Roma-Inter 2-1: sono stati in tanti a parlare di sfortuna nerazzurra per via dei pali e del gol casuale di Toni. Io, nel mio post, ho solo fatto i complimenti ai giallorossi, perché comunque se la sono giocata. Ma stasera gli avversari dell’Inter, i russi del CSKA Mosca, hanno basato il loro primo tempo esclusivamente su una C: calcioni scientifici. Sì, falli distribuiti con intelligenza fra i vari difensori e centrocampisti, in modo da non subire troppe ammonizioni. Nel secondo tempo, esaurita la pazienza dell’arbitro, si sono rifugiati nella loro area di rigore, sfoderando un sano catenaccio, ma soprattutto un enorme c…
Io ho visto solo fortuna nell’area di rigore del CSKA Mosca. Salvataggi sulla riga di porta, rimpalli favorevoli, palloni usciti di un nonnulla. Il portiere Akinfee è baciato dalla Dea Bendata.
E il guaio è che il c… ti può tranquillamente far passare il turno. A Mosca, sul terribile sintetico (vedi qui), faranno la stessa cosa, ne sono certo. Un’ora e 10 minuti di sani calcioni, e 20 minuti a cercare il gol dell’1-0 per andare ai supplementari e ai rigori. Non è una critica ai russi. Al contrario, li elogio.
Per quanto riguarda l’Inter, ho visto finalmente uno splendido Stankovic, migliore in campo in assoluto. Ha cantato e portato la croce per 90 minuti.
Nella foto via Inter, il portiere più fortunato che abbia mai visto.
Classe 1969, dal 1987 sono giornalista dell'auto: settore legale (attualità e inchieste)
mercoledì 31 marzo 2010
Inter-CSKA Mosca 1-0. Russi intelligenti. La tattica delle tre C: calcioni scientifici, contropiede, c… del portiere Akinfee. E con quel c… al ritorno può succedere di tutto
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sabato 27 marzo 2010
Roma-Inter 2-1. Cattiveria zero: ecco il problema dell’Inter. La Roma favoritissima per lo scudetto. E se domani il Milan vince, è orgia per il tricolore
La Roma m’è piaciuta di più dell’Inter. Ho visto i giallorossi più cattivi. Nei primi 45 minuti, i giallorossi erano indemoniati, i nerazzurri alla camomilla. L’errore di Julio Cesar la dice lunga: sono entrati in campo molli. Ripresa più equilibrata e, nel miglior momento dell’Inter, è arrivato il gol di Toni.
Adesso, la Roma è favoritissima per lo scudetto, perché l’Inter deve pensare anche alla Champions, e, almeno per il momento, non ha le energie psicofisiche per lottare su due fronti, senza considerare la coppa Italia. Caspita, stavolta se la Roma e Ranieri non vincono finalmente qualcosa di importante, non so quando potranno farlo.
Percentuali per la vittoria finale.
Roma 50%. Inter 30%. Milan 20%.
Se l’Inter va avanti in Champions ed entra in semifinale, Roma 70%, Inter 20%, Milan 10%.
A tale proposito, un sondaggio per voi.
Infine il Milan: se domani vince, l’orgia scudetto diventa ancora più avvincente.
Chiusura sul capitolo fortuna: se l’Inter si trova attaccata da Roma e Milan, è perché se l’è andata a cercare. Oggi tre pali. Ma nelle scorse giornate, si sentiva puzza di tracollo.
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sabato 20 marzo 2010
L’Inter pareggia: Milan sorpasso imminente. Palermo splendido. Ma Bovo andava espulso. Strano: solo in Champions, l’Inter ha un rosso a favore
Delio Rossi è un allenatore molto intelligente. Ha giustamente impostato la partita su un sano catenaccio con contropiede pericolosissimi, portati avanti con sapienza da Pastore, Miccoli e Cavani. Sterile il possesso palla dell’Inter, che s’è schiantata di continuo contro il muro rosanero. Complimenti a un Palermo splendido, che consente al Milan di superare i nerazzurri vincendo domani contro il Napoli.
Pur tuttavia, non posso fare a meno di notare una bizzarria italiana: l’Inter non riesce a giocare in 11 contro 10. Bovo, ammonito in occasione del rigore, andava espulso. Prima un’entrata da dietro su Milito. E va bene, tu arbitro (Damato di Barletta) gliela perdoni perché hai appena dato il rigore. Ma quando Bovo spara una gomitata ancora su Milito... l'avrà giudicata involontaria.
Strano. L’Inter va a Londra e per qualche minuto gioca in 11 contro 10, per l’espulsione di Drogba. In Italia, invece, è particolarmente sfortunata con gli arbitri. È il destino: così il campionato sarà più combattuto.
Percentuali scudetto.
- Milan 40% perché è senza Champions e coppa Italia, perché ha i colpi dei fuoriclasse come Ronaldinho e Seedorf, e perché è fortunello con gli arbitri (vedi qui). Credo sia giusto, a questo punto, che il Milan vada in cima: se lo merita.
- Roma 35% perché anche lei fuori da tutto e con un super Vucinic.
- Inter 25% perché non ha la rosa per competere su tre fronti: Mourinho fa giocare sempre i soliti. Ci sarebbe Balotelli, escluso per motivi che conosce solo lo spogliatoio. A tale proposito, un sondaggio.
[foto via Palermo]
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CSKA-Inter. A Mosca sull’erba sintetica: è tutto, ma non calcio. Peggio del parquet per la coppa Davis di tennis in Paraguay negli anni ’80
Víctor Pecci, chi era costui? Paraguaiano, buon giocatore di tennis, arrivato nei top ten nel 1980. Altissimo, 193 centimetri molto mobili sul rettangolo di gioco. E il Paraguay, per avvantaggiare Pecci e altri propri giocatori, decise di disputare le partite di coppa Davis in casa su un campo in parquet. Sì, avete letto bene: parquet. Grazie al quale riuscirono a sconfiggere addirittura la Cecoslovacchia nel 1983, la Francia nel 1985 e gli Usa nel 1989. Sul parquet non era tennis, era una roba strana con la pallina impazzita. Be’, va considerato che molti spettatori portavano il macete sugli spalti, ma queste erano abitudini che facevano parte del folklore locale… E ogni punto del Paraguay era simpaticamente segnato da un urlo simile a quello di uno stadio di calcio per un gol.
Ma che c’entra Víctor Pecci con l’Inter? C’entra. Perché a Mosca, contro il CSKA, l’Inter giocherà sull’erba sintetica. Dove puoi sbizzarrirti: far passeggiare le mucche, mettere il pollo allo spiedo, far sesso con una bella mora in qualsiasi posizione. Ma lì non si gioca a calcio. Sul quel campo in erba sintetica, la palla ha rimbalzi stranissimi. A parte il rumore sordo del rimbalzo, la sfera scivola in avanti che è una bellezza. E quando tagli la palla imprimendole rotazione (il caso più semplice è il lancio di interno), il rimbalzo ti inganna: non c’è il soffice manto erboso che ti consente di controllare la biglia; sul sintetico la boccia schizza via, come se dimenticasse l’effetto impresso dal piede.
L’erba sintetica di Mosca è omologata dagli organi calcistici competenti, e ci mancherebbe pure; così come il parquet del Paraguay aveva l’avallo dei capi del tennis. Chi produce il verde finto ci verrà a dire che lì si può tranquillamente giocare a calcio; anzi, le partite sono addirittura più belle da vedersi perché il manto non presenta irregolarità. D’altronde, non si deve chiedere all’acquaiolo se l’acqua che vende sia di buona qualità… Ci racconteranno pure che esistono studi scientifici comprovanti la regolarità del rimbalzo. La verità è che un calciatore sull’erba sintetica diventa matto.
E non sono certo io a dirlo. A proposito di Inter-CSKA, quando hanno chiesto un pronostico a un tizio che di nome fa Zico, lui ha concentrato subito l’attenzione sui rimbalzi della palla sul sintetico di Mosca.
Infine, occhio ai legamenti delle ginocchia e delle caviglie: ci sarà pure l’intasamento realizzato con sabbia silicea a granulometria controllata; saranno presenti granuli di gomma per l’assorbimento dello shock; la fibra impiegata per la fabbricazione del manto erboso artificiale sarà composta da una miscela esclusiva di materiali termoplastici; ma a mio modo di vedere i rischi di traumi inevitabilmente sale. Non si ricade sulla sacra erba, ma su una roba creata dall’uomo. Quanto alla penetrabilità del tacchetto su tutta la superficie, stendo un velo pietoso: ma vuoi mettere l’erba soffice del Maracanà?
Morale: l’Inter, a mio giudizio, il discorso qualificazione deve chiuderlo a San Siro, all’andata. Altrimenti le tocca fare i conti con la palla pazza del campo sintetico di Mosca.
Ma che c’entra Víctor Pecci con l’Inter? C’entra. Perché a Mosca, contro il CSKA, l’Inter giocherà sull’erba sintetica. Dove puoi sbizzarrirti: far passeggiare le mucche, mettere il pollo allo spiedo, far sesso con una bella mora in qualsiasi posizione. Ma lì non si gioca a calcio. Sul quel campo in erba sintetica, la palla ha rimbalzi stranissimi. A parte il rumore sordo del rimbalzo, la sfera scivola in avanti che è una bellezza. E quando tagli la palla imprimendole rotazione (il caso più semplice è il lancio di interno), il rimbalzo ti inganna: non c’è il soffice manto erboso che ti consente di controllare la biglia; sul sintetico la boccia schizza via, come se dimenticasse l’effetto impresso dal piede.
L’erba sintetica di Mosca è omologata dagli organi calcistici competenti, e ci mancherebbe pure; così come il parquet del Paraguay aveva l’avallo dei capi del tennis. Chi produce il verde finto ci verrà a dire che lì si può tranquillamente giocare a calcio; anzi, le partite sono addirittura più belle da vedersi perché il manto non presenta irregolarità. D’altronde, non si deve chiedere all’acquaiolo se l’acqua che vende sia di buona qualità… Ci racconteranno pure che esistono studi scientifici comprovanti la regolarità del rimbalzo. La verità è che un calciatore sull’erba sintetica diventa matto.
E non sono certo io a dirlo. A proposito di Inter-CSKA, quando hanno chiesto un pronostico a un tizio che di nome fa Zico, lui ha concentrato subito l’attenzione sui rimbalzi della palla sul sintetico di Mosca.
Infine, occhio ai legamenti delle ginocchia e delle caviglie: ci sarà pure l’intasamento realizzato con sabbia silicea a granulometria controllata; saranno presenti granuli di gomma per l’assorbimento dello shock; la fibra impiegata per la fabbricazione del manto erboso artificiale sarà composta da una miscela esclusiva di materiali termoplastici; ma a mio modo di vedere i rischi di traumi inevitabilmente sale. Non si ricade sulla sacra erba, ma su una roba creata dall’uomo. Quanto alla penetrabilità del tacchetto su tutta la superficie, stendo un velo pietoso: ma vuoi mettere l’erba soffice del Maracanà?
Morale: l’Inter, a mio giudizio, il discorso qualificazione deve chiuderlo a San Siro, all’andata. Altrimenti le tocca fare i conti con la palla pazza del campo sintetico di Mosca.
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giovedì 18 marzo 2010
La Juve e l'onore italiano: Tuttosport ci prende in pieno!
Da Tuttosport online dell'11 marzo 2010. "Sì, d'accordo [sic, senza virgola] la prossima settimana i lustrini della Champions sono per l'Inter, la squadra più forte d'Italia anche se quasi del tutto priva d'italiani (sperando che Balotelli a Londra trovi una serata di vena). Ma come spesso è capitato nella storia del calcio italiano, la dignità italiana nel calcio è affidata proprio alla Juventus, la bistrattata Juventus, quella che avrebbe fatto vergognare il vergineo Mourinho nel 2006". Eccetera.
Qualche personalissima osservazione.
1) Perché l'Inter non dovrebbe essere considerata italiana? Chi lo stabilisce?
2) La speranza di Tuttosport: che Balotelli a Londra "trovi una serata di vena". Eh che guaio, l'Inter senza Balotelli in serata di vena a Londra...
3) La "dignità italiana nel calcio è affidata proprio alla Juventus". Mistero: l'Inter è in Champions (anche se viene eliminata al prossimo turno, è l'unica squadra che s'è comportata bene), e la dignità italiana nel calcio è affidata proprio alla Juventus.
4) Ora l'Italia deve tifare Inter. Altrimenti addio Champions per quattro squadre e ranking Uefa a picco.
A tale proposito, un sondaggio. Vi prego di rispondere: è il primo in alto a destra. Grazie.
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L’urlo dell’interista dopo il gol di Eto’o al Chelsea: litigi condominiali. Certa gente dovrebbe chiudersi in una bara e attendere l’arrivo della morte
Ho raccolto numerose testimonianze degli interisti dopo Chelsea-Inter 0-1: volevo capire come i tifosi avevano vissuto l’evento davanti al tv di casa. Mi ha stupito profondamente che, nei racconti di molti interisti, sia presente una costante: il litigio col vicino di condominio.
Al centro della questione, c’è l’urlo di gioia del tifoso al gol di Eto’o. Mi dicono che alcuni condòmini abbiano bussato alla porta dell’interista per protestare: a quest’ora (il camerunense a segnato verso la fine della partita) non si grida così. Altri interisti hanno subìto il rimbrotto del vicino di casa il giorno dopo. Altri ancora hanno perfino ricevuto una missiva di rimprovero nella cassetta delle lettere. Per non parlare del vicino codardo e vigliacchetto che ha tirato una frecciatina velenosa: ho sentito tanto rumore l’altra sera, stavo per venire su da lei per capire se qualcuno s’era sentito male.
Insomma, l’interista deve combattere contro il vicino di casa. Ma perché il condòmino reagisce così male? Tre ipotesi.
1) È milanista o juventino. Invidioso delle vittorie dell’Inter, la fa pagare così.
2) Non ama lo sport né tantomeno il calcio. Non concepisce che si urli per un gol.
3) È vecchio nell’anima. È nato morto. È un cadavere che cammina.
Propendo per la terza ipotesi. Un po’ di festa ogni tanto non ha mai fatto male a nessuno. Anzi, magari sentire che altri fanno baldoria riaccende antichi appetiti sessuali: mai provato una scopatina serale per distendere le membra? Ecco la risposta giusta al vicino rompipalle.
Anche perché un conto è un urlo per un gol a casa propria, con vicini che stanno bene in salute (se invece accanto al tuo appartemento c'è un cardiopatico, meglio sussurrare "Rete"), un altro è strombazzare con i clacson sotto gli ospedali dove la gente si sta spegnendo per malattie incurabili (e questo modo di festeggiare andrebbe vietato).
Credo che certe persone che infestano i palazzi dovrebbero chiudersi in una bara e attendere l’arrivo della morte. La quale, magari, urla: “Gooooool!”.
Al centro della questione, c’è l’urlo di gioia del tifoso al gol di Eto’o. Mi dicono che alcuni condòmini abbiano bussato alla porta dell’interista per protestare: a quest’ora (il camerunense a segnato verso la fine della partita) non si grida così. Altri interisti hanno subìto il rimbrotto del vicino di casa il giorno dopo. Altri ancora hanno perfino ricevuto una missiva di rimprovero nella cassetta delle lettere. Per non parlare del vicino codardo e vigliacchetto che ha tirato una frecciatina velenosa: ho sentito tanto rumore l’altra sera, stavo per venire su da lei per capire se qualcuno s’era sentito male.
Insomma, l’interista deve combattere contro il vicino di casa. Ma perché il condòmino reagisce così male? Tre ipotesi.
1) È milanista o juventino. Invidioso delle vittorie dell’Inter, la fa pagare così.
2) Non ama lo sport né tantomeno il calcio. Non concepisce che si urli per un gol.
3) È vecchio nell’anima. È nato morto. È un cadavere che cammina.
Propendo per la terza ipotesi. Un po’ di festa ogni tanto non ha mai fatto male a nessuno. Anzi, magari sentire che altri fanno baldoria riaccende antichi appetiti sessuali: mai provato una scopatina serale per distendere le membra? Ecco la risposta giusta al vicino rompipalle.
Anche perché un conto è un urlo per un gol a casa propria, con vicini che stanno bene in salute (se invece accanto al tuo appartemento c'è un cardiopatico, meglio sussurrare "Rete"), un altro è strombazzare con i clacson sotto gli ospedali dove la gente si sta spegnendo per malattie incurabili (e questo modo di festeggiare andrebbe vietato).
Credo che certe persone che infestano i palazzi dovrebbero chiudersi in una bara e attendere l’arrivo della morte. La quale, magari, urla: “Gooooool!”.
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mercoledì 17 marzo 2010
Chelsea-Inter 0-1. Mourinho sta a Eto’o come Bearzot sta a Paolo Rossi: da oggi è l’Herrera di Setubal
Non mi ha colpito tanto il coraggio di Mourinho nello schierare tre punte più un trequartista: Eto’o, Pandev e Milito, più Sneijder. Non mi ha impressionato tanto la capacità di fare gruppo del portoghese, emarginando Balotelli (che comunque non è Maradona, lo puoi sempre lasciare fuori senza macerarti l'anima). Quello che mi ha stupito davvero è la pazienza di Mou mostrata con Eto’o.
Mi spiego. All’andata, Inter-Chelsea 2-1, Eto’o è stato poco più che pietoso: ha ciccato la palla del 2-0, che voleva dire qualificazione. Non ha neppure tirato in porta. Al ritorno, a Londra poche ore fa, s’è mangiato un gol di testa su assist di Maicon nel primo tempo; poi, nel secondo, poteva tirare in diagonale di destro sul palo lontano e invece è voluto sciaguratamente rientrare sul sinistro. Ecco, in quel momento, credo che 99 allenatori su 100 avrebbero tolto dal campo Eto’o. Che aveva già avuto fin troppe chance. E invece Mourinho l’ha atteso, venendo ripagato con un gol che a mio giudizio vola su un coefficiente di difficoltà pari al nove: lo stop su lancio di Sneijder è perfetto, la corsa è pulita, il tiro micidiale; il tutto in un momento delicatissimo, quando lo stress ti annienta muscoli e cervello.
Io noto un’analogia storica limpida. Ricordo le critiche che Bearzot subì in Spagna nel 1982: faceva sempre giocare Paolo Rossi, che obiettivamente non si reggeva in piedi. Addirittura, i primi minuti con il Brasile furono patetici; ma, d’incanto, Pablito si trasformò in un cannoniere velenosissimo. Solo uno testardo come Bearzot poteva insistere così tanto su Rossi. Solo uno con il carattere d’acciaio come Mourinho poteva lasciare a casa Balotelli, schierare tre punte e un trequartista e avere la santa eterna pazienza di aspettare Eto’o.
Da stasera, Mourinho è l’Herrera di Setubal. Anche perché, come faceva Helenio, lavorando sulla psicologia dei ragazzi è riuscito a battere una squadra tre spanne superiore all’Inter. Ad allenatori invertiti (Ancelotti sulla panca dell'Inter, Mou su quella del Chelsea), non so come sarebbe andata a finire. Qui siamo di fronte a uno scienziato della panchina.
Vi prego di rispondere al sondaggio in alto a destra: oggetto, il parallelo Mourinho-Eto'o con Bearzot-Paolo Rossi. Grazie.
Chiudo con un'osservazione sulla telecronaca di Marianella (Sky). Interessante. Ha introdotto un nuovo modo di raccontare le partite. È compassato, nei toni e nei contenuti. È misurato. Le occasioni gol dell'Inter venivano narrate con estrema compostezza. La rete di Eto'o è stata vissuta con il tipico distacco di chi è sportivamente sopra le parti. Niente a che vedere con le urla di Compagnoni al gol del Milan contro il Chievo. Sono stili diversi.
Mi spiego. All’andata, Inter-Chelsea 2-1, Eto’o è stato poco più che pietoso: ha ciccato la palla del 2-0, che voleva dire qualificazione. Non ha neppure tirato in porta. Al ritorno, a Londra poche ore fa, s’è mangiato un gol di testa su assist di Maicon nel primo tempo; poi, nel secondo, poteva tirare in diagonale di destro sul palo lontano e invece è voluto sciaguratamente rientrare sul sinistro. Ecco, in quel momento, credo che 99 allenatori su 100 avrebbero tolto dal campo Eto’o. Che aveva già avuto fin troppe chance. E invece Mourinho l’ha atteso, venendo ripagato con un gol che a mio giudizio vola su un coefficiente di difficoltà pari al nove: lo stop su lancio di Sneijder è perfetto, la corsa è pulita, il tiro micidiale; il tutto in un momento delicatissimo, quando lo stress ti annienta muscoli e cervello.
Io noto un’analogia storica limpida. Ricordo le critiche che Bearzot subì in Spagna nel 1982: faceva sempre giocare Paolo Rossi, che obiettivamente non si reggeva in piedi. Addirittura, i primi minuti con il Brasile furono patetici; ma, d’incanto, Pablito si trasformò in un cannoniere velenosissimo. Solo uno testardo come Bearzot poteva insistere così tanto su Rossi. Solo uno con il carattere d’acciaio come Mourinho poteva lasciare a casa Balotelli, schierare tre punte e un trequartista e avere la santa eterna pazienza di aspettare Eto’o.
Da stasera, Mourinho è l’Herrera di Setubal. Anche perché, come faceva Helenio, lavorando sulla psicologia dei ragazzi è riuscito a battere una squadra tre spanne superiore all’Inter. Ad allenatori invertiti (Ancelotti sulla panca dell'Inter, Mou su quella del Chelsea), non so come sarebbe andata a finire. Qui siamo di fronte a uno scienziato della panchina.
Vi prego di rispondere al sondaggio in alto a destra: oggetto, il parallelo Mourinho-Eto'o con Bearzot-Paolo Rossi. Grazie.
Chiudo con un'osservazione sulla telecronaca di Marianella (Sky). Interessante. Ha introdotto un nuovo modo di raccontare le partite. È compassato, nei toni e nei contenuti. È misurato. Le occasioni gol dell'Inter venivano narrate con estrema compostezza. La rete di Eto'o è stata vissuta con il tipico distacco di chi è sportivamente sopra le parti. Niente a che vedere con le urla di Compagnoni al gol del Milan contro il Chievo. Sono stili diversi.
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martedì 16 marzo 2010
Chelsea-Inter. Ross Turnbull: speranza (e paura) di un’Inter tre spanne sotto il Chelsea
Ross Turnbull, chi è costui? La riserva della riserva del portiere del Chelsea. Il numero tre dei portieri a disposizione di Ancelotti. Perché il numero uno Chech e il due Hilário pare siano ko. Come vedete nella scheda via soccerbase, Ross Turnbull ha giocato pochissimo nel Chelsea, peraltro senza infamia e senza lode, anzi portando un po’ di fortuna ai Blues.
Ma perché Ross Turnbull è così importante, tutt’a un tratto? Semplice: il Chelsea è tre spanne sopra l’Inter. Non c’è paragone a livello di organizzazione di gioco, condizione atletica, abitudine alla Champions, qualità del possesso palla a centrocampo. All’andata, personalmente ho visto un’Inter piccina piccina di fronte allo strapotere fisico del Chelsea. E allora, solo una papera di Ross Turnbull può salvare l’Inter, che arriva alla partita più importante della stagione coi nervi a pezzi: un’abitudine per la simpatica squadra di Moratti.
Certo, condizione fondamentale perché Ross Turnbull faccia una papera è tirargli in porta: riuscirà l’Inter a far rotolare la biglia dalle parti della riserva della riserva di Cech? A Milano, s'è atteso invano un mezzo tiretto a Hilário, che è rimasto disoccupato, divertendosi a sbagliare rinvii.
Citazione storica. Ricordo l’attesa di Italia-Brasile del 1982. Carioca immensamente superiori ai nostri sotto l’aspetto tecnico. Unico modo per vincere: correre di più, e tirare a quel brocchetto pauroso del portiere, Waldir Peres. Tutto puntualmente si verificò, col buon Peres che recitò sempre la parte della bella statuina.
C’è però anche un secondo aspetto della questione. E anche in questo caso, ricorro a una citazione storica. Inter-Real Madrid, semifinale di coppa Campioni del 1981. In porta, per gli spagnoli, la riserva del portiere, uno che non giocava mai: Agustín. Ebbene, dopo l’1-0 di Graziano Bini, quello spilungone di Agustín diede sicurezza al reparto arretrato e tolse miracolosamente dalla porta una rovesciata di Altobelli. Magari anche Ross Turnbull fa i miracoli, para i rigori e vola da un palo all’altro. Perché è un tipo strano, senza mezze misure: portiere da 10 in pagella, imbattibile; o citofono da 4, impacciato e timido.
Servirà l'aiuto della Dea Bendata, piccola Inter.
[foto via Chelsea]
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domenica 14 marzo 2010
Gol annullato al Chievo: la Gazzetta.it parla di fuorigioco dubbio. A me pareva fuorigioco proprio inesistente: Favalli tiene Yepes...
Se mi è consentito, non sono d'accordo con la Gazzetta.it, che parla di "fuorigioco dubbio" di Yepes (Chievo) sullo 0-0. Mah... a me pare un fuorigioco inesistente, perché Favalli tiene Yepes di brutto.
Insomma, io capisco che il guardalinee abbia sbagliato in buona fede (così come gli arbitri che non hanno visto i rigori contro il Milan in diverse partite precedenti). Io capisco che fischietti e guardalinee debbano decidere in una frazione di secondo. Io capisco che a San Siro, col Milan che si gioca lo scudetto, sei sotto pressione. Però, se c'è un fuorigioco limpido, se c'è anche la tv con la riga nera che te lo fa vedere e rivedere, mi pare che si debba dirlo. Non trovate?
Vi prego di farmi capire se ho le traveggole: rispondete al sondaggio in alto a destra. Grazie.
Insomma, io capisco che il guardalinee abbia sbagliato in buona fede (così come gli arbitri che non hanno visto i rigori contro il Milan in diverse partite precedenti). Io capisco che fischietti e guardalinee debbano decidere in una frazione di secondo. Io capisco che a San Siro, col Milan che si gioca lo scudetto, sei sotto pressione. Però, se c'è un fuorigioco limpido, se c'è anche la tv con la riga nera che te lo fa vedere e rivedere, mi pare che si debba dirlo. Non trovate?
Vi prego di farmi capire se ho le traveggole: rispondete al sondaggio in alto a destra. Grazie.
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Milan-Chievo: gol annullato al Chievo. Quando vi dico che arbitri e guardalinee hanno il campionato in mano...
Qualche ora fa, scrivevo che arbitri e guardalinee hanno il campionato in mano. Coi loro errori in buona fede, sono decisivi ai fini della lotta per scudetto e zona Champions: il più recente episodio riguardava il mancato calcio di rigore a favore del Napoli con contemporanea espulsione di un difensore della Fiorentina, sull'1-0 per i partenopei.
Adesso arriva l'annullamento per fuorigioco di un gol del Chievo in casa del Milan. Non era una decisione facile: questione di centimetri. Certo che viene infranta la regola che impone: in caso di dubbio, lasciare correre. Qui, in caso di dubbio, s'è fischiato a favore del Milan. Tutto in buona fede. La posizione del giocatore del Chievo (Yepes) era regolare (Favalli ultimo uomo), ma è solo un mio personale punto di vista. Di sicuro, considerando tutte le numerose sviste pro Milan delle partite scorse, è un momento particolarmente fortunato per il Diavolo: lo scudetto è proprio lì a un passo, così tira il vento.
[foto via flickr.com/photos/hams]
Adesso arriva l'annullamento per fuorigioco di un gol del Chievo in casa del Milan. Non era una decisione facile: questione di centimetri. Certo che viene infranta la regola che impone: in caso di dubbio, lasciare correre. Qui, in caso di dubbio, s'è fischiato a favore del Milan. Tutto in buona fede. La posizione del giocatore del Chievo (Yepes) era regolare (Favalli ultimo uomo), ma è solo un mio personale punto di vista. Di sicuro, considerando tutte le numerose sviste pro Milan delle partite scorse, è un momento particolarmente fortunato per il Diavolo: lo scudetto è proprio lì a un passo, così tira il vento.
[foto via flickr.com/photos/hams]
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sabato 13 marzo 2010
Napoli-Fiorentina 1-3. Super rigore negato a Lavezzi. Il gravissimo problema degli arbitri italiani: hanno in mano il campionato
Uno a zero per il Napoli, discesa di Lavezzi, fallo da ultimo uomo di Felipe: rigore nettissimo ed espulsione. Ci sono un arbitro (Banti) e un guardalinee per vedere: nulla, non se ne accorgono. Non so cos’abbiano visto. So solo che hanno deciso loro la partita: sul 2-0 per il Napoli, con la Fiorentina in 10, il match sarebbe stato chiuso.
Premesso che l’errore è in buona fede, così come tutti gli sbagli arbitrali, è sotto gli occhi di tutti il gravissimo problema arbitri in Italia. Che stanno decidendo scudetto e zona Champions, in attesa di diventare decisivi anche in zona salvezza.
Mi pare anche che la questione stia assumendo contorni grotteschi: noto un abbassamento del livello medio di arbitri e guardalinee. A mio giudizio, il peggio arriverà nelle prossime settimane, quando i fischietti e gli uomini con la bandierina dovranno prendere decisioni ancora più pesanti, e quindi in maggiore situazione di stress.
La soluzione? Sta a monte, nella scelta degli arbitri per la serie A. Spero non arrivi mai il secondo arbitro in campo o nei pressi della riga di porta: per carità, già stasera arbitro e guardalinee non hanno visto il rigore su Lavezzi; quanti occhi devono non vedere? Ne bastano e avanzano quattro, grazie.
Chiudo su Jovetic e Babacar: il primo è un fuoriclasse; l'altro ha mostrato ancora lampi di genio assoluto. Che trio stupendo con Gilardino!
[foto via violachannel]
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venerdì 12 marzo 2010
Catania-Inter 3-1. Le pagelle dei nerazzurri. Muntari disastro. Troppe tre competizioni per la rosa di Mourinho. Milan, occasione d’oro
Su 90 minuti a Catania, l’Inter ne ha giocati 20 ad alto livello, a inizio ripresa. Per i restanti 70 minuti, i siciliani sono stati superiori ai nerazzurri. Già nel primo tempo, il Catania meritava di essere in vantaggio per 2-0, ma ha graziato due volte Julio Cesar. Poi, dopo lo 0-1 di Milito, l’Inter ha preso in mano la gara: quando pareva dominare, è arrivato il crollo. Da stabilire se si tratta di una paralisi psicologica, dovuta al pensiero del ritorno col Chelsea martedì; o se siamo di fronte a una pesantissima flessione atletica.
Ribadisco che la rosa dell’Inter non può competere su tre fronti: Champions, campionato e coppa Italia. Il dodicesimo uomo dell’Inter è Muntari: fate voi…
Adesso il Milan, se batte il Chievo, va a meno uno: discorso scudetto più aperto che mai. Anche se l’Inter conserva un vantaggio piccolissimo: in caso di arrivo a pari punti, scudetto ai nerazzurri per via degli scontri diretti. Non so fino a che punto il Milan tiferà per l'eliminazione dell'Inter contro il Chelsea: in questo caso, Zanetti e compagnia si concentrerebbero solo sullo scudetto. Proprio come possono tranquillamente fare adesso Galliani e Leonardo.
Ecco le mie pagelle dell’Inter.
Julio Cesar 6. Incolpevole sui tre gol, ne salva uno nel primo tempo.
Maicon 5,5. Qualche discesa condita da cross sbagliati e tiri inutili: un paio di volte, aveva l’uomo accanto da servire, ma l’ha ignorato.
Lucio 6. Combatte finché ne ha, poi cala alla fine.
Materazzi 6. Diversi scontri fisici, se la cava abbastanza bene, tranne nell’ultimo quarto d’ora.
Zanetti 6. Un po’ appannato, si fa vedere raramente nella metà campo avversaria.
Stankovic 6. Corre per due, ma non basta.
Sostituito da: Pandev 5. È a terra.
Cambiasso 6. Un onesto lavoro davanti alla difesa e niente più.
Sostituito da: Muntari 0. Sì, avete letto bene: zero. Entra, gioca due minuti, procura il fallo al limite dell’area e si fa ammonire; alza il braccio in barriera, causa il rigore e si fa espellere.
Mariga 6,5. Fra i pochi brillanti, gioca però solo 45 minuti.
Sostituito da: Quaresma 6. Niente male un paio di discese nei primi 20 minuti della ripresa. Poi, il buio.
Snejider 6. Suo l’unico tiro in porta dell’Inter nel primo tempo. Dà il via all'azione del gol. Poco altro. Sottotono.
Milito 6,5. Segna e prende un sacco di botte.
Eto’o 6,5. Super generoso nell’assist a Milito, dà cenni di risveglio.
[Mourinho e Muntari nella foto via Inter]
Ribadisco che la rosa dell’Inter non può competere su tre fronti: Champions, campionato e coppa Italia. Il dodicesimo uomo dell’Inter è Muntari: fate voi…
Adesso il Milan, se batte il Chievo, va a meno uno: discorso scudetto più aperto che mai. Anche se l’Inter conserva un vantaggio piccolissimo: in caso di arrivo a pari punti, scudetto ai nerazzurri per via degli scontri diretti. Non so fino a che punto il Milan tiferà per l'eliminazione dell'Inter contro il Chelsea: in questo caso, Zanetti e compagnia si concentrerebbero solo sullo scudetto. Proprio come possono tranquillamente fare adesso Galliani e Leonardo.
Ecco le mie pagelle dell’Inter.
Julio Cesar 6. Incolpevole sui tre gol, ne salva uno nel primo tempo.
Maicon 5,5. Qualche discesa condita da cross sbagliati e tiri inutili: un paio di volte, aveva l’uomo accanto da servire, ma l’ha ignorato.
Lucio 6. Combatte finché ne ha, poi cala alla fine.
Materazzi 6. Diversi scontri fisici, se la cava abbastanza bene, tranne nell’ultimo quarto d’ora.
Zanetti 6. Un po’ appannato, si fa vedere raramente nella metà campo avversaria.
Stankovic 6. Corre per due, ma non basta.
Sostituito da: Pandev 5. È a terra.
Cambiasso 6. Un onesto lavoro davanti alla difesa e niente più.
Sostituito da: Muntari 0. Sì, avete letto bene: zero. Entra, gioca due minuti, procura il fallo al limite dell’area e si fa ammonire; alza il braccio in barriera, causa il rigore e si fa espellere.
Mariga 6,5. Fra i pochi brillanti, gioca però solo 45 minuti.
Sostituito da: Quaresma 6. Niente male un paio di discese nei primi 20 minuti della ripresa. Poi, il buio.
Snejider 6. Suo l’unico tiro in porta dell’Inter nel primo tempo. Dà il via all'azione del gol. Poco altro. Sottotono.
Milito 6,5. Segna e prende un sacco di botte.
Eto’o 6,5. Super generoso nell’assist a Milito, dà cenni di risveglio.
[Mourinho e Muntari nella foto via Inter]
Classe 1969, dal 1987 sono giornalista automotive
mercoledì 10 marzo 2010
Il Dna europeo del Milan, la mentalità europea del Milan: puttanate. Servono grandi giocatori
I mass media fanno in fretta a riempirti il cervello di cretinate, specie quando si parla di sport. L’esempio più clamoroso in materia riguarda il Milan, che si autodefinisce (non c’è una classifica ufficiale in merito a coprire l’intera storia del club, biennio di serie B inclusa) la squadra più titolata al mondo: quando il Milan vinceva in Europa, si diceva che il merito era della mentalità europea del club. Si sosteneva che la Champions fosse nel Dna del Milan. Puttanate. La mentalità europea è un concetto astratto che in uno sport semplice come il calcio non c’entra nulla. In realtà, il Milan vinceva in Europa perché aveva i giocatori più forti, dal punto di vista tecnico, atletico e temperamentale.
Ieri nelle partite di coppa segnava Van Basten o inventava Savicevic o seminava il panico Kaká; oggi hai un brocchetto come Huntelaar, un onesto faticatore come Borriello e ti ritrovi che perdi 4-0 a Manchester. È cambiata la mentalità? La Champions non è più nel Dna del Milan? Ma no: semplicemente, non ci sono più giocatori bravi. Mi spiace per il Milan, anche se gioisco per quelli che hanno fatto i soldi col mio pronostico ragionato (basta con le mail in cui mi ringraziate!).
E il buon Leonardo, allenatore che stimo e persona che mi piace, non poteva certo fare miracoli. Con Bonera al centro della difesa e Huntelaar come terminale d’attacco, hai voglia a caricare la squadra e a cercare di imporre il gioco come il Brasile del 1982. È già un miracolo che i rossoneri siano arrivati agli ottavi (complice un Real Madrid patetico) e che siano secondi in campionato, in questo agevolati da arbitraggi rabbrividenti (vedi i rigori contro non dati, seppure in buona fede).
Dai a Sacchi Huntelaar e Bonera; dai a Leonardo Gullit e Franco Baresi; e stai a vedere che anche a Leo, come d’incanto, la mentalità europea torna. Assieme al Dna con la Champions.
Non resta che l’Inter in Champions (l’unica Europa che conta), ma il Chelsea, come organizzazione di gioco, è tre spanne superiore ai nerazzurri. A mio giudizio, è arrivato il bivio di Eto’o: se fallisce col Chelsea, siamo di fronte a un flop colossale; se si sveglia, la stagione dei nerazzurri cambia faccia. Però, anche in questo caso, serviranno tantissima corsa, spirito di sacrificio e soprattutto piedi dolci. A meno che vogliate credere alle puttanate sulla mentalità europea.
[foto via manutd]
Ieri nelle partite di coppa segnava Van Basten o inventava Savicevic o seminava il panico Kaká; oggi hai un brocchetto come Huntelaar, un onesto faticatore come Borriello e ti ritrovi che perdi 4-0 a Manchester. È cambiata la mentalità? La Champions non è più nel Dna del Milan? Ma no: semplicemente, non ci sono più giocatori bravi. Mi spiace per il Milan, anche se gioisco per quelli che hanno fatto i soldi col mio pronostico ragionato (basta con le mail in cui mi ringraziate!).
E il buon Leonardo, allenatore che stimo e persona che mi piace, non poteva certo fare miracoli. Con Bonera al centro della difesa e Huntelaar come terminale d’attacco, hai voglia a caricare la squadra e a cercare di imporre il gioco come il Brasile del 1982. È già un miracolo che i rossoneri siano arrivati agli ottavi (complice un Real Madrid patetico) e che siano secondi in campionato, in questo agevolati da arbitraggi rabbrividenti (vedi i rigori contro non dati, seppure in buona fede).
Dai a Sacchi Huntelaar e Bonera; dai a Leonardo Gullit e Franco Baresi; e stai a vedere che anche a Leo, come d’incanto, la mentalità europea torna. Assieme al Dna con la Champions.
Non resta che l’Inter in Champions (l’unica Europa che conta), ma il Chelsea, come organizzazione di gioco, è tre spanne superiore ai nerazzurri. A mio giudizio, è arrivato il bivio di Eto’o: se fallisce col Chelsea, siamo di fronte a un flop colossale; se si sveglia, la stagione dei nerazzurri cambia faccia. Però, anche in questo caso, serviranno tantissima corsa, spirito di sacrificio e soprattutto piedi dolci. A meno che vogliate credere alle puttanate sulla mentalità europea.
[foto via manutd]
Classe 1969, dal 1987 sono giornalista automotive
Milan senza Nesta e Pato. Manchester con Rooney e Vidic. Troppo alta la vittoria del Manchester a 1,75
Con Pato e con Nesta, rispettivamente la punta più rapida nell'allungo e il difensore centrale più forte del mondo, la vittoria del Manchester a 1,75 era una quota comprensibile. Ma ora, con Pato e Nesta in tribuna, mi pare che quella quota sia diventata troppo alta.
Io credo sia più equilibrata una quota a 1,5 massimo. Anche perché la rosa del Milan non ha sostituti all'altezza. Oltretutto, il Manchester presenta come titolari Rooney in attacco e Vidic in difesa.
A dopo per i commenti, in attesa dell'impresa del Milan!
[foto via Milan]
Io credo sia più equilibrata una quota a 1,5 massimo. Anche perché la rosa del Milan non ha sostituti all'altezza. Oltretutto, il Manchester presenta come titolari Rooney in attacco e Vidic in difesa.
A dopo per i commenti, in attesa dell'impresa del Milan!
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Classe 1969, dal 1987 sono giornalista automotive
sabato 6 marzo 2010
Roma-Milan 0-0: Borriello e Huntelaar messi insieme fanno un alluce di Pato
Ho visto un grande Milan. Contro la Roma, i rossoneri mi sono piaciuti tantissimo. Pressing a tutto campo, aperture di 30 metri, movimenti sulle fasce. Antonini a sinistra e Bonera a destra hanno macinato chilometri. Pirlo ha distribuito palloni con sapienza. Ronaldinho ha inventato un paio di assist. Nesta e Thiago Silva sono stati implacabili. Ambrosini era ovunque.
E allora, perché il Milan non ha vinto? Semplice: perché davanti non aveva un vero attaccante da Milan. Borriello ha avuto due possibilità per puntare la porta da destra; ma lui gioca solo col sinistro; quindi, controllava di sinistro, tornava indietro e faceva di nuovo partire l’azione da dietro. Buonanotte: tutto da rifare.
Huntelaar ha avuto un’occasionissima. Lì Boninsegna ci avrebbe messo la faccia rischiando di rompersi il naso. Invece, l’olandese ha avuto paura del piedone di Burdisso all’altezza dei denti. Risultato, da un passo l’ha messa di testa alta.
Borriello e Huntelaar messi insieme fanno un alluce di Pato. Ma se il brasiliano torna per Manchester-Milan, i rossoneri ce la possono fare. Dopo aver visto stasera il gioco del Diavolo, l’impresa è possibile, anche perché la difesa del Manchester non è imperforabile. A tale proposito, vi prego di dirmi la vostra nel sondaggio in altro a destra. Grazie.
Nel frattempo, l’Inter ha un’occasione d’oro: se vince domani sera a San Siro col Genoa, va a più nove sulla Roma e a più sei sul Milan. Però attenzione, il più sei sul Milan è bugiardo. In realtà, i punti di distacco sarebbero sette: in caso di arrivo in parità, lo scudetto va a chi è messo meglio nei derby, cioè l’Inter.
[foto via Milan]
E allora, perché il Milan non ha vinto? Semplice: perché davanti non aveva un vero attaccante da Milan. Borriello ha avuto due possibilità per puntare la porta da destra; ma lui gioca solo col sinistro; quindi, controllava di sinistro, tornava indietro e faceva di nuovo partire l’azione da dietro. Buonanotte: tutto da rifare.
Huntelaar ha avuto un’occasionissima. Lì Boninsegna ci avrebbe messo la faccia rischiando di rompersi il naso. Invece, l’olandese ha avuto paura del piedone di Burdisso all’altezza dei denti. Risultato, da un passo l’ha messa di testa alta.
Borriello e Huntelaar messi insieme fanno un alluce di Pato. Ma se il brasiliano torna per Manchester-Milan, i rossoneri ce la possono fare. Dopo aver visto stasera il gioco del Diavolo, l’impresa è possibile, anche perché la difesa del Manchester non è imperforabile. A tale proposito, vi prego di dirmi la vostra nel sondaggio in altro a destra. Grazie.
Nel frattempo, l’Inter ha un’occasione d’oro: se vince domani sera a San Siro col Genoa, va a più nove sulla Roma e a più sei sul Milan. Però attenzione, il più sei sul Milan è bugiardo. In realtà, i punti di distacco sarebbero sette: in caso di arrivo in parità, lo scudetto va a chi è messo meglio nei derby, cioè l’Inter.
[foto via Milan]
Classe 1969, dal 1987 sono giornalista automotive
Quote esagerate: forse i bookmaker sanno qualcosa che io non so
Fiorentina-Juve: l'1 dato a 2,4.
Roma-Milan: l'1 dato a 2,3.
Cagliari-Catania: l'1 dato a 2.
Sono queste le quote più accattivanti del weekend (facendo una media dei bookmaker più importanti). In tutt'e tre i casi, mi pare che i bookmaker si siano tenuti altini.
Se proprio avete soldi da sbattere via, io punterei su uno di quegli eventi, oppure addirittura su due o tre di quelle partite.
Da un calcolo che ho fatto sui precedenti pronostici, con quote superiori al 2, ho un simpatico 84% di scommesse azzeccate...
Ma attenzione al rischio "bookmaker ben informato": magari quelle quote sono così alte e attraenti perché i bookmaker sanno qualcosa che io non so e che né altri sanno... Mi riferisco a stato di forma dei giocatori, condizione psicofisica, equilibri di squadra e societari.
Vorrei sapere qual è la sorpresina contenuta in quelle tre partite. Fra poche ore, apriremo l'ovetto assieme.
[foto via flickr.com/photos/stuartpilbrow]
Roma-Milan: l'1 dato a 2,3.
Cagliari-Catania: l'1 dato a 2.
Sono queste le quote più accattivanti del weekend (facendo una media dei bookmaker più importanti). In tutt'e tre i casi, mi pare che i bookmaker si siano tenuti altini.
Se proprio avete soldi da sbattere via, io punterei su uno di quegli eventi, oppure addirittura su due o tre di quelle partite.
Da un calcolo che ho fatto sui precedenti pronostici, con quote superiori al 2, ho un simpatico 84% di scommesse azzeccate...
Ma attenzione al rischio "bookmaker ben informato": magari quelle quote sono così alte e attraenti perché i bookmaker sanno qualcosa che io non so e che né altri sanno... Mi riferisco a stato di forma dei giocatori, condizione psicofisica, equilibri di squadra e societari.
Vorrei sapere qual è la sorpresina contenuta in quelle tre partite. Fra poche ore, apriremo l'ovetto assieme.
[foto via flickr.com/photos/stuartpilbrow]
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