domenica 29 ottobre 2017

Federer batte Del Potro a Basilea: finale sublime

Dopo due ore e mezzo di guerra atletica e nervosa, Federer batte Del Potro nella finale di Basilea. Match divertentissimo e senza tregua, terminato 6-7(5) 6-4 6-3. I numeri: 95° titolo in carriera per Re Roger, che supera Ivan il Terribile (Lendl) nella classifica all-time; settimo titolo del 2017 e ottavo nella sua città natale. Nel momento più caldo del primo set, giocato a intensità elevatissima, l’argentino è fresco come una rosa, si sposta sul dritto in continuazione e cerca ossessivamente il rovescio dell’elvetico. Così tanto sotto pressione da giocare male i punti chiave. Per uscire dalla morsa, Federer reagisce a parole e a gesti, se la prende con la pallina e col nastro, si sfoga con un paio di monologhi: a un certo punto, mi è parso di capire che abbia insultato se stesso, per cambiare l’inerzia della partita. Nel tie break della prima frazione, sul più bello Delpo diventa implacabile, piazzando delle mine a oltre 210 km/h di servizio sul rovescio dello svizzero.

Fino a metà del secondo set, Federer resta troppo nervoso. Addirittura, commette tre doppi falli nello stesso turno di servizio: non ho le statistiche sotto mano, ma vedo giocare Roger dal 2000 e non mi era mai capitato di assistere a un simile scempio. Però è qui che, d’incanto, il Fenomeno torna calmo, il braccio scorre meglio, nella corsa è più elastico: qualità tipiche del fuoriclasse, con una forza mentale impareggiabile. Oltretutto, come gli squali, ha la capacità di avvertire l’odore di un lievissimo calo fisico di Delpo: da quel momento, Federer gioca ancora più rilassato, più profondo e incisivo. Il secondo set è suo.

Nel terzo set, si assiste a uno show del più grande tennista di ogni epoca, nonché più forte atleta di qualsiasi sport: la velocità dei suoi colpi aumenta (nonostante i 36 anni e passa), mentre Juan Martin ha difficoltà a compiere i piccoli passi per arrivare coordinato a colpire di rovescio, e smarrisce la capacità di girare intorno alla palla per far male di dritto. 
Finisce in un delirio del pubblico di Basilea, con l’abbraccio tra Federer e Delpo: i due si stimano parecchio. Una nota di merito particolare all’argentino: il pubblico, in certi frangenti, ha un po’ disturbato Del Potro mentre colpiva la palla, durante il gioco, esultando anche dopo la prima di servizio sbagliata. Robaccia da coppa Davis nei Paesi periferici del tennis. Il colosso di Tandil ha finto di non vedere e di non sentire: un gesto di estrema eleganza per il potentissimo atleta sudamericano, che si conferma un gentleman.

martedì 24 ottobre 2017

Inter-Samp 3-2. Pagelle nerazzurre: Perisic 8; Joao Mario 0

Handanovic 5. Primo gol: non esce e si fa pure fregare sul suo palo. Sul secondo gol, è Santon che perde l'uomo.

D’Ambrosio 6,5. Corre, prende botte, si fa vedere in attacco.

Skriniar 7. Monumentale, va anche in gol di rapina.

Miranda 6. Fa il suo compitino.

Nagatomo 6,5. Una fucilata di sinistro dai 30 metri e tanta energia.

Gagliardini 6. Sta entrando in forma adesso, ha un passo più rapido. Ma non va oltre la sufficienza.

Vecino 7. Lucido e concreto, sbaglia pochissimo.

Candreva 7. È in condizione e il 70% delle azioni d’attacco nerazzurre passa per i suoi piedi.

Borja Valero 7. Mille palloni e mezzo errore: un computer.

Perisic 8. Un palo da centrocampo al volo, un altro legno in corsa, assist, una chiusura difensiva che vale oro: fuoriclasse dal punto di vista atletico anzitutto.

Icardi 7,5. Doppietta splendida. Alla distanza cala.

Dalla panca: 

Eder 6. Fa quel che può in virtù delle sue poche doti: insegue chiunque.

Santon 5. Nullo: sul secondo gol smarrisce l'avversario.

Dalla panca: Joao Mario 0. Record mondiale: dopo lo 0 di Napoli-Inter, lo 0 di Inter-Samp. È appesantito, stanco, abulico, butta nel gabinetto due contropiede. Per carità: in questo momento rappresenta una zavorra pericolosa, che può far pareggiare le partite da vincere.

Spalletti 8. È miracoloso: ai vertici della classifica nonostante una rosa inadeguata. Stasera per un’ora si è perfino visto una squadra che gioca a calcio. Non so quanti altri allenatori sarebbero in grado di fare altrettanto, con quegli uomini a disposizione.

sabato 21 ottobre 2017

Napoli-Inter 0-0. Pagelle nerazzurre: Handanovic 10; Joao Mario 0

Handanovic 10. Una doppia parata mostruosa: prima con le mani su Callejon e poi su Mertens coi piedi. Quindi altri due interventi favolosi. Questo pareggio è tutto di Handa.

D’Ambrosio 6,5. Copre molto bene la fascia destra in difesa, però non spinge molto.

Skriniar 6,5. Sarebbe da otto, ma commette un’ingenuità che poteva costare carissima: Koulibaly non ne approfitta.

Miranda 5. Lento, in ritardo, spende male un cartellino che lo condiziona per il resto dell’incontro.

Nagatomo 5. Si appisola sull’azione più pericolosa del Napoli, lasciandosi sfuggire l’uomo alle spalle: Hysaj. Svolge il suo compitino.

Gagliardini 6. Corricchia, non fa gioco, non incide.

Vecino 7,5. La sorpresa: splendida l’incursione centrale a spaccare la difesa di Sarri. È un martello pneumatico.

Candreva 7,5. Fa su e giù la fascia in continuazione con piedi raffinati.

Borja Valero 5. Ha un raggio d’azione ristretto. Dopo un’ora crolla. Comunque, è suo il tiro più pericoloso.

Perisic 6. Niente di che. Ha il grande merito di mandare a quel paese Nagatomo che non lo vede tutto solo sulla fascia.

Icardi 6. Non gli danno una boccia giocabile. Si sbatte in copertura.

Dalla panca: Joao Mario 0. Sì, zero. Dovrebbe entrare fresco e metterci l’anima, invece sembra annoiato e svogliato. Perde un paio di palloni in modo banale e non rincorre l’avversario. Non è inutile. È dannoso. Sarà colpa degli antibiotici dopo i guai fisici... Se continua così, parte. Spalletti dà un’occasione a tutti, poi si spazientisce e stila la lista di chi deve smammare.

Spalletti 7. Pareggia contro una squadra di tre spanne superiore. È secondo in campionato mentre ci sono almeno cinque squadre con una rosa più forte: Napoli, Juve, Milan, Roma, Lazio. Un signor allenatore.