mercoledì 22 febbraio 2012

Marsiglia-Inter 1-0. Dramma Chivu: come faremo senza di lui al ritorno?

Chivu lestissimo allo scadere ad anticipare l’attaccante avversario: è il primo a infilarsi sotto la doccia.

Chivu furbissimo a farsi ammonire: un calcio da dietro a un avversario che gli dava le spalle, a metà campo, sulla linea laterale. Boh?

Gigi Riva: “Mi rivedo in Zarate. Io giocherò così quando avrò 85 anni”. Scherzo, eh...

I neutrini non sono più veloci della luce. E neppure Zarate lo è. Peccato, per un po' ci avevamo creduto. Perdonaci, Albert.

L’Inter ha una potenza di fuoco là davanti da far paura all’aviazione americana.

L’ultimo quarto d’ora l’Inter ha giocato con segacia tattica.

Obi è il frutto più recente della Primavera nerazzurra. Altro che cantera del Barcellona!

È l’Inter dei record: ci ha segnato il figlio di Pelé. Lo so che non è quel Pelé famoso, ma quell’altro il quale segnò al Milan; però ora ci manca un gol del figlio di Maradona. Ricordo che anche il figlio di Cruijff ci ha segnato!

Il Bayern è geloso dell'Inter e punta a rubarci la scena: perde col Basilea. Eh no, così non si fa.

Dai Zenga, scaldati che tocca a te. Sarà un onore per l'Uomo Ragno gestire una rosa di questo calibro e così fresca atleticamente.

Il piccolo e tenero Filippo: "Be', adesso mi girano un po' le palline".


venerdì 17 febbraio 2012

Inter, nulla di grave: Forlan è quasi pronto. Per il Roland Garros

Di Forlan ricordo le sue pallette giocate con la Pennetta e con la Schiavone a tennis. Per il resto, questo non è un giocatore di calcio, al momento. Vorrà dire che sarà utile al Roland Garros.

Anzi no: lui si trova bene solo al coperto, visto che scivolava sempre a San Siro. Si devono attendere i tornei di tennis indoor.

Sul 3-0 per il Bologna, Forlan ha chiesto alla squadra: “Ma perché l’arbitro ha fischiato la fine? Un set finisce a sei”.

Forlan: certo che quella sua fucilata di sinistro da 10 metri rimarrà impressa nella memoria di tutti gli interisti.

Forlan: ma quanta cattiveria agonistica ci mette?!

Mancano cinque punti per restare in serie A. Non vedo avversari inferiori a noi. E ora che si fa?

Annuncio di Branca: l’Inter è su due giovani interessantissimi. Li compreremo per 20 milioni. Solo che hanno un lieve infortunio: saran pronti per marzo. Del 2013.

Pazzini mi pare leggermente sovrappeso. D’altronde, tutti insistono a dire che là davanti servono chili. E lui s’è adeguato.

Ranocchia è pronto per l’Inter. Quella dei pulcini.

È pur sempre l’Inter dei record: 0-1 col Novara; 0-3 col Bologna.

A Marsiglia sarà una passeggiata.

A Poli e Palombo vorrei chiedere: “Cosa ci dite dell’impatto con l’Inter?”.

La Samp, con Poli, Palombo e Pazzini è andata in B. Ma no, solo pensierini negativi della notte.

L’Inter sta aprendo un nuovo ciclo: per questo è nervosa.

Non capisco perché non arrivino i risultati: in definitiva, in due anni, l'Inter ha dato via Mou, Balotelli, Eto'o, Thiago Motta; comprando Forlan, Zarate e Palombo. Basta pazientare, e raccoglieremo i frutti.

I tifosi invocano Mou. Certo che torna, di corsa. Non vede l'ora di mandare a fare in c... Cristiano Ronaldo e i soldi del Real per godersi Forlan e le faraoniche campagne acquisti dell'Inter.

Guardiola sbarra la strada a Mourinho: "Vado io all'Inter! Sono stufo di gentaglia come Messi, Xavi e Iniesta. Datemi Zarate e Forlan, e vi ribalterò il mondo".

Qui urge una rivisitazione storica dell'Inter di Tardelli: tutto sommato, non era male.


domenica 12 febbraio 2012

Tramonto Inter: la notte di Madrid erano da cacciare tutti

Quella favolosa notte di Madrid del 22 maggio 2010, in cui l’Inter mise a segno una tripletta irripetibile, il ciclo storico della squadra era al capolinea. Mourinho l’aveva perfettamente capito e scappò a gambe levate al Real, una società in grado di comprargli l’impossibile. Quella notte stessa, andava eseguita una trasfusione totale di sangue all’Inter, e ritengo che - potendo tornare indietro - anche Moratti lo farebbe.

Il Petroliere doveva disfarsi di tutti quelli che battevano cassa, e ripartire con un progetto a lungo termine, fatto di giovani affamati. Però non me la sento di attaccare la vecchia guardia, accusandola di non impegnarsi al massimo, nonostante ingaggi milionari. La verità è che non ce la fanno proprio più a reggere così tanti impegni: sono al tramonto. Te ne accorgi quando devono rincorrere l’avversario: arrancano. Pare quasi che la cattiveria agonistica sia scomparsa. In realtà, è il serbatoio di energie mentali e fisiche che è vuoto.

Si ripartirà con una rivoluzione, dalla prossima stagione. Però servirà pazienza: se cambi 20 elementi della rosa, e se nove undicesimi dei titolari sono diversi, nessuno può avere la pretesa di diventare subito competitivi. Tra la fine di un ciclo mostruosamente vincente e l’inizio di un’altra epoca d’oro, esiste un periodo di transizione, da affrontare senza nevrosi: vietato bocciare i giovani perché sbagliano due partite.

A mio modesto avviso, c’è infine un serio problema che riguarda i mass media. È un paio d’anni che ci fanno a fettine sui giornali e in tv. Dalla società avversaria che ci vuole sempre portare in tribunale, all’ex allenatore che ce ne dice di tutti i colori; dall’arbitro che fischia per tutta la partita contro, alla moviola senza un minimo di contraddittorio. Quel compito di riequilibrare le forze venne svolto in parte da Roberto Mancini, che arrivò un paio di volte a perdere le staffe in diretta tv, ma soprattutto da Mourinho, che menava fendenti a tutt’andare. Obiettivi: fare gruppo, creare un nemico comune, ottenere lo stesso spazio degli altri, mettere pressione su chi voleva schiacciarti. Che fosse la strada giusta lo testimoniano le reazioni isteriche di chi veniva trafitto. Il portoghese non arretrava di un millimetro, consapevole del fatto che una delle frasi più sceme del mondo è: “Nel calcio, i titoli si vincono sul campo”. Bugia: i campi dove si gioca la partita sono più d’uno. O davvero non vi siete accorti che altre società puntano le loro fiches su più tavoli?

domenica 5 febbraio 2012

Inter: terzo posto? Serve un miracolo

Dopo una storica scorpacciata di titoli, dopo la tripletta irripetibile del 2010, dopo la mini tripletta della stagione scorsa, quest’anno l’Inter resterà a bocca asciutta, come facilmente prevedibile. I cicli storici devono finire, e il tramonto dei campioni nerazzurri è palese. Il problema però è un altro: qui si rischia seriamente di restare fuori dalla zona Champions, visto che attualmente Udinese, Napoli, Roma e Lazio sono superiori all’Inter. Milan e Juve non le considero perché due spanne sopra di noi.

I guai veri l’Inter li ha in mezzo al campo: senza Thiago Motta, nessuno sa davvero impostare trame offensive. L’unica soluzione è arretrare il raggio d’azione di Sneijder, e fargli fare un po’ da playmaker. Alvarez è troppo lento per chiedergli di costruire gioco, Palombo è un incontrista, Poli e Obi idem. Cambiasso fatica a tenere ritmi alti.

Risultato: basta un accenno di pressing avversario al limite della nostra area di rigore, e l’Inter va nel panico. Ormai gli allenatori delle altre squadre lo sanno e puntualmente ci stritolano laddietro.

Presentarsi in queste condizioni psicofisiche al match di Champions contro il Marsiglia significa prendere una barca di gol. Ma forse, a questo punto, sarebbe auspicabile un’eliminazione agli ottavi: per reggere il doppio impegno coppa più campionato, serve ben altra rosa.