venerdì 3 aprile 2009

Del Potro sfonda Nadal: è nato il fuoriclasse bombardiere

Dopo più di tre ore di gioco, l’argentino Juan Martin Del Potro ha schiantato il numero uno al mondo, Nadal, nei quarti di Miami.

Primo set a ritmi mostruosi, con Del Potro che ha preso a pallate lo spagnolo, quasi sempre a remare in difesa. Secondo set equilibrato fino al 2-2; dopodiché, Nadal è volato via. Il momento chiave è stato sul punteggio di tre giochi a zero in favore di Nadal nel terzo set.

Lì l’incontro era chiuso, perché l’iberico è come un giocatore di poker che, se si porta in vantaggio di qualche dollaro, poi ti riduce in mutande, senza lasciarti scampo. Invece, non so per quale miracolo sportivo, Del Potro l’ha riacchiappato, fino al drammatico tie-break. Qui l’argentino ha dato il meglio, schiaffeggiando anche la sfortuna: il nastro ha aiutato Nadal facendolo andare in vantaggio. Roba da schiantare un elefante. Macché: gli ultimi punti sono stati caratterizzati da un imbarazzante (per Nadal) dominio atletico di Del Potro, che ha sballottato lo spagnolo da una parte all’altra del campo.

Insomma, da qualche minuto, è nato un fuoriclasse. Del Potro, classe 1988 (settembre), destro, ha un servizio potentissimo, un dritto che devasta e un rovescio bimane da far paura. Alto quasi due metri (198 centimetri), è un bombardiere di razza purissima. Con i piedoni all’infuori (in teoria, non è facile coordinarli), riesce a svolazzare per il campo: i suoi 83 chilogrammi non gli danno fastidio. La chiave di quell’esplosività sono le caviglie, che lo rendono reattivo. A rete se la cava così così.

Del Potro s’è anche dimostrato tatticamente svelto, impedendo a Nadal di spostarsi molto sul dritto per sparare le classiche sventagliate a uscire.

Attuale numero sette al mondo, Juan Martin s’era già messo in evidenza nel 2008, vincendo sulla terra battuta a Stoccarda e Kitzbühel, e sul cemento americano (Los Angeles e Washington). Ma è soltanto da stanotte (ora italiana) che s'è trasformato in una supernova.

Volendo trovare un giocatore che gli somigli, direi che il russo Safin è quello che più gli si avvicina. Però Del Potro è addirittura più potente.

Attenzione. Se uno riprende Nadal da 0-3 nel set decisivo (e poi ancora: sotto nel tie-break), allora ha scritto nel Dna a caratteri cubitali: “Io sono un fenomeno”. A naso, direi che Del Potro ha anche stritolato Nadal dal punto di vista mentale: l’argentino ha una personalità fortissima che ha dato fastidio al re iberico nei momenti decisivi.

Di più: è vero che Del Potro (ragazzo sfacciato e impertinente) ha rilasciato dichiarazioni non simpaticissime nei confronti di diversi giocatori, fra cui Nadal; ma quel gelido saluto finale dello spagnolo all’argentino lo interpreto come un sintomo di paura.

[foto via Atp]

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