Classe 1969, dal 1987 sono giornalista dell'auto: settore legale (attualità e inchieste)
giovedì 7 luglio 2011
Il durissimo attacco di Moggi e De Santis a Facchetti
Nel 2006, Luciano Moggi: "Spero di essere perdonato dalla signora Giovanna e dai suoi figli. E porgo le condoglianze più sentite a Massimo Moratti e all'Inter tutta. Chiedo a tutti, e alla sua famiglia in particolare, di scusare se l'ho involontariamente coinvolto in storie in cui Giacinto non meritava di essere coinvolto. Sono scuse sincere: sapevo, all'epoca, che non era in buone condizioni di salute, ma non sapevo assolutamente che la situazione fosse così grave. È mancato un campione che io ho avuto la fortuna di vedere giocare tante volte, ai tempi della grande Inter e anche in Nazionale. Un ragazzo forte, tenace, profondamente legato ai valori dello sport. Poi ci siamo frequentati quando è diventato dirigente. E anche in quel ruolo ha mantenuto uno stile e una correttezza esemplari".
Nel 2009, l’arbitro De Santis: "Oggi non ripeterei quelle parole che non corrispondono per nulla al vero. Quelle frasi, di cui mi dolgo, sono false e gravi per l'offesa che hanno creato alla memoria di una persona sempre correttissima. Mi dispiaccio di quelle parole per le quali mi scuso pubblicamente".
Nel 2015, Tizio: “Chiedo scusa a Facchetti e all’Inter. Sono andato oltre. Quelle telefonate avevano un valore pari allo zero, una legittima difesa del tutto irrilevante. Nella madre di tutte le telefonate [parecchio zoccola, nota di Alessandro Ascione], la parola ‘Collina’ non la pronuncia lui. In una telefonata (inspiegabilmente caduta nel dimenticatoio) della Fazi a Bergamo, c’è tutto il tentativo di ‘intortare’ Facchetti. È il simbolo di Calciopoli. Questo il passaggio chiave: ‘Più silenzioso che puoi, l’argomento principale deve essere la fatica che fai a stare con tutti, non come dicono solo con Juve e Milan’. Ho sbagliato e me ne dolgo”.
Scommettiamo?
Ah, buon video a tutti.
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