domenica 5 aprile 2020

Mascherine chirurgiche anti coronavirus: 10 risposte del professor Peverini

Le mascherine chirurgiche sono protagoniste di questa pandemia di coronavirus. Ecco allora una chiacchierata con il professor Francesco Peverini, internista, fra l’altro esperto qualificato in disturbi respiratori in sonno e componente del comitato scientifico dell’Osservatorio internazionale della salute.

1) Professor Peverini, mascherine chirurgiche al centro delle polemiche: ora il Governatore della Lombardia Fontana obbliga chi esce a metterle. Sono utili a prevenire il contagio di Covid-19?
Con gli sforzi che tutti stiamo compiendo per ‘appiattire la curva’ dei contagi, in crescita in tutto il mondo, si è tornati a discutere sull'efficacia di indossare una mascherina. Rimanere a due metri di distanza quando si è fuori casa è indispensabile, così come lavarsi spesso le mani (anche al rientro). Sembrerebbe quindi fuor di dubbio che i benefici di una maschera possano considerarsi tangibili. Infatti, indossare una mascherina impedisce un'alta percentuale di accesso di particelle al nostro sistema respiratorio. Le mascherine chirurgiche per il viso non garantiscono una protezione del 100% per chi le indossa, ma contribuiscono considerevolmente a ridurre la probabilità di infezione. E quando si è tutti impegnati a lavorare per appiattire la famosa curva dei contagi, qualsiasi riduzione delle velocità di trasmissione è veramente benvenuta”.

2) Quindi, la regola dei due metri è quella giusta?
"In realtà, tosse e starnuti possono proiettare particelle di virus a sei metri di distanza, in barba ai consigli di restare a due metri di distanza l’uno dagli altri. Tosse e starnuti producono una velocità di emissione di goccioline e particelle di 10 metri al secondo per la tosse e di 50 metri al secondo per gli starnuti. Rendendo la zona di protezione di uno-due metri di scarsa efficacia senza una barriera aggiuntiva sotto forma di mascherina”.

3) Pertanto, qual è la soluzione ideale?
A differenza di semplici mascherine chirurgiche, le maschere respiratorie proteggono anche da aerosol acquosi e oleosi, fumo e polveri fini. La loro funzione protettiva è verificata da norme europee EN 149 e vengono divise in FFP2 e FFP3. Queste norme verificano la protezione dal virus dell’influenza aviaria, dalla SARS, dalla tubercolosi, da agenti patogeni respiratori e batteri. Le due classificazioni indicano anche il numero di particelle filtrate dalla maschera: i filtri FFP2 94% e i filtri FFP3 99%. Più particelle devono essere filtrate dalla protezione, maggiore è il numero di strati di materiale filtrante che si devono usare. Di conseguenza, le maschere nelle classi di protezione più elevate sono più spesse, il che significa che la resistenza agli atti respiratori è maggiore”.

4) C’è grande confusione in merito all’utilizzo di questa o quella mascherina. Ci fa chiarezza?
In effetti, la maggior parte delle persone non trova agevolmente informazioni chiare, semplici ed esaurienti sull’argomento. Le mascherine chirurgiche devono essere posizionate a protezione della bocca, del naso. E quindi non portate superficialmente ‘sotto il naso’. Occorre sperare che le mascherine chirurgiche proteggano la zona delle guance, dov’è difficile farle aderire. Sono dotate di fascette per legarle dietro la nuca o di elastici che si agganciano ai padiglioni auricolari. Lo stesso dicasi delle più specifiche FFP2 e FFP3, che sono munite di elastici da agganciare alle orecchie: queste in genere sono in dotazione al personale sanitario, ma vengono spesso viste su soggetti che nulla hanno a che fare con l’assistenza medica. Ogni mascherina ha una sua capacità di impedire il passaggio del virus in entrata o in uscita”.

5) Ma perché dice “sperare che le mascherine proteggano”?
Indossare la mascherina chirurgica (o anche quelle fatte in casa) determina la possibilità di impedire il 100% dell’efflusso del virus con il respiro. Ma questa mascherina riesce a ostacolare l’ingresso di solo il 20% di particelle o virus. Le mascherine FFP2 possono essere con e senza valvola. La prima impedisce il 100% di efflusso del virus e blocca oltre l’80 % di ingresso dello stesso. Con la valvola il discorso cambia radicalmente: la persona che la indossa può emettere fino all’80% di efflusso con virus, restando protetta a sua volta per l’80%. Pertanto la FFP2 diviene efficace al 100% circa, solo sovrapponendola correttamente a una mascherina chirurgica. Le mascherine FFP3 senza valvola sono in grado di proteggere in modo veramente efficace: 100% in ingresso e 95% in uscita. Diverso se hanno la valvola: diventano come le FFP2 con valvola e hanno bisogno di una mascherina chirurgica sovrapposta per essere valide al 95-100% circa. Senza mascherina, è facile immaginare una probabilità del 100% di ingresso e uscita del virus”. [Vedi disegno in alto]

6) Le mascherine chirurgiche possono sporcarsi?
Eccome. In tutti i modi possibili. Per contatto, con le mani (perché le tocchiamo in parti che dovrebbero essere preservate con cura), per la polvere circolante negli ambienti e per lo smog o le polveri sottili o no che caratterizzano l’aria respirata abitualmente. Le mascherine devono essere toccate solo nella zona delle fascette o degli elastici. Mai poggiate sulla testa, mai lasciate su superfici anche se apparentemente pulite, mai messe in tasca”.

7) Se si sporcano, sono ancora utili prevenire il contagio di Covid-19?
Possiamo ‘rigenerare’ qualche volta le mascherine, anche perché è ancora difficile trovarle in commercio e spesso non abbiamo la possibilità di farlo a breve. Per ‘disinfettare’ le mascherine occorre dotarsi di una soluzione idroalcolica al 70% in erogatore spray o altro dispenser. Poi è necessario seguire una dettagliata serie di passaggi, ricordandosi che sia la superficie esterna della maschera sia le mani possono essere contaminati dal virus. Il processo è composto da sei fasi ed è stato descritto (ma non autorizzato) dallo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare. Al termine, sarà importante riporre la mascherina in una busta di plastica, non toccare mai la parte interna (per evitarne la contaminazione) e non tentare la sanitizzazione per più di tre volte. Ripeto: si tratta di una procedura a uso interno dello Stabilimento, non ancora approvata, anche a detta degli stessi responsabili di questa comunicazione. Dunque da non mettere in pratica a casa”.

8) Ma allora, perché una comunicazione di quel tipo?
Per la sostanziale impossibilità di reperire un numero sufficiente di mascherine di ricambio. È un tentativo di suggerimento per tentare di bonificare le mascherine già usate in contesti non a rischio, quando cioè si ha la certezza di non essere entrati in contatto con persone contagiate. Di certo, questo discorso non potrà riguardare mai le mascherine utilizzate dal personale sanitario o in ambienti ad alta probabilità di contagio, perché non vi sono al momento dati sufficienti per poterne convalidare l'efficacia e non esiste un'evidenza sperimentale che ne convalidi il reimpiego in tal senso”.

9) Professor Peverini, io sono un runner. Tuttora, in questi giorni drammatici, in ambiente riservato e isolato, nel rispetto del buon senso e delle normative. Se corro con mascherina, faccio bene o male?
Al di là degli obblighi imposti dalle ordinanze regionali, e che qui non discuto, indossare una mascherina chirurgica o peggio una FFP2-FFP3 senza valvola per andare a correre, anche vicino alla propria abitazione, è sbagliato. Si rischia un’ipossia o un aumento della CO2 per disturbo della ventilazione. Gli operatori sanitari sanno bene cosa voglia dire respirare ore con questi dispositivi e quale fatica comporti anche fare le scale. La cittadinanza e gli addetti alle vendite non dovrebbero usare mascherine con valvola FFP2-FFP3 da sole per evitare di diffondere il virus. Vanno lasciate al personale sanitario che le utilizzerà con la mascherina chirurgica sovrapposta. La cittadinanza dovrebbe usare le mascherine chirurgiche, per evitare di diffondere il contagio. Le FFP2-FFP3 sono sconsigliate anche a Forze dell’ordine e addetti ad uffici aperti al pubblico, che per il loro peculiare lavoro sono costrette a contatti ravvicinati tra colleghi. Le FFP2-FFP3 senza valvola vanno lasciate al personale sanitario o alle Forze dell’ordine impegnate in interventi urgenti, associate a occhiali protettivi, copricapi e guanti monouso”.

10) Ha detto guanti. Mi rilascerebbe un’intervista sui guanti in piena pandemia di coronavirus?
Con piacere”.

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