giovedì 23 gennaio 2014

Caro Thohir, comunicato spettacoloso: sei il nostro presidente. Dieci considerazioni

1) Caro Thohir, hai fatto rialzare la testa agli interisti. Ci hai difeso. Un comunicato splendido, pieno di classe e stile, che rispecchia la storia dell’Inter. Una risposta alla Juve che segna lo spartiacque: il vento è cambiato, e ce la vogliamo giocare. 

2) Adesso, però, ti dico subito che cosa succederà: vedrai ancora meno rigori a favore.

3) Vedrai meno ammonizioni a favore, e più ammonizioni contro.

4) Vedrai meno fuorigioco a favore, e più fuorigioco contro.

5) O investi davvero tanto in futuro, o sarà un bagno di sangue. Qualcuno tenterà di fare a pezzi l’Inter.

6) Servirà una campagna mediatica a tappeto, in stile Mourinho. Non dovrai fargliene passare una: ammonizioni, falli a centrocampo, fuorigioco, rigori. Impara a strillare come un’aquila per ogni torto subìto, come fanno Milan e Juve.

7) Prima di te, Thohir, il sito dell’Inter era un sito di onoranze funebri scritto da una guardia di confine bulgara. Adesso, con quel comunicato, è un sito cazzuto. Insisti, comunica col web, coinvolgi i migliori blog, partecipa alle discussioni sui social network.

8) Trasforma Inter Channel, che è una tristezza. Falla diventare un’arma nerazzurra.

9) Radi al suolo la struttura dirigenziale dell’Inter: Rocchi, Schelotto, Pereira, Forlan che in coppa non può giocare, il rinnovo a cifre assurde a Chivu, Vucinic per Guarin sono il passato. Che non deve tornare mai più. Perché puzza di marcio. Lo hanno capito tutti, anche i tifosi delle altre squadre.

10) Insomma, scatena la tua guerra calcistica personale. Se hai voglia di guadagnarci in termini di denaro e d’immagine. Ricorda che la grande Inter di Angelo Moratti è nata da un'incazzatura pazzesca del presidente che ha cambiato il calcio in Italia e nel mondo: contro la Juve. Ricorda che la grande Inter di Massimo Moratti è nata da un'incazzatura pazzesca di Mourinho contro il sistema. Tocca a te. Puoi divertirti, e cambiare la storia. L'alternativa è subire in silenzio. Scegli.

martedì 21 gennaio 2014

Il martedì orribile della Juventus: il primo sussulto d’orgoglio dell’Inter dopo quattro anni, e il calcio medievale di Conte contro la Roma

Avrei desiderato un'Inter più combattiva in tre settori: uno, la pubblica difesa a oltranza di Giacinto Facchetti contro gli attacchi della Juve; due, una strategia mediatica per opporsi allo strapotere arbitrale di Milan e Juve; tre, la cacciata della dirigenza che ha portato a Milano gente come Pereira e Schelotto, pagata un botto. Moratti - cui va la gratitudine dei tifosi per un ciclo irripetibile e per il triplete, che tutti ci invidiano - non s'è circondato degli uomini adatti per tener testa a Juve e Milan. Che l’Inter si stesse appecoronando alla Juve è stato evidente con lo scambio Guarin-Vucinic alla pari. A me di Guarin non mi fotte assolutamente nulla (l’Inter è finita quando se n’è andato l’unico fuoriclasse che avevamo, Eto’o): è anarchico, spesso nevrastenico, necessita di una dozzina di tiri per centrare la porta. Ma con la Juve o imposti una trattativa che ti fa guadagnare, oppure non se ne fa nulla. Per la prima volta in quattro anni, ossia da quando Mourinho aveva scatenato la sua guerra personale contro le prostitute, costringendole a esporsi e a essere infilzate in contropiede, l’Inter ha avuto un sussulto d’orgoglio. Per la prima volta, Thohir s’è colorato di nerazzurro. Quello scambio non si fa.

Più tardi, la Juve è andata a giocare i quarti di coppa Italia a Roma: 95 minuti chiusa in area di rigore, eccezion fatta per un paio di scorribande offensive poco convinte. La palla girava fra i piedi dei tre difensori (Barzagli, Bonucci, Chiellini) senza costrutto. È stato un non-gioco. Una roba da Medioevo. La rete favolosa di Gervinho (foto) ha fatto giustizia. La Juve, con la prossima cessione di Pogba, rinuncia a essere grande: vincerà solo in Italia, perché qui non c’è concorrenza, visto che le società non hanno mezzi economici. Ma appena metterà il naso fuori dallo Stivale, sarà destinata a perdere. Anche perché arbitri e guardalinee in Champions non perdonano; e senza aiuti, la Juve medievale di Conte è piccolissima. Sono esistite la grandissima Inter di Herrera e l’inarrivabile Inter di Mourinho, per fare un paio di esempi, capaci di vincere su tutti i fronti; quella di Conte è una piccola Juve che approfitta della pochezza delle avversarie, in primis un’Inter insignificante. La Juve è a +8 sulla Roma: con arbitri all’altezza, sarebbe forse a +3, e le cose cambierebbero.

Per chiudere sull’Inter, il prossimo passo di Thohir è fare tabula rasa a livello dirigenziale, oltre che usare le forbici per rendere snella una struttura societaria elefantiaca. Dopodiché, o iniziano investimenti importanti, oppure siamo destinati all’oblio.

domenica 19 gennaio 2014

Favolosa Flavia Pennetta: la ragazza che prese a ceffoni il tennis italiano maschile

La Pennetta non è e non sarà mai una fuoriclasse. Non è e non sarà mai una grande campionessa, il gradino sotto la fuoriclasse. Però è un’ottima giocatrice, con picchi di aggressività agonistica che la rendono un esempio per tutti quelli che praticano sport ad alto livello. La Pennetta non ha mezzi tecnici né atletici che le permettano di sfondare: non ha un servizio devastante, è priva del dritto che ti apre in due, ha un rovescio sicuro, al volo se la cava egregiamente. E allora, come fa ad arrivare ai quarti di finale dell’Australian Open? 

Primo: il linguaggio del corpo. Non dà mai in escandescenze. Mai un atteggiamento isterico, mai una reazione scomposta. Ti comunica che è lì per combattere. A differenza di molti maschietti italiani, che su un campo da tennis paiono le principesse sul pisello. Secondo: la Pennetta resiste. Arrivando a fare quello che Brad Gilbert faceva quando giocava a tennis: sconfiggere avversarie un po’ più forti. La Pennetta insiste al momento giusto sul punto debole dell’avversario, senza scaldarlo scioccamente. Terzo: Flavia ha una favolosa tenuta atletica, che le consente di piegare le gambe quando la palla è bassa. Arriva sempre col passo giusto. Quarto: la brindisina è uno squaletto, e intuisce quando è il momento di mordere chi sta dall’altra parte del net.

Non c’è un italiano che abbia una di quelle quattro caratteristiche. Ci pensa la Pennetta a spiegare ai maschietti come si gioca a tennis e, più in generale, come ci si comporta durante una competizione sportiva. Il tennis maschile italiano è una pietà tecnico-tecnico-agonistica, uno spettacolo indegno da non mostrare ai bambini, i quali devono capire sin da piccini che la vita è battaglia.