1) “Uscite sempre agli ottavi”.
2) “Complimenti per l’affare Mourinho: un bel modo per vincere la Champions”.
3) “Ma ora che fate: mandate via Mourinho, prendete Ferguson per vincere la Champions e pagate tre allenatori, Mancini incluso?”.
4) “Quasi 45 anni senza Champions: fate tenerezza”.
5) “Quando la banda degli onesti varca i confini, sono dolori: per loro”.
6) “No Milan, no Champions”.
7) “L’anno prossimo ci pensa il Milan a spiegarvi come si vince la Champions”.
Questi sono gli sfottò che giravano oggi a Milano nei bar, negli uffici, nelle scuole. Mittente, i tifosi del Milan. Destinatari, gli interisti, reduci dall’ennesima batosta europea. Sono prese in giro che mi divertono: le reputo il sale del calcio. Purché si rimanga nell’àmbito delle battute simpatiche, senza volgarità né tantomeno violenza. Il calcio vissuto col sorriso, come piace a me. E ogni coltellata verbale dei tifosi del Milan era basata su un fondo di verità.
Tuttavia, mi permetto di fare una riflessione puramente tecnica. Quegli stessi atroci sfottò - che han fatto tanto soffrire gli interisti - nascondono anche un’amara verità per i milanisti: la prima squadra di Milano e d’Italia è ora l’Inter. I rossoneri mi paiono aggrappati alle sciagure europee dell’Inter. E sperano anche che Moratti perda lo scudetto: un quarto tricolore di seguito (terzo sul campo) sarrebbe di difficile digestione. In cuor loro, temono che nei prossimi 10 anni ci sia un dominio assoluto dell’Inter in Italia e possano anche scapparci trionfi europei. S’è ribaltata la situazione che vedeva, dal 1988 al 2006 (fatta eccezione per tre o quattro stagioni) gl’interisti in perenne versione gufi contro il Milan. Perché sono cambiati i rapporti di forza: adesso su c’è l’Inter. Molto distante.
Tutto dipende dal Petroliere: per primeggiare anche in Europa, deve spendere un pacco di soldi, esattamente come fanno Manchester, Liverpool, Barcellona e altre (poche) grandi del Vecchio Continente. Tutto sta a Moratti: ci vogliono denari freschi (e, probabilmente, ricapitalizzazioni pesanti) per portare alla corte di Mourinho personaggi di spessore internazionale come Gerrard, Benzema, Messi, Milito, Diego; difensori arcigni e di personalità; centrocampisti che non si sciolgono sul più bello.
La mitica mentalità europea che all’Inter mancherebbe è una sciocchezza giornalistica: adesso non ci sono uomini adatti a vincere in Champions. Ma togli Vieira e metti Gerrard, dopodiché vedi che la mentalità arriva come d’incanto.
Al contrario, osservo un Milan orientato verso acquisti di second’ordine, come Beckham e Flamini. E propenso a ricordare a ogni piè sospinto che loro sì ne han fatte tante di finali e vinte altrettante di Champions. Se Berlusconi ripete una campagna estiva così mediocre come le due più recenti, stende un tappeto verso altre vittorie dell’Inter. In quanto a un eventuale nuovo successo del Milan in Champions (sempreché riesca a parteciparvi), penso che i miracoli riescano soltanto una volta nella vita: nell’edizione 2006-07 è filato tutto liscio, incluso il rigore di Maldini per fallo di mano contro il Celtic a Milano sullo 0-0, non visto né dall’arbitro né dall’assistente.
Fa strano sentire da un´ interista parlare di falli di mano, dopo quel che si e´ visto nel derby.
RispondiEliminaGiusto aver ricordato il fallo di mano di Maldini.
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