Fine stagione, i procuratori si muovono. Osservatori esterni dicono: i procuratori vogliono più soldi per i loro assistiti. Questi guadagnano già tanto? Sono sotto contratto? Non hanno reso secondo le aspettative? C'è la crisi e non è davvero il caso di chiedere altri quattrini (si parla di milioni di euro in più)? Non importa.
Ed ecco che parte l'esca mediatica. Il procuratore dice ai giornali: il mio assistito è molto richiesto dai club più importanti d'Europa. La miccia è accesa.
Il messaggio è: più denaro oppure il mio assistito se ne va.
Ognuno fa il proprio mestiere, certo. E il mestiere del procuratore è - appunto - procurare soldi per il proprio assistito, oltreché per se stesso. Però ci sono anche limiti dovuti alla morale, all'etica, alla decenza. Se li superi, e poi calpesti ogni regola non scritta, il rapporto società-giocatore rischia di incrinarsi. Anche perché quest'anno l'obiettivo numero uno, la Champions, non è stato raggiunto. Allora, se chiedi più soldi quando non centri il risultato nel mirino della società, figuriamoci cosa fai quando vinci la coppa: domandi 25 milioni di euro netti l'anno?
[foto via Inter]
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