Per essere grande, una squadra deve giocare 90 minuti con la stessa intensità agonistica. Siccome l'Inter è discontinua, come oggi col Napoli, non può essere considerata grande. C'è un però. I Mourinho boys hanno mostrato, nelle due partite più recenti, un'ora di calcio planetario: mi riferisco a mezz'ora con la Juve e soprattutto ai primi 30 minuti contro il Napoli. Che non è riuscita a mettere il naso fuori dalla propria metà campo.
In quegli incredibili 30 minuti, l'Inter mi ha ricordato il primo Milan di Sacchi, quello che vinse il campionato 1987-88, rivoluzionando il calcio mondiale. Un pressing soffocante, scatti di 20-30 metri irresistibili. Soltanto che spremendo come limoni i calciatori, quel Milan non riuscì mai a fare l'accoppiata: scudetto il primo anno, coppa Campioni il secondo e il terzo. Entrambi, no. Forse è per questo che Mourinho tira un po' il freno a mano: vuole arrivare a febbraio sano e salvo e poi tentare l'accoppiata storica. Riuscita esclusivamente a due squadre straordinarie: l'Inter di Herrera 1964-64 e il Milan di Capello 1993-94.
Nota a margine. Come dicevo qui, Lavezzi è il migliore al mondo. Ora mi credete?
Classe 1969, dal 1987 sono giornalista dell'auto: settore legale (attualità e inchieste)
domenica 30 novembre 2008
Inter-Napoli 2-1: sprazzi di Inter imbattibile
mercoledì 26 novembre 2008
Inter-Panathinaikos 0-1: adesso Mourinho capisce Roberto Mancini

Succede che l'Inter gioca un partitone contro la Juve (1-0 che va strettissimo), è meritatamente prima in Italia e nel suo girone europeo, e poi crolla con una mediocre squadra in Champions, il Panathinaikos. Chi gliel'ha detto, ai nerazzurri, di prendere sottogamba i greci? Di certo non Mourinho, che anzi aveva avvertito del pericolo di rilassamento. Il problema è che l'Inter, da anni, è così: illude il tifoso interista, che la reputa imbattibile; dopodiché ha un inspiegabile abominevole calo verticale improvviso.
Già Roberto Mancini ha avuto a che fare con quelle sbandate che sorprendono, e chissà che quella sera - dopo il Liverpool - non ne abbia avute le scatole così piene da lasciarsi andare a un umano "Me ne vado". Lo stesso Trapattoni aveva definito la sua esperienza all'Inter una sorta di viaggio in una lavatrice.
Perché l'Inter è così: gi allenatori li sbrana nell'anima. Quelli ci mettono il cuore e la passione e la professionalità e la competenza e la rabbia agonistica per cercare di rendere la squadra nerazzurra il più equilibrata possibile. Però poi, d'incanto, quando pensi di averla finalmente raddrizzata, lei diventa di nuovo storta. E allora i tifosi dell'Inter sono pronti a tutto, anche a uscire per mano di una squadruccia agli ottavi di finale di Champions. Lei è l'Inter, quella che impazzire gli allenatori fa.
[foto via flickr.com/photos/sis]
sabato 22 novembre 2008
Inter-Juve 1-0: Ranieri, io non ti capisco

Magari non è stato Ranieri a dire ai suoi di difendersi. Allora, in questo caso, l'allenatore della Juve non è capace di infondere alla squadra la voglia di andare a Milano e vincere o comunque tentare di farlo. È un mister che fa correre tanto la squadra: vedi Molinaro. Ma che (secondo me) Amauri, Del Piero e Nedved non li sfrutta a dovere.
[foto qui]
domenica 16 novembre 2008
Milan: rigore, rigore e ancora rigore. Che esagerati questi arbitri!

Ennesimo rigore a favore del Milan (stavolta contro il Chievo, per l'1-0 definitivo). Era molto dubbio. Così come era difficilissimo capire se fosse dentro l'area. Secondo me, la massima punizione va data soltanto se c'è la certezza dell'infrazione. Dev'esserci un'entrata fallosa chiara e inequivocabile, e indubitabilmente in area. Anche perché poi, se applichi all'inizio un criterio di valutazione così severo, devi mantenerlo per tutta la partita; invece, l'arbitro ha lasciato correre altri falli a centrocampo. Per non parlare di quanto accadeva in ogni mischia in area, su un fronte e sull'altro.
Credo che alla base ci sia assenza di buon senso. Un arbitro (De Marco, nell'occasione) non può rovinare in modo così palese la contesa. È assurdo fischiare un rigore dubbio dopo pochi minuti. Il giudice di gara dovrebbe lasciare che le due squadre si battano allo stremo delle forze e concedere esclusivamente i falli sicuri.
No, non venitemi a parlare di arbitro che l'ha fatto apposta. Non è successo né stavolta né per gli altri innumerevoli rigori a favore del Milan. Il discorso va impostato semplicemente sull'abilità, da parte dei giudici di gara, di interpretare le situazioni. Casomai, trattasi di arbitri con una tenuta mentale scarsina. Che però nulla ha a che vedere con la buona fede. Questa non è in discussione.
[foto via aia-figc.it]
Il tiratore più esplosivo degli ultimi 30 anni: Ibrahimovic terzo
Dopo le due sassate di Ibra al Palermo, ecco la mia classifica dei 15 giocatori col calcio più potente fra quelli scesi in campo negli ultimi 30 anni. Per entrare nei top 15, non basta aver sparato una mina una volta soltanto nella vita, ma occorre che il gol dalla distanza sia stato ripetuto nel tempo. Fra parentesi, ho inserito la squadra con cui il calciatore ha dato il meglio.
1) Koeman (Barcellona). Vedi video, quando i palloni non erano ancora leggeri come quelli di oggi.
2) Roberto Carlos (Real Madrid)
3) Ibrahimovic (Inter)
4) Antognoni (Fiorentina)
5) Di Bartolomei (Roma)
6) Eder (Atletico Mineiro)
7) Matthäus (Inter)
8) Ancelotti (Roma e Milan)
9) Augenthaler (Bayern Monaco)
10) Gullit (Milan)
11) Batistuta (Fiorentina e Roma)
12) Veron (Lazio)
13) Nedved (Lazio e Juve)
14) Seedorf (Milan)
15) Adriano (Inter)
Spiace tener fuori un certo Gigi Riva, ma non rientra nel parametro temporale degli ultimi 30 anni. Altrimenti, avrebbe conteso il primo posto a Koeman. Perché, all'epoca di Rombo di tuono, i palloni erano macigni confronto a quelli di oggi: era più difficile tirare forte.
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