Non si può certo dire che l’arbitro di Milan-Cesena, Giannoccaro, sia in malafede. Però è doveroso sottolineare che non sia all’altezza. Il Milan doveva finire la partite in nove: secondo cartellino giallo a Taiwo ed espulsione diretta di Yepes per fallaccio da ultimo uomo.
La questione non riguarda tanto il doppio errore tecnico dell’arbitro. Il guaio è che a questi signori non si può rivolgere neppure una domandina.
Se invece fosse stato possibile chiedere spiegazioni pubbliche, avrei domandato al signor Giannoccaro:
1) L’entrata di Taiwo era violenta, da dietro, a gamba tesa, a forbice. L’hai vista. Infatti hai dato il fallo. Perché niente secondo cartellino giallo?
2) Il fallaccio di Yepes su Eder era da rosso diretto. Ultimo uomo con l’attaccante del Cesena che si sarebbe presentato solo davanti ad Abbiati. Un caso scolastico. Di quelli illustrati sui libri da studiare per diventare arbitri. L’hai visto. Infatti hai dato il fallo. Perché niente cartellino rosso?
Pensavo che gli arbitri italiani avessero il terrore di espellere Gattuso, Ambrosini, Van Bommel, Boateng. Nomi importanti: gli arbitri ci pensano sette volte prima di estrarre il cartellino. Mi sbagliavo. Perfino due come Taiwo e Yepes godono di immunità parlamentare. Nessun arbitro in malafede. Solo una fottuta paura.
Però. Che differenza col trattamento subìto dall’Inter. Ranocchia espulso e squalificato per non aver commesso fallo da rigore a Novara. Samuel sanzionato per non aver commesso fallo da rigore a Bologna.
Stendo un velo pietoso sul voto dato dai mass media a Giannoccaro. Ho visto rifilargli un 5. Ma come, 5? Condizioni la partita, fai due errori pazzeschi, prendi 5? Allora si elimini la scala dei voti da 0 a 10. Il range diventa da 5 a 7. Affascinante come gli errori di Giannoccaro siano passati (quasi) inosservati su tv e stampa. Per molto meno, quando ci fu di mezzo la nostra Nazionale in Corea, Moreno (vedi foto) fu vaffanculato a ripetizione.
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