domenica 30 settembre 2012

To-Ca-Mi, Toto Coutinho, Cassano, Milito: il trio delle meraviglie in un’Inter appena sufficiente

1) È solo un’opinione personale: di grande l’Inter ha il trio To-Ca-Mi, Toto Coutinho, Cassano, Milito. Per il resto, è appena sufficiente. Siamo abbondantemente sotto la Juve, e un gradino più giù del Napoli.

2) Coutinho è il calcio allo stato puro, specie su quel tavolo da biliardo che ora è San Siro. Ha diritto a sbagliare, a provare i dribbling ed essere spallato via. Cou è classe brasiliana al servizio di Milito. Assieme a Cassano, il verdeoro rappresenta un trampolino di lancio micidiale per il Principe.

3) A Stramaccioni il merito di aver rischiato Coutinho, piazzandolo lì dove nessuno aveva avuto l’ardire: trequartista centrale. Il suo ruolo. Benitez lo metteva a destra, versione ala. E urlava pure, se Coutinho perdeva i contrasti.

4) La partita con la Fiorentina è ingannevole: Montella ha schierato una difesa altissima, l’ideale per il trio To-Ca-Mi.

5) L’azione palla al piede di Coutinho in occasione del rigore è magia, morbidezza di tocco, fantasia carioca, gioco del calcio, inventiva dell’atleta, estro del fenomeno. Una farfalla nerazzurra.

6) Non siamo competitivi per vincere nulla. Il discorso cambia se a gennaio arrivano due innesti: uno a centrocampo e uno in attacco.

7) Le accelerazioni di Coutinho mi ricordano quelle di Zico. Si spinge con violenza in avanti a testa alta, sfiorando la sfera di mezzo esterno, e non sai mai dove virerà.

domenica 23 settembre 2012

Orrore Inter: speriamo in una salvezza onorevole

Occhio: con Cambiasso che fa il vigile in mezzo al campo, con Alvarez che sbaglia tutto, con Pereira che non sa crossare, si rischia di navigare in pessime acque. Speriamo in una salvezza onorevole.

I cinesi che volevano comprare il 15% dell’Inter erano in tribuna durante Inter-Siena. Tutto sommato, se ne sono andati soddisfatti. Ancora un paio di sconfitte, e quel 15% viene via a 5.000 euro.

A Stramaccioni il compito di cavare sangue dalle rape. Al di là dello stipendio, avrà nostalgia della Primavera, dove tutti si dannavano l’anima.

L’ideale sarebbe uscire da Europa League e coppa Italia quanto prima, per evitare di andare troppo giù in classifica: tre partite la settimana questi qui non le reggono neppure con le pilloline blu.

L’Inter non ama molto San Siro. Appena i cinesi ci comprano il 15%, le partite in casa le giochiamo a Pechino.

Moratti magari spende pochi soldi e mette un budget minimo a disposizione di chi fa il mercato. Stramaccioni magari non ha le idee chiare su che tipo di (ex)giocatori sta allenando. Però il signor Branca dovrebbe dare qualche spiegazione, io presumo, sulle scelte di mercato: in particolare, Jonathan e quella decina di milioni di euro per Pereira.

Sarebbe anche ora di parametrare gli stipendi ai risultati: se vinci, o se sei competitivo, allora ti pago da grande squadra. Se fai schifo, ti do il salario base di 1.000 euro al mese. Pure troppi.

Ci sono limiti tecnici, atletici, nervosi in tre quarti dell’attuale rosa dell’Inter: tolgo Zanetti, Milito, in parte Cassano, Juan Jesus, forse Handanovic. Ma, a mio modesto avviso, esiste un secondo problema: parlo del desiderio di correre come ossessi per il campo, di combattere, di lottare. Non danno l’impressione di avere la grinta dei gladiatori.

Questa stagione è andata. Per la prossima, si dovrebbe ripuntare su Stramaccioni, riprendere Oriali, dire ciao a Branca, investire 80 milioni di euro, far crescere i giovani, e attendere tre anni prima di tornare competitivi ad alti livelli.


giovedì 20 settembre 2012

Dopo Inter-Rubin 2-2: sarà un problema vincere da fermi

Contro il Rubin, nuova strategia di gioco: si sta fermi in mezzo al campo ad aspettare che qualcuno entri in porta col pallone. In questa stagione, sarà un problema vincere da fermi.

Nagatomo il migliore in campo. Come andare in discoteca per limonare con la più gnocca, e accorgersi che la più figa è una gobba sdentata.

Ranocchia ha la sapienza calcistica di Einstein: ha lasciato andare via la punta del Rubin con estrema eleganza. La prossima volta, può anche stendergli davanti un tappeto cosparso di rose.

Pereira fa sempre la cosa sbagliata: deve tirare e crossa morbido; deve crossare piano e spara una fucilata; deve passarla e la tiene. Avrà imparato da Ranocchia ad Appiano.

A San Siro facciamo pietà. Potremmo chiedere una deroga alla federazione calcio italiana ed europea: desideriamo giocare ad almeno 500 km da lì.

In tribuna si sono viste una dozzina di sventole bionde, altre sul metro e ottanta. L’unica nota lieta di una serata lugubre, con uno spettacolo calcistico indecoroso.

A metà settembre, siamo in piena emergenza a centrocampo. Ad aprile, sulla mediana giocherà la primavera, con gli allievi in panca.

È un inizio stagione trionfale e promettente: fuori casa vinciamo facendo catenaccio con le neopromosse; in casa, è un pianto greco.

Samuel è stato il difensore più forte che abbia mai visto calcare il rettangolo verde. Ora è impresentabile: per non rovinare un’immagine splendida costruita in anni di carriera luminosa, torni in campo solo se è fisicamente in tiro. Samuel, tu non sei stato “un” muro, tu sei stato “il” muro. Sei troppo intelligente per farti rivedere conciato così: rimettiti in sesto e ne riparliamo fra un mesetto.

Jonathan è uno dei difensori di fascia più drammaticamente tremebondi che l’Inter abbia mai avuto: per carità, facciamo giocare un primavera, mettiamo lì Zanetti, mi sta bene anche il ritorno di Cordoba; ma Jonathan proprio no. Mi pare perfino cicciottello, sarà per quell’andatura che gli fa spostare il bacino in avanti. Questo qui è peggio di Gresko.

Giù le mani da Stramaccioni, che sta già facendo i miracoli. Con la primaversa schierava la difesa alta, puntando al recupero palla nella trequarti avversaria attraverso il pressing dei mediani e dei difensori di fascia. Ora, con questi atleti così giù di corda che si ritrova, senza centrali abili nell'anticipo, senza centrocampisti che aggrediscano il portatore di palla, senza uomini bravi nell’inserimento, l’unica minestra che può offrire è quella assaggiata contro il Rubin: una brodaglia indigesta, col dado Jonathan come retrogusto.

[Nella foto, il centrocampo dell'Inter]

mercoledì 19 settembre 2012

Inter-Rubin: nerazzurri vincenti a 1,8. Fiducia zero per gli Strama boys

Addirittura 1,8: è la quota dell'Inter vincente sul Rubin. Una quota elevatissima, dato che il Rubin non è il Barcellona. Eppure, qualche bookmaker meno importante azzarda anche un 2: ti porti a casa tutta la posta giocata. Allettante. Mi chiedo perché mai ci sia così poca fiducia nell'Inter, e azzardo tre ipotesi:

1) per i bookmaker siamo una squadra meno che mediocre;

2) secondo i siti di scommesse, non reggiamo tre impegni a settimana;

3) il fatto di giocare il giovedì, sempre stando ai bookmaker, non ci consente di giocare bene il turno successivo di campionato (come successo con la Roma), e quindi potremmo scendere in campo col freno tirato.

Sarà. Ma questa è la quota più accattivante della settimana, e forse del mese. Avranno ragione i siti di scommesse?