domenica 3 ottobre 2010

Inter-Juve 0-0. La carica alla rovescia di Benitez, l’allenatore camomilla


L’Inter ha giocato tre partite chiave: con l’Atletico Madrid, con la Roma e con la Juve. Sono le tre squadre più forti che abbiamo incontrato.

Con l’Atletico abbiamo perso male: 2-0. Con la Roma, una discreta Inter è stata punita all’ultimo. Con la Juve, ho visto una squadra scarica dal punto di vista nervoso.

E qui sta il punto: la psicologia dei giocatori. Mourinho era un maestro nel fare una trasfusione di sangue mentale ai suoi uomini prima di ogni impegno importante. Li teneva sulla corda escogitando ogni sorta di trucco: i giochi mentali. Se la prendeva con un dirigente, con un giocatore, con un giornalista, con un arbitro, a seconda della situazione o delle esigenze. O addirittura si scagliava contro uno dei suoi per fare gruppo: vedi Balotelli.

Benitez invece è un allenatore camomilla. Non riesce a dare mordente alla squadra. È perfino riuscito a farsi spiegare da Maicon che Biabiany non stava in piedi e andava sostituito. Contro la Juve si doveva ricorrere a espedienti psicologici di ogni genere, specie ora che la società bianconera chiede con insistenza la revoca di uno scudetto all’Inter, quello del 2006. Si poteva inventare, Benitez, che allora l’Inter chiede una mezza dozzina di scudetti alla Juve, a cominciare da quelli del 1998 e del 2002, macchiati da clamorosi errori arbitrali. Poteva infiammare San Siro con qualche richiamo al passato. Poteva tirare fuori l’anima dei giocatori punzecchiando gli avversari e stimolando la contesa. Poteva ricordare che i difensori della Juve, se li salti in velocità, puntualmente ti stendono. Poteva tentare di vincere, insomma.

Nulla di tutto questo. Forse Benitez, l’allenatore camomilla, pensa di avere in mano il Brasile del 1958: andate e vincete in silenzio. Come no. L’Inter è una squadra da tenere costantemente sulla corda: va schiaffeggiata, esaltata, morsa, carezzata, un po’ violentata sotto il profilo mentale. Servono scosse elettriche, urli, rabbia. Invece il buon Benitez seda la squadra nei momenti topici: Juve dopo Roma e Atletico.

Servirebbe un allenatore capace di capire che quella è l’Inter. Una realtà distante anni luce da Valencia e, ancora di più, Liverpool. Lì la camomilla va bene. Qui all’Inter serve un caffè ripieno di leggenda nerazzurra.

[Nella foto flickr di caseywest, l'Inter che scende in campo nelle partite più importanti]
                                                                                            

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