1) È solo un’opinione personale: di grande l’Inter ha il trio To-Ca-Mi, Toto Coutinho, Cassano, Milito. Per il resto, è appena sufficiente. Siamo abbondantemente sotto la Juve, e un gradino più giù del Napoli.
2) Coutinho è il calcio allo stato puro, specie su quel tavolo da biliardo che ora è San Siro. Ha diritto a sbagliare, a provare i dribbling ed essere spallato via. Cou è classe brasiliana al servizio di Milito. Assieme a Cassano, il verdeoro rappresenta un trampolino di lancio micidiale per il Principe.
3) A Stramaccioni il merito di aver rischiato Coutinho, piazzandolo lì dove nessuno aveva avuto l’ardire: trequartista centrale. Il suo ruolo. Benitez lo metteva a destra, versione ala. E urlava pure, se Coutinho perdeva i contrasti.
4) La partita con la Fiorentina è ingannevole: Montella ha schierato una difesa altissima, l’ideale per il trio To-Ca-Mi.
5) L’azione palla al piede di Coutinho in occasione del rigore è magia, morbidezza di tocco, fantasia carioca, gioco del calcio, inventiva dell’atleta, estro del fenomeno. Una farfalla nerazzurra.
6) Non siamo competitivi per vincere nulla. Il discorso cambia se a gennaio arrivano due innesti: uno a centrocampo e uno in attacco.
7) Le accelerazioni di Coutinho mi ricordano quelle di Zico. Si spinge con violenza in avanti a testa alta, sfiorando la sfera di mezzo esterno, e non sai mai dove virerà.
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