mercoledì 28 aprile 2010

Barcellona-Inter 1-0. Arbitro De Bleeckere scandaloso: si prega di aggiornare la voce su Wikipedia, grazie. La vittoria dell’amore sul male. Nerazzurri gladiatori



Seguo il calcio da 35 anni e non avevo mai assistito a una porcheria simile. Roba che Moreno di Corea-Italia è una passeggiata di salute. Dopo aver impedito ai giocatori dell’Inter di dormire (vedi rumori notturni), dopo aver intimidito i nerazzurri per una settimana, dopo aver creato ad arte un clima d’odio, toccava all’arbitro recitare la sua parte al Camp Nou, per la semifinale di ritorno fra Barcellona e Inter. E così è stato. Il belga De Bleeckere ha espulso in modo ignobile Thiago Motta, lasciando l’Inter in 10 per quasi tutta la partita. Abominevole la sceneggiata di Busquets, che da terra sbircia l’arbitro mentre finge di avere dolore in faccia. Oltretutto, De Bleeckere tira subito fuori il rosso, solo perché Thiago Motta appoggia tre dita sul collo dell'avversario (vedi foto su: mi scuso per la qualità). Allora, fai finire tutte le partite tre contro tre: qualsiasi contatto è da ammonizione o espulsione. Ma che usasse due pesi e due misure lo si è capito dallo sgambetto di Messi a Maicon (e due!) e dal pestone di Ibra su Sneijder: niente cartellino.



Dopodiché, la palla è passata all’assistente che non ha segnalato il fuorigioco sul gol dell’1-0 del Barcellona.

Al Camp Nou era tutto preparato a puntino: doveva ripetersi la schifezza della stagione precedente, quando Ovrebo consegnò la finale di Champions al Barcellona contro il Chelsea. Ma stavolta qualcosa è andato storto. Stavolta si sono ritrovati davanti non atleti, non campioni strapagati, ma gladiatori.

Gli eroi del Camp Nou hanno eretto una barricata, ingabbiando prima mister simpatia Ibrahimovic e poi mister sportività Messi: Mourinho geniale (vedi foto su via Inter). Ci ha messo del suo anche Julio Cesar, perfetto, che si è esibito in un tuffo sul palo destro nel primo tempo, dicendo di no all’argentino; per poi volare sicuro a prendere ogni tiro e cross.

Per la prossima stagione, la Uefa potrebbe tranquillamente cambiare le regole della Champions. In finale, ci va il Barcellona di diritto divino. L’altro posto se lo giocano tutte le altre squadre. Così facciamo prima, ed evitiamo teatrini inguardabili.

Spero infine che qualcuno modifichi la voce dell’arbitro De Bleeckere su Wikipedia: “È apprezzato per lo stile asciutto e senza fronzoli, e per l'abilità nel lasciar ‘correre’ il gioco, senza inutili interruzioni”. Alla faccia del cavolo! Vedi giù il testo fotografato.

domenica 25 aprile 2010

Inter senza Sneijder e Stankovic, con Pandev stanco e una squadra spremuta: Barcellona favoritissimo nell’inferno preparato al Camp Nou



Altro che 50% a testa di probabilità di passare il turno: in questo momento il Barcellona è favoritissimo sull’Inter, dopo il 3-1 per i nerazzurri all’andata della semifinale di Champions. Per sette motivi.

1) Sneijder, unico giocatore imprescindibile dell’Inter, è ko per uno stiramento.

2) Stankovic, che avrebbe potuto sostituire l’olandese, è squalificato.

3) Pandev, da qualche settimana, appare stremato. È pure reduce da un infortunio.

4) La rosa ristrettissima dei nerazzurri ha obbligato 13 giocatori agli straordinari: arrivano alla partita decisiva spremuti come limoni, visto che Mourinho compete addirittura su tre fronti (Champions, scudetto, coppettina Italia).

5) La maglietta nera del Barcellona con la scritta che grosso modo è traducibile in “Venderemo cara la pelle” rientra in un piano ben preciso: incutere timore.

6) Le pressioni dell’ambiente Barcellona sono state fortissime. Non critico i catalani: è così che si prepara l’inferno del ritorno. Chiedendo direttamente o in modo surrettizio favori arbitrali. Peccato si dimentichino (ossia fingano di dimenticare) di tre particolari: primo, Ovrebo nella semifinale della stagione scorsa rubata al Chelsea ha regalato la Champions al Barcellona; secondo, Milito ed Eto’o erano soli contro il portiere quando sono stati fermati ingiustamente sullo 0-0 a Milano; terzo, il simpatico impatto di Messi contro Maicon.

7) Poche storie: il Barcellona è molto più forte dell'Inter e i miracoli difficilmente si ripetono.

A tale proposito, un sondaggio.                                                                                                                                                                                                                    

venerdì 23 aprile 2010

Inter: Balotelli a casa. Così si rischia di perdere la Champions, ma si gettano le basi per 10 anni ad altissimo livello

Il sito dell’Inter dice: “Mario Balotelli ha lasciato il ritiro dell'Inter ad Appiano Gentile in seguito a un colloquio col presidente Massimo Moratti. La decisione del Presidente è maturata al fine di evitare tensioni in occasione della partita con l'Atalanta”.

Non si conoscono i motivi veri della cacciata di Balotelli. Due possibilità.

1) Giocatori e allenatori non avrebbero gradito il comunicato con cui il 45 nerazzurro chiedeva scusa per il lancio della maglia dopo Inter-Barcellona. 

2) Balotelli avrebbe detto di non aver voglia di giocare contro l’Atalanta, per sfuggire alle contestazioni di San Siro.

Qualunque sia la ragione, Moratti ha agito con intelligenza. Prima viene il gruppo, poi il singolo. Si poteva fare un’eccezione per Maradona, l’unico in grado nella storia del calcio di vincere le partite da solo. Ma Diego, al massimo, saltava qualche allenamento. O era l'ultimo ad arrivare e il primo ad andarsene. Per il resto, sputava l’anima dalla gola pur di vincere in campo.

Con questa mossa, Moratti mette seriamente a rischio la Champions. Fra poche ore, contro l’Atalanta, non potrà giocare neppure Pandev, infortunato leggermente. La squadra è reduce da impegni pesanti e ravvicinati: Balotelli serviva come l’ossigeno per ridare energia e vigore, e per far riposare gli spremutissimi titolari in vista del ritorno col Barcellona mercoledì. Adesso, invece, gli uomini di Mourinho sono costretti agli straordinari: giustamente, il Barcellona gode. Discorso ancora più complesso per il campionato, che ormai la Roma ha meritatamente in tasca.

Tuttavia, al contempo il Petroliere, mandando a casa il singolo Balotelli e ponendo al centro dell'universo il gruppo, getta le basi per 10 anni di Inter ad altissimi livelli, sempre competitiva sia in campionato sia in Champions. Con questa mentalità, credo che l’Inter sarà sempre lì a lottare per vincere scudetto e coppa Campioni. La strada è quella giusta, e le sue pietre miliari hanno nomi precisi: Ronaldo, Vieri, Recoba, Adriano, Ibrahimovic. Via loro, l’Inter è diventata competitiva sui due fronti, come le grandi d’Europa. Senza Balotelli - o con un Balotelli a disposizione del gruppo -, i nerazzurri si confermeranno al top.
                                                                                                                                                                                                           

martedì 20 aprile 2010

Inter-Barcellona 3-1. Miracolo. Le pagelle dei nerazzurri. Caro Messi, che strano quell’impatto violento con Maicon…

Prima del fischio d’inizio, all’Inter serviva un’impresa per battere la squadra più forte del mondo e una delle più terribili della storia del calcio: il Barcellona. Sullo 0-1, col gol di Pedro, sarebbe stato già un miracolo pareggiare. Francamente, ancora non mi capacito di come abbia fatto l’Inter addirittura a vincere 3-1. Magari le pagelle ci aiutano a capire.

Julio Cesar 8. Compie tre interventi difficili e decisivi: la respinta su colpo di testa ravvicinatissimo di Busquets è una magia. Strepitoso il tuffo su punizione di Messi: intelligente anche a intuire che l’argentino l’avrebbe messa lì.

Maicon 8. Un mostro di potenza, un atleta benedetto dagli dei. Difende e spinge sulla fascia come un demonio. Il gol è di una delicatezza carioca senza pari: aggancio morbido e tocchetto in rete. Esce nel finale dopo il violento impatto con Messi.

Lucio 6,5. Errore sanguinoso sullo 0-0 che dà il via all’azione del gol del Barcellona; oltretutto, non chiude su Maxwell, che fa l’assist a Pedro. Però ha il merito di riprendersi e di salvare sul 3-1 in acrobazia.

Samuel 7. Se la vede con Ibra e lo limita fortemente. Ha l’astuzia di stare a pochi millimetri dagli avversari senza commettere falli.

Zanetti 7,5. Capitano coraggioso. Mille polmoni in ogni zona del campo. Mente freddissima, sempre.

Thiago Motta 7,5. Ha spesso davanti a sé Messi in prima battuta e si sacrifica in copertura, aggiungendo qualità con buone manovre. Sradica la palla dalla difesa blaugrana per lanciare Eto’o: di lì, il gol del 3-1.

Cambiasso 7. Il signore del centrocampo. Sa con anticipo dove andrà il pallone e si sfibra in pressing.

Sneijder 8. È l’uomo della svolta: segna il gol del pareggio che riaccende gli animi. Un destro sul primo palo. Onnipresente a centrocampo, s’infila spesso in avanti pungendo a più non posso. Fa l’assist a Milito.

Pandev 7. Senz’altro meglio delle precedenti uscite, mi è addirittura piaciuto di più in copertura che in costruzione. Ha il merito di farsi fischiare diversi falli a favore nel primo tempo, sulla sinistra. Dà il via al contropiede per il 2-1, aprendo a Milito.

Eto’o 7,5. Bionico. Raramente ho visto un calciatore fare così tante volte il campo su e giù, a marcare anche i fili d’erba. Rincorre tutti e poi resta lucido in costruzione. La dà in mezzo a Milito, che la serve a Sneijder per l’1-0.

Milito 7,5. Sbaglia un gol, ma l’assist a Sneijder è al bacio: morbido di sinistro. E l’assist a Maicon è geniale. Poi, quando la mette di testa per il 3-1, è estasi argentina.

Stankovic s.v.
Chivu s.v.
Balotelli s.v. Comincia bene, ma dopo un paio d’errori bisticcia con il pubblico.

Mourinho 9. Con qualsiasi altro allenatore, l’Inter sarebbe uscita dalla Champions nella partita d’andata, stasera: il Barcellona ha una rosa tre volte superiore a quella del portoghese. Invece, il mago di Setubal compie il suo capolavoro tattico, ingabbiando Messi e Ibrahimovic; e dà una carica ai nerazzurri come mai in passato.

Postilla su Messi. È il migliore del pianeta. Fa sempre paura, quando parte palla al piede è un piacere vederlo. Capisco che se subisce falli si lamenta in campo e pure sui mass media. Capisco pure la simulazione (senza ammonizione) dopo il contatto con Cambiasso. Però poteva stare un po’ più attento in area quando ha impattato involontariamente con la spalla sulla faccia di Maicon. La palla era quattro metri più in alto: proprio necessario saltare sulla mascella del brasiliano?

Chiudo con un pronostico per il ritorno a Barcellona fra sette giorni. Dico che l’Inter, nella prima mezz’ora, non uscirà dalla propria area di rigore. Servirà anche un arbitro all’altezza, che non si faccia condizionare dallo strapotere spagnolo a livello Uefa e dalle pressioni della stampa iberica. Ricordatevi di Chelsea-Barcellona, quando Ovrebo consegnò la Champions nelle mani dei catalani. Sono convintissimo che al Camp Nou se ne vedranno di tutti i colori. L’Inter sarà sola all’inferno: con lei, solo i tifosi della Beneamata e del Real Madrid.

A tale proposito, un sondaggio.                                                                                                                                                                                                                   

domenica 18 aprile 2010

Barcellona stanco perché viaggia in pullman verso l’Inter? Ma non diciamo cretinate



A causa della nube islandese, il Barcellona non arriverà in aereo a Milano per il match con l’Inter di martedì 20 aprile, ma si sposterà in pullman. Leggo sui vari blog anti Inter (ma pure su siti "importanti") che questo sarebbe un vantaggio per i nerazzurri: c’è perfino chi racconta di esperienze personali, con viaggi in pullman estenuanti, dai quali ci si riprende solo a distanza di giorni.

Cretinate.

1) Il pullman del Barcellona è comodo come un aereo con posti extra lusso. Anche gli atleti alti due metri viaggiano nel massimo comfort. Non si deve certo pensare ai pullman con cui i pensionati si fanno le scampagnate nei weekend: quelli che ti costringono a viaggiare come un topo in gabbia, senza spazio per le ginocchia e senza adeguato ricambio d’aria. E arrivati a destinazione, non c’è una gelida pensioncina: si dorme in hotel a sette stelle.

2) Un conto è se, subito dopo il viaggio in pullman, i giocatori del Barcellona venissero svegliati con una secchiata d’acqua gelida sulle gengive, e fossero costretti a scendere in campo a San Siro. Ma così, per fortuna, non è. Il riposo notturno per un atleta ipervitaminizzato di 20-30 anni è più che sufficiente a ridare energia.

3) Barcellona-Milano sono poco più di 950 chilometri: non si deve fare il giro del pianeta. L’aereo non è il teletrasporto di Star Trek: servono quattro ore abbondanti fra raggiungimento degli scali, imbarco, volo, spostamento dall’aeroporto all’albergo dell'allegra comitiva.

4) I giocatori della lega professionistica americana di basket (Nba) si trasferiscono di continuo. Spesso in aereo charter (con fusi orari), a volte in pullman. Negli Stati Uniti, e non nelle stradine del Vecchio Continente. Poi mangiano, fanno un pisolo e sono più esplosivi di prima. Un lavoro che dura per gran parte dell’anno, senza respiro.

5) Se proprio si vuole vedere, non è che i voli rappresentino sempre una passeggiata: non è come andare in bici. L’organismo, quando sta lassù, viene pur sempre sballottato, anche in assenza di pesanti fusi orari. Vanno considerati gli stress (magari inconsci) dovuti alla pressurizzazione, al decollo, all’atterraggio e a eventuali vuoti d’aria.

In definitiva, occhio Inter. Il Barcellona è la squadra più forte del mondo e si presenta a Milano riposato e forte come non mai: il derby con l’Espanyol non l’ha giocato; si sono limitati a passeggiare per il campo. Nerazzurri avvisati.

A tale proposito, un sondaggio.                                                                                                                                                                                                                    

venerdì 16 aprile 2010

Inter-Juve 2-0. Le pagelle dei nerazzurri. Maicon gol INTERplanetario. Zanetti a perdifiato

Julio Cesar 7. Pronti via e vola a deviare un tiro dal limite di Del Piero. Poi bene su un colpo di testa di Cannavaro e soprattutto su una punizione di Diego.

Maicon 8. Nel primo tempo, un paio di traversoni non precisissimi: a un certo punto, sulla fascia, ha 10 metri per puntare l’area di rigore dal corner, e invece si ferma, pensa e crossa male. Meglio nella ripresa. Il gol è fantasia carioca. Tutto di destro: stop con la coscia, pallonetto su Amauri che si fa scavalcare come all’oratorio, altro tocco con il ginocchio e tiro di collo pieno da 20 metri alla destra di Buffon, incolpevole. Vedi video giù (se non viene cancellato).

Lucio 7. Non fa passare nessuno e ci mette una grinta pazzesca senza rischiare ammonizioni: cattiveria intelligente. L’opposto di Sissoko.

Samuel 7. Se la vede spesso con Iaquinta: sportellate a tutto spiano. Ne esce vincitore il Muro.

Zanetti 7,5. È la chiave del match: al 37’ va in progressione irresistibile e Sissoko lo stende. Bianconero espulso e strada spianata verso la vittoria. Sgroppate a perdifiato nella ripresa. D’altronde, è un esordiente…

Cambiasso 7. Dà ordine e precisione davanti alla difesa: entrate sempre pulite.

Thiago Motta 6,5. Fa l’unico tiro pericoloso dell’Inter nei primi 45 minuti. Ammonito, nell’intervallo viene sostituito da Stankovic (sarebbe da 7; ma merita 6, per l'ingenuo fallo su Chiellini al limite dell'area).

Sneijder 6,5. Un po’ egoista quando, verso la fine del primo tempo, spara a rete anziché aprire verso Maicon tutto solo. Comunque, è il solito trottolino.

Pandev 5. Mi pare un po’ giù. Gli riesce poco.
(Dal 10' della ripresa, Balotelli 6,5. Incrocio pieno su punizione con tiro alla Zico. Se ne va due volte sulla destra come un mago).

Eto’o 6,5. Punta la porta da solo a metà primo tempo, ma sceglie di affondare a sinistra e perde tempo per rientrare sul destro. Nella ripresa scappa a Cannavaro, però spara alto di sinistro. Alla fine, la mette su assist (volontario? Mah…) di Muntari, che ha giocato solo gli spiccioli finali.

Milito 6. Spento. Sbaglia di testa e di piede. La sufficienza solo per il pressing effettuato, che però lo stende fisicamente.

Mourinho 8. Il voto è alto per tre motivi. Uno, la sostituzione di Thiago Motta, ammonito: così nel secondo tempo, l’Inter non è a rischio espulsione, fatta eccezione per Samuel. Due, la mossa di Balotelli a destra nella ripresa che fa saltare le barriere juventine. Tre, aver vinto una partita prima di Inter-Barcellona: missione quasi impossibile, perché stasera nel complesso i nerazzurri hanno espresso il 30% delle potenzialità, paralizzati dal pensiero dell’incontro di Champions. E questo la dice lunga sulla situazione pietosa della Juve. Per il portoghese, anche l’assist di Zaccheroni, che toglie il migliore in campo dei suoi, Del Piero, anziché Diego.

giovedì 15 aprile 2010

Il Barcellona disintegra il Deportivo. In vista dell'Inter, il campionato spagnolo è un ottimo allenamento per Guardiola…



Ho osservato con attenzione Barcellona-Deportivo, finita 3-0. Dei catalani si sa tutto: non scopro nulla rivelando che Messi parte dalla trequarti destra, si accentra, quasi sempre controlla la palla di esterno sinistro, spostando la difesa avversaria (spaventata) e lasciando una prateria per le incursioni a destra dei compagni. A quel punto, sgancia a un uomo posto al centro che scarica lateralmente. Ma quello che m’ha stupito è il Deportivo. Sbagliava costantemente il fuorigioco, con una difesa mai in linea. Non aggrediva il portatore di palla neppure nella propria metà campo. Stava a tre metri da Messi e Pedro. Faceva ragionare Xavi. Ancora un po’, e i difensori del Deportivo si mettevano a fare un bel massaggio alla schiena con olio profumato ai centrocampisti del Barcellona.

La squadra di Laporta ha inutilmente anticipato la partita con l’Espanyol a sabato 17 aprile, in vista dell’impegno europeo con l’Inter del 20: poteva scendere in campo anche la mattina stessa, prima di incontrare i nerazzurri. Così, tanto per effettuare un risveglio atletico-muscolare.

Non era la prima volta che annotavo gli errori e le mancanze tattiche delle squadra spagnole contro il Barcellona (e il Real Madrid). Per carità, Messi e compagnia abitano su un pianeta assai distante da quello di qualsiasi altra squadra del mondo. Ma in campionato, eccezion fatta per il doppio scontro con il Real, possono tranquillamente fare un allenamento.

Rischio di infortuni da stress, zero. Rischio di entrate cattive da parte degli avversari, zero. Rischio di incontrare difficoltà tattiche, gabbie su Messi e Xavi, zero. Divertente.

Quello spagnolo mi pare un caso unico in Europa: in Italia si scannano Roma, Inter e Milan; in Inghilterra ci sono diversi pretendenti al trono; in Germania e Francia pure. La prossima stagione, in Spagna, possono fare così: un campionato dove giocano solo Barcellona e Real Madrid, che si incontrano 70 volte. Una serie B che include tutta la A attuale, la cui terza attualmente è a una trentina di punti dal Barcellona. Mi pare più onesto. E magari il Barcellona arriva agli appuntamenti europei come le altre: l'Inter, per intenderci, avrà una Juve col sangue agli occhi.

A tale proposito, un sondaggio.

[foto via FCBarcelona]

martedì 13 aprile 2010

Inter-complottisti scatenati: Camoranesi niente squalifica per la gomitata

Cos’è un Inter-complottista? È colui che vede complotti ai danni dell’Inter nella stagione 2009-2010, almeno in campionato. Rigori non concessi a favore dell’Inter; un saldo rigori a favore e contro da paura (-1; mentre la Roma è a +4 e il Milan a +7); ammonizioni ed espulsioni a raffica in Italia contro l’Inter; un’informazione tendenzialmente anti-Inter, senza dimenticare il sospetto del biscotto (una partita truccata) con la Fiorentina, rivelatosi infondato. E come lo si placa l’Inter-complottista? Semplice: gli si dice che è un paranoico, e che il calcio in Italia è sano; fare dietrologie è da dementi, e così via.

Ma c’è un secondo problema. Il guardalinee Ayroldi che esulta dopo il 2-2 della Fiorentina contro l’Inter: lo stesso che ha espulso e fatto squalificare Maicon in Bologna-Inter perché il brasiliano gli avrebbe detto "Vai tu", e che non ha visto un rigore enorme per fallo di mano di Aronica in Napoli-Inter. Ma, anche in questo caso, serve tranquillità: Ayroldi esultava perché era contento della prestazione della terna arbitrale. Benissimo.

Terzo guaio. Menez in Roma-Atalanta simula un fallo in area. Totti sente odore di ammonizione, sacrosanta (sarebbe la seconda, con conseguente rosso), e invece l’arbitro Rocchi si limita a fischiare il fallo contro. Il Pupone poi dirà a Ranieri di sostituire Menez per evitare di restare in 10.

Quarta, ma non ultima questione. La gomitata di Camoranesi a Conti in Juve-Cagliari. Ascoltate il video: il giornalista (Matteo Dotto) parla di “strano gesto” di Camoranesi. Strano gesto? Ma come, il campione del mondo gli rifila una gomitata, e lui la chiama strano gesto?! E va be’, ognuno è libero di interpretarla come vuole. Il fatto è che l’arbitro, lì a due passi dal fattaccio, sostiene di aver visto tutto. Oh porca miseria, non ci capisco più niente: se l’arbitro vede tutto, come fa a non vedere la gomitata di Camoranesi? Ed è poi logico e consequenziale che Camoranesi non venga squalificato: per regolamento, se l’arbitro ha visto, non vale la prova tv. Ergo, Camoranesi sarà in campo per Inter-Juve.

Insomma, l’Inter-complottista sarà pure un visionario; certo che le coincidenze astrali ce la mettono proprio tutta per non fargli cambiare idea…

sabato 10 aprile 2010

Fiorentina-Inter 2-2: nessun biscotto. Complimenti ai viola



I sospettosi si sono sbizzarriti con una teoria strana, quella del biscotto: la Fiorentina farà vincere facile l’Inter stasera in campionato; i nerazzurri restituiranno il favore ai viola in coppa Italia; uomini di Mourinho subito in vantaggio, così potranno anche risparmiare energie fisiche e nervose.

Dopodiché, ti ritrovi una Fiorentina che va a mille, piena di grinta nei contrasti. Un pubblico che si esalta. Una difesa dei viola (giustamente) durissima, con pressing e rilanci.

È stata una partita pulitissima, fra due squadre oneste. Però chi ha parlato di biscotto per tutta la settimana, adesso dovrebbe quantomeno vergognarsi. E chiedere scusa. Non si può lanciare il sasso e poi ritrarre la mano.

Complimenti ai viola e anche alla Roma, che così vince lo scudetto (qui la mia previsione). All'Inter restano la Champions (impresa quasi impossibile con il Barcellona) e la coppa Italia, che vale quanto il due di picche. Insomma, può succedere che dal grande Slam si arrivi al grande flop.

foto flickr, album di melanie_hughes

martedì 6 aprile 2010

CSKA Mosca-Inter 0-1. Le pagelle. Sneijder piede sublime. L’arbitro Lannoy migliore in campo: fosse così anche in Italia, l’Inter avrebbe 20 punti di vantaggio

Julio Cesar 7. Alla fine del primo tempo, si allunga in tuffo alla sua destra per deviare in angolo un tiro da 25 metri: volo da manuale. Nei secondi 45 minuti, va in presa sigillante su una bordata da pochi metri: magia.

Maicon 7. Stantuffo instancabile, chiude ogni varco. Nella ripresa, con intelligenza, spinge di meno.

Samuel 7. Non passa nessuno dalle sue parti: è una garanzia sul centrosinistra.

Lucio 7. Imperioso, prepotente: una diga. Alla fine, gli fischiano un fallo contro inesistente: rimane calmo anche in quella situazione.

Zanetti 7. Gli è toccato riposare in campionato; così corre più del solito sulla sinistra. Benissimo anche quando viene spostato al centro per far posto a Chivu.

Cambiasso 7. Fosforo puro: senso della posizione e contrasti fallosi al momento e al posto giusto. Gli si perdona il pisolino negli ultimi 10 minuti.

Stankovic 7. Rimedia presto un’ammonizione che ne condiziona il resto della gara. Dal 70’ in poi cerca il gol con tre missili da fuori, uno dei quali sventato in angolo.

Sneijder 8. È l’uomo della Champions. Quando si va a giocare lì a Est, sente profumo di gol. Strepitosa la cannonata su punizione da una ventina di metri: un po’ con le tre dita, alla brasiliana. Poi sforna passaggi e tocchi deliziosi di sinistro e destro. Imprendibile e imprevedibile. Da fare vedere nelle scuole calcio.

Pandev 6. Si sfibra in copertura e, forse per questo, è meno lucido negli ultimi 20 metri. Quando il macedone si accentra e tira a testa bassa, verso la fine del primo tempo, si becca un rimbrotto da Eto’o, che era libero a sinistra. Nella ripresa, situazione analoga: serve Milito in profondità ignorando il camerunense.

Milito 7. Decine di scatti in pressing e in avanti che abbatterebbero un rinoceronte. Lui insiste e insiste. Sarebbe da 8 se avesse addirittura trovato la zampata gol: invece, nel primo tempo, dal suo destro esce un passaggio al portiere. Nei secondi 45 minuti, ci prova tre volte: due di destro da 16 metri e una di sinistro a mezz’altezza.

Mourinho 8. Squadra equilibrata. Anche se, sullo 0-1, stava perfino per subire una rete in contropiede: sarebbe stato il colmo. Da quel momento in poi, decide di urlare alla propria squadra, per rimettere le cose a posto. L’assetto con tre punte più Sneijder è un’invenzione del portoghese, che per ora dà i frutti sperati. In 180 minuti, 35 tiri in porta. Più forte della sfortuna.

Arbitro Lannoy (Francia) 9. Quasi perfetto. Sbaglia solo a dare un fallo contro Lucio, che prende la palla. Ammonisce puntualmente gli avversari dell’Inter: in Italia, questo non succede (anche se il tutto avviene in buona fede). Il CSKA resta in 10 e viene giustamente sommerso di cartellini. Con un arbitro del genere in tutte le sue partite, l’Inter avrebbe 20 punti di vantaggio sulle inseguitrici in campionato.

Post modificato alle 00.47 di giovedì in seguito alla vostra gentile segnalazione: mi sono dimenticato del camerunense (sono peggio di Pandev!). Eto'o 7. Punta esterna larghissima a sinistra per dare spazio centralmente al Principe: umilissimo. Subisce un brutto intervento da dietro da parte di Odiah, che viene espulso. Dimenticato due volte da Pandev in contropiede: se non gliela danno quando è solo, non può segnare facendo i miracoli.