Fino a metà del secondo set, Federer resta troppo nervoso. Addirittura, commette tre doppi falli nello stesso turno di servizio: non ho le statistiche sotto mano, ma vedo giocare Roger dal 2000 e non mi era mai capitato di assistere a un simile scempio. Però è qui che, d’incanto, il Fenomeno torna calmo, il braccio scorre meglio, nella corsa è più elastico: qualità tipiche del fuoriclasse, con una forza mentale impareggiabile. Oltretutto, come gli squali, ha la capacità di avvertire l’odore di un lievissimo calo fisico di Delpo: da quel momento, Federer gioca ancora più rilassato, più profondo e incisivo. Il secondo set è suo.
Nel terzo set, si assiste a uno show del più grande tennista di ogni epoca, nonché più forte atleta di qualsiasi sport: la velocità dei suoi colpi aumenta (nonostante i 36 anni e passa), mentre Juan Martin ha difficoltà a compiere i piccoli passi per arrivare coordinato a colpire di rovescio, e smarrisce la capacità di girare intorno alla palla per far male di dritto.
Finisce in un delirio del pubblico di Basilea, con l’abbraccio tra Federer e Delpo: i due si stimano parecchio. Una nota di merito particolare all’argentino: il pubblico, in certi frangenti, ha un po’ disturbato Del Potro mentre colpiva la palla, durante il gioco, esultando anche dopo la prima di servizio sbagliata. Robaccia da coppa Davis nei Paesi periferici del tennis. Il colosso di Tandil ha finto di non vedere e di non sentire: un gesto di estrema eleganza per il potentissimo atleta sudamericano, che si conferma un gentleman.