domenica 22 marzo 2020

Attività essenziali: come provare l’esistenza di Dio

Via libera solo alle attività essenziali: lo ha deciso Conte. Ma che cos’è un’attività essenziale? Nessuno lo può definire con certezza.

Per me, può essere essenziale un periodico in edicola; per un altro, può essere essenziale l’attività di idraulico, perché se si rompe un tubo dell’acqua in piena pandemia sono dolori; per altri ancora, sono essenziali le aziende che producono attrezzi che poi l’idraulico utilizzerà; oppure sono essenziali le aziende che producono materiale da dare alle aziende le quali producono attrezzi che poi l’idraulico utilizzerà. E così via, senza fine.

Essenziale è tutto e niente.

Si può parlare di attività essenziali in presenza di coltivazione del fondo, allevamento di animali e selvicoltura: senza questo tipo di attività, non c’è impresa agricola.

Ce lo insegna il Manzoni: “Si vedevano gli uomini più qualificati, senza cappa né mantello, parte allora essenzialissima del vestiario civile”. Cappa e mantello sono essenziali per alcuni, per altri bastano mutande, jeans e camicia.

Sentiamo D’Annunzio: “Esprimendo dai teneri fiori la stilla essenziale”.

Individuare con certezza le attività essenziali è come dare la prova della nostra esistenza. Secondo Cartesio, “cogito ergo sum”,  “penso dunque sono”. Siccome penso, allora esisto.

La ricerca delle attività essenziali è identica alla ricerca della prova che Dio esista. Vediamo Locke come se l’è cavata, col suo celebre sillogismo. Uno, in ogni effetto non può essere contenuto nulla più di quanto sia contenuto nella causa; due, nel mondo esistono persone dotate di intelligenza; tre, quindi la causa del mondo deve essere intelligente. Sublime, ma attaccabile.

Ritengo non corretto che il Governo parli di attività essenziali aperte. A mio giudizio, resteranno aperte le attività che il Governo reputa essenziali. È cosa ben diversa. Chi si ritiene essenziale e dovrà restare chiuso avrà le sue legittime rimostranze da fare.

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