
Per la miseria: 30 righe per dire che uno ha tirato un cazzotto a un altro. Per descrivere un incontro di box, ai giudici non basterebbero tutti i papiri del mondo.
E neppure mi passa per l'anticamera del cervello l'idea che il doriano abbia fatto una sceneggiata partenopea, per poi rialzarsi e disputare il resto della partita.
Il punto è un altro. Sì, Adriano è un birichino. I pugni non si danno. La sentenza è giusta e il Giudice Tosel ha fatto il suo dovere. Però queste prove tv sono demenziali: le norme andrebbero cambiate. Mi spiego. Un difensore guarda il pallone e, sapendo bene che al suo fianco c’è un attaccante, allarga il gomito: zigomo rotto. Prova tv? Manco per idea. L’arbitro ha visto tutto: normale scontro di gioco. E come no: normalissimo. Peccato che nove volte su 10 quella sia la tecnica usata dal difensore per picchiare. Guardateli in tv; dopo la gomitata, allargano le braccia come per dire: “Non l’ho fatto apposta”. Ma cosa credete? Che un calciatore professionista non sia perfettamente in grado di colpire l'avversario senza farsi beccare?
Un’altra tecnica interessante è l’entrata da dietro col pallone alto. Funziona così. L’attaccante è spalle alle porta e vuole colpire di testa un pallone proveniente dalla propria difesa; il marcatore salta e gli dà una capocciata alla nuca. Dolorosissimo. Una vigliaccata. Di cui è spesso vittima Ibrahimovic e, un tempo, Van Basten. Prova tv? No. L’arbitro ha visto tutto. Normalissimo scontro di gioco. Col difensore che allarga le braccia: “Non l’ho fatto apposta, cercavo la palla”.
La verità è che, se si vuole usare la tv, si dovrebbe sfruttarla al meglio. Andare a stanare quelli che mirano a far male. Spiegando per filo e per segno i motivi della squalifica: lì sì che ci vorrebbero discorsi articolati.
[foto via flickr.com/photos/apesara]
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