domenica 13 giugno 2010

Maicon, Milito, Eto’o e Balotelli: Moratti, vendili tutti. Solo Maradona è insostituibile



In 35 anni di calcio, ho conosciuto soltanto un giocatore insostituibile. È quel personaggio grasso e con la barba che si agita continuamente in queste ore: si chiama Diego Armando Maradona. L’unico che ha vinto un Mondiale da solo, nel 1986, con una squadra di animalacci semi-incapaci. L’unico al quale ho visto fare un gol scartando l’intera difesa avversaria, contro l’Inghilterra. L’unico che ha fatto vincere addirittura due scudetti al Napoli, impresa titanica. L’unico che ha trasformato un gioco di squadra come il calcio in uno schema danzato in cui 10 energumeni ruotano attorno a un impareggiabile artista.

Per Maradona, parlo del giocatore, sarei disposto a fare follie, sia in termini di esborso per l’acquisto sia come ingaggio. Grosso modo, fosse oggi sul mercato, El Pibe de Oro viaggerebbe sui 200 milioni di euro come prezzo d’acquisto e sui 20 milioni di euro netti l’anno come stipendio.

Per il resto dei giocatori che ho visto in 35 anni, sostengo che siano tutti sostituibili. Do via Van Basten se mi prendo Zico. Vendo Platini se compro Matthäus. Lascio Falcao se porto a casa Zidane. Ma Maradona… Maradona con chi lo sostituisco? Nessuno alla sua altezza. Con il metro d’arbitraggio attuale, Dieguito sarebbe ancora più forte: i difensori (se si comportassero come negli anni ’80) verrebbero espulsi dopo un quarto d’ora.

La premessa per parlare dei giocatori dell’Inter i quali (in modo più che legittimo) desiderano un ingaggio più alto. Mi riferisco in particolar modo a Maicon e Milito. Ma m’è parso di capire che anche Balotelli, e forse Eto’o, non disdegnerebbero un aumento. In questo caso, vedo due soluzioni per loro: Real Madrid e Manchester City. Le uniche ad avere i soldi per comprarli e ingaggiarli.

Noto un certo fastidio nei tifosi dell’Inter, che vorrebbero confermare in toto la rosa vincente, intesa come la struttura decisiva per la tripletta. In partenza, vedrebbero volentieri gente come Muntari, per dirne uno. Ma i quattro di cui sopra non li lascerebbero mai andar via. E, fossero Moratti (facile ragionare coi soldi degli altri…), sarebbero anche disposti a offrire un ingaggio superiore. Anche se è difficile trovare margini di trattativa per Eto’o, che ha già uno stipendio stellare.

Io, fossi Moratti, li venderei tutti: Maicon, Milito e magari anche Balotelli. Per Eto’o la vedo dura, come spiegavo su. Li cederei. Seguendo la seguente politica.

1) Serve un guadagno economico immediato. Come la stagione scorsa con lo scambio Ibra-Eto’o più un pacco di euro grosso come una montagna. Quindi, via Maicon, Milito e Balotelli, a patto di incassare decine di milioni di euro. Fisso io il prezzo, senza margini per trattare.

- Maicon 35 milioni di euro.

- Milito 40 milioni di euro.

- Balotelli 50 milioni di euro, in ragione della giovane età.

Oltretutto, si ha un risparmio a livello di ingaggio. Diciamo un triennale da sei milioni di euro l’anno a Maicon, Milito e Balotelli: 54 milioni risparmiati in tre anni.

2) Vado a caccia di affari a costi ragionevoli per sostituire quei campioni, magari anche cambiando il modulo di gioco. Posso utilizzare Zanetti al posto di Maicon, spostando Chivu a sinistra. Punto su giovani emergenti per dare il cambio al capitano e al romeno. Rilancio Santon (sempreché abbia voglia di imparare a usare il sinistro), responsabilizzo Biabiany (Parma) e Ranocchia (Bari), Fossati, Destro. Scommetto su Aguirregaray (Peñarol).

3)
Irrobustisco il centrocampo con la coppia di frangiflutti formata da Cambiasso e Mascherano, che compro per denaro (13-15 milioni di euro) più Muntari. Il pianeta è pieno di campioni: Johnson, Torres e Gerrard sono i primi nomi che mi vengono in mente. Anche perché giocano in una squadra, il Liverpool, che non ha tanto da tirare la corda. E poi Aguero e Tevez, Krasic.

4)
Non voglio invece né Higuain né Vucinic. Se il Real Madrid, dopo Samuel, Cambiasso e Sneijder si vuole liberare di altri giocatori fortissimi, siamo qui ad attendere Xabi Alonso, grazie.

5) Vendo Burdisso (che non è all’altezza dell’Inter) alla Roma per parecchi soldi. Non si scappa. Niente contropartite tecniche: ai giallorossi prenderei immediatamente De Rossi, che però è alla portata economica solo di Perez.

6) Mi resta sul groppone Quaresma, un brocco (un errore madornale di Mourinho) che adesso nessuno si fila. E ho qualche problema pure con Obinna e Suazo. Di A. Mancini (al Milan) per fortuna non dovremmo mai più sentir parlare.

È una politica che adotterei nei prossimi 20 anni. La strategia vincente ce l’hanno indicata Vieri e Ibra, che noi tifosi dell’Inter non smetteremo mai di ringraziare. Dalla intelligentissima cessione di quei due è nata la Grande Inter. Una strada che va percorsa con ancora maggiore convinzione. Ci si ferma solo se nella tua squadra gioca Maradona. Le immagini nel video su le vedremo ancora.                                                                                                                                                                                             

sabato 5 giugno 2010

Roland Garros. Schiavone a un passo dalla leggenda: parola d’ordine, sporcare la palla alla Stosur

Samantha Stosur è più potente di Francesca Schiavone, ha un servizio più profondo ed efficace, è dotata di un dritto esplosivo come ce ne sono pochi nel circuito, dispone di gambe d’oro che la sorreggono nella corsa anche oltre le due ore, non avverte la pressione. L’australiana spara un rovescio a due mani piatto e angolato, risponde alla grande, è fredda e coraggiosa. E allora, la Schiavone come può battere Sam nella finale del Roland Garros, per entrare nella leggenda?
Io propongo una strategia di cinque punti.

1) Sporcare quanto più possibile la palla, arrotarla in top di dritto, liftarla di rovescio, dare angoli, alternare moonball sul rovescio bimane della Stosur a palle corte.

2) Stare quanto più possibile alla larga da quella che può diventare una trappola senza via d’uscita: lo scambio prolungato di violenza da fondo. Sam è una che spacca.

3) Occorre far pensare l’australiana, metterla di fonte a pallacce luride, tirate sempre in modo diverso: da evitare che la Stosur inserisca il pilota automatico, fatto di bordate piatte, col suo tennis classico.

4) Ho osservato con attenzione il servizio della cangurina bionda. È vero che in poltrona, con la moviola, la prima palla la leggi tranquillamente. Ma sono certo che anche la nostra Francesca sia consapevole che quel servizio glielo puoi leggere: se Sam spara la cannonata centrale, il lancio della pallina è leggermente più alto rispetto a quando angola o scaglia la freccia al corpo. Qualche centesimo di secondo d’anticipo, la Schiavone lo può guadagnare.

5) C’è solo una zona del campo in cui la Stosur, nonostante sia pure un’eccezionale doppista, non mi convince: quando pone il naso sopra il net. Mi rendo conto che è difficile chiamare Sam a rete senza farsi del male; ma se Francesca riesce ogni tanto a ingolosirla, sono convinto che ha i mezzi per passarla o lobbarla.

E poi, cara Francesca, tu che sei interista dovresti saperlo: anche il Barcellona era più forte dell’Inter. Ma a San Siro li abbiamo asfaltati, nel match più incredibile e importante nella storia del Biscione. Che il cuore nerazzurro ti sostenga contro quell’indemoniata della Stosur.

venerdì 4 giugno 2010

Lippi il fortunato. Fra un dolore e l’altro, escono i logori (Camoranesi e Pirlo) ed entrano i freschi



La Nazionale italiana prende forma a forza di stiramenti, contratture, botte, lesioni.

Il primo a saltare è stato Camoranesi, autore della stagione più brutta da quando è calciatore professionista. Il secondo è Pirlo, che ha il fondo atletico di un ex maratoneta 60enne imbolsito: s’è fatto male al polpaccio sinistro.

Tornano in gioco Cossu e forse Candreva, che non hanno il tocco di Pelé, ma in questo momento se la cavano meglio di Camoranesi e Pirlo.

Ancora un paio di mal di denti, torcicollo, problemi intestinali, e la Nazionale rispecchierà maggiormente i valori del campionato.

Per Lippi il fortunato, crescono le probabilità di rivincere il Mondiale.

[foto via figc]