Impazza un audio Whatsapp su come difendersi se si viene fermati mentre si circola senza giustificato motivo (decreto Conte per l’emergenza coronavirus). La presunta avvocatessa Simona Veneri dello Studio di Maurizio Sorrentino di Brescia spiega come evitare di trovarsi il casellario giudiziale segnato. Occhio a seguire questi Whatsapp. Sentiamo il durissimo comunicato della Camera Penale di Brescia:
“Nel corso della giornata odierna sono giunte alla nostra attenzione numerose segnalazioni riguardanti un messaggio vocale, che una nostra iscritta avrebbe registrato e diffuso, con il quale vengono illustrati profili giuridici, iter processuali e rimedi difensivi connessi alla violazione dell’art 650 c.p.
Il suindicato vocale ha ormai raggiunto moltissime persone, ottenendo una diffusione su scala nazionale.
Riteniamo che il contenuto di quel messaggio vada fermamente stigmatizzato. In un momento difficile come quello che tutti stiamo affrontando l’avvocato deve avere chiara la sua funzione sociale.
Non è tollerabile propagare messaggi che possano ingenerare confusione tra la popolazione, già estremamente provata in questo momento di grande sacrificio sociale e che possono concretizzare una violazione dei principi deontologici che ispirano la nostra professione.
Auspicando che la nostra collega possa fornire i dovuti chiarimenti agli organi innanzi ai quali sarà eventualmente chiamata a rispondere, unici autorizzati ad emettere un giudizio, riteniamo opportuno inviare la presente al Collegio dei Probiviri della Camera Penale della Lombardia Orientale per le valutazioni di competenza”.
Come dice il comunicato, non è dato sapere se l’audio sia stato veramente registrato dall’avvocatessa. E comunque, quell’audio Whatsapp parla di un’ammenda. C’è un invito “a non pagare subito”. Ma come si fa a pagare subito? Attenzione: chi decide le sorti (arresto o ammenda) della persona segnalata dalle forze dell’ordine è il giudice. Per favore, non scherziamo su queste cose delicatissime.
Morale: attenetevi solo alle comunicazioni ufficiali. “Non è tollerabile propagare messaggi che possano ingenerare confusione tra la popolazione”, dice la Camera Penale di Brescia. Non abboccate agli audio Whatsapp, specie in piena pandemia coronavirus.
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