domenica 16 luglio 2017

Federer-Cilic, finale Wimbledon 2017: la chiave tattica è il rovescio ballerino del croato

Federer vincente a 1,19; Cilic trionfatore a 5: sono le quote dei bookmaker a livello internazionale per la finale di Wimbledon 2017. Ritengo che l’1,19 per l’elvetico sia dovuto anche alla montagna di quattrini che, nel mondo, verranno puntati sul numero uno di ogni epoca. Di sicuro, Re Roger è strafavorito, ma in queste ore sul web il croato viene sottovalutato: 5 è una quotazione troppo alta.

Marin è un atleta supersonico alto 198 cm e accreditato di 89 kg. A mio giudizio, è più pesante che in passato: ha messo su massa muscolare agli arti superiori negli ultimi 3 anni. Attuale numero 6 al mondo, il 28enne di Medugorje è notevolmente migliorato sotto la guida di Jonas Björkman. Divenendo ancora più forte di quando trionfò agli US Open nel 2014.

La prima di servizio messa in mostra a Wimbledon 2017 è devastante. Non è solo la velocità a renderla così temibile: il problema per gli avversari è che quello scaldabagno scagliato a 200 e passa chilometri orari non è leggibile. Non riesci a intuire la direzione della mina che è in arrivo. A mio giudizio, c’è stata qualche lievissima correzione nel movimento, tale non da accelerare la bordata, ma da mascherarla: il lancio in aria effettuato con la mano sinistra è corto, e il mulinello avviene in un batter d’occhio. Sulla seconda è sicurissimo, cattivo, purché si giochi sul veloce.

Il dritto di Cilic è piatto, un ceffone violentissimo, che fa rimbalzare poco la sfera, spingendoti all’indietro e togliendoti tempo e fiato. Nel gioco al volo, sfrutta l’apertura alare, con un’impugnatura che gli consente di essere letale; mentre lo smash è feroce.

Ma la chiave tattica della finale di Wimbledon 2017 è il rovescio di Cilic. A due mani, colpisce la palla come fosse numero 100 in classifica. Ha vinto gli US Open (più numerosi tornei inferiori) grazie a uno schema preciso, su indicazione di Goran Ivanisevic: servizio e dritto, a rete ci vai per la benedizione. Se la palla è bassa, il croato deve inginocchiarsi per essere efficace: gli serve spostare il peso del corpo in avanti in maniera non sempre gluida, trascinando il piede sinistro di riporto. Quando Marin è su nel punteggio, fa viaggiare la palla anche col rovescio; se il match è in bilico, ti ritorna una palla abbordabile, come se Cilic perdesse di fluidità, divenendo un po' macchinoso.

Quando gli arriva una palla in kick, nel servizio da sinistra verso destra, Cilic soffre. E se nello scambio la palla è corta, deve staccare la mano, facendo fatica a gestire il back: una palletta molle rimandata di là, ben sapendo che il punto da quel momento è nelle mani dell’avversario. Tanto che preferisce spostarsi, aggirare la palla, acquattarsi e menare di dritto.

Proprio sulla parte sinistra del croato, Federer andrà a mordere nei momenti decisivi della finale. Chiariamoci: se un italiano qualsiasi avesse il rovescio (e il fisico fotonico) di Cilic, saremmo qui a festeggiare; ma siccome parliamo del numero 6 al mondo che vuole abbattere Federer a Wimbledon, la contesa verterà su quel punto debole.

Lo svizzero è troppo intelligente per cercare con ossessione il rovescio di Cilic: il rischio è di scaldargli il colpo, specie se si è in equilibrio di punteggio. La zona mancina dell’uomo di Medugorje andrà stuzzicata con sapienza: deve restare gelido e insicuro da quel lato, e all’affondo seguirà la discesa a rete di Federer.

Pronostico: vince Federer. Ma se Cilic riesce a essere esplosivo con le gambe, girando attorno alla palla per colpire di dritto il più possibile, il match diventa pericolosissimo per King Roger. Specie se il primo set dovesse giocarsi sul filo del rasoio, una condizione tale da consentire al croato di prendere fiducia e di aggredire in confidenza. Occhio.

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