giovedì 15 gennaio 2009

Milan, chi non ti vuole non ti merita: fa' andar via Kaká



Ho negli occhi le giocate divine di Rivera, che stupiva il pianeta con assist morbidissimi e invenzioni di bellezza sconfinata. Ho impresso nella mente i tiri con entrambi i piedi - per lui differenza non c'era - di Van Basten. Ho nelle orecchie il tifo di San Siro quando Gullit scendeva inarrestabile palla al piede. Sorrido ancora quando ripenso alla luce accesa da Savicevic sui campi italiani ed europei. E poi penso alla classe infinita di Maldini, alla grinta paurosa di Gattuso, agli scatti fulminanti di Weah. Il Milan è storia dello spettacolo e dell'uomo, prim'ancora che storia del calcio. Orbene, una società così gloriosa deve - mi si permetta - togliersi dalla scatole Kaká. Perché è da un po' che il brasiliano la mena ai tifosi rossoneri con le offerte che riceve, col desiderio di fare esperienze qua e là, lasciando sempre la porta aperta a ogni soluzione.

E allora, mitico vecchio Milan, dallo via questo Kaká, che secondo me non ti ama più da un pezzo. Anche perché ti liberi di un fuoriclasse che gioca da lode non più di 10 partite in una stagione. Insomma, non siamo di fronte a un Maradona, che viaggiava come un treno per 70 incontri a stagione moltiplicato per 15 stagioni. Direi che incassando 100 milioni di euro, l'affare lo fai tu. Oltretutto, non lo consegni a Inter, Juve, Real Madrid o Barcellona - a una grande, insomma -, ma al Manchester City. Senza soffrire granché.

Milan, tu sei meraviglioso: chi non ti vuole non ti merita.

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