
Prendete adesso un personaggio nato a Palermo il 12 agosto 1990 da una coppia di immigrati ghanesi, un tipo che dall'età di due anni vive a Brescia nella sua nuova famiglia italiana, i Balotelli: lui, superMario, è un fenomeno. Ma adesso non lo vedete titolare nelle formazioni ipotizzate dai quotidiani. Perché? Semplice: non è brasiliano.
Allora, pare che l’Inter vada a caccia di attaccanti da schierare come titolari: Drogba (Chelsea), Eto’o (Barcellona), Van Persie (Arsenal), Adriano (di ritorno dal prestito al San Paolo). Sono follie. Il ragazzo deve disputare tutte le partite che contano: può far vincere scudetti e Champions a ripetizione all’Inter. E diventare il cannoniere della Nazionale. Italiana, non brasiliana.
In quanto ai suoi presunti limiti caratteriali (è nervoso, reagisce, tiene i gomiti alti), sono critiche che arrivano da chi il calcio l’ha sempre vissuto in poltrona fra una birra e l’altra: la capacità di difendersi dalle cattiverie dei difensori è la qualità dei grandi goleador. Sì, Balotelli è una via di mezzo fra Riva e Boninsegna.
Tutt’al più, il bimbo d'oro deve migliorare di sinistro, suo vero punto debole. Ma mi pare che a 17 anni ci siano ampi margini di miglioramento…
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