domenica 28 settembre 2014

Io difendo il mediocre Mazzarri

Mazzarri è uno splendido allenatore da Reggina, al massimo da Napoli. Ma all’Inter fa fatica: qui è un mediocre. Ogni conferenza stampa è una tortura per lui. Ogni intervista in tv è un cocktail di sospiri, tic nervosi, mezze parole. In un anno e mezzo, non è riuscito a trasmettere nulla alla squadra. Se non ansie e paure. L’Inter è un’accozzaglia di zombie che vagano per il campo. Sembra una squadra di esordienti che giocano nove contro nove, coi nonni in tribuna a urlare “Dai a nonnino che corri dietro alla palla”. L’Inter è una banda di ragazzini di seconda media che fanno la faccia feroce se giocano contro gli islandesi, ma sotto pressione si sciolgono come burro nel microonde. L’Inter, alla fine, è lo specchio della grinta di Mazzarri. Io di questo signore ricordo le bottigliette di plastica morsicate in panchina, l’orologio toccato di continuo durante le pause di gioco. 

Ma c’è un ma. Non è colpa sua. Non è colpa sua se qualcuno ha ritenuto intelligente dargli 3,5 milioni di euro l’anno. Non è colpa sua se qualcuno gli ha rinnovato il contratto. Non è colpa sua se Nagatomo è capitano dell’Inter (che squallore). Non è colpa sua se i nerazzurri non riescono a fare tre passaggi di fila e sono così lenti nell’impostazione.

La dimensione dei giocatori dell'Inter ti viene data anche dal modo in cui hanno esultato dopo i gol del 4-0 5-0 e così via contro i dilettanti in Europa League e contro il Sassuolo: un'esaltazione francamente scomposta e irragionevole. Proprio come i bambini quando battono 10-0 un avversario senza consistenza: ogni gol dal 5-0 in poi urlano la propria gioia alla mamma in tribuna. Ma quelli sono bambini; i giocatori dell'Inter sono professionisti cui si chiedono risultati di livello, proporzionati alla retribuzione.

Voi al suo posto di Mazzarri cosa fareste? Direste: “Sì, è vero, una grande squadra non è roba per me”?. Chiunque, al suo posto, farebbe quello che fa lui. La difesa a tre per un anno e mezzo: perché solo quello conosce. L’impostazione del gioco a due all’ora: perché sa solo giocare in contropiede. Qualche sussurro in panchina allargando le braccia: perché non è capace di far tremare i muri come Mourinho. 

Non è il suo mondo, non è il suo ruolo, non è il suo habitat. Ma Mazzarri è del tutto estraneo da responsabilità. Si piazza settimo con una squadra da settimo posto: questa è l’Inter dei prossimi cinque anni.

Servirebbe piallare tutto. Investire 150 milioni di euro. Prendere un allenatore giovane con mentalità moderna. Questo non è il piano di Thohir. Il futuro immediato è squallido. Con un allenatore mediocre che allena atleti mediocri.

domenica 14 settembre 2014

Parma-Milan: arbitraggio scadente, peggio di pre-calciopoli

A parte un rigore inesistente a favore e un’ammonizione mancata per simulazione, a parte un’espulsione a favore inesistente, a parte un rigore contro non dato, a parte due ammonizioni a favore inventate, a parte cinque punizioni a centrocampo inventate a favore, a parte questo, il Milan ha meritato.

Venduto Balotelli, serviva qualcuno che cadesse in area e battesse i rigori: Menez.

Un rigore a domenica. Il primo immaginario, il secondo inventato. È il Milan dei record.

Inzaghi ha lo stesso gioco di Stramaccioni. In più, però, ha un rigore a partita, più qualche ammonizione ed espulsione.

Poi ci si domanda perché le prime tre che arrivano nel campionato italiano vengono scalciate in Europa: e dove li trova il Milan in Europa degli arbitri così?

Alla prossima, se la giocano Milan e Juve: in materia di rigori ed espulsioni, una guerra fra titani.

"Non si fanno 6 punti grazie agli arbitri". No, 6 no. Ma 4 o 5 sì.

Gli arbitri sono in buona fede: solo che il livello degli arbitri italiani è più scadente rispetto a quello dell’era prima di calciopoli.