Con chi ce l’ha la Meloni? Solo con la sinistra italiana e con l’Unione europea? A mio giudizio, qui si disputa anche una seconda partita: Italia-Germania.
Infatti, la Germania sta paralizzando l’Ue in fatto di auto elettrica. Così come in passato ha tenuto tutti i Paesi per i testicoli nella fantomatica Unione, specie con la Merkel. Berlino ha detto all’Ue: do l'ok all’elettrico nel 2035, se tu in cambio mi dai gli e-fuel, ossia i carburanti sintetici. Che gliene frega alla Germania degli e-fuel? Lo fa per l’ambiente e per il bene dell’umanità? In realtà, esiste una certa parte della potentissima industria automotive tedesca che va forte sui carburanti sintetici. Pertanto, la Germania (legittimamente) tutela i propri interessi e quelli della propria industria.
Ed ecco che entra in campo la Meloni. Occhio perché parliamo di una donna dall’intelligenza politica straordinaria, capace in pochi anni di divorare tutta la sinistra. La premier punta sui biocarburanti. Settore bollente per l’Italia. Se l’Ue dicesse sì agli e-fuel tedeschi, resterebbe solo il nostro Paese da persuadere: noi potremmo chiedere in cambio i biocarburanti.
In estrema sintesi, la Meloni ha fatto in quattro minuti quello che in dieci anni la sinistra non è mai stata in grado di fare: mettersi di traverso contro l’Ue in tema di elettrico, e iniziare a non inchinarsi eternamente ai voleri della Germania.
Sull’auto elettrica, c'è un match politico ed economico che adesso la premier italiana ha reso molto più interessante, mescolando le carte sul tavolo e sfasciando tutti i potenziali giochi di Ue e Germania.
Che sia condivisibile o no il suo discorso, che lei possa piacere o no, al momento la Meloni è un genio politico tale da deliziare Machiavelli.
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