martedì 31 marzo 2009

Tutti a caccia dei soldi di Moratti

Fine stagione, i procuratori si muovono. Osservatori esterni dicono: i procuratori vogliono più soldi per i loro assistiti. Questi guadagnano già tanto? Sono sotto contratto? Non hanno reso secondo le aspettative? C'è la crisi e non è davvero il caso di chiedere altri quattrini (si parla di milioni di euro in più)? Non importa.

Ed ecco che parte l'esca mediatica. Il procuratore dice ai giornali: il mio assistito è molto richiesto dai club più importanti d'Europa. La miccia è accesa.

Il messaggio è: più denaro oppure il mio assistito se ne va.

Ognuno fa il proprio mestiere, certo. E il mestiere del procuratore è - appunto - procurare soldi per il proprio assistito, oltreché per se stesso. Però ci sono anche limiti dovuti alla morale, all'etica, alla decenza. Se li superi, e poi calpesti ogni regola non scritta, il rapporto società-giocatore rischia di incrinarsi. Anche perché quest'anno l'obiettivo numero uno, la Champions, non è stato raggiunto. Allora, se chiedi più soldi quando non centri il risultato nel mirino della società, figuriamoci cosa fai quando vinci la coppa: domandi 25 milioni di euro netti l'anno?

[foto via Inter]

sabato 28 marzo 2009

Montenegro-Italia 0-2: scusate, ma quel fallo di Cannavaro è uno scandalo

Diciottesimo del primo tempo. Sullo 0-1 per l’Italia (Pirlo su rigore), errore di Palombo, Jovetic si butta come un falco e Cannavaro - ultimo uomo - scivola. Il capitano azzurro, da terra, alza la gamba. Fallo, che l’arbitro dà. Poi si avvicina a Cannavaro. Ci si aspetta il rosso. Logico, scontato. No: cartellino giallo. Regolamento calpestato da un arbitro strano. Da quel momento, partita in discesa. Pazzini raddoppia.

Avrei voluto vedere quello stesso arbitro in un altro stadio. Che so: il Bernabeu per Spagna-Italia, con Cannavaro che fa fallo da ultimo uomo. Che dite: avrebbe tirato fuori soltanto il giallo?

Due applausi. A un divino Pirlo, autore di un lancio meraviglioso che ha dato il via al raddoppio. E ai giocatori del Montenegro che, dopo il fallo di Cannavaro, si sono limitati a qualche timida protesta: in sei hanno circondato l'omino col fischietto per chiedere spiegazioni e poi si sono allontanati allargando le braccia. Lì c’era da vaffanculare l’arbitro per il resto del match. Altro che storie. Metti l'Italia in 10 per 72 minuti, e anche un mediocre Montenegro avrebbe potuto dare fastidio.

Ora sono curioso di verificare la sportività dei nostri mass media. Tanto attenti quando si tratta di evidenziare errori arbitrali contro l'Italia; ma così distratti se gli errori sono a favore.

[foto via figc]

venerdì 27 marzo 2009

Pato nuovo Ronaldo? Per il Milan sarebbe un dramma

Dunga, ct del Brasile: "Pato nuovo Ronaldo" (vedi Gazzetta). Per il bene del Milan, io spero proprio di no. Vi spiego perché.

Il signor Luís Nazário de Lima, detto il Fenomeno, è uno dei migliori attaccanti nella storia del calcio. In due stagioni, al PSV Eindhoven, tra campionato olandese, coppe nazionali e internazionali, Ronaldo in 57 incontri segna 55 gol. E fin qui ci siamo. Nel 1996-97 al Barcellona, 47 reti in 49 partite ufficiali. All’Inter, la stagione successiva, fa sfracelli: quella squadra piena di brocchi (fatta qualche eccezione, come Pagliuca, Bergomi, J. Zanetti, Moriero, Simeone e Zamorano) viene presa in mano da Ronaldo. Vince la coppa Uefa, merita lo scudetto, perso per motivi “particolari”. Da quell’anno in poi, con le squadre di club non rende granché. Fra infortuni e convalescenze, non riusce più a dare il meglio.

Ma attenzione: da quel momento, Ronaldo riserva i match migliori col Brasile, diventando campione del mondo nel 2002 e disputando grandi incontri anche nelle partite successive con la maglia verdeoro. Addirittura, lo si vede rincorrere gli avversari. Cosa che non fa con le squadre di club.

Il flop vero di Ronaldo? Al Milan: qualche apparizione qua e là; qualche golletto.

Ecco, io spero che Pato faccia sfracelli col Milan e vinca finalmente lo scudetto tanto atteso, mettendo fine alla fastidiosissima e insopportabile (per i rossoneri) dittatura Inter. Mi auguro che il meglio lo esprima con la maglia rossonera. Se invece facesse come Ronaldo, sarebbe un sogno per il Brasile e un dramma per il Milan.

giovedì 26 marzo 2009

Napoli, se vendi Hamsik, non vincerai mai lo scudetto

Il Napoli ha una coppia di fuoriclasse: Lavezzi e Hamsik. Su di loro può costruire una squadra per vincere lo scudetto. Occorrono altri investimenti, cioè giocatori in grado di correre per quei due, mettendosi al servizio dell'argentino e dello slovacco.

Per intenderci, è quello che succede al Manchester con Cristiano Ronaldo e Giggs, o al Liverpool con Torres e Gerrard. E potrebbe essere anche l’obiettivo dell’Inter, con Ibra e Balotelli. Ma le tre squadre che ho appena nominato si tengono strette i loro fenomeni. Invece, a quanto pare, il Napoli intende vendere Hamsik alla Juve (fonte Gazzetta).

Se davvero lo slovacco, classe 1987, andasse via da Napoli, De Laurentiis metterebbe la firma su un contratto dov’è scritto: “Non saremo mai grandi”. È un po’ come costruire un castello con tanta fatica, per poi farlo abitare da altri (la Juve). Infatti, nel giugno 2007, il Napoli ha avuto l’enorme intelligenza di comprare Hamsik dal Brescia per 5,5 milioni di euro, cifretta che adesso fa ridere rispetto al valore del ragazzo. Che, se non sbaglio, ha un contratto fino al 2013.

Immagino che il quasi 22enne Marek voglia più soldi per restare. È la legge della domanda e dell’offerta: per puntare allo scudetto, il Napoli deve tenerlo e accontentarlo, ideando un grande progetto attorno a lui. Ne vale la pena. Altrimenti, c'è il rischio che, l’anno prossimo, la squadra galleggi ancora nella mediocrità, come oggi. Non sempre riesce il colpaccio di portarsi a casa un fenomeno: basta leggere la rosa del Napoli per accorgersene...

[foto via Napoli]

mercoledì 25 marzo 2009

Tracollo fisico del Manchester: che strano...

Raramente ho visto una squadra correre con tanta intensità per 180 minuti come ha fatto il Manchester contro l'Inter. Non c'è stata soltanto continuità, ma anche reattività neuromuscolare, scatti fulminanti, percussioni a perdifiato. Mi riferisco sia a chi è nel pieno della maturità atletica sia ai nonnetti come Giggs (migliore in campo, sempre). Gl'inglesi arrivavano primi sulla palla, vincevano i contrasti, erano ovunque, raddoppiavano e triplicavano. Una superiorità indiscutibile.

Dopodiché, passato il doppio match con l'Inter, il Manchester è crollato fisicamente. L'ho visto nei due incontri successivi, giocati non contro il Brasile di Pelé, e garantisco che i supereroi si sono trasformati in atleti normali.

C'entra anche lo sforzo mentale? Mah... Ci credo poco. Allora com'è possibile che una tigre si trasformi, qualche ora dopo, in un micetto? Misteri, stravaganze e stranezze dello sport. Forse, qui si tratta di puntare tutta una stagione su una doppia partita, la più importante, la decisiva. Metti nel mirino l'Inter (o un'altra squadra) con una preparazione atletica scientifica. E, dopo, la paghi. Un po' come fanno certo atleti alle Olimpiadi. Vanno, esplodono di energia, stravincono, stupiscono e poi scompaiono per qualche tempo.

Adesso il Manchester si riprenderà con tutta calma, per giocarsi per benino la Champions. Una (seconda) lezione per l'Inter.

domenica 22 marzo 2009

Napoli-Milan 0-0: Mannini da Nazionale

Ho visto un Milan da sbadigli, che non verticalizza mai, e di cui ricordo un tiretto in porta (Seedorf nel primo tempo). Ho visto un Napoli discreto nella prima frazione e più incisivo nella seconda. Ho visto un gol regolarissimo dei padroni di casa, assurdamente annullato da un assistente inadeguato. Ma soprattutto ho visto un Mannini da urlo.

Il ragazzo ha fatto lo stantuffo sulla sinistra per 90 minuti. Chiudendo, impostando, andando a proporsi di continuo, dettando il passaggio, anticipando l'avversario di turno con una reattività da paura.

Mannini è da Nazionale. Se continua così, ci arriva, ne sono certo.

[foto via Napoli]

Inter-Reggina 3-0: la difesa nerazzurra fa orrore. Senza Mourinho, la squadra di Moratti sarebbe terza in classifica

Un tre a zero bugiardo: il punteggio di Inter-Reggina è lontano anni luce dalla realtà. La vittoria è meritata, per carità, ma la difesa nerazzurra ha fatto pena. Almeno sette le occasioni gol per gli avversari: la palla non è andata dentro un po’ per merito di un enorme Julio Cesar (ora il numero uno al mondo), un po’ per sfortuna.

Con un centrocampo che filtra così poco, con una difesa conciata da buttar via (Rivas è inguardabile, Cambiasso improponibile laddietro), è un miracolo che l’Inter sia prima a più sette sulla Juve. Il discorso non cambia granché anche aggiungendoci i titolari, che poi sono soltanto due: Cordoba e Samuel, discontinui e soggetti a diversi infortuni. Perché Burdisso, Chivu e Materazzi non mi paiono più all’altezza.

Il merito del primato è di Mourinho. È stato bravo a far giocare sempre l’Inter chiusa per poi ripartire in contropiede: appena si apre, viene infilzata. Non ha ascoltato le sirene che desideravano bel calcio. Dategli Gullit, Van Basten, Ancelotti, Matthäus e Franco Baresi, dopodiché arriverà il calcio spettacolo… Senza il portoghese, l'Inter sarebbe terza.

Vedo l’eliminazione dalla Champions come una manna dal cielo per l’Inter: con una rosa di così basso profilo, andando avanti l’Inter avrebbe perso sia in Italia sia in Europa. Non ha energie e risorse per competere su due fronti: vedi qui e qui.

Segnalo infine un sublime pallonetto (di sinistro) di Ibra per il 3-0 finale: al momento, è il secondo gol più bello della stagione, dopo quello di Mascara in Palermo-Catania.

[foto via Inter]

sabato 21 marzo 2009

Murray batte Federer: il dritto dello svizzero è scomparso

Nella prima semifinale di Indian Wells, Murray ha giustamente insistito sul rovescio di Federer, che raramente è riuscito a venir fuori dalla trappola: diagonale incrociata del rovescio. Tuttavia, in questo momento, il vero problema di Federer è il dritto. Non vedo più quelle sue brusche accelerazioni all'avambraccio che hanno fatto la storia del tennis. Perfino la rotazione del polso per conferire effetto in top spin alla palla è inferiore al solito. In più, ho notato che c’è un minore avanzamento della spalla rispetto a quanto ci aveva abituato. Altro problema per Federer: non gli riusciva granché il dritto a uscire, anche per le ragioni di cui sopra.

Insomma, la strepitosa frustata di dritto grazie alla quale Federer ha costruito una leggenda (è il miglior tennista di ogni epoca) è, in questo momento, un ottimo dritto per un giocatore che vuol rimanere fra i primi 10 al mondo. Se invece lo svizzero desidera tornare numero uno senza farsi mettere i piedi in testa da Nadal e Murray, deve ritrovare l’esplosività del dritto. A un classe 1981 come Federer, al contrario, non si può certo chiedere di reinventarsi il rovescio: è sempre stato, e tale rimarrà, il suo "secondo" colpo; non può trasformarlo - a fine carriera - in un pugno irresistibile.

[foto via federer]

Roma-Juve 1-4: Giovinco è il futuro. L'Inter sotto pressione scoppia?

Spero che finalmente Ranieri se ne sia convinto: il tridente con Giovinco è il futuro della Juve. Lo sostengo fin da tempi non sospetti: vedi qui e qui e qui. Perché Giovinco lancia le punte, corre, dà fantasia, creatività, immaginazione. Tutto quello che è mancato alla Juve nei momenti decisivi della stagione. Lo dimostra Roma-Juve, coi bianconeri travolgenti, proprio grazie al piccolo funambolo.

È vero: la Roma era piena di assenze. E molti di quelli in campo stavano male. Ma trattasi pur sempre di match che nascondono insidie. Tanto che la Juve è stata agguantata sull'1-1. Poi è finita 1-4.

Adesso le probabilità di vittoria dello scudetto sono le seguenti: Inter 45%, Juve 40% e Milan 15%. I nerazzurri devono fare i conti con una rosa inadeguata, una squadra da svecchiare e con la pressione di dover vincere sempre tutto, cosa che la fa sballare.

Si comincia domani: l'Inter gioca contro la Reggina con una coppia di difensori centrali da paura, e cioè Cambiasso e Rivas. Dopodiché il vero spartiacque della stagione sarà Juve-Inter: lì si decidono le sorti delle due squadre.

[foto via Juve]

mercoledì 18 marzo 2009

Ma vuoi sconfiggere il razzismo con quelle multe ridicole?!

La Fiorentina ha subìto una multa di 12.000 euro per cori razzisti. Infatti, nella trasferta a Milano contro l'Inter, per 90 minuti i tifosi viola (non tutti) hanno messo nel mirino Balotelli, nero di pelle. Sanzioni simili ad altre società, sempre per cori razzisti verso altri giocatori neri.

La mia idea è che siano multe ridicole: fanno il solletico alle società. E non vengono "sentite" neanche dai tifosi. Passano quasi inosservate. Alla prossima partita, sarà uguale, se non peggio.

La soluzione? Prendi quella multina, moltiplicala per 100, falla arrivare almeno a 120.000 euro. Poi vediamo se le società si svegliano e se i tifosi insistono. Sono recidivi? Benissimo, raddoppia e poi quadruplica la sanzione. Soltanto così i tifosi la smetteranno di fare i razzisti. Perché esiste esclusivamente la legge del denaro: non ci sono morali, etiche, filosofie da spiegare a certi personaggi. Li devi mettere di fronte a una montagna di quattrini che esce per colpa loro, e che non viene più investita, tanto per fare un esempio, nella campagna acquisti.

E poi, con quella multina, si fa passare un messaggio sbagliato. Mourinho vaffanculeggia l'arbitro e si becca una sanzione di 10.000 euro; i tifosi (non m'interessa di quale squadra) si esibiscono in cori razzisti e la multa è di 12.000 euro. Siamo sullo stesso livello. Mi pare ci sia una sproporzione da correggere.

[foto via Inter]

sabato 14 marzo 2009

Inter, sei troppo golosa: per vincere la Champions devi rinunciare allo scudetto. Impara da Milan e Liverpool

C’è un equivoco clamoroso che accompagna la presidenza di Moratti all’Inter: il desiderio di vincere tutto. Guardate le ultime tre stagioni: i nerazzurri hanno messo nel mirino qualsiasi competizione capitasse loro a tiro. Cioè Supercoppa italiana, coppa Italia, campionato e Champions. Ma è mai possibile trionfare, nella stessa annata, in patria e in Europa?

La risposta è semplice. Se hai uno squadrone come quello di Herrera (Inter 1964-65) o di Capello (Milan 1993-94), magari puoi farcela: sono state le uniche due squadre a centrare l’accoppiata (le considero le sole compagini italiane davvero grandi). Invece, con una rosa come quella attuale dell’Inter, è già un mezzo miracolo se riesci a portare a casa Supercoppa italiana e scudetto. Perché i 20 e passa giocatori di Roberto Mancini così come quelli di Mourinho rappresentano niente di più che un’ottima squadra, con fiammate da calcio spettacolo: non siamo di fronte a una grande Inter.

L’eccessiva golosità di Moratti lo porta sempre allo stesso errore: disperdere energie ovunque per poi arrivare all’appuntamento decisivo della stagione con la squadra spompatella: Maicon, Cambiasso, Ibra non erano al top nel doppio scontro col Manchester, tanto per citare i tre più importanti.

E allora ecco la soluzione. Un po’ amara da ingoiare, ma pur sempre la verità. L’Inter deve imparare dal Liverpool. Che ha una gigantesca dimensione europea, arrivando spesso al trionfo in Champions o giù di lì. E nel campionato inglese? Alzi la mano chi si ricorda l’ultima volta che ha vinto la Premier. Al contrario, chiunque ha in mente il trionfo di Istanbul del 2005. Ormai è uno spartito che l’allenatore Benitez, il leader Gerrard, squadra, tifosi e stampa conoscono a memoria: in campionato si arriva in zona Champions, così da assicurarsi un posto anche la stagione successiva; e in Europa si punta dritti dritti alla “coppa con le orecchie”. Tanto di cappello al Liverpool, il re del periodo febbraio-giugno: sonnecchia sino a fine gennaio, però - dagli ottavi di Champions in poi - diventa irresisitibile.

Ma la realtà, forse ancora più triste per l’Inter, è che i nerazzurri devono guardare e imparare dal Milan, visto che almeno il Liverpool ha davanti uno squadrone come il Manchester (oggi bastonato per 4-1). La squadra di Ancelotti, giustamente, utilizza il campionato come fosse una specie di torneo regionale; cerca l’accesso alla Champions; e qui dà il meglio. Una tattica che condivido in pieno. Tutti, non soltanto l’Inter, dovrebbero imitarla. Come dite? Non è vero? Il Milan vuole anche il campionato? Va bene, allora mettiamola così: in Italia non ce la facciamo ad arrivare primi, rallentiamo a metà stagione e tentiamo il trionfo europeo. È così dal 2003-04. Tant’è vero che - azzardo fin da ora -, se il Milan adesso arriva in zona Champions, la prossima stagione ha già prenotato la finale. Ma a metà campionato, sarà a 10 punti dalla vetta. Scommettiamo?

giovedì 12 marzo 2009

Inter, incubo Champions: gli atroci sfottò dei tifosi del Milan mettono in luce anche i guai rossoneri

1) “Uscite sempre agli ottavi”.

2) “Complimenti per l’affare Mourinho: un bel modo per vincere la Champions”.

3) “Ma ora che fate: mandate via Mourinho, prendete Ferguson per vincere la Champions e pagate tre allenatori, Mancini incluso?”.

4) “Quasi 45 anni senza Champions: fate tenerezza”.

5) “Quando la banda degli onesti varca i confini, sono dolori: per loro”.

6) “No Milan, no Champions”.

7) “L’anno prossimo ci pensa il Milan a spiegarvi come si vince la Champions”.

Questi sono gli sfottò che giravano oggi a Milano nei bar, negli uffici, nelle scuole. Mittente, i tifosi del Milan. Destinatari, gli interisti, reduci dall’ennesima batosta europea. Sono prese in giro che mi divertono: le reputo il sale del calcio. Purché si rimanga nell’àmbito delle battute simpatiche, senza volgarità né tantomeno violenza. Il calcio vissuto col sorriso, come piace a me. E ogni coltellata verbale dei tifosi del Milan era basata su un fondo di verità.

Tuttavia, mi permetto di fare una riflessione puramente tecnica. Quegli stessi atroci sfottò - che han fatto tanto soffrire gli interisti - nascondono anche un’amara verità per i milanisti: la prima squadra di Milano e d’Italia è ora l’Inter. I rossoneri mi paiono aggrappati alle sciagure europee dell’Inter. E sperano anche che Moratti perda lo scudetto: un quarto tricolore di seguito (terzo sul campo) sarrebbe di difficile digestione. In cuor loro, temono che nei prossimi 10 anni ci sia un dominio assoluto dell’Inter in Italia e possano anche scapparci trionfi europei. S’è ribaltata la situazione che vedeva, dal 1988 al 2006 (fatta eccezione per tre o quattro stagioni) gl’interisti in perenne versione gufi contro il Milan. Perché sono cambiati i rapporti di forza: adesso su c’è l’Inter. Molto distante.

Tutto dipende dal Petroliere: per primeggiare anche in Europa, deve spendere un pacco di soldi, esattamente come fanno Manchester, Liverpool, Barcellona e altre (poche) grandi del Vecchio Continente. Tutto sta a Moratti: ci vogliono denari freschi (e, probabilmente, ricapitalizzazioni pesanti) per portare alla corte di Mourinho personaggi di spessore internazionale come Gerrard, Benzema, Messi, Milito, Diego; difensori arcigni e di personalità; centrocampisti che non si sciolgono sul più bello.

La mitica mentalità europea che all’Inter mancherebbe è una sciocchezza giornalistica: adesso non ci sono uomini adatti a vincere in Champions. Ma togli Vieira e metti Gerrard, dopodiché vedi che la mentalità arriva come d’incanto.

Al contrario, osservo un Milan orientato verso acquisti di second’ordine, come Beckham e Flamini. E propenso a ricordare a ogni piè sospinto che loro sì ne han fatte tante di finali e vinte altrettante di Champions. Se Berlusconi ripete una campagna estiva così mediocre come le due più recenti, stende un tappeto verso altre vittorie dell’Inter. In quanto a un eventuale nuovo successo del Milan in Champions (sempreché riesca a parteciparvi), penso che i miracoli riescano soltanto una volta nella vita: nell’edizione 2006-07 è filato tutto liscio, incluso il rigore di Maldini per fallo di mano contro il Celtic a Milano sullo 0-0, non visto né dall’arbitro né dall’assistente.

Roma fuori con l'Arsenal ai rigori: Vucinic, una rincorsa che non capisco

Roma-Arsenal l'ho vista soltanto dai supplementari in poi: non posso esprimere giudizi. Mi permetto però di avanzare qualche dubbio sulla rincorsa effettuata da Vucinic in occasione del suo calcio di rigore: cosa diavolo vuol dire puntare dritto il pallone e fare un passaggino rasoterra al portiere?! Comprendo invece l'errore di Tonetto: per carità, succede. Tiri forte e va alto. Almeno c'hai provato. Però proprio quel rigoraccio osceno di Vucinic non lo digerisco. Cavolo: picchiaci dentro una botta, anche centrale se vuoi. Oppure tenta di angolarla; o fa' una finta. Non regalare il palloncino al portiere...

Peccato davvero. La Roma avrebbe potuto dedicarsi con la massima tranquillità alla Champions, visto che non ha altri impegni pressanti. Tuttavia, piano a parlare si sfortuna: è vero che i giallorossi avevano numerose assenze, ma anche l'Arsenal era priva di uomini fortissimi, a partire da Fabregas.

[foto via roma]

mercoledì 11 marzo 2009

Manchester-Inter 2-0: inglesi troppo forti

Come avevo previsto, il Manchester passa il turno superando l'Inter per 2-0, dopo lo 0-0 a San Siro. In 180 minuti, gl'inglesi si son dimostrati abbondantemente superiori dal punto di vista atletico e tecnico. Ho notato anche una maggiore tenuta nervosa degli uomini di Ferguson.

Stupendo Ronaldo, specie nel secondo tempo. Irresistibile Giggs. Tutti gli altri, Rooney incluso, sono al servizio di quei due. Squadra compatta e cattiva.

Adesso, si accenderanno le polemiche sulla scelta di Moratti: hai mandato via Roberto Mancini per vincere sia il campionato sia la Champions con Mourinho, e invece esci ancora agli ottavi. Secondo me, non è tanto il doppio scontro col Manchester da criticare, quanto il fatto che il secondo posto nel girone di qualificazione ha condannato Ibra e compagni a giocarsela contro la più forte del mondo.

Comunque, l'eliminazione non è un male che nuoce del tutto. Se l'Inter avesse passato il turno, la dirigenza nerazzurra si sarebbe magari illusa di aver allestito una rosa vincente: in realtà, siamo di fronte a una squadra senza un regista e che ha bisogno come l'ossigeno di innesti in tutti i reparti.

[foto via manutd]

martedì 10 marzo 2009

Juve-Chelsea 2-2: Ranieri elimina i bianconeri da scudetto e Champions


Che la rosa della Juve non sia all’altezza per vincere campionato e Champions è una favoletta messa in giro da chi non vuol guardare in faccia alla realtà. Che ci dice questo: Ranieri non è un allenatore da Juve. La Zebra non ha un gioco, sfrutta malissimo Del Piero e gli altri attaccanti, non fa pressing a centrocampo e si ritrova con una difesa priva d’identità: nessuno ha capito se applica il fuorigioco o se la linea del reparto arretrato si ferma all’area di rigore, quasi paralizzata dalla paura.

Ranieri ha basato la stagione della Juve sulla corsa, sulla ferocia agonistica, sullo sprint nei primi 20 metri. Quando la benzina finisce, anche la Juve di Ranieri va ko.

La gestione di Giovinco è stata allucinante: se uno poteva dar fastidio ai lungagnoni molli del Chelsea, questi era proprio il ragazzino bianconero. Infatti, con lui in campo nella seconda metà della ripresa, la Juve ha messo paura agli inglesi.

Sarebbe anche ora di finirla con questa storia che i bianconeri sono appena risaliti dalla serie A. Come se avessero dovuto rifondare una squadra, che invece ha mantenuto i suoi pezzi migliori e ha ricevuto ossigeno dal vivaio. Per rispetto dei tifosi della Juve, sarebbe il caso di dare la gloriosa armata bianconera in mano a un allenatore che abbia le capacità tattiche e le caratteristiche temperamentali di Trapattoni, Lippi, Capello.

Tenendo Ranieri, il rischio è che la prossima stagione la Juve becchi ancora sette punti di distacco dall’Inter ed esca contro una squadra come il Chelsea (tutto, fuorché imperforabile). Con Mourinho in panca al posto di Ranieri, la Juve sarebbe stata prima in campionato; e con Hiddink, stasera avrebbe passato il turno. E poi basta con quei continui battibecchi contro Mourinho e l’Inter: sono soltanto dannosi per la Juve.

Perché Ranieri è una bravissima persona. Oltre che un grande allenatore. Ma di squadre medie e piccole. I colossi come Chelsea e Juve non fan per lui.

Chiudo con applauso al pubblico di Torino, commovente prima, durante e dopo la partita.

[foto chelsea]

giovedì 5 marzo 2009

Gossip dell'ultima ora: Milito all'Inter?


Cruz più Suazo (ora in prestito al Benfica) più un pacco enorme di soldi: sui 20 milioni di euro. Sarebbe questo il prezzo che Moratti potrebbe pagare a Preziosi per strappare Milito al Genoa. È soltanto un gossip che ho raccolto due minuti fa.

L'altro obiettivo del Petroliere è Diego, del Werder Brema. Più un paio di difensori centrali.

E così l'Inter darebbe di nuovo l'assalto a scudetto e Champions, nella stagione 2009-10, con la seguente formazione titolare:

Julio Cesar

Maicon

Samuel

Cordoba

Santon

Zanetti

Cambiasso

Diego

Stankovic

Ibrahimovic

Milito

mercoledì 4 marzo 2009

Samp-Inter 3-0: Rivas è lo specchio della difesa nerazzurra


Gli “esperti” dicono che Mourinho ha a disposizione una rosa ampia e fortissima. Io sostengo che quei giocatori sono i più sopravvalutati della Terra. Se ci fosse bisogno di una prova, i “sapienti” di cui sopra osservino la prestazione del signor Rivas a Genova con la Samp, nella semifinale d’andata della coppa Italia.

Il colombiano, dopo il disastro di Champions con il Manchester (nel primo tempo, Giggs ha fatto quello che ha voluto), s’è ripetuto qualche minuto fa. Palla al piede al limite della propria area, ha pensato bene di fare un bell’assist in favore di Cassano. Inevitabile che Materazzi si imbestialisse col compagno di reparto. Toldo ne ha avuto pietà, glissando con classe.

La vita dei calciatori professionisti è strana: ci sono tanti ragazzotti che giocano in serie B e ancora più in basso, che potrebbero spiegare a Rivas come si fa uno stop e come s'imposta dalla propria trequarti. Invece, nessuno se li fila.

La verità è che l’Inter ha soltanto un difensore di livello internazionale: Samuel. Dopodiché, c’è Materazzi, che però non è più un adolescente e soffre nelle partite che contano: vedi Liverpool-Inter della scorsa stagione, quando venne espulso dopo pochi minuti. Cordoba? Un ottimo centometrista. Ma adesso è fuori forma, fa soltanto pasticci. In quanto a Chivu, è di cristallo: passa un sacco di tempo a farsi incollare in infermeria. Su Burdisso, mi sono già espresso più volte in passato. Mentre Maxwell abbocca a tutte le finte. Resta Julio Cesar. Che però i miracoli non può farli sempre. E Santon è appena nato, seppure fortissimo. Mentre Maicon è tutto fuorché un difensore: un'ala grandissima (ora non in condizione).

Presi dalla disperazione, prima Roberto Mancini e poi Mou hanno ripiegato spesso su Cambiasso centrale di difesa.

Con quella retroguardia, per strappare uno squallido pareggino a Manchester, ci vorrà una congiunzione astrale particolare, che favorisca l’Inter in ogni zona del campo: rimpalli, rimbalzi, tiri fuori di qualche millimetro, pali, traverse, salvataggi sulla linea. Con Julio Cesar versione Jàšin.

Questa sarà l’Inter di Manchester: un catenaccio tenuto in piedi con lo sputo, visti i difensori che si ritrova Mou. E i centrocampisti davanti alla propria area di rigore. Dopodiché, si butta la chiave di quella cassaforte di pastafrolla, e si spera che il tempo passi rapidamente.

A inizio stagione, Mourinho era perfettamente consapevole del materiale che aveva a disposizione, tanto da ripetere più volte che la rosa è troppo vasta.

In quanto al campionato, il discorso è apertissimo. La prossima giornata è decisiva. Se l'Inter perde in Liguria col Genoa, e la Juve vince il derby col Toro, può succedere di tutto. Anche perché, dopo, sono in arrivo le reazioni psicologiche agli incontri di Champions: un pazzo marzo che cambia i destini di Inter e Juve.

[foto Inter]

martedì 3 marzo 2009

Lazio-Juve 2-1: ad allenatori invertiti, finiva 0-3


La rosa della Juve è due spanne superiore a quella della Lazio. Però la semifinale d'andata della coppa Italia, a Roma, è finita 2-1 per i biancazzurri. Perché? Semplice: questione di allenatori. Delio Rossi è un tipo coraggioso, che non ha esitato a schierare Rocchi, Pandev e Foggia; più Matuzalem e Ledesma a centrocampo, che non sono granché difensivi. Fantasia a volontà. Invece, Ranieri ha buttato nella mischia i soliti corridori. Risultato, quand'è finita la benzina, la Juve (che s'era portata avanti con Marchionni) è andata sotto di brutto.

Ad allenatori invertiti, finiva 0-3.

Se fossi nella dirigenza bianconera, non ci penserei due volte a tentare di portare a Torino Delio Rossi. Che ovunque è andato ha sempre fatto giocare bene le proprie squadre, con moduli offensivi. Dategli una società gloriosa come la Juve, e magari la grande Zebra tornerà a vincere lo scudetto.

E francamente, adesso mi pare fuori luogo che Ranieri parli ironicamente di "Stile Inter" (l'ha fatto a fine partita), riferendosi all'appoggio dato dalla società di Moratti a Mourinho. Se lo scontro rimane fra Ranieri e Mou, posso condividere: è dai tempi del Chelsea che i due si beccano. Ma proprio non capisco perché mettere nel mirino pure Moratti.

Inter-Juve: tremendo scontro sui loro siti Internet. "Dopo aver letto con attenzione..."



I nemici dell’Inter han trovato pane per i loro denti: Mourinho. Dopo decenni in cui nessun allenatore interista ha saputo difendere con altrettanta abilità la società nerazzurra in tv e sui mass media in generale, è arrivato il Grande Castigatore. Che parla bene, usa iperboli e metafore, manda a quel paese allegramente mezzo mondo. Come non erano stati capaci di fare né Simoni né Cuper né Roberto Mancini. Come non erano riusciti a fare i dirigenti di Moratti.

Qui ci troviamo di fronte a un allenatore che le canta a dovere. È la storia che cambia: una volta, Milan e Juve si spartivano gli scudetti, con le allegre incursioni di Roma e Lazio a cavallo del Giubileo. Adesso, l’Inter si pappa tutto senza spartire la torta. La qual cosa fa imbestialire molti personaggi.

Come se non bastasse, ci si è messo pure un Grande Comunicatore a stordire gli accusatori, parlando di "manipolazione intellettuale".

L’Inter l’ha capito. La prova? Questo duello su Internet.

Prima, la richiesta della Juve (foto su) di dissociarsi dalle parole dei Mou: "Dopo aver letto con attenzione le gravi dichiarazioni rilasciate dall’allenatore dell’Inter, la Juventus manifesta stupore e sdegno e chiede all’Inter di dissociarsi pubblicamente da tali esternazioni. Con le sue dichiarazioni, l’allenatore dell’Inter ha mancato di rispetto non solo alla Juventus e ai suoi 14 milioni di tifosi, ma a tutto il calcio italiano. Piuttosto che alimentare una pericolosa cultura del sospetto, i rappresentanti delle società hanno il dovere di dimostrare educazione e senso di responsabilità – prima, durante e dopo le partite – per sostenere l’evoluzione del calcio italiano e della sua immagine internazionale".



Poi il sito nerazzurro (foto su) che risponde per le rime: "Dopo aver letto con attenzione la nota ufficiale di Juventus F.C., si sottolinea che José Mourinho ha risposto in maniera chiara ed esplicita a un attacco di pari livello. Il nostro allenatore ha espresso le sue idee, senza insinuazioni, senza malizia, con sincerità, secondo il suo stile, molto apprezzato dalla Società".

In sintesi: siamo d’accordo con il nostro allenatore. Noto anche un po' d'ironia nella nota dell'Inter. Che parte come la Juve (vedi su il corsivo): "Dopo aver letto con attenzione...".

Io non mi schiero. Dico soltanto che, oggi, fuori dal campo l'Inter le prende e le dà. Fino a qualche mese fa, le prendeva e basta.

domenica 1 marzo 2009

Inter-Roma 3-3: ecco perché Mourinho deve fare catenaccio contro il Manchester


Dopo Inter-Manchester, Mourinho è stato criticato perché avrebbe giocato troppo in difesa contro gl’inglesi. In realtà, la scelta del portoghese è stata intelligente. Come vado sostendendo da tempo, l’Inter ha una rosa enormemente sopravvalutata. Non è in grado di imporre il proprio gioco contro le grandi. Non ha un centrocampo e, soprattutto, una difesa in grado di sostenere gli attacchi avversari in velocità.

Di questo, Mou è consapevole. Risultato: catenaccio a tutto spiano quando hai un nemico tecnicamente e atleticamente più valido di te. Così ha fatto col Manchester a Milano nel primo tempo. Così dovrà fare lì in Inghilterra, per tutta la partita di ritorno. Anzi, peggio: dovrà rintanarsi nella propria area di rigore. Sperando in un piccolo contropiede. Zero a zero nei 90'; zero a zero nei supplementari; e poi rigori. Che vinca il più debole: l'Inter.

Invece, se Mou darà retta alle sirene (fare gioco, stare aperti), perderà di sicuro. Il pareggio per 3-3 con la Roma ne è la prova. Ha voluto giocarsela alla pari contro una squadra che ha centrocampisti d’oro (come De Rossi) e punte velocissime (come Vucinic). Errore pagato a caro prezzo. I ragazzi di Spalletti hanno infilato i nerazzurri tre volte, e potevano farlo in altre sette circostanze.

Fai 3-3 in casa tua, a San Siro, col Manchester e sei morto: al ritorno ti sbranano loro in contropiede.

Capitolo Ibrahimovic. Ci si chiedeva perché Mou non lo facesse mai riposare. Pochi minuti fa, la risposta: l’Inter ha soltanto tre fuoriclasse. Uno è lo svedese, che non ha giocato contro la Roma. Un altro è Maicon, un po’ giù di condizione, visto che spinge come un forsennato da inizio stagione. Un terzo è Julio Cesar, che però non può segnare. Se togli Ibra, l’Inter non è più una grande squadra. Ci sarebbe anche Balotelli, se acquistasse maggiore continuità.

Infine, un’osservazione sui tifosi nerazzurri. Perché han fischiato Balotelli nel primo tempo? Non è colpa del ragazzo se San Siro è un campo scivoloso e pericolosissimo per muscoli e tendini. Mario non stava in piedi per via dei tacchetti. I suoi primi 45 minuti sono stati una scivolata unica. Poi, nel secondo tempo, ha pareggiato da solo con un rigore dubbio: al posto dell'arbitro Rizzoli, non l'avrei dato, ammonendo l'attaccante per simulazione. Tuttavia, avrei anche fermato Baptista sul gol dell'1-3 per fallo su Cambiasso.

[foto via flickr.com/photos/giagir]

Samp-Milan 2-1: Cassano, tu hai la fantasia di Zico


Oggi ho visto un talento sconfinato. Il suo nome è Cassano. Ha illuminato la domenica calcistica. Non soltanto l'1-0 spaccapartita di Samp-Milan 2-1, ma poi dribbling, scatti, stop col piedino dolcissimo, finte. La magia infinita è arrivata quando il barese ha fatto l'assist a Pazzini: un passaggio di incommensurabile fantasia. Tutti avrebbero crossato lungo o tirato; Cassano invece l'ha data verticale per la punta blucerchiata.

Cassano mi ricorda sempre di più Zico. Per l'inventiva che ha pochi eguali nel calcio d'oggi. Per la delicatezza e la morbidezza degli assist, che arrivano sempre col contagiri. Per la freddezza nei momenti decisivi. Oltreché per il baricentro basso che non gli fa mai perdere l'equilibrio.

Complimenti alla dirigenza Samp, che ha avuto l'intelligenza di comprarlo. Di sicuro, se fossi il presidente di una grande squadra, gli farei ponti d'oro. Magari è un po' diverso il discorso Nazionale: lì ci sono equilibri molto più delicati e complessi. Certo che se Cassano è ancora in queste condizioni alla vigilia del Campionato del mondo, Lippi non potrà fare a meno di convocarlo.

Samp-Milan 2-1. L’allucinante paradosso dei rossoneri: devono urlare “Forza Inter” per entrare in Champions


È il momento più basso del Milan gestione Berlusconi. La squadra di Ancelotti è fuori dalla coppa Italia, dalla coppa Uefa, dalla lotta scudetto. E rischia di non entrare fra le prime quattro. A Genova, è stato battuto dalla Samp 2 a 1: il gol di Cassano (1-0) era regolarissimo. Eppure ci sono state proteste veementi. Segno che neppure i nervi tengono più.

Ma l’aspetto più allucinante sia per la società di via Turati sia per i suoi tifosi è un altro: devono tifare Inter. Proprio così: gli odiatissimi cugini che potrebbero addirittura raggiungere un leggendario quarto scudetto di fila (terzo sul campo). Il motivo del tifo pro Moratti? Semplice: l’Inter deve incontrare tutte le avversarie del Milan per la zona Champions. A cominciare da Roma e Genoa. Se il team di Mourinho fa strage di punti, allora i rossoneri possono ancora sperare di arrivare fra le prime quattro. Invece, se perde o pareggia negli scontri con le “nemiche Champions” del Milan, la strada per i berlusconiani si fa dura.

Ci mancava solo questa per i tifosi del Milan: mettersi davanti alla tv a urlareForza Inter”. Quante ne hanno dovute digerire quest’anno: da una squadra imbottita di mezze punte e trequartisti a un acquisto stranissimo come quello di Beckham. Un vero affare. Per l’inglese. Che, grazie al Milan, ha riconquistato la Nazionale di Capello.

Chiudo con un’opinione personalissima. Ad Ancelotti i tifosi rossoneri dovrebbero soltanto dedicare un monumento: ha vinto due Champions con squadre non irresistibili. Per la prima, ha pareggiato tre partite (semifinali con l’Inter e finale con la Juve) per strappare il trofeo; per la più recente (contro il Liverpool), ha fatto i miracoli. Credo che con un altro allenatore, quest’anno il Milan sarebbe ancora più giù in classifica. Sarebbe un grave errore sbarazzarsi di Ancelotti. Trovatene un altro che mette insieme con la colla una rosa di giocatori così storta e anomala.

[foto via Samp]