Contro il Rubin, nuova strategia di gioco: si sta fermi in mezzo al campo ad aspettare che qualcuno entri in porta col pallone. In questa stagione, sarà un problema vincere da fermi.
Nagatomo il migliore in campo. Come andare in discoteca per limonare con la più gnocca, e accorgersi che la più figa è una gobba sdentata.
Ranocchia ha la sapienza calcistica di Einstein: ha lasciato andare via la punta del Rubin con estrema eleganza. La prossima volta, può anche stendergli davanti un tappeto cosparso di rose.
Pereira fa sempre la cosa sbagliata: deve tirare e crossa morbido; deve crossare piano e spara una fucilata; deve passarla e la tiene. Avrà imparato da Ranocchia ad Appiano.
A San Siro facciamo pietà. Potremmo chiedere una deroga alla federazione calcio italiana ed europea: desideriamo giocare ad almeno 500 km da lì.
In tribuna si sono viste una dozzina di sventole bionde, altre sul metro e ottanta. L’unica nota lieta di una serata lugubre, con uno spettacolo calcistico indecoroso.
A metà settembre, siamo in piena emergenza a centrocampo. Ad aprile, sulla mediana giocherà la primavera, con gli allievi in panca.
È un inizio stagione trionfale e promettente: fuori casa vinciamo facendo catenaccio con le neopromosse; in casa, è un pianto greco.
Samuel è stato il difensore più forte che abbia mai visto calcare il rettangolo verde. Ora è impresentabile: per non rovinare un’immagine splendida costruita in anni di carriera luminosa, torni in campo solo se è fisicamente in tiro. Samuel, tu non sei stato “un” muro, tu sei stato “il” muro. Sei troppo intelligente per farti rivedere conciato così: rimettiti in sesto e ne riparliamo fra un mesetto.
Jonathan è uno dei difensori di fascia più drammaticamente tremebondi che l’Inter abbia mai avuto: per carità, facciamo giocare un primavera, mettiamo lì Zanetti, mi sta bene anche il ritorno di Cordoba; ma Jonathan proprio no. Mi pare perfino cicciottello, sarà per quell’andatura che gli fa spostare il bacino in avanti. Questo qui è peggio di Gresko.
Giù le mani da Stramaccioni, che sta già facendo i miracoli. Con la primaversa schierava la difesa alta, puntando al recupero palla nella trequarti avversaria attraverso il pressing dei mediani e dei difensori di fascia. Ora, con questi atleti così giù di corda che si ritrova, senza centrali abili nell'anticipo, senza centrocampisti che aggrediscano il portatore di palla, senza uomini bravi nell’inserimento, l’unica minestra che può offrire è quella assaggiata contro il Rubin: una brodaglia indigesta, col dado Jonathan come retrogusto.
[Nella foto, il centrocampo dell'Inter]
Purtroppo Samuel, dopo l'infortunio, non è più stato lui.
RispondiEliminaÈ capitata la stessa cosa a Quagliarella, a Ronaldo e a tanti altri.