domenica 6 novembre 2022

Rune: il 19enne danese che vide la morte in faccia e poi devastò Djokovic

La morte in faccia: ecco chi s’è trovato innanzi a sé il 19enne danese Holger Rune, nella finale del Paris Masters 2022 contro Djokovic, appena conclusasi. Infatti, il serbo era avanti un set a zero, servizio Rune e 0-40. Nole aveva in mano il match, virtualmente finito: ho dato un’occhiata alle quote live, che vedevano Djokovic ultra favorito e Rune ormai dato per spacciato. Ma per un miracolo tennistico senza spiegazioni, Holger è tornato a galla, per poi cambiare l’inerzia del match e andare a pareggiare i conti.

A quel punto, il livello del gioco s’è alzato, con equilibrio perfetto, break di Rune sul 5 pari. Qui, Djokovic è stato straordinario, guadagnandosi sei palle break, annullate con maestria dal danese. Quindi, primo match point cancellato, e secondo centrato, con conseguente pianto di gioia di Holger.

Così, il danese conquista il primo Masters 1000, entrando di prepotenza nella top ten del ranking ATP.

No, non è stata una magia di una sera. Ha fatto fuori Stan Wawrinka. Poi ha spaccato Hubert Hurkacz (7-5, 6-1), Andrej Rublëv (6-4, 7-5), Carlos Alcaraz (6-3 con lo spagnolo che si ritira sul tie-break al secondo set con Rune con un break di vantaggio) e Félix Auger-Aliassime (6-4, 6-2). Ossia i numeri 10, 9, 1 e 6 al mondo. Con Auger-Aliassime bollente e reduce da una sequela di successi. Infine, Nole, che era in grandissima forma.

Se ci limitiamo ai match al meglio dei tre set, Rune è tranquillamente nella top five. Per quanto riguarda i tornei dello Slam, trattasi di altro sport, e il giudizio sul danese è sospeso.

Sublime il servizio, specie la prima centrale e profonda, sebbene Rune abbia buttato alle ortiche il primo match point con due battute lunghe di mezzo metro, e frutto di un’ansia improvvisa, che poi è riuscito ad addomesticare.

Sempre cattivo il dritto, con apertura talvolta limitata e notevole allungo della racchetta dietro la testa in chiusura. Sul rovescio bimane, si piega tantissimo per colpire la pallina sotto (è alto 188 cm), non disdegnando back velenosi. Tatticamente, s’è dimostrato geniale nell’accorciare di rovescio, per poi allungare d’improvviso, mandando ai pazzi Nole. Grandioso lo smash, anche spettacolare quando il danese si arrampica in cielo mentre retrocede.

Schiacciata a parte, qualcosa da rivedere sui colpi di volo dolci e delicati per il ragazzo di Gentofte, dov’è nato il 29 aprile 2003: prima d’impattare, gli muta perfino la mimica facciale, coi muscoli che s’irrigidiscono.

Le gambe lo sostengono con scatti al fulmicotone (i suoi 77 kg lo rendono una farfalla), almeno per quanto riguarda i tornei al meglio dei tre. Coraggioso, talvolta sfrontato, simpaticamente guascone.

giovedì 2 giugno 2022

Definire il valore di un’auto usata: parola all’esperto, Luigi Mercurio

Luigi Mercurio è un perito assicurativo, nonché presidente Aiped (Associazione italiana periti estimatori danni). Mi affido all’esperto in materia per capire come si definisce il valore di un’auto usata, problema chiave nella Rca quando la compagnia assicuratrice deve rimborsare i danni al proprietario di una vettura dopo un incidente, oppure deve risarcirlo per la polizza Furto e incendio o per altre garanzie. Si tenga presente che, pure durante la trattativa di compravendita, ci si può rivolgere al perito affinché fissi il prezzo.

Come definire il valore di un’auto usata?
"La valutazione di veicolo a motore usato è soggetta a una serie di parametri e valutazioni che bisogna tenere ben presente prima di procedere alla valutazione di un bene. Di norma, più un veicolo è richiesto e, talvolta, meno disponibile sul mercato, più il veicolo in questione ha un buon valore commerciale. Esempio: autovetture come la Mini o alcuni tipi di Mercedes hanno un valore molto elevato. Esemplari con particolari caratteristiche (come le fuoristrada) possono conservare un buon valore commerciale nel tempo. Discorso a parte per i veicoli di interesse storico. Subiscono oscillazioni nelle valutazioni in base al loro stato di conservazione e manutenzione: per questo tipo di veicoli l’originalità dei documenti (carta di circolazione e certificato di proprietà) e il buono stato di conservazione della targa originale costituiscono parametri favorevoli di valutazione".

Iniziamo dal chilometraggio.
"Influenza parecchio il valore di un veicolo usato. Più chilometri ha percorso il veicolo, meno sarà ricercato. Questo influenzerà la sua valutazione iniziale. Ma altro parametro fondamentale è lo stato d'uso della carrozzeria. La presenza di danni, ammaccature, graffiature o addirittura tracce di ruggine, influisce negativamente sulla valutazione di un veicolo usato".

Da zero a dieci, quanto pesa lo stato di conservazione degli interni?
"Almeno otto. La qualità dei tessuti e dei pannelli, il loro colore e l’assenza di fori o danneggiamenti incidono positivamente sulla valutazione. Di conseguenza, la presenza di sedili usurati, plastiche danneggiate e accessori rovinati possono ridurre la quotazione del veicolo. Anche l’analisi del funzionamento delle luci, della chiusura centralizzata, delle spie di controllo, degli strumenti, dei lavavetri e dell'apparecchiatura elettrica o elettronica possono incidere notevolmente sul valore del veicolo. Ma non dimentichiamoci anche della meccanica: molto meglio se si hanno a disposizione le ricevute dei tagliandi e degli interventi effettuati agli organi meccanici (sostituzione della cinghia o catena della distribuzione, degli ammortizzatori ecc.)".

E il motore?
"Un veicolo può anche essere perfetto esteticamente ed internamente, ma poi presentare gravi anomalie al motore. Il motore è la parte più importante di un veicolo usato, poiché la carrozzeria è visibile a occhio nudo, esso invece richiede l’analisi dettagliata anche mediante l’ausilio di strumenti specifici".

Un perito come dovrebbe determinare il valore ante-sinistro del veicolo?
"Oggi, è di moda attenersi alle indicazioni dettate dalle committenti assicurative per questioni di tempo e di costi. Vale a dire il perito indica nelle sue valutazioni il valore di determinati listini. I quali indicano il prezzo medio di un determinato veicolo attraverso un algoritmo di calcolo. Ma in realtà il valore ante-sinistro di un veicolo coincide con il presumibile prezzo di vendita di quel veicolo (cioè il valore commerciale del mezzo) sul mercato territoriale nel momento nel quale si è verificato il sinistro. Il perito, pur servendosi delle pubblicazioni commerciali contenenti indicazioni sulle valutazioni del mercato dell'usato, dovrà ricorrere alle proprie conoscenze sull'orientamento generale del mercato specifico della zona, considerando e adattando i dati standard al caso specifico. Valuterà le caratteristiche, lo stato d'uso e di conservazione del veicolo e dei suoi particolari, come esempio verniciatura, selleria, tappezzeria, meccanica ecc. Per le parti meccaniche il perito dovrà tener conto di funzionalità, percorrenza chilometrica, eventuali migliorie o interventi meccanici eseguiti e ritenuti significativi nella vita del veicolo".

Contachilometri alterato: come scovare le frodi dei furbetti che tirano indietro la percorrenza?
"Ci sono due aspetti da analizzare: quello giuridico e quello tecnico. Alterare il contachilometri di un veicolo è una truffa. C'è il rischio di essere querelato. Nel caso poi si tratti di un venditore, è possibile presentare domanda di risoluzione contrattuale per non conformità della vettura con quella indicata in contratto. Ma non è tutto qui: spesso, è possibile scoprire se i chilometri riportati sul tachimetro sono quelli effettivi o sono stati “manomessi”. Un modo semplice è verificare attraverso la carta di circolazione la presenza dell'ultima revisione e dalle ricevute dei tagliandi di manutenzione ricostruire la storia del veicolo e della percorrenza chilometrica. In caso di mancanza dei citati elementi, un'altra verifica può essere effettuata collegandosi al sito Il Portale dell'Automobilista. Il sito permette di verificare i chilometri del veicolo registrati durante l'ultima revisione, ma è indispensabile avere la targa. Il perito ha a disposizione anche strumenti per controllare i chilometri reali del veicolo. Esistono, infatti, apparecchiature in grado di verificare se i chilometri di una vettura sono stati contraffatti. Si tratta di sistemi hardware e software che collegandosi attraverso lettori specifici sono in grado di raccogliere i dati delle diverse centraline presenti sul veicolo".

Se l’auto va in fiamme, come si fa la valutazione?
"Per rispondere, sorvolo sui motivi per i quali un veicolo brucia. Mi occupo solo di stabilire quali i parametri da considerare per la nostra valutazione. Innanzitutto, tutto dipende dal grado di estensione dell'incendio. Se l'incendio è di piccola estensione (cioè viene interessata una minima porzione del veicolo), si potrà effettuare una stima analitica dei danni. Diverse valutazioni andranno effettuate, come avviene nella gran parte dei casi, quando l'incendio interessa gran parte o l'intero veicolo, tale da renderlo un rottame. In questo caso, il perito per la sua valutazione dovrà servirsi della propria esperienza e delle pubblicazioni commerciali contenenti le indicazioni sulle valutazioni del mercato dell'usato, confrontarle con l'orientamento generale del mercato specifico nel momento storico dell'avvenimento sinistroso. Tenendo conto della storia chilometrica del veicolo attraverso l'acquisizione dei dati registrati dalle autofficine nei casi di manutenzione ordinaria o straordinaria del veicolo".

Parliamo di polizza Furto e incendio.
"Diversa è la valutazione nei casi della garanzia denominata incendio e furto. Di fatto, trattandosi di un contratto privatistico tra le parti, i parametri di valutazione sono predefiniti all'atto della stipula della polizza. Pertanto, il valore commerciale del veicolo è stabilito dalla valutazione fornita da un mercuriale di valutazione dei veicoli. In caso di incendio, pertanto, la valutazione potrà essere effettuata partendo dal valore indicato in polizza e considerando le variabili deprezzamento, scoperto e franchigia presenti e applicabili al caso concreto".

lunedì 18 aprile 2022

Autovelox e assicurazioni: le nuove regole rovinano gli automobilisti

Ci sono due momenti in cui le lobby di potere, in Italia, sferrano i loro attacchi. Il primo: Ferragosto. Attorno alla festività estiva, coi connazionali storditi dal Sole, vengono infilati decretini di varia natura, che passano inosservati. In autunno, la presa di coscienza della collettività è tardiva. Il secondo periodo giusto è quello che coincide con una guerra, dato l’oceano di presunte notizie che distrae le masse. Dopo l’invasione di Putin, il momento è propizio. Doppia infatti l’offensiva di metà aprile 2022: una sugli autovelox e una sulle assicurazioni Rc auto.

Iniziamo dalla prima. Oggi, chi reputa di rispettare il limite di velocità, eppure si vede arrivare una multa per un’infrazione rilevata da un autovelox, ha solo un modo per vincere un ricorso: la mancata omologazione della macchinetta.

Sentite l’articolo 142 del Codice della Strada: “Per la determinazione dell’osservanza dei limiti di velocità, sono considerate fonti di prova le risultanze di apparecchiature debitamente omologate (anche per il calcolo della velocità media di percorrenza su tratti determinati), nonché le registrazioni del cronotachigrafo e i documenti relativi ai percorsi autostradali, come precisato dal regolamento”.

Perché un autovelox omologato misura in modo corretto la velocità. Uno non omologato può scattare la foto a chi rispetta il limite (o perdonare chi corre troppo).

Invece, molti Comuni usano autovelox solo approvati. Non omologati. Fai ricorso e vinci: è sufficiente che il Giudice di Pace applichi la legge.

Per rimediare, nel 2020, il ministero delle Infrastrutture ha espresso la propria opinione: omologazione e approvazione sono equivalenti.

Giorgio Marcon, referente nazionale del Comitato tecnico-scientifico del Centro tutela legale, non la pensa così: “Contrariamente a quanto asserisce il MIT, le apparecchiature risultano solamente approvate, non anche omologate. Così, non sono funzionali ed efficaci ai fini dell’accertamento. La norma non dice ‘omologato o approvato’. E non dice nemmeno ‘omologato il solo prototipo’. L'omologazione è tecnica e profonda, l'approvazione è invece un sì all’acqua di rose”.

Basta leggere l’articolo 111 del dpR 610/1996: “Nei casi di omologazione o di approvazione di prototipi, il ministero dei Lavori pubblici autorizza il richiedente alla produzione e alla commercializzazione del prodotto”. O l’uno o l’altro, in alternativa, non sono identici omologazione e approvazione. Se fossero coincidenti, nella legge ci sarebbe solo una delle due parole.

Come io, automobilista, devo rispettare il tuo limite di velocità di 50 km/h su un tratto monitorato da autovelox dove si può viaggiare a 120 km/h nella massima sicurezza; tu, Comune, devi rispettare il limite imposto dalle regole: omologazione e taratura.

Ed ecco le lobby in azione. Nella bozza del decreto Infrastrutture, l’articolo 142 del Codice della Strada viene stravolto: autovelox ok se approvato. Addio all’omologazione.

Così, crolla l’impostazione del ministero che sosteneva come omologazione e approvazione fossero equivalenti. Se così fosse, non arriverebbe una nuova legge a stravolgere l’attuale: l’automobilista multato non avrà più armi per difendersi e per vincere il ricorso.

Un mega regalo ai Comuni, che incassano circa 3 miliardi di euro l’anno con le multe. In passato, addirittura la Corte Costituzionale è intervenuta per fare ordine, fissando l’obbligo di taratura almeno annuale per gli autovelox. La velocità veniva spesso misurata con apparecchi starati: come se un macellaio pesasse e facesse pagare la carne con una bilancia starata.

Ma passiamo alle assicurazioni Rc auto. Nel 2007, è stato introdotto il risarcimento diretto: la compagnia della vittima dell’incidente rimborsa il cliente. Secondo Stefano Mannacio, responsabile Rc auto di Assoutenti, "il debitore stabilisce l’indennizzo al creditore. Si mette il lupo a guardia del pollaio. Un’assurdità che ha portato a distorsioni della concorrenza e ad aumenti dei prezzi Rc auto". Adesso, il disegno legge Concorrenza 2022 mira all’ampliamento dell’applicazione del risarcimento diretto alle compagnie estere. Quelle che, pur operando in Italia, hanno sede legale in altri Stati.

Mannacio parla di “scelta scorretta. Stando alla Corte Costituzionale (sentenza interpretativa di rigetto 180 del 2009), il risarcimento diretto è facoltativo: il danneggiato è libero di scegliere. Il presidente Antitrust Antonio Catricalà nel 2011 diceva che il meccanismo dell’indennizzo diretto non ha funzionato. Ci sono squilibri nei premi pagati tra gli assicurati in base alla provenienza geografica evidenziando anche, a differenza di altri Paesi europei, notevoli aumenti dei premi nel 2010. Catricalà auspicava una riforma di sistema che rilanci la competizione tra le imprese”.

Morale: l’indennizzo diretto va preso e rottamato, conclude Mannacio. “Non certo esteso alle compagnie estere, solo per fare un regalone alle assicurazioni che, con quella procedura, controllano il mercato della riparazione Rc auto. Occorre tornare al sacrosanto principio del 'chi rompe paga', cioè la compagnia del responsabile del sinistro indennizza la vittima".

Gli fa eco Davide Galli, leader di Federcarrozzieri, la Federazione dei carrozzieri indipendenti, in continua espansione in Italia, con addirittura 4900 affiliati: “Ennesimo tentativo di canalizzare il danneggiato, vittima di un incidente, verso il carrozziere convenzionato con l’assicurazione. Che introduce penali di dubbia liceità per chi va dal carrozziere indipendente”.

Una legge Concorrenza che distrugge la concorrenza Rc auto: finché c’è guerra, c’è spazio per questi paradossi.

Il consumatore ha solo uno strumento per prevenire, ossia lanciare l’allarme nei social.

domenica 2 gennaio 2022

Sosta gratuita per disabili sulle strisce blu: caos all’italiana

Da oggi, i disabili hanno il diritto di parcheggiare l’auto sulle strisce blu gratuitamente se gli stalli loro riservati sono già occupati o indisponibili.

Lo dice il nuovo comma 3-bis dell’articolo 188 del Codice della strada: “Ai veicoli al servizio di persone con disabilità, titolari del contrassegno speciale ai sensi dell’articolo 381, comma 2, del regolamento, è consentito sostare gratuitamente nelle aree di sosta o parcheggio a pagamento, qualora risultino già occupati o indisponibili gli stalli a loro riservati”.

I disabili vanno tutelati il più possibile. Sarebbe stato opportuno rendere tutti gli stalli blu subito gratuiti e disponibili per loro, sempre e comunque. Al di là di questo, mi sfugge la logica della nuova norma.

1) Quando un agente di polizia locale o un ausiliario dà la multa, il proprietario non c’è quasi mai. Infatti, i verbali vengono spediti a casa del proprietario dell’auto.

2) Per legge, i disabili possono sostare sugli stalli blu solo se gli stalli gialli (i soliti con l’icona specifica) sono già occupati. Ovviamente, occupati a inizio sosta, non durante la sosta.

3) Non prendono la multa se dicono all’agente di polizia locale o a un ausiliario: “Siccome il mio stallo giallo era occupato, allora ho messo l’auto sullo spazio blu”.

4) Ma se la multa viene sempre data quando il proprietario non c’è, come fanno l’agente di polizia locale o l’ausiliario a parlare col proprietario dell’auto?

5) In definitiva, l’agente di polizia locale o l’ausiliario come dimostrano che il disabile ha sostato sullo stallo blu perché quello giallo era occupato? Risposta: l’agente di polizia locale o l’ausiliario dovrebbero essere presenti nell’istante in cui il disabile sosta sugli stalli blu, e dovrebbero verificare che gli stalli gialli sono occupati. 

Una normativa farraginosa, ingarbugliata, al limite del teatro dell’assurdo.