lunedì 15 luglio 2019

No, il monopattino elettrico su strada pubblica non si può usare

Va di moda la bufala online sul monopattino elettrico. Prendi un quotidiano che un secolo fa era importante, metti un paio di infografiche sceme, un articolo senza capo né coda, lo infarcisci di idiozie sull’utilizzo legittimo del monopattino elettrico nelle città, lo pubblichi su carta e poi sul web, e il giochino è fatto: tanti copia e incolla, da sparare in rete, stile ventilatore che semina monnezza, su siti internet che verrebbero espulsi dal dark web tanto che sono ripugnanti. Ma tant’è. L’ha detto il quotidiano. E in parecchi ci cascano.

C’è un problema. Quel quotidiano viene ripreso anche dai social, e la notizia finisce sotto gli occhi di qualche ragazzino o adolescente rimbambito. O di qualche genitore senza cervello. Ed ecco il guaio: via a comprare il monopattino elettrico, ché posso usarlo dove mi pare e piace. Anche su strade pubbliche.

Un circolo vizioso alimentato dal fascino della notizia. È bello sentirsi dire che il monopattino elettrico è legale e utilizzabile ovunque, su strade pubbliche. Proprio come è sexy per le orecchie udire che un tizio è stato rapito dagli ufo, la Terra è piatta, ci sono le scie chimiche, non siamo mai stati sulla Luna. Sono articoli online che rendono: visitatori, pubblicità, soldi. Viceversa, la realtà annoia: che brutto sentirsi raccontare che il monopattino elettrico è illegale. Il no. Il no che angoscia il bambino, il quale vorrebbe ingolfarsi di cioccolata e riceve la stangata dal genitore.

La verità è una e semplice: il monopattino elettrico su strade pubbliche non si può usare. D’altronde, il Codice della Strada è del 1993. Non prevedeva allora il monopattino elettrico. La cui larga diffusione all’epoca non era neppure in mente Dei. Se proprio vogliamo scovare un articolo del Codice che richiami vagamente il monopattino elettrico, c’è il 190, comma 8: “La circolazione mediante tavole, pattini od [sic] altri acceleratori di andatura è vietata sulla carreggiata delle strade”. Discorso chiuso.

Passiamo al decreto del ministero dei Trasporti che, sempre secondo quel quotidiano poi ripreso da siti e social per mentecatti, darebbe il via libera alla micromobilità elettrica in tutta Italia d’un colpo. Stile mago Merlino. Ma non diciamo cavolate. Primo: è un test che partirà il 27 luglio 2019. Secondo: la parola passa ai sindaci. Se e quando i sindaci emaneranno le delibere di giunta per renderli utilizzabili in certe zone, allora solo in quelle aree potranno circolare. Terzo: se arriva il sì del sindaco, e se l’area ha specifici cartelli, comunque i veicoli di micromobilità elettrica potranno circolare solo ed esclusivamente sottostando a determinate condizioni. Ve le risparmio: ci sono sette articoli, più tre allegati, più le foto, più i segnali. Concepiti da un bizantino dopo aver fatto indigestione di cozze. Non ho mai letto un decreto così. Io voglio vedere un assessore ai Trasporti che traduce quelle normative. Quarto: non tutti i veicoli di micromobilità. Solo alcuni: hoverboard, segway, monopattini e monowheel.

Non puoi nemmeno venirmi a dire che, siccome su strade pubbliche circolano ormai tantissimi monopattini elettrici ovunque, allora è tutto in regola. Non è un discorso che regge. Per analogia, se molti evadono le tasse, questo comunque non si può fare, solo per citare un esempio banale. Se i ciclisti fanno i pirati della strada abbattendo i pedoni sui marciapiedi e scappando, come ogni tanto accade in Italia, siamo comunque nella illegalità.

Ma perché, vi chiederete, questa spiegazione sui monopattini elettrici e i suoi fratelli? A me quei veicoli non hanno fatto niente. Anzi, mi sono simpatici. Silenziosi, puliti (almeno quando viaggiano), non ingombranti, comodi, anche trendy, sfiziosi. Mi mettono allegria come il canto degli usignoli a inizio primavera. Però occhio ai personaggi che li usano, specie agli adolescenti: se vai a 30 km/h con un monopattino elettrico su una strada pubblica, con accanto una pista ciclabile occupata da tre bici che viaggiano affiancate, mentre sulla sinistra c’è un Tir che sorpassa la bisnonna sull’utilitaria del 1991, lo scenario cambia. Non puoi spiegare al ragazzo e ai genitori del ragazzo che il monopattino elettrico è sempre legale: se lo fai, compi un delitto. In caso di incidente, con feriti e morti, sono disastri umani, sociali, economici.

Morale: servono poche regole e chiare. Per garantire la mobilità dolce e la sicurezza della micromobilità elettrica. Esattamente il contrario di quello che c’è oggi.

2 commenti:

  1. Perfetto per raggiungere il lavoro, l’università e le mete cittadine senza restare imbottigliati nel traffico, si sostituisce bene anche alla bicicletta per un buon numero di vantaggi non da poco. È più facile da trasportare anche quando si è arrivati a destinazione: molti modelli sono pieghevoli e si ricompattano notevolmente. Inoltre, rispetto alle bici alimentate dalla sola forza muscolare, i monopattini elettrici permettono di arrivare a destinazione in perfetto stato e non grondanti di sudore. Per ulteriori informazioni su www.monoehovermaestro.com

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  2. PERFETTO PER CHI HA DISPREZZO PER LA PROPRIA VITA E LA VITA DELLE PERSONE CHE POSSONO TROVARSI COINVOLTE IN INCIDENTI.

    I MONOPATTINI SONO UN'INVENZIONE INSANA E NOCIVA PER EGOISTI SENZA BUON SENSO: DA RITITARE IMMEDIATEMENTE DALLA CIRCOLAZIONE

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