venerdì 10 aprile 2020

La tanto vituperata auto è l’unica soluzione anti-coronavirus per spostarsi senza assembramenti

Il premier Conte pochi istanti fa in tv: “Dobbiamo capire come agevolare gli spostamenti senza ricorrere ai mezzi che favoriscono gli assembramenti”.

Io vedo solo una soluzione: l’auto. Col guidatore e basta, senza mascherina né guanti. Oppure con l’automobilista più il passeggero: entrambi con mascherina e distanziati l’un dall’altro.

Escludo categoricamente treno, metropolitana, bus, tram. Un mezzo pubblico è un ambiente chiuso e senza ricambio d’aria adeguato, con assembramento costante e pericoloso. Senza contare il contagio per contatto con le strutture interne dei mezzi: i sostegni, le maniglie o altro.

Volendo, per chi è giovane e fresco, e non teme pioggia, vento, crateri in città, ci sarebbe lo scooter. Per distanze brevi, la bici. Rispettando le complicatissime normative, i monopattini elettrici e altri nuovi mezzi della micromobilità a batteria. Be’, poi si possono pure fare decine di chilometri a piedi.

Esiste solo l’auto. Ma sì. Quella maledetta, lurida, zozza auto che inquina, sporca, distrugge, devasta. Quell’auto da limitare quando c’è lo smog, da bloccare, multare, stangare. Quell’auto che alza la temperatura del pianeta provocando il buco dell’ozono.

Povera auto. Qualcuno dovrebbe chiederti scusa. Ora, in ginocchio da te, ti preghiamo di scarrozzarci per limitare la pandemia di coronavirus. Se tu fossi permalosa, cara auto, ti rifiuteresti di partire. Perché tutti ti hanno detto che fai schifo: non sei elettrica al 100%. Non sei plug-in, non hai la spina, non rispetti le norme Euro 6 ultramoderne. Sei addirittura a benzina. Oppure, bestemmia, diesel: orrore.

Sei la più brutta della festa, cara auto. Nessuno ti ha fatto ballare, perché c’erano veicoli più sexy. Che ora però sono inutilizzabili, in quanto ci fanno ammalare.

Potresti lasciarci marcire: noi e i nostri mezzi pubblici. Ci perdoni?

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