Tradotto: ogni 100 controllati da Polizia e Carabinieri, 5 sono stati denunciati. Dopodiché, sarà il giudice a decidere se abbiano effettivamente commesso un reato violando il decreto coronavirus.
Stupisce che dopo settimane di guerra contro il Covid-19, discorsi del presidente del Consiglio in tv, raccomandazioni di medici e infermieri, su 100 italiani ci siano 5 denunciati. Trattasi di una statistica orribile, che vede protagonisti chi va in auto, in bici, sui monopattini elettrici e a piedi: la pandemia così non la sconfiggi, stando agli studi dei virologi.
Perché quel 5%? Il mio dubbio è che la campagna di sensibilizzazione del governo sia poco efficace contro certi soggetti: menefreghisti, idioti, chi ha la fedina penale così sporca da non temere la denuncia, ignoranti, mentecatti, debosciati, balordi, tossici che non possono fare a meno delle sigarette, drogati in cerca di dosi e che non si rivolgono alle strutture competenti. Più (e questo è un problema enorme che sta esplodendo in mano all'esecutivo) la marea di persone cui neppure sarà possibile far giungere il decreto penale a casa.
A Poliziotti e Carabinieri va fatto un monumento. Condivido e aiuto a diffondere l’appello della ministra dell’Interno Lamorgese: stiamo a casa. Tuttavia, a mio giudizio, è pienamente democratico impiegare l’esercito per debellare la piaga di questo 5% di lerci. Trovo al contrario anti-democratico essere così tanto tolleranti e limitarsi alla sensibilizzazione.
Il governo è partito molto piano e molto male, con provvedimenti molli. Lentamente, ha dato qualche giro di vite. Sarà anche ora di svoltare. Serve la repressione. Non è una parolaccia: non è una di quelle schifezze chiamate comunismo o fascismo. È la spallata decisiva a tutela e per rispetto della democrazia, di chi sta rintanato nel proprio appartamento, dei lavoratori, degli imprenditori, dei malati e dei loro familiari, delle vittime e dei loro cari. La repressione per salvare Lei: l'Italia.
Il governo è partito molto piano e molto male, con provvedimenti molli. Lentamente, ha dato qualche giro di vite. Sarà anche ora di svoltare. Serve la repressione. Non è una parolaccia: non è una di quelle schifezze chiamate comunismo o fascismo. È la spallata decisiva a tutela e per rispetto della democrazia, di chi sta rintanato nel proprio appartamento, dei lavoratori, degli imprenditori, dei malati e dei loro familiari, delle vittime e dei loro cari. La repressione per salvare Lei: l'Italia.
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