venerdì 29 luglio 2011

Inter-Milan di Supercoppa a Pechino: caro Gasperini, difesa a tre e Inter d’attacco? Quelli ci distruggono

Quale Inter a Pechino contro il Milan, in Supercoppa?

Julio Cesar;

Ranocchia, Samuel, Chivu;

Nagatomo, Sneijder, Stankovic, Muntari;

Alvarez, Pazzini, Eto’o.

Ecco la formazione più probabile, in base al credo tattico di Gasperini. Con la difesa a tre. Non sono prevenuto di fronte a un simile schieramento difensivo; può funzionare, a patto che:

1) laddietro ci sia Lucio, il più forte dei tre;

2) il centrocampo offra adeguata copertura;

3) i due larghi d’attacco si sacrifichino in ripiego.

Dunque:

1) Lucio non c’è, e al suo posto ecco Chivu, che Beckenbauer non è;

2) la linea mediana è offensiva;

3) Alvarez come uomo di sacrificio non ce lo vedo.

Mi auguro che il Gasp impieghi tutto il suo buon senso. Servono tre mosse, perché il Milan ci è attualmente superiore, proprio come la scorsa stagione:

1) occorre una difesa a quattro uomini, con Nagatomo a far legna sulla sinistra;

2) ci aggiungi Stankovic davanti alla difesa;

3) devi giocartela con estrema prudenza, lasciando l'iniziativa a loro.

Il Milan non aspetta nient’altro che un’Inter con la difesa a tre e con un atteggiamento spregiudicato per spaccarci in due: Pato e Ibrahimovic vanno a nozze negli spazi abbondanti.

Nulla di male se perdiamo la Supercoppa: avremo tempo di recuperare terreno col Milan. Però non gradisco prenderle di brutto: che sia sconfitta onorevole e di misura.

Il derby d’andata di Benitez (coi primi minuti all’attacco e contropiede del Milan col fallo da rigore) e la difesa tutta gioia e allegria di Leonardo nel derby di ritorno devono rappresentare un punto di partenza. Il nostro modello si chiama Tottenham: vi ricordate come li ha imbrigliati in Champions? Difesa arcigna e contropiede.
 

lunedì 25 luglio 2011

Kalle, il panzer che fa a pezzi la Juve!



Rummenigge: “Al Bayern Monaco, Vidal aveva garantito la firma innumerevoli volte, ora vediamo che valore hanno le sue promesse. Se fosse un uomo con una morale sarebbe rimasto con noi. Ora gioca in un club che è come lui, basta guardare la storia giudiziaria della Juve o i suoi ultimi risultati sportivi”.

Di Rummenigge ricordo la sportività, il cuore, il coraggio, la forza, lo strapotere atletico, la straripante ripresa nell’uno contro uno, le capacità acrobatiche. Kalle ha rappresentato l’Inter: pulizia, armonia, grinta, esplosività neuromuscolare, cattiveria sotto porta. Ma sempre nell’alveo del massimo rispetto dell’avversario, dei tifosi, dei giornalisti. Un Gigi Riva teutonico.

Spettacolo Kalle, anche a distanza di secoli. Un 56enne che in rovesciata la mette all'incrocio: eri e resti fra i più grandi attaccanti di ogni epoca.

Ma attento, ora la Juve potrebbe chiederti la revoca di tutto quello che hai rappresentato: ti hanno beccato in una telefonata con Tizio, mentre dicevi buonasera. Sono guai, signor Karl-Heinz Rummenigge!
     

giovedì 14 luglio 2011

La Fiorentina citata dal sito Juve. Ma i tifosi viola gradiscono? Zeffirelli, di' tu qualcosa!

C’era una volta il pubblico della Fiorentina che quando la Juve andava a giocare in Toscana erano ululati a più non posso; c’era una volta uno schieramento viola sempre e comunque contro la Juve; c’era una volta una Fiorentina che doveva vincere uno scudo e invece lo vinse la Juve proprio nelle ultime giornate e chissà perché con errori arbitrali a favore facendo inviperire i viola; c’era una volta una presidenza della Fiorentina agli antipodi rispetto alla Juve; c’era una volta una rivoluzione di popolo perché Baggio si trasferì dalla Viola alla Juve.

Ora tutto questo non c’è più.

Dal sito della Juve: “La Fiorentina e i suoi principali azionisti hanno correttamente sottolineato la disparità di trattamento subita da alcune società calcistiche nel 2006”.

Capito? La Juve che cita la Fiorentina a sostegno delle proprie tesi, dopo che i Della Valle hanno messo nel mirino Moratti e l’Inter.

Cara Inter, tu sei sola. Per fortuna. E ti pregherei di restare sola anche in futuro. In nome di Facchetti.

Al momento mi resta Zeffirelli. Nel 2006: ''Voglio vedere la Juve in B. E intanto che le sia tolto lo scudetto dell'anno scorso, che ha rubato. La Juventus è stata la regina della corruzione, lo sapevamo tutti''. E nel 2011: "La Juventus rivuole gli scudetti? Sono proprio spudorati, dopo la figura che ha fatto fare al calcio italiano".

screenshot violachannel
  

giovedì 7 luglio 2011

Milan e Juve non litigano mai. Io, interista, adoro stare da solo. Senza quelle due. Angelo Moratti indicò la via proprio 50 anni fa



Chiedo umilmente scusa a Gian Paolo Ormezzano, uno dei maestri del giornalismo sportivo, se estrapolo poche righe da un suo articolo. Non si fa, perché così si storpia quanto il giornalista vuole dirci. Ma ho l’esigenza di andare al dunque, sicché mi limito a rimandare al link dell’articolo, via Famiglia Cristiana.

Ormezzano: “Lo scudetto 2004-2005, vinto dalla Juventus sul Milan, è stato tolto dalla giustizia sportiva al club bianconero ma non assegnato al club rossonero. La Juventus non lo ha chiesto indietro, il Milan non lo ha chiesto per sé. Mistero. Forse si commettono irregolarità serie solo ad anni alterni? O i due club non hanno l’abitudine, la voglia, il permesso di litigare fra di loro?”.

Desidero anche prescindere da questioni squisitamente giuridiche: non mi interessano ora. Mi piace insistere sul concetto base: Milan e Juve non litigano mai. Ci avete fatto caso? Secondo voi, perché?

Io, da interista, sono ben contento di non appartenere a nessuna Santa Alleanza. Noi corriamo da soli. Senza grossi quotidiani che ci spingono. Senza televisioni. È un gioco rischioso, perché i media influenzano, orientano. Fanno presa specie in Italia, dove si è ancorati alla "verità" narrata da quotidiani e tv, mentre si cerca in ogni modo di soffocare lo spirito dei blog e dei siti indipendenti dal potere economico e politico. Lo si è visto pure di recente.

Ma essere interisti vuol dire combattere da soli contro tutti e contro tutto. Angelo Moratti, nel giugno 1961 (proprio 50 anni fa), ha indicato la via, mandando in campo i ragazzini per protestare contro l'arroganza del potere bianconero. Massimo Moratti segue la strada. Sono convinto che, in futuro, sarà ancora così, anche con Angelomario Moratti. Sempre da soli. Col sorriso pulito di Facchetti da lassù.
 

Il durissimo attacco di Moggi e De Santis a Facchetti



Nel 2006, Luciano Moggi: "Spero di essere perdonato dalla signora Giovanna e dai suoi figli. E porgo le condoglianze più sentite a Massimo Moratti e all'Inter tutta. Chiedo a tutti, e alla sua famiglia in particolare, di scusare se l'ho involontariamente coinvolto in storie in cui Giacinto non meritava di essere coinvolto. Sono scuse sincere: sapevo, all'epoca, che non era in buone condizioni di salute, ma non sapevo assolutamente che la situazione fosse così grave. È mancato un campione che io ho avuto la fortuna di vedere giocare tante volte, ai tempi della grande Inter e anche in Nazionale. Un ragazzo forte, tenace, profondamente legato ai valori dello sport. Poi ci siamo frequentati quando è diventato dirigente. E anche in quel ruolo ha mantenuto uno stile e una correttezza esemplari".

Nel 2009, l’arbitro De Santis: "Oggi non ripeterei quelle parole che non corrispondono per nulla al vero. Quelle frasi, di cui mi dolgo, sono false e gravi per l'offesa che hanno creato alla memoria di una persona sempre correttissima. Mi dispiaccio di quelle parole per le quali mi scuso pubblicamente".

Nel 2015, Tizio: “Chiedo scusa a Facchetti e all’Inter. Sono andato oltre. Quelle telefonate avevano un valore pari allo zero, una legittima difesa del tutto irrilevante. Nella madre di tutte le telefonate [parecchio zoccola, nota di Alessandro Ascione], la parola ‘Collina’ non la pronuncia lui. In una telefonata (inspiegabilmente caduta nel dimenticatoio) della Fazi a Bergamo, c’è tutto il tentativo di ‘intortare’ Facchetti. È il simbolo di Calciopoli. Questo il passaggio chiave: ‘Più silenzioso che puoi, l’argomento principale deve essere la fatica che fai a stare con tutti, non come dicono solo con Juve e Milan’. Ho sbagliato e me ne dolgo”.

Scommettiamo?

Ah, buon video a tutti.
    

martedì 5 luglio 2011

Spaccali tutti, Rombo di tuono! Ricorso tifosi Juve contro Gigi Riva: "Palazzi, revoca subito lo scudetto al Cagliari. E dallo a noi!"

Mentre le vedovelle isteriche si aggrappano disperate alla giacca di Palazzi, arriva un uomo, sì, un uomo, uno che quando entrava negli ultimi 20 metri faceva tremare le gambe ai difensori più sporchi (e avrebbe anche sbriciolato l'anima di stopper sudamericani violenti e dopati fino al midollo...): il suo nome è Gigi Riva. Anzi, Rombo di tuono. Sentitelo e ammirate: "Tutti quelli che oggi parlano di Giacinto farebbero meglio a stare zitti: lui era pulito". Gli piacerebbe "spaccare tutto''. ''Facchetti era una persona semplice, pulita, onesta, il nostro angelo: ora provo una grande rabbia''. ''Non dico che non telefonasse, è in quegli atti: ma non è' possibile che Giacinto lo facesse per condizionarli. Tanti altri ce li vedo, ma lui davvero no''.

Tifosi bianconeri in massa a citofonare a Palazzi: "Togli subito lo scudetto a Gigi Riva e al Cagliari, e dallo alla Juve!".

foto gigiriva
     

Non vedo l’ora che ci tolgano lo scudetto numero 14: quattro rigori a porta vuota a favore di Massimo Moratti


I piangina milanisti (quelli di Meani) e juventini (quelli di Moggi) sono in festa: Palazzi è il loro nuovo idolo. La revoca dello scudetto numero 14 avverrebbe in base a questioni morali anziché giuridiche. E i princìpi etici verrebbero determinati a capocchia: una legge non scritta ha il valore di una chiacchiera al bar fra due alcolizzate (una milanista e una juventina).

Mentre la prostituzione intellettuale imperversa (nel complesso, ci sono più tifosi di Milan e Juve rispetto a quelli dell’Inter, e il peso politico e mediatico delle altre due è infinitamente più forte), io non vedo l’ora che ci revochino lo scudetto numero 14. Dopodiché, la società Inter si muoverà in quattro direzioni. Sono quattro rigori che Massimo Moratti potrà calciare a porta vuota.

1) C’è una decina di campionati da rivedere. Come minimo, quelli che vanno dal 1996 (doping) al 2004. Sotto la lente, in particolare, le annate 1998 e 2002 (doping e arbitri). Occhio anche alla Champions 2007, visto che la squadra vincitrice non avrebbe dovuto partecipare alla manifestazione europea. Ragioni per etica e comportamenti discutibili? Ecco le conseguenze, tanto per iniziare con l'antipasto.

2)
In parallelo, si va di ricorsi contro la revoca dello scudetto 2006, il numero 14. Una sequela di processi, finché lo scudo non torna a casa. La Figc spieghi a Losanna che la revoca è avvenuta per una questione etica. Abbia il coraggio di citare l’articolo e il comma della legge sulla questione morale. Ti ridono in faccia, e magari per risarcimento ci danno pure un indennizzo economico.

3) Gli stessi tribunali internazionali leggono le 72 pagine di Palazzi. Lui dice che i comportamenti di Facchetti come articolo 6 (illecito sportivo) sono meno gravi di comportamenti poi rubricati nel 2006 come articolo 1 (slealtà). Allora, il tribunale internazionale legge che i giudici di secondo grado hanno già smentito Palazzi. Una mostruosità giuridica.

4) Palazzi di lavoro non fa il censore. Non indica la retta via agli altri. Eppure spinge per la revoca. Chissà che cosa ne pensa un tribunale internazionale…

foto Inter