Il sito dell’Inter dice: “Mario Balotelli ha lasciato il ritiro dell'Inter ad Appiano Gentile in seguito a un colloquio col presidente Massimo Moratti. La decisione del Presidente è maturata al fine di evitare tensioni in occasione della partita con l'Atalanta”.
Non si conoscono i motivi veri della cacciata di Balotelli. Due possibilità.
1) Giocatori e allenatori non avrebbero gradito il comunicato con cui il 45 nerazzurro chiedeva scusa per il lancio della maglia dopo Inter-Barcellona.
2) Balotelli avrebbe detto di non aver voglia di giocare contro l’Atalanta, per sfuggire alle contestazioni di San Siro.
Qualunque sia la ragione, Moratti ha agito con intelligenza. Prima viene il gruppo, poi il singolo. Si poteva fare un’eccezione per Maradona, l’unico in grado nella storia del calcio di vincere le partite da solo. Ma Diego, al massimo, saltava qualche allenamento. O era l'ultimo ad arrivare e il primo ad andarsene. Per il resto, sputava l’anima dalla gola pur di vincere in campo.
Con questa mossa, Moratti mette seriamente a rischio la Champions. Fra poche ore, contro l’Atalanta, non potrà giocare neppure Pandev, infortunato leggermente. La squadra è reduce da impegni pesanti e ravvicinati: Balotelli serviva come l’ossigeno per ridare energia e vigore, e per far riposare gli spremutissimi titolari in vista del ritorno col Barcellona mercoledì. Adesso, invece, gli uomini di Mourinho sono costretti agli straordinari: giustamente, il Barcellona gode. Discorso ancora più complesso per il campionato, che ormai la Roma ha meritatamente in tasca.
Tuttavia, al contempo il Petroliere, mandando a casa il singolo Balotelli e ponendo al centro dell'universo il gruppo, getta le basi per 10 anni di Inter ad altissimi livelli, sempre competitiva sia in campionato sia in Champions. Con questa mentalità, credo che l’Inter sarà sempre lì a lottare per vincere scudetto e coppa Campioni. La strada è quella giusta, e le sue pietre miliari hanno nomi precisi: Ronaldo, Vieri, Recoba, Adriano, Ibrahimovic. Via loro, l’Inter è diventata competitiva sui due fronti, come le grandi d’Europa. Senza Balotelli - o con un Balotelli a disposizione del gruppo -, i nerazzurri si confermeranno al top.
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