martedì 26 ottobre 2010

Pericolo: il Milan di Allegri ha rubato il contropiede all’Inter di Benitez

Qual è il tipo di gioco migliore al mondo? Quello che ti fa vincere. Il resto sono chiacchiere da dare in pasto ai fessi: il possesso palla, il pressing, le ali per crossare. Al massimo, sono concetti applicabili se in squadra hai Gullit e Van Basten, con Franco Baresi e Maldini alle spalle. Puoi schiacciare il Liverpool a San Siro se hai Mazzola e Jair, con Burgnich e Facchetti in copertura. Ti permetti i ricami se davanti proponi Messi, e a centrocampo Xavi e Iniesta. Ma se disponi di Chivu in difesa a sinistra, e di un’ala che si chiama Biabiany, allora devi adeguarti al materiale tecnico e atletico, che è medio-basso.

Invece, l’errore madornale di Benitez sta nel cercare in maniera ossessiva di tenere la palla, di produrre gioco, di attaccare con la difesa avversaria schierata. È quanto accaduto durante Inter-Samp 1-1. I doriani, con intelligenza, hanno lasciato fare, e poi al momento giusto si sono fatti sentire con Cassano.

Ho notato anche un Benitez ingessato dal punto di vista tattico per tutta la partita contro la Samp. Non un guizzo, non un’invenzione, non un tentativo di cambiare l’inerzia del match.

Francamente, a me di quella percentuale elevatissima di possesso palla non importa un tubo. Vorrei arrivare in porta con tre passaggi tre. Chiaro che il compito è più facile in trasferta, piuttosto che a San Siro, dove ti attendono in 11 dietro la sfera, a protezione della porta. Tuttavia esiste anche la via di mezzo, l’astuzia: si concede un minimo di iniziativa agli altri, per recuperare e ripartire in velocità.

Ce l’ha insegnato l’Inter la scorsa stagione, sia con le grandi squadre sia con le medie e piccole.

Ma il vero guaio è che il Milan ha rubato l’idea all’Inter. Dopo anni di sterile possesso palla, un estenuante tic-toc che faceva ridere, adesso arriva in porta con pochi passaggi: vedi Napoli-Milan. I rossoneri sono pericolosissimi, a meno che incontrino una squadra con la capacità di imprimere accelerazioni improvvise come il Real Madrid.

Non boccio Benitez. D’altronde anche Roberto Mancini, i primi tempi, esagerava con la ricerca del bel gioco, che fruttava innumerevoli pareggi. E Mourinho volle iniziare, il primo anno, con due ali larghissime. Sia il Mancio sia il profeta di Setubal dimostrarono di possedere lucidità mentale, capacità tattiche e umiltà (sì, anche il Mou) tali da effettuare una rapida retromarcia e da trovare l’equilibrio. Adesso Rafa sta prendendo le misure. Non ci voglio credere che sia così masochista da beccarsi altre pappine in contropiede. Aspetterà il recupero degli infortunati, avrà i due acquisti nel mercato di riparazione e darà un assetto vincente alla squadra.

Per carità: spero di non sentir più parlare di bel pareggio perché la squadra ha giocato bene e ha tenuto tanto la palla. Ne ho già piene le scatole di questa “nuova filosofia di gioco” e della “rivoluzione culturale”. Mi bastano e avanzano due contropiede letali in 90 minuti: porto a casa il risultato e godo.

L’Inter di adesso mi pare un ragazzo che corteggia le fanciulle senza arrivare al dunque: le rimbambisce di parole, le riempie di fiori e cioccolatini. Poi a malapena ottiene un ciao. Serve un’Inter che, con due sorrisi e una battuta, strappa un bacio in fretta. L’obiettivo non è fare 30 azioni avvolgenti con tutti i centrocampisti che toccano la palla; è sufficiente un passaggio in profondità e un gol. Il capolavoro di Londra, con Sneijder che la mette in profondità per Eto’o dev’essere l’opera d’arte cui si ispira l’Inter. La prima rete di Milito al Bayern, col lancio di Julio Cesar e l’assist dei Wesley, è la fonte cui abbeverarsi.

Tanto di cappello ad Allegri, che ci copia: l'Inter di Mourinho è l'esempio da seguire.

Altro argomento scottante: i “toni moderati di Benitez”, che si è limitato a commentare con estrema tranquillità l’errore dell’assistente durante Inter-Samp: fallo netto di Cassano su Chivu. Scommetto che non gli è mai capitato uno scherzetto del genere, né a Valencia né a Liverpool: mentre tu attacchi, a casa tua, l’attaccante avversario commette fallo, si volta a guardare l’assistente e prendi gol. Questa è l’Inter. Al contrario, alla Juve regalano un rigore per una simulazione senza precedenti di Krasic, e il Milan è tutto fuorché sfortunato a Napoli: sempre in 11. Simpatica la svista di Rizzoli su Papastathopoulos: già ammonito, il difensore rossonero ha steso di brutto Lavezzi al limite. Manca un giallo e la relativa espulsione. Si può dire, o i toni non sono più moderati?

Chissà cosa aspetta Rafa a piantare dentro un bel casino: forse un derby giocato in nove. Tutti quei silenzi, il mancato intervento a gamba tesa per denunciare l’errore, ammosciano l’Inter. Che storicamente necessita di ricariche di adrenalina per restare pimpante. Magari entro Natale Benitez se ne renderà conto.

[Nella foto, la mia "filosofia di gioco": in 11 davanti alla porta, due contropiede e 2-0. Vi ricordate come schiumava rabbia Van Gaal dopo Inter-Bayern per la tattica di Mourinho? Ecco, sempre così!]                                                                                                                                                                                                

1 commento:

  1. Credo che molti tifosi nerazzurri la pensino come te. Se il bel gioco ti fa vicnere le aprtite 2-0, 3-0 che ben venga, altrimenti due-tre tocchi e via.
    Tanto alla fine conta solo il risultato. Nella storia rimane la Champions League non il possesso palla o il gioco pratico di Mourinho.

    http://www.calciorum.blogspot.com/

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