venerdì 6 marzo 2020

Annuncio incentivi auto contro il coronavirus: il Governo dorme? Boomerang tremendo

Il coronavirus abbatte le vendite di auto in Italia: -7% nel bimestre 2020. Da questo Governo, di bassissimo profilo, provengono flebili sospiri. Oggi c’è un minuscolo ecobonus statale con dotazione complessiva risibile. In un quadro così deprimente, abbiamo appreso con entusiasmo che Stefano Patuanelli, ministro dello Sviluppo economico, pensa a incentivi per l’auto elettrica e per le Euro 6, con contemporanea rottamazione delle vecchie macchine. L’idea mi pare giusta. Se ho un catorcio, posso farlo rottamare ottenendo un ecobonus dallo Stato. Consegno il macinino alla concessionaria, e lo Stato mi assegna un soldo. Il Fisco ci guadagna, grazie agli incassi dell’Iva e in termini di crescita del Prodotto interno lordo: lo dimostra la rottamazione del 1997.

Adesso che il ministro ha annunciato la rottamazione, a mio avviso dovrebbe attivarsi in dieci direzioni.

1) Introdurre il prima possibile la rottamazione. Il motivo? Facile. Patuanelli ha parlato di rottamazione a inizio marzo 2020. Risultato: durante lo stesso mese e probabilmente anche in quelli successivi, chi ha in mente di comprare un’auto nuova non lo fa. Aspetta. Attende che cosa? Che il Governo stanzi gli incentivi con rottamazione cui il ministro si riferiva. Occhio però: se l’Esecutivo dorme, l’annuncio degli incentivi andato a vuoto si trasforma in un boomerang tremendo per il settore auto. Per ora le vendite cedono: qualora non arrivino gli incentivi auspicati, con dotazione statale adeguata, la parabola discendente rischia di fare paura.

2) Il bonus dello Stato va studiato con i protagonisti della filiera: associazioni e Case auto. Che di certo immaginano gli scenari migliori, avendo il polso della situazione.

3) Col solo bonus dello Stato, la concessionaria difficilmente applica uno sconto ulteriore: il venditore ha già margini risicati. Si potrebbe allora imitare la soluzione del 1997: la rottamazione con incentivo venne accompagnata al bonus del Produttore stesso e fu un successo. Se lo Stato dà tot euro di ecoincentivo, la Casa mette sul piatto l’identico importo.

4) Le auto elettriche sono gioielli tecnologici. Rappresentano una spesa intelligente del consumatore: dopo un certo numero di anni (le variabili sono numerose), il cliente ottiene un risparmio rispetto all’identico modello a benzina o a gasolio. Ma i gioielli costano. Per chi non vuole comprare l’elettrica né in contanti né a rate, si possono introdurre anche incentivi a favore del noleggio a lungo termine. Per il professionista e per il privato senza partita Iva. L’auto presa in affitto per uno o più anni, in cambio di un canone mensile agevolato.

5) Il ministro dovrà abbattere gli ostacoli costituiti dalle lobby che si metteranno di traverso. La realtà è semplice: più auto antiquate a benzina e a gasolio esistono in Italia, più accise e più Iva (un’imposta sulle tasse) incassa l’Erario. Denaro fresco per pagare i costi giganteschi della politica, per far fronte alle pensioni e ad altre uscite colossali di un Paese che naviga in cattive acque. Due terzi di un pieno va al Fisco. Pensare di rinunciare a questo tesoro sconfinato terrorizza il politico medio. Sarebbe uno psicodramma per la vecchia politica che non sa guardare oltre il proprio naso.

6) Occorre una cabina di regia centrale per organizzare le agevolazioni locali. Oggi, ogni Comune fa quel che vuole in termini di libero ingresso nelle Zone a traffico limitato e di esenzione dal pagamento della sosta sulle strisce blu. E ogni Regione fa a modo suo in materia di esonero dal bollo auto, la tassa di proprietà. Non è possibile. Una nazione civile ha poche e chiare regole omogenee a favore dell’elettrico.

7) Va eliminata l’ansia da batteria scarica. Accelerando al massimo la costruzione di colonnine di ricarica elettrica pubbliche nelle città e fuori. Agevolando chi vuole installare wallbox domestiche e chi desidera aumentare la potenza del contatore di casa.

8) L’eco-rottamazione contro il coronavirus non deve riguardare solo le auto nuove. Ma anche l’usato. Per esempio, se possiedo un’Euro 0 a gasolio e compro un’Euro 4 a benzina, ho diritto a uno sconto da parte dello Stato. L’obiettivo è ringiovanire il parco circolante: viaggiano troppe macchine vecchie, sporche e insicure.

9) Con un disegno legge per i nuovi incentivi, i tempi sarebbero biblici. Meglio un decreto. Meglio ancora un’aggiunta finale a un decreto in via di conversione.

10) La partita dell’auto elettrica si gioca a un tavolo di poker che vede schierati disoccupazione, decrescita, paure legittime e timori inconsci e irrazionali, più il coronavirus: serve energia vitale. Sarebbe ora di progredire, modernizzare la mobilità per far lievitare il Prodotto interno lordo e per innescare un circolo virtuoso. Altrimenti, per quanto riguarda il settore auto, questo Governo resterà vittima impassibile del coronavirus. Anzi: del corona vairus.

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