martedì 30 settembre 2008

Mourinho deve trasformarsi in Freud per far vincere l'Inter di Moratti?

Juve-Inter del 1998: i nerazzurri devono vincere per conquistare lo scudetto. Niente da fare: dopo pochi minuti, Del Piero è già in gol. Lazio-Inter del 5 maggio 2002: Cuper e Ronaldo hanno lo scudetto in mano; risultato 4-2 e dramma. Due derby di Champions col Milan, due eliminazioni. Poi, fuori agli ottavi o ai quarti di Champions negli anni successivi per mano di Villareal, Valencia, Liverpool. Due stagioni addietro, è pronta la festa scudetto a San Siro, ma la Beneamata le prende di brutto dalla Roma, salvo rifarsi a Siena. Qualche mese fa, l'Inter deve battere il Milan nella tana del Diavolo e prendersi lo scudetto: perde 2-1.

Insomma, la squadra del Petroliere, al momento giusto, crolla. Eccezione: Parma-Inter 0-2 dell'ultima di campionato scorso, grazie ai prodigi di Ibra.

E arriviamo al derby di qualche ora fa, giocato male, proprio quando il Milan andava allontanato dai vertici della classifica.

Perché l'Inter cade sul più bello? È un problema psicologico? Mourinho deve trasformarsi in Freud per vincere? Deve psicanalizzare società e giocatori?

lunedì 29 settembre 2008

Ronaldinho o Hatley: milanista che godi, chi preferisci?

















































Caro milanista che godi, te l'avevo detto: Ronaldinho è ancora straordinario. Eppure, quando l'avevo pronosticato, ero stato preso un po' in giro, con mail birichine.

Ma qui ti pongo un quesito. Fra il colpo di testa di Ronaldinho nel derby più recente (foto in alto via gazzetta.it) e quello di Hatley (foto in basso via http://acmilan.forumup.it/) quale preferisci? Ti ricordo che, col gol dell'inglese, il Milan vinse il derby 2-1 il 28 ottobre 1984. Si vede che il 28 accadono eventi eccezionali...

sabato 27 settembre 2008

Mourinho: se perdi il derby, ti crocifiggono

La sua più recente conferenza stampa ha provocato un terremoto: nel mirino aveva Ranieri, Beretta e chi ha una mentalità chiusa e ristretta. Parlo di Mourinho, allenatore dell'Inter, il quale sta portando scompiglio nel calcio italiano. Il motivo? In genere, quando un mister ha un microfono sotto il naso, si esprime nei seguenti termini: "scendiamo in campo per vincere; meritavamo qualcosina di più; abbiamo raccolto qualcosina di meno; c'è qualcosina da rivedere; vedremo cosa succederà". È un modo per non avere rogne. Io allenatore parlo in conferenza stampa, dico una banalità dietro l'altra, non mi sbilancio, e faccio contenti tutti, pure lo studio televisivo che mi fa un bell'applauso e mi ringrazia.

Invece, Mourinho ha portato aria nuova. Concetti chiari e decisi, opinioni nette, giudizi espressi senza peli sulla lingua. È questo il vero modo di rispettare il lavoro dei giornalisti e i lettori. Sono in pochi ad apprezzarlo.

Ma c'è un boomerang. La mancanza di diplomazia porta con sé invidia, gelosia, rabbia, frustrazione da parte di chi si sente offeso, tirato in ballo. La cricca degli omini grigi che vogliono un calcio conformista è pronta ad assalire Mourinho alla prima batosta. E il derby arriva a puntino. Se il portoghese le prende dal Milan, verrà crocifisso dalla marea di mediocri che animano il nostro calcio. Preparati, José.

[foto blogs.manchestereveningnews.co.uk]

Somma di gol nel derby Milan-Inter: scommetti 100 euro su più di 4 gol e vinci 500 euro. Allettante

Quota Snai interessante: la somma di gol del derby Milan-Inter è data a 5. Giochi 100 euro e ne vinci 500. Considerando che i due attacchi sono atomici (peccato manchi Borriello) e le difese scarsucce, non mi pare un'idea malavagia quella di tentare la fortuna.

Magari un golletto nei primi minuti può dar vita al festival delle segnature. Affinché le probabilità di reti si alzino, è necessario che i portieri (Abbiati per il Milan e Julio Cesar per l'Inter) non abbiano intenzione di prendere 8 in pagella. In più, l'arbitro Morganti dev'essere severo nei pressi dell'area di rigore e assegnare senza difficoltà punizioni in favore di chi attacca, oltre ad avere l'occhio lungo per quanto accade in area stessa, per concedere un penalty.

Da non trascurare anche le quote del 3-2 e del 2-3: la posta viene pagata 30 volte.

ps Queste informazioni non danno alcuna certezza di vincere. Non intendo causare un rischio per chi scegliesse di utilizzarle in una qualsiasi attività.

mercoledì 24 settembre 2008

La Juve più lenta degli ultimi 30 anni

Parlavo di Juve più noiosa degli ultimi 30 anni: qui. Sono stato criticato. Mi han chiesto: ma da chi ti sei fatto raccontare le partite dei bianconeri? Effettivamente, mi devo correggere: è la Zebra più lenta degli ultimi 30 anni. L'ho vista con il Catania. Fa tutto al rallentatore e in orizzontale.

Non solo: impiega decine di passaggi prima di arrivare in zona tiro. Viene per ora tenuta abbastanza in alto da Amauri; ma siccome trattasi di gioco di squadra, l'italo-brasiliano non può fare tutto da sé.

Ranieri non ha responsabilità: non sarà certamente lui a dire ai ragazzi di andare piano. È che la squadra ha evidenti limiti atletici, prim'ancora che tecnici.

E tre partite alla settimana pesano. Forse è il caso che, sin da ora, la Juve scelga di puntare esclusivamente allo scudetto, così da scucirlo all'odiatissima Inter. Che vola via di già.

foto qui

sabato 20 settembre 2008

Campionato e Champions 2008/09: arbitri e guardalinee decisivi come non mai

Finale del campionato del mondo del 1978: l'arbitro italiano Gonella commette una serie di errori a favore dell'Argentina, che batte l'Olanda 3-1 ai tempi supplementari. La nostra giacchetta nera è in perfetta buona fede. Semplicemente, è inadeguato. Il motivo? Quell'incontro si giocò a ritmi elevatissimi, fra due squadre velocissime. Per l'epoca, si trattava di una rarità, cui né Gonella né altri erano abituati. Wikipedia parla di un "Gonella troppo condizionato dal caldissimo tifo del pubblico di Buenos Aires": è un'opinione.

Ma quella finale fece anche da spartiacque. Da allora, le partite decisive si sono disputate a mille all'ora, con atleti preparatissimi e sotto massima pressione. E gli arbitri? Sono rimasti indietro: molto più lenti e impacciati dei giocatori.

Un ritardo via via aumentato negli anni, specie dalla comparsa del Milan di Sacchi (squadra altamente spettacolare), che con il pressing mostruoso ha reso gli scontri a centrocampo molto più duri e frequenti.

Risultato: sempre più di frequente, un arbitro decide (senza volerlo) un incontro. Chi dice il contrario è un ipocrita. Basti pensare alla direzione di Ceccarini nel famoso Juve-Inter del 1998, che ammonì con grave ritardo Iuliano e Davids (andavano espulsi presto per i ripetuti falli su Ronaldo) e non vide il fallo da rigore dello stesso Iuliano sul brasiliano.

I giocatori approfittano della scarsa preparazione degli arbitri, protestando di continuo: è un reclamo costante, effettuato specie dai calciatori più importanti, quelli che la giacchetta nera ha più paura di ammonire o espellere. Si veda, in merito, il comportamento di Rizzoli che, mandato più volte a quel paese da Totti, non ha avuto l'ardire di espellere il romanista (aprile 2008).

Ma ancor più decisivi, spesso, sono quei signori con la bandierina in mano. Fateci caso; ci sono attaccanti che passano 90 minuti a dire ai guardalinee: "Avete sbagliato" (facendo segno di no col dito indice). Perché? Perché sanno bene che - a furia di protestare - prima o poi l'uomo in nero, se indeciso, cioè se trattasi di fuorigioco che si decide sui millimetri, tiene giù la bandiera gialla. Il guaio è che diventa sempre più complicato quel lavoro: la linea difensiva e quella offensiva si incrociano di continuo con grande rapidità.

Arrivo a oggi. Nella stagione 2008-09, il campionato italiano e la Champions saranno straordinariamente equilibrati. Ossia, ci saranno numerose partite decisive giocate alla morte, fino al novantesimo e oltre. Arbitri e guardalinee rischieranno di andare in tilt. Prevedo un numero enorme di errori, con vivaci proteste a tutto spiano. Come non era mai accaduto in passato.

[nella foto, il leggendario Moreno di Corea del Sud-Italia: in malafede? No: inadeguato, come tanti arbitri]

giovedì 18 settembre 2008

La Juve più noiosa degli ultimi 30 anni

Raramente ho visto giocare così male una partita alla Juve. Con lo Zenit, ha raggiunto livelli bassissimi. Organizzazione scarsa, piedi buoni a centrocampo quasi zero (specie dopo l'uscita di Camoranesi), verticalizzazioni rarissime.

La Juve è un concentrato di agonismo. Reggerà finché le gambe andranno a mille; poi, arriverà il crollo, proprio come la scorsa stagione, quando si parlava di scudetto fino a febbraio 2008.

Con lo Zenit, è arrivato uno strano autogol, su tiro di Del Piero. Ma non sempre lo stellone sorriderà.

Fra quelle che ho visto io, trattasi della Juve più noiosa degli ultimi 30 anni.

domenica 14 settembre 2008

Un mistero di nome Mellberg

Nelle serie inferiori, ci sono mediani e terzini che potrebbero fare una discreta carriera anche in una squadra di A. Perché sono ancora lì che sgomitano nel marciume degli scalcagnati campi di semiperiferia? Un po' perché non hanno conoscenze, un po' perché mai nessuno è andato a osservarli nei momenti giusti, un po' per l'incapacità dei dirigenti del nostro campionato.

Dalle stalle alle stelle, invece c'è chi ha la fortuna sfacciata di giocare in A. Addirittura, arriva in uno dei club più prestigiosi del pianeta: la Juve. Il suo nome è Mellberg.

Alla prima giornata, ha fatto segnare Gilardino: guaio che potrebbe costare lo scudetto ai bianconeri. Pochi minuti fa, aveva regalato il pareggio all'Udinese. E allora, come fa a essere il centrale titolare della Juve? Mistero.

Sì, fino a qualche anno fa, era decente. Ma adesso, a 31 anni, ha perso reattività neuromuscolare. Son certo che ne combinerà altre.

venerdì 12 settembre 2008

Mourinho e il debito verso Figo: soltanto pettegolezzi

Circola una storiella su Mourinho e Figo alla quale non do alcun credito: la classica leggenda metropolitana. Di che si tratta? Secondo gli untori da bar, Figo avrebbe fatto pressione su Moratti affinché il Petroliere si sbarazzasse dell'allenatore Roberto Mancini e - al posto di questi - chiamasse Mourinho, portoghese come l'ala nerazzurra. Dopodiché, per sdebitarsi, il nuovo mister avrebbe fatto partire da titolare Figo contro la Roma in Supercoppa e poi all'esordio di campionato in Samp-Inter.

Io non ci credo. Spazzatura. Secondo me, Mourinho ha voluto sperimentare le qualità atletiche di Figo, verificandone la tenuta. Infatti, non gli ha fatto disputare i 90 minuti in nessuna delle due occasioni.

martedì 9 settembre 2008

Follie da Energy Drink: l'anticamera del doping

Partita di calcio fra dilettanti, spogliatoio: ragazzotti in mutande tracannano cinque e più lattine di Energy Drink a testa tutto in un botto. Dove siamo, a ignorantopoli? No, in Italia. Dove tutti vedono e sentono, ma hanno il terrore di raccontare. Sicché vi narro queste simpatiche storielle.

Succede che, in un supermercato qualsiasi dello Stivale, per pochi euro ti porti a casa bibite energizzanti in grandi quantità. Di che trattasi? Di bevande che hanno dentro - fra l'altro - le xantine (compresa la caffeina).

Sono lecite? Certo che sì. Non ce l'ho con chi le produce e le mette in commercio.

Se ne bevi una lattina, ti carichi di energia. Magari sei reattivo, esplosivo, efficace, rapidissimo: una tigre. Niente di male, credo.

Tuttavia, c'è anche chi - anziché una lattina - se ne ingoia almeno cinque o anche di più e tutte in un colpo. L'ho visto fare io. L'hanno visto in parecchi. Prima di un incontro sportivo fra dilettanti.

Occhio: se esageri, se ti mandi giù litri di energia liquida, ti si può alzare la pressione arteriosa; potresti mettere a rischio il cuore.

E ricorda che quella di infarcire l'organismo di cinque e passa lattine di Energy Drink tutte in una volta è una pura e semplice anticamera del doping: perché a un certo punto, cinque Energy Drink ingollati a tutta forza non ti bastano più; e hai bisogno di roba ancora più forte, che magari vai a cercare in Internet. Sì, l'inizio dell'abisso. Tutto per un golletto sotto gli occhi di qualche ragazza.

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domenica 7 settembre 2008

Lippi: solo fortuna con Cipro? No: Di Natale l'ha voluto lui...

Mi dicono dalla regia che Lippi sarebbe un ct fortunato: vedi qui. Prova ne sia la più recente vittoria a Cipro, dove meritavamo di perdere. Dunque, su quest'ultimo punto penso non ci siano dubbi: dovevano farci fuori con un paio di golletti di scarto. E lo stesso tecnico viareggino ha ammesso la botta di sedere. In generale, invece, sulla fortuna di Lippi avrei da eccepire.

Mi spiego. È pur vero che la Dea bendata - nella vita come nel calcio - è capace di imbizzarrirsi e di farti perdere o vincere. Così com'è palese che il football sia lo sport dove più conta la fortuna: è la meno scientifica delle discipline. Tuttavia, va ascritto un grande merito a Lippi, in relazione esclusivamente della partita con Cipro: ha schierato Di Natale titolare.

Quanti altri allenatori avrebbero messo in campo il novello Totò nazionale? Tutti i ct gli avrebbero consentito di giocare un po' come crede, specie convergendo da sinistra?

Suvvia: la dabbenaggine dei ciprioti sotto porta è fortuna pura; la scelta di Di Natale una medaglia per il ct. Altri mister sarebbero tornati in patria con lo 0-1 sul groppone, perché magari non avrebbero inserito il nostro Totò.

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sabato 6 settembre 2008

Ma chissenefrega del doping dei professionisti... Il vero dramma è il doping fra i dilettanti

Hai davanti la possibilità di guadagnare un milione di euro l'anno. In che modo? Devi metterti ogni giorno i mutandoni bianchi e correre dietro a un pallone. Se sei poco dotato tecnicamente e hai bisogno di correre più degli altri, nessun problema: ci sono le pilloline giuste che ti aiutano. Questo è il doping fra i professionisti dello sport, specie del calcio. Dove chi riesce a drogarsi in modo adeguato e sfuggendo ai controlli può davvero mettere da parte una fortuna (milioni di euro l'anno fra contratti, sponsorizzazioni, premi, comparsate, servizi fotografici).

Fa storia a sé il doping fra i dilettanti. Si sparano di tutto nel sangue pur di vincere il prosciutto alla gara ciclistica della domenica, o di esibirsi in corse senza fine nei campi da calcio. Magari con la speranza di essere osservati e poi chiamati da una squadra di alto livello. Mi pare che questo doping dei disperati, dei dimenticati, degli agognanti, degli invidiosi, sia infinitamente più drammatico di quello dei professionisti. Che si pompano ma in cambio ottengono una quantità di denaro spaventoso.

Eppure, sui mass media l'attenzione si concentra sui grandi campioni, sui malati di adesso che una volta spaccavano il pallone in mille pezzi con un tiro oppure che riuscivano a scalare montagne in bici come fossero in moto o che parevano lampi sui 100 metri o che avevano bicipiti tali da spaventare gli avversari.

L'impatto reale del doping va cercato nelle infinite fogne dove topolini incarogniti si spartiscono pezzetti di formaggio, e non nei ristoranti di lusso frequentati da novelli Zii Paperoni grossi e arroganti come serpenti boa.

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giovedì 4 settembre 2008

Chissà quando il Real Madrid si sciropperà più un attaccante brasiliano...

Si tratta di coincidenze, certo; ma di quelle che ti restano impresse nel cervello. Le due più recenti punte brasiliane del Real Madrid, Ronaldo e Robinho, non hanno lasciato un bel ricordo. Il primo doveva fare sfracelli, e invece si è limitato a qualche golletto di scarsa importanza, sciogliendosi nei momenti decisivi. L'altro è voluto fuggire a ogni costo, forse stanco di dover scendere in campo per vincere sempre e comunque.

Credo che a Madrid non vogliano più vedere per un po' di tempo i calciatori carioca con la divisa bianca. Peccato, perché né Ronaldo né Robinho rappresentano - per una squadra di club - davvero l'attaccante brasiliano: uno che ti aiuta se sei in difficoltà, per esempio quando stai perdendo 1-0 fuori casa. Discorso diverso per la Nazionale, dove Ronaldo ha sempre segnato tanto.

mercoledì 3 settembre 2008

Caro Quaresma, Mourinho ti permetterà soltanto la trivela. E la rabona? Al massimo, sul 5-0

Dalla Gazzetta dello Sport online di poche ore fa, una foto di Quaresma che fa la rabona. Nella dida, viene confusa con la trivela. Questo piccolo errore - poi scomparso - mi dà lo spunto anzitutto per chiarirvi la differenza fra i due colpi.

1) Trivela. L'uso dell'esterno del piede (destro nel caso di Quaresma) sia per crossare sia per tirare, quando sarebbe lecito attendersi un colpo con il sinistro.

2) Rabona. È un movimento per colpire la palla. Si sposta il piede con cui si calcia (nel caso di Quarema, il destro) dietro il piede di appoggio, incrociandolo con quest'ultimo. Risultato: un cross abbastanza teso o - più raramente - un tiro morbido.

Ma Quaresma si esibirà in quei due colpi? Per quanto riguarda la trivela, sì, e spesso. Perché trattasi di giocata efficace; dà fastidio ai portieri. E la rabona? È più spettacolare che altro. Credo che Mourinho dica al ragazzo: fallo se mai saremo sul 5-0 a pochi minuti dalla fine. Ma magari l'attaccante portoghese non gli darà retta...