venerdì 2 ottobre 2009

Cari rossoneri, non volete più Berlusconi? Senza il Cavaliere, il Milan sparisce dal calcio nel giro di cinque anni

Noto un profondo disappunto dei tifosi del Milan verso il proprietario, Berlusconi. Basta ascoltarli a San Siro o nei bar. Parlano di campagna acquisti e si inquietano, perché il Cavaliere s’è messo in mostra - più che altro - per la cessione di Kaká. Ce l’hanno con la dirigenza perché non investe più come prima. Insomma, Silvio non tira fuori i quattrini, e allora in tanti non lo vogliono più.

In un baleno, vengono buttati nel gabinetto 25 anni di Milan targato Berlusconi, assieme a scudetti e coppe. Invece, andrebbe fatta una riflessione. Anzitutto, i tifosi rossoneri che non vogliono più il Cavaliere dovrebbero tornare con la memoria agli anni Ottanta. Vi dice niente la parola Serie B? Ma sì, quella guadagnata a seguito dello scandalo del calcio scommesse. E la seconda retrocessione, nel 1981-82, quando i rossoneri misero insieme 24 punti in 30 partite?

Facciamo un passettino avanti. Stagione 1985-86. Ispezioni della Guardia di finanza: la società risultò fortemente indebitata e a un millimetro dal fallimento. Stava per morire. Fu lì che Berlusconi rilevò la squadra dal presidente Farina, il 20 febbraio 1986, e ripianò il deficit.

Lo so anch’io che Silvio fiutò l’affare. Capisco che il Milan gli servì come trampolino di lancio verso altre imprese economiche e soprattutto politiche. D’altronde, il Cavaliere non è un missionario pronto a fare beneficenza al prossimo: trattasi di un imprenditore, a caccia soprattutto di profitti. È una colpa?

Dal 1987, con Sacchi, il via ai trionfi, ripetuti con Capello e con altri allenatori. Berlusconi ha preso in mano un cadavere di nome Milan e l’ha reso uno squadrone. Senza di lui, i rossoneri rischiavano di precipitare di nuovo in B o peggio.

Ora si rincorrono le voci della cessione della società. Si parla di libici e arabi interessati ad almeno il 40% delle quote per poi papparsi tutto il Diavolo. Ma c’è chi vorrebbe consegnare il 100% del Milan a imprenditori danarosi con tanta voglia di spendere. Bella roba. Qui si rischia col fuoco. Bastassero gli euro a fare una grande squadra, tanti altri presidenti avrebbero vinto già scudetti in quantità.

Un’altra proprietà dovrebbe gestire uno staff enorme, fatta di dirigenti, allenatori, équipe medica, giocatori. Non è uno scherzetto. Da presidente, devi convincere 20enni che guadagnano tre milioni di euro l’anno e che sono circondati da ogni genere di tentazione (in primis donne a tutto spiano) a rincorrere in mutande un pallone che rotola. Devi indurli a prendere calcioni da energumeni sempre pronti a sostenere: “Cercavo la palla, gli ho preso la caviglia”. Devi sempre controllare che non ingrassino, che vadano a letto presto, che facciano vita da atleta. Devi impedire che litighino fra loro per via di differenze di trattamento economico. Devi controllare che non si scannino negli spogliatoi. Devi tenere a bada i procuratori, che spingono affinché il loro assistito sia titolare. Questo vale per qualsiasi squadra, di qualsiasi città.

Insomma, fare il presidente vuol dire gestire rogne quotidiane, in quantità industriali. E poi ci sono le pressioni dei media, le attese dei tifosi. Se appena appena sbagli nella scelta degli uomini chiave (allenatori, medici, preparatori, dirigenti), vai a picco. Garantito.

Ebbene, almeno Berlusconi e compagnia hanno alle spalle 25 anni di esperienza. Per un’altra proprietà, invece, sarebbe tutto nuovo. E ogni novità comporta un azzardo. Inizi e compri cantando, prosegui e paghi piangendo. Voglio vederli i possibili acquirenti della società, quando hanno a che fare con i calciatori e i loro procuratori. Sì, sì: non è mica come riunire in una stanza 10 dipendenti aziendali che guadagnano 1.000 euro al mese, e che sono subito pronti a ubbidire a ogni comando. Ti trovi davanti milionari viziatelli che, se vogliono, fanno crollare te e la società, perché tanto i soldi a fine mese arrivano lo stesso.

Temo fortemente che, con un’altra proprietà, il Milan sparisca dal calcio nel giro di cinque anni. Anche perché i “nuovi” dovrebbero sobbarcarsi un esborso iniziale così elevato da stroncare un elefante: quanti soldi occorrono per comprare il Milan, 1.000 milioni di euro bastano? Ho paura che, con una nuova proprietà, i rossoneri facciano prima un campionato di mezza classifica. Dopodiché, la serie B, l’abbandono degli sponsor e delle tv (niente più diritti televisivi pagati a caro prezzo), quindi un’altra retrocessione e poi la fine.

Date retta a me, tifosi del Milan. Tenetevi Berlusconi, che almeno, in questo momento, garantisce la permanenza della squadra su buoni livelli. Meglio farsi umiliare ogni anno dall’Inter e perdere 4-0 il derby e 1-0 con lo Zurigo, piuttosto che scomparire dal calcio. Per vincere gli scudetti, il Cavaliere ha dovuto ripianare di volta in volta i debiti, tirando fuori denaro fresco. Se per qualche anno non spende ma incassa, che nessuno si offenda.

In tanti vorrebbero un bel russo straricco, in stile Roman Abramovich. Che bello: pensate un po’ che se quel tizio si rompe le scatole e molla il Chelsea, la squadra inglese defunge. Mi fa ridere anche l’azionariato popolare da parte dei tifosi. Che dovrebbero mettersi insieme nominando un rappresentante legale e formalizzare l'offerta a Berlusconi. Dopodiché, servirebbe una figura di riferimento, un azionista di maggioranza, come succede per il Barcellona. Cretinate: non siamo mica in Spagna qui. In Italia, il cittadino medio non arriva alla terza settimana del mese; figuriamoci se ha tempo e voglia di pensare al calcio e al Milan.

[foto via Milan]

1 commento:

  1. Alessandro
    in genere mi sono trovato d'accordo con te, ma stavolta proprio no.
    è vero che Berlusconi è stato un ottimo presidentefino a qualche anno fa, è vero che ci ha fatto vincere molto, ma ormai la pazienza di moltissimi tifosi è finita.
    Da troppi anni ormai ci prende in giro, promettendo acquisti che poi non vengono fatti, promettendo traguardi che non vengono raggiunti.
    Ma non sono solo queste le cose che fanno arrabbiare noi tifosi.
    Vogliamo parlare di come è stato gestito l'addio di Maldini?
    Per non parlare della cessione di Kakà, una presa in giro fin dall'inizio, fatta passare poi per quello che non era.
    Tuttavia il succo del discorso non è questo.
    Il Milan esisteva e aveva vinto molto anche prima dell'arrivo di Berlusconi.
    Anche Berlusconi non vinse subito col Milan, non vedo perchè un nuovo proprietario non dovrebbe riuscire a vincere nel giro di un anno o 2 come fece Berlusconi.
    Un'eventuale nuova proprietà non si troverebbe di fronte una società completamente nuova, ci sarebbe comunque una struttura ben collaudata con gente che sa fare il suo lavoro.

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