
Finale del campionato del mondo del 1978: l'arbitro italiano Gonella commette una serie di errori a favore dell'Argentina, che batte l'Olanda 3-1 ai tempi supplementari. La nostra giacchetta nera è in
perfetta buona fede. Semplicemente, è inadeguato. Il motivo? Quell'incontro si giocò a ritmi elevatissimi, fra due squadre velocissime. Per l'epoca, si trattava di una rarità, cui né Gonella né altri erano abituati. Wikipedia parla di un "
Gonella troppo condizionato dal caldissimo tifo del pubblico di Buenos Aires": è un'opinione.
Ma quella finale fece anche da spartiacque. Da allora, le partite decisive si sono disputate
a mille all'ora, con atleti preparatissimi e sotto massima pressione. E gli arbitri? Sono rimasti indietro: molto più lenti e impacciati dei giocatori.
Un ritardo via via aumentato negli anni, specie dalla comparsa del Milan di Sacchi (squadra altamente spettacolare), che con il
pressing mostruoso ha reso gli scontri a centrocampo molto più duri e frequenti.
Risultato: sempre più di frequente, un arbitro decide (senza volerlo) un incontro. Chi dice il contrario è un ipocrita. Basti pensare alla direzione di
Ceccarini nel famoso Juve-Inter del 1998, che ammonì con grave ritardo Iuliano e Davids (andavano espulsi presto per i ripetuti falli su Ronaldo) e non vide il fallo da rigore dello stesso Iuliano sul brasiliano.
I giocatori approfittano della scarsa preparazione degli arbitri, protestando di continuo: è un reclamo costante, effettuato specie dai calciatori più importanti, quelli che la giacchetta nera ha più paura di ammonire o espellere. Si veda, in merito, il comportamento di
Rizzoli che, mandato più volte a quel paese da Totti, non ha avuto l'ardire di espellere il romanista (aprile 2008).
Ma ancor più decisivi, spesso, sono quei signori con la bandierina in mano. Fateci caso; ci sono attaccanti che passano 90 minuti a dire ai guardalinee: "Avete sbagliato" (facendo segno di no col dito indice). Perché? Perché sanno bene che - a furia di protestare - prima o poi l'uomo in nero, se indeciso, cioè se trattasi di fuorigioco che si decide sui millimetri, tiene giù la bandiera gialla. Il guaio è che diventa sempre più complicato quel lavoro: la linea difensiva e quella offensiva si incrociano di continuo con grande rapidità.
Arrivo a oggi. Nella stagione 2008-09, il campionato italiano e la Champions saranno straordinariamente equilibrati. Ossia, ci saranno numerose partite decisive giocate alla morte, fino al novantesimo e oltre. Arbitri e guardalinee rischieranno di andare in tilt. Prevedo un
numero enorme di errori, con vivaci proteste a tutto spiano. Come non era mai accaduto in passato.
[nella foto, il leggendario
Moreno di Corea del Sud-Italia: in malafede? No: inadeguato, come tanti arbitri]