversa. Lo faccio anch’io. Stesso discorso per le rivalità storiche: Juve-Toro, Lazio-Roma, Barcellona-Real. Tuttavia, dopo un rapido sondaggio, mi è stato raccontato che la soddisfazione dei milanisti sullo 0-1 per il Palermo e sullo 0-2 è stata notevole. Stile finale di Champions. Allora mi sono chiesto: il Milan ha lo scudetto in tasca; perché tutte quelle esultanze anti Inter?
Mi spiego. Quando l’Inter dominava i campionati, proprio come ora sta facendo il Milan, non c’era così tanto interesse per i risultati dei rossoneri. Nove punti dietro: che problema c’è? Invece, oggi mi è parso che i milanisti si siano un po’ scoperti. Ci hanno detto una cosa: “Abbiamo paura”. Ai gol di Pazzini (foto), sconforto profondo.
Così interpreto quegli urli ai gol del Palermo. I tifosi del Milan hanno una fottuta paura dell’Inter. E allora mi sono chiesto perché. Trovando una spiegazione. Il Milan gioca malissimo, tutte le partite sono affidate a catenaccio, calcioni, ammonizioni, espulsioni sfiorate, palla a Ibrahimovic. Non c’è uno straccio di modulo, di idea brillante. Lancio laddavanti, tanti falli a centrocampo e laddietro. Se appena appena la fortuna ti abbandona, sono guai.
Si tratta di 16 partite dove la Dea bendata giocherà un ruolo fondamentale in termini di infortuni, lune storte, arbitraggi, guardalinee che ti alzano la bandierina anziché no.
Palla a Ibrahimovic, sperando che l’Inter perda. La strada che porta allo scudetto. Senza paura, dai.
C’è un però. Oggi, i due gol del Palermo sono stati salutati dai tifosi del Milan con esultanze che vanno ogni previsione. È sempre stato così e sempre sarà così: è un gioco; segna l’avversario dell’Inter, e i milanisti esultano; e viceversa. Lo faccio anch’io. Stesso discorso per le rivalità storiche: Juve-Toro, Lazio-Roma, Barcellona-Real. Tuttavia, dopo un rapido sondaggio, mi è stato raccontato che la soddisfazione dei milanisti sullo 0-1 per il Palermo e sullo 0-2 è stata notevole. Stile finale di Champions. Allora mi sono chiesto: il Milan ha lo scudetto in tasca; perché tutte quelle esultanze anti Inter?
Mi spiego. Quando l’Inter dominava i campionati, proprio come ora sta facendo il Milan, non c’era così tanto interesse per i risultati dei rossoneri. Nove punti dietro: che problema c’è? Invece, oggi mi è parso che i milanisti si siano un po’ scoperti. Ci hanno detto una cosa: “Abbiamo paura”. Ai gol di Pazzini (foto), sconforto profondo.
Così interpreto quegli urli ai gol del Palermo. I tifosi del Milan hanno una fottuta paura dell’Inter. E allora mi sono chiesto perché. Trovando una spiegazione. Il Milan gioca malissimo, tutte le partite sono affidate a catenaccio, calcioni, ammonizioni, espulsioni sfiorate, palla a Ibrahimovic. Non c’è uno straccio di modulo, di idea brillante. Lancio laddavanti, tanti falli a centrocampo e laddietro. Se appena appena la fortuna ti abbandona, sono guai.
Si tratta di 16 partite dove la Dea bendata giocherà un ruolo fondamentale in termini di infortuni, lune storte, arbitraggi, guardalinee che ti alzano la bandierina anziché no.
Palla a Ibrahimovic, sperando che l’Inter perda. La strada che porta allo scudetto. Senza paura, dai.
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giovedì 27 gennaio 2011
Juve, il flop più colossale nella storia del calcio: quale la reazione dei mass media?
Fuori dall’Europa League, quella dei pulcini. Fuori dalla coppa Italia. Lontani dalla vetta. Senza gioco, con una difesa sballata, un centrocampo lento e senza idee, un attacco impotente. Hanno speso oltre 70 milioni di euro, hanno comprato tutto e di più. L’altro allenatore, quello che era stato additato come il grande colpevole, Ranieri, si prende una rivincita senza precedenti, impartendo una lezione a Delneri.
Per quanto mi riguarda, è il flop più colossale nella storia del calcio.
Fosse successa all’Inter una cosa del genere, i mass media l’avrebbero massacrata. Adesso sono curioso di leggere quanto i giornali scriveranno domani.
La Juve non vorrà mica qualche altro scudetto da noi? Serve una coppa Italia? Magari una Champions? O la patente di unica squadra mai andata in B?
Ci sarebbe sempre Pazzini, che è della Juve da tempo: l'ho letto qui.
Be', si accontentino: su Ronaldo era rigore. E non ce l'hanno dato.
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Meritava di vincere il Napoli: quando il commento è demenziale
L’Inter ha giocato a Napoli senza Julio Cesar, Samuel, Sneijder, Milito. Poi s’è rotto Stankovic. Lucio, stanco, era in panca. Pandev, fuori condizione, non sa scattare per più di 30 metri; Thiago Motta è di cristallo; a un certo punto, s’è scassato pure Cordoba. Ci siamo affidati alla vecchia guardia, in primis Zanetti, Cambiasso e Chivu. Formidabile il nonnino Castellazzi. Ottimi Ranocchia e Thiagone.
Il Napoli era quasi al completo, aspettava questa partita da giorni, è fresco, è all’apice della condizione atletica non dovendo sorbirsi la Champions primaverile, ma l’altra Europa, piccola piccola. Il trio era carico a pallettoni: Cavani, Lavezzi, Hamsik.
Eppure in tv, ho sentito solo dire: “Il Napoli meritava di vincere”. Che magari è una frase comprensibile se detta da uno dell’Inter, per sportività. Ma da un osservatore esterno, proprio non la capisco. Cosa vuol dire che meritava? Perché ha giocato meglio? Tutta teoria: gioca meglio chi la butta dentro di più, in qualsiasi modo. Bastasse giocare bene, come lo intendono quei commentatori, Zeman sarebbe imbattibile.
La verità è che in due partite, una di campionato, una di coppa Italia, l’Inter ha vinto una volta nei 90 minuti, e una seconda ai rigori. E che poche ore fa, una squadra a pezzi, senza la spina dorsale della stagione scorsa, con la preparazione atletica a mio avviso mirata a un feroce rush primaverile, si è portata a casa la qualificazione con intelligenza. Tirando rigori esemplari (nella foto, quello decisivo di Chivu).
Adesso, Pazzini non basta per tornare altamente competitivi. Serve il recupero di Julio Cesar, Sneijder e Milito. Se questi tre - tutt'e tre - rinascono, i discorsi per campionato e Champions si riaprono. Altrimenti, scudetto e coppa Italia al Milan, coppa Campioni al Barcellona. Inter fuori dalla zona Champions: Milan, Napoli, Roma, Udinese, Lazio - nell'ordine - ci sono superiori. In Europa, siamo inferiori quasi a tutte.
Il Napoli era quasi al completo, aspettava questa partita da giorni, è fresco, è all’apice della condizione atletica non dovendo sorbirsi la Champions primaverile, ma l’altra Europa, piccola piccola. Il trio era carico a pallettoni: Cavani, Lavezzi, Hamsik.
Eppure in tv, ho sentito solo dire: “Il Napoli meritava di vincere”. Che magari è una frase comprensibile se detta da uno dell’Inter, per sportività. Ma da un osservatore esterno, proprio non la capisco. Cosa vuol dire che meritava? Perché ha giocato meglio? Tutta teoria: gioca meglio chi la butta dentro di più, in qualsiasi modo. Bastasse giocare bene, come lo intendono quei commentatori, Zeman sarebbe imbattibile.
La verità è che in due partite, una di campionato, una di coppa Italia, l’Inter ha vinto una volta nei 90 minuti, e una seconda ai rigori. E che poche ore fa, una squadra a pezzi, senza la spina dorsale della stagione scorsa, con la preparazione atletica a mio avviso mirata a un feroce rush primaverile, si è portata a casa la qualificazione con intelligenza. Tirando rigori esemplari (nella foto, quello decisivo di Chivu).
Adesso, Pazzini non basta per tornare altamente competitivi. Serve il recupero di Julio Cesar, Sneijder e Milito. Se questi tre - tutt'e tre - rinascono, i discorsi per campionato e Champions si riaprono. Altrimenti, scudetto e coppa Italia al Milan, coppa Campioni al Barcellona. Inter fuori dalla zona Champions: Milan, Napoli, Roma, Udinese, Lazio - nell'ordine - ci sono superiori. In Europa, siamo inferiori quasi a tutte.
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domenica 23 gennaio 2011
Udinese-Inter 3-1. Voto all’Inter: 3. Voto ai panchinari: 2. Voto al peso politico dell’Inter: 1. Voto all’arbitro Morganti: zero. Benitez aveva ragione. Contro il Palermo giocano i pulcini
L’Udinese ci distrugge con pieno merito. In questo momento è molto più forte di noi, e i due gol di vantaggio rispecchiano la differenza di valori. Voto all’Inter: 3.
L’Inter Sanchez, Inler e Di Natale non li ha. Handanovic neppure. Noi abbiamo Castellazzi, Biabiany e Pandev. Ossia tre panchinari, degni di giocare in una squadra di metà classifica e che invece per un mistero della vita si ritrovano in una grande. Voto ai panchinari: 2.
L’arbitro Morganti è stato un disastro: ogni situazione incerta fischiava a favore dell’Udinese. Segno che l’Inter conta poco. Le due situazioni da cui sono scaturite i primi due gol sono dubbie, c’era un rigore solare su Cambiasso (sul 2-1), Pandev lanciato in porta scalciato da ultimo uomo, con Morganti che fa no col ditino. Arbitro in buona fede. Però, con un’altra grande al posto dell’Inter, come avrebbe fischiato? Sempre e solo pro Udinese? Di certo, con noi non ha subìto nessuna sudditanza psicologica. È così per tutte le big? Voto al peso politico dell’Inter: 1. Voto all’arbitro Morganti: zero. Ma l’Udinese ci avrebbe fatto a pezzi anche con un arbitro all’altezza. Ci hanno piallato specie sotto il profilo dello scatto sul breve.
Moratti s’è liberato troppo tardi di Benitez, l’allenatore camomilla. Tuttavia, come ho subito detto, lo spagnolo aveva perfettamente ragione: ci servono quattro acquisti di livello. È arrivato solo Ranocchia, che il campo non lo vede quasi mai. Senza Julio Cesar, Samuel, Sneijder e Milito, non vai da nessuna parte. Neppure se metti Einstein in panca ad allenarci.
Milan, Napoli, Roma, Lazio e Udinese (nell'ordine) ci sono superiori. Benché il campionato sia di bassissimo livello. Occhio: a rischio anche la zona Champions.
Oggi, ammoniti Stankovic (nella foto, migliore in campo), Cordoba, Chivu. Erano diffidati: niente Palermo. Non ci resta che schierare i pulcini.
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mercoledì 19 gennaio 2011
Inter-Cesena 3-2. Titolari eccezionali, panchina da metà classifica. Inter in ginocchio dal minuto 70
Inter-Cesena 3-2 dice quanto segue.
1) L’Inter ha titolari fortissimi, ma una panchina da metà clasifica, specie con le assenze di Samuel e Sneijder. Leonardo si girava e scorgeva quei 50 grammi di carta velina, al secolo Biabiany, poi lumaca Mariga, Obi (è un cucciolo), Cordoba (vicino ai 40 anni). Poca roba. Infatti, dentro Biabiany e fuori Milito al minuto 20 per precauzione, ed ecco il disastro: da 2-0 a 2-2. Includo nella panchina Materazzi, stasera in campo dall’inizio. Ma non pare in condizioni smaglianti. Thiagone Motta e (in parte) Milito sembrano cagionevoli. Attendiamo fiduciosi Coutinho.
2) Ranocchia non basta. Al mercato di riparazione urgono almeno altri due acquisti. Magari non di pregio, ma servono.
3) Ho visto una squadra in ginocchio dal minuto 70 in poi. Confesso di aver seriamente temuto il 3-3, perfino col Cesena in 10. Abbiamo rischiato di brutto. Non credo a un calo nervoso: noto solo un crollo fisico, dovuto alle partite ravvicinate dell’ultimo periodo. Cinque vittorie di fila.
4) Adesso resta da vedere se abbiamo esaurito il bonus di preparazione atletica di Abu Dhabi. Sarebbe un peccato: è un campionato di livello infimo.
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lunedì 10 gennaio 2011
Inter, due vittorie che non convincono. Così il Milan non lo prendi: loro hanno Ibrahimovic e Cassano. E una fortuna arbitrale illimitata. Ti serve comprare
Non bastano i tre gol al Napoli, in una prestazione non molto convincente: i partenopei sull’1-1 non hanno avuto l’istinto del killer, ma potevano farci a pezzi con Maggio. Non bastano neppure i 20 minuti di Catania, dopo 70 minuti disgustosi, specie dal 45° in poi, quando i siciliani ci hanno presi a schiaffoni e siamo stati salvati tre volte da un immenso Castellazzi sullo 0-0.
Non sempre Cambiasso si trasforma in Boninsegna. Non succederà ancora che Thiago Motta le azzecca tutte.
Vedo un attacco moscio. Osservo un Milito che non riesce a metterla, un Eto’o che forse pensa di essere ancora squalificato, Pandev che vede la porta come un primavera all’esordio in serie A.
Il distacco dal Milan è abissale: l’allenatore camomilla Benitez ormai ha combinato il ciccio pasticcio.
Così il Milan non lo prendi. È anche dotato di una fortuna arbitrale sconsiderata (fermo restando che arbitri e guardalinee - inclusi quelli che non vedono fuorigioco millimetrici in serie - sono in buona fede). Mi ricorda da vicino quella fortunatissima Juve del 1997-98, cui la Dea Bendata diede leccate a ripetizione (la più famosa chicca resta quella di Iuliano su Ronaldo).
Ma la realtà è che i rossoneri dispongono di un fenomeno (in campo nazionale) che si chiama Ibra. Noi no. Loro hanno anche un genio di nome Cassano. Noi no.
La soluzione? Il mercato di gennaio. Serve un grande acquisto. Oppure lasci lo scudetto al Milan e buonanotte.
Non sempre Cambiasso si trasforma in Boninsegna. Non succederà ancora che Thiago Motta le azzecca tutte.
Vedo un attacco moscio. Osservo un Milito che non riesce a metterla, un Eto’o che forse pensa di essere ancora squalificato, Pandev che vede la porta come un primavera all’esordio in serie A.
Il distacco dal Milan è abissale: l’allenatore camomilla Benitez ormai ha combinato il ciccio pasticcio.
Così il Milan non lo prendi. È anche dotato di una fortuna arbitrale sconsiderata (fermo restando che arbitri e guardalinee - inclusi quelli che non vedono fuorigioco millimetrici in serie - sono in buona fede). Mi ricorda da vicino quella fortunatissima Juve del 1997-98, cui la Dea Bendata diede leccate a ripetizione (la più famosa chicca resta quella di Iuliano su Ronaldo).
Ma la realtà è che i rossoneri dispongono di un fenomeno (in campo nazionale) che si chiama Ibra. Noi no. Loro hanno anche un genio di nome Cassano. Noi no.
La soluzione? Il mercato di gennaio. Serve un grande acquisto. Oppure lasci lo scudetto al Milan e buonanotte.
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domenica 9 gennaio 2011
Catania-Inter 1-2. Pagelle: Castellazzi 8, Cambiasso 9
Castellazzi 8. Sullo 0-0, salva con tre tuffi, e in un'occasione trattiene magicamente la palla anziché respingerla. La miglior partita da quando è all’Inter.
Maicon 7. Un po’ discontinuo, ma negli ultimi 20 minuti esce in modo poderoso. Il cross di mezzo esterno destro per il 2-1 è da antologia.
Lucio 6,5. Se la vede spesso con Maxi Lopez, un cliente difficilissimo. Continue sportellate: gli scappa solo una volta.
Cordoba 6,5. Frequenti recuperi in velocità, come se avesse 20 anni.
Chivu 6. Prova a dire la sua in fase offensiva, ma non arriva mai sul fondo.
Zanetti 6,5. Prima a centrocampo e poi come difensore di sinistra, è una sicurezza.
Thiago Motta 6. Logico calo psicofisico dopo l’exploit contro il Napoli.
Cambiasso 9. Prima di piede (il destro!) e poi di testa, si avventa contro la porta del Catania come un forsennato. Terzo gol in due partite, è la nostra anima anche sulla mediana.
Stankovic 7. Tantissima corsa e un paio di tiri innocui. Poi l’assist d’oro per il primo gol di Cambiasso, che fa il paio con quello a Thiago Motta per l’1-0 contro il Napoli.
Eto’o 6. Prende un sacco di botte partendo da sinistra. L’arbitro non gliene fischia mai una a favore. Attenzione: il pericolo è che dopo la testata contro il Chievo ci sia prevenzione verso di lui.
Milito 6. Due tiri di sinistro: il primo è una telefonata; l’altro troppo angolato. Lo aspettiamo.
Maicon 7. Un po’ discontinuo, ma negli ultimi 20 minuti esce in modo poderoso. Il cross di mezzo esterno destro per il 2-1 è da antologia.
Lucio 6,5. Se la vede spesso con Maxi Lopez, un cliente difficilissimo. Continue sportellate: gli scappa solo una volta.
Cordoba 6,5. Frequenti recuperi in velocità, come se avesse 20 anni.
Chivu 6. Prova a dire la sua in fase offensiva, ma non arriva mai sul fondo.
Zanetti 6,5. Prima a centrocampo e poi come difensore di sinistra, è una sicurezza.
Thiago Motta 6. Logico calo psicofisico dopo l’exploit contro il Napoli.
Cambiasso 9. Prima di piede (il destro!) e poi di testa, si avventa contro la porta del Catania come un forsennato. Terzo gol in due partite, è la nostra anima anche sulla mediana.
Stankovic 7. Tantissima corsa e un paio di tiri innocui. Poi l’assist d’oro per il primo gol di Cambiasso, che fa il paio con quello a Thiago Motta per l’1-0 contro il Napoli.
Eto’o 6. Prende un sacco di botte partendo da sinistra. L’arbitro non gliene fischia mai una a favore. Attenzione: il pericolo è che dopo la testata contro il Chievo ci sia prevenzione verso di lui.
Milito 6. Due tiri di sinistro: il primo è una telefonata; l’altro troppo angolato. Lo aspettiamo.
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venerdì 7 gennaio 2011
È il campionato di più basso livello degli ultimi 30 anni: caro Leonardo, peccato regalare lo scudetto al Milan, sostenuto dalla fortuna arbitrale
La capolista, cioè il Milan, gioca un match squallido a Cagliari. I sardi prendono un palo e Nené s’addormenta da solo davanti ad Abbiati; i rossoneri passano con un gol in fuorigioco (ennesimo regalo arbitrale, dopo le numerosissime sviste a favore degli uomini di Allegri in questo campionato). Il Milan dipende al 95% da Ibra: il gioco è catenaccio e lancio allo svedese. La vera seconda forza del campionato, la Roma, doveva perdere in casa col Catania e riceve un doppio regalo da arbitro e guardalinee in versione befane. La Juve, dopo aver tirato fuori 70 milioni di euro in estate, fa un flop colossale, coperto solo da mass media amichetti. Il Napoli ha la personalità di un passerotto: appena l’affare diventa grande, si squaglia. La Lazio non è male, anche perché non gioca in Europa e se la gode, ma gli avversari hanno imparato a conoscere Hernanes, strangolando la fonte offensiva.
Chi resta? Ah sì, l’Inter. Ma noi paghiamo gli errori di Ciccio pasticcio, Benitez. Che aveva tolto l’anima alla squadra. Adesso dobbiamo ripartire con uno svantaggio abissale. Con Ranocchia (ottimo al Bari e al Genoa, tutto da vedere all’Inter) al posto di Samuel. Il recupero più importante sarà quello di Julio Cesar, dal momento che Castellazzi non è all’altezza: non esce mai sui calci d’angolo. Sua la responsabilità del gol del Napoli, come a Lecce. Decisiva la vena dell'attaccante più forte del mondo, nella foto: Eto'o.
A Leonardo il compito di riempire di furia agonistica i ragazzi, ammosciati da mesi di allenatore camomilla.
L’obiettivo è non far scappare via il Milan. Restare in scia a una decina di punti, per poi giocarsi lo scudetto in primavera. Fra stanchezza, infortuni, eliminazioni traumatiche dall’Europa, litigi negli spogliatoi, è a marzo che si decide il campionato.
Non ricordo così tante squadre scarse nel campionato italiano negli ultimi 30 anni. Sarebbe davvero un peccato regalare lo scudetto al Milan, ancora più debole di quello fortunatissimo di Zaccheroni.
Chi resta? Ah sì, l’Inter. Ma noi paghiamo gli errori di Ciccio pasticcio, Benitez. Che aveva tolto l’anima alla squadra. Adesso dobbiamo ripartire con uno svantaggio abissale. Con Ranocchia (ottimo al Bari e al Genoa, tutto da vedere all’Inter) al posto di Samuel. Il recupero più importante sarà quello di Julio Cesar, dal momento che Castellazzi non è all’altezza: non esce mai sui calci d’angolo. Sua la responsabilità del gol del Napoli, come a Lecce. Decisiva la vena dell'attaccante più forte del mondo, nella foto: Eto'o.
A Leonardo il compito di riempire di furia agonistica i ragazzi, ammosciati da mesi di allenatore camomilla.
L’obiettivo è non far scappare via il Milan. Restare in scia a una decina di punti, per poi giocarsi lo scudetto in primavera. Fra stanchezza, infortuni, eliminazioni traumatiche dall’Europa, litigi negli spogliatoi, è a marzo che si decide il campionato.
Non ricordo così tante squadre scarse nel campionato italiano negli ultimi 30 anni. Sarebbe davvero un peccato regalare lo scudetto al Milan, ancora più debole di quello fortunatissimo di Zaccheroni.
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