sabato 18 dicembre 2010

L'orgasmo del sabato sera: Inter campione del mondo, Milan a picco senza aiutini


Hai voglia a dire che la coppa del mondo per club non conta. Io ho visto la finale in un bar: era pieno di gufi milanisti e juventini. I quali, giustamente, non han fatto nient’altro che tifare contro l’Inter, come io faccio sempre contro Milan e Juve. Legittimo, corretto. Sul 2-0 per i pentacampioni del 2010 sono usciti dal bar, frastornati e delusi. L’Intercontinentale ha un peso enorme ed essere arrivati lassù è un’estasi senza pari.

L’impresa non ha eguali in Italia: coppa Italia, scudetto, Champions, Supercoppa italiana, mondiale per club. L’unica società nel nostro Paese a centrare una cinquina simile, e l’unica a non essere mai andata in B, neppure due volte.

Vedremo se Moratti accontenterà Benitez. Stavolta mi schiero con l’allenatore: senza quattro acquisti, l’Inter non è competitiva in Italia (Milan, Napoli e Roma superiori) né tantomeno in Europa (tutte più su, tranne lo Shakhtar).

Di per sé, sarebbe stato un sabato indimenticabile. Il fatto è che è arrivato pure il Milan: nonostante due regali del guardalinee (Ibra solo davanti al portiere in fuorigioco non segnalato), nonostante l’immunità parlamentare di Gattuso, che può permettersi proteste durissime senza essere ammonito (nonché falli da cartellino giallo senza essere espulso, vedi derby), i rossoneri sono colati a picco. Ci sarebbe voluto di più, proprio come nelle recenti uscite: un falletto a favore, un’espulsione dubbia, un rigorino sospetto. Resta, per il Milan, l’obbligo di vincere tutto, dopo il pacco di milioni spesi in campagna acquisti.                                                                                                                                                                              

sabato 4 dicembre 2010

L’opera d’arte di Benitez, l’allenatore-camomilla: disinnescare Sneijder

Vivissimi complimenti all’hombre circolar. Dopo Lazio-Inter 3-1 ha ammesso che la testa dei giocatori era al Mondiale per club. Io credevo fosse compito dell’allenatore motivare ragazzi milionari che altrimenti divengono un po’ bizzosi. Scopro invece che ci si affida al caso.

Ma a parte intricate questioni che hanno a che fare con la psicologia, c’è un problema di natura tattica che il nostro Oronzo Canà non è riuscito a individuare, come se fosse piombato adesso dalla Luna: Sneijder non riesce a giocare bene se gli si piazza solo una punta avanti a sé. Nel nostro caso, Pandev. Che fra l’altro non è un centravanti puro, né lo diventerà mai perché non è dotato di sufficiente cattiveria e personalità. Eppure l’ineffabile Rafa va a Roma, contro la Lazio, e schiera Sneijder dietro il macedone. Sulle fasce, a destra un fringuellino spaventato di nome Biabiany, e a sinistra Muntari, in condizioni pessime.

Benitez è riuscito a disinnescare l’uomo chiave della scorsa stagione: Sneijder. Non è stata necessaria una gabbia da parte degli avversari. Ci ha pensato l’hombre circolar a imputtanarsi da sé.

Certo, non aveva a disposizione Milito ed Eto’o. Allora agisci seguendo il buon senso, rischia Alibec e trasforma Sneijder in un trampolino di lancio per due punte. Guardacaso, il meglio s’è visto quando il giovanissimo romeno ha affiancato Pandev. Troppo tardi.

L’Inter ha solo un obiettivo, adesso: l’Intercontinentale. Tremo all’idea che l’allenatore-camomilla estragga dal cilindro un’invenzione delle sue.