domenica 16 novembre 2014

Divinamente Roger Federer: batte Wawrinka in tre mosse e vola in finale contro Djoikovic al Masters di Londra

Cominciamo dallo sconfitto: Wawrinka. Che cosa rimproverare a chi esce perdente al tie break del terzo e decisivo set? Niente. Stan è stato perfetto sotto ogni punto di vista. Il guaio è che, talvolta, se si raggiunge l’apice del proprio tennis, questo non basta ad avere la meglio su Federer. Il quale si conferma il più grande di ogni epoca, portandosi a casa quello che, a mio avviso, è stato uno dei match più duri della sua inimitabile carriera. Non mi riferisco tanto alla qualità tecnica dell’incontro; ma alla tensione palpabile nei momenti chiave della partita. Un numero su tutti: re Roger ha dovuto annullare addirittura quattro match point. Coraggiosa e segno di una classe sconfinata la scelta di attaccare in continuazione Wawrinka durante il tie break, andando a vincere gli ultimi punti con tocchi di volo di una delicatezza sconfinata.

Un Federer che ribadisce il proprio status di fuoriclasse gentiluomo: a fine partita, nessun urlo da cavernicolo. E durante l’intervista all’interno di quel meraviglioso palazzetto di Londra, ha nominato tre volte la parola “fortuna”. Che, ci mancherebbe, ricopre un ruolo fondamentale in ogni incontro tiratissimo del genere; ma che va stuzzicata e carezzata in modo adeguato affinché ti soffi alle spalle. E Roger l’ha fatto, in tre mosse.

Primo. Ha evitato di scaldare eccessivamente il colpo meno forte di Wawrinka, il dritto, andando a pescarlo solo nei momenti chiave.

Secondo. Ha chiamato a rete Stan con un back bassissimo sul rovescio dell’avversario, costringendolo a muoversi in avanti (Wawrinka non è un felino negli spostamenti verticali), e imponendogli di non sbracciare: sull’approccio morbido, Stan non è un fenomeno.

Terzo. Nel servizio da destra, ha picchiato durissimo di slice profondo sul dritto di Wawrinka, appena si accorgeva di un minimo spostamento del connazionale verso sinistra.

La cronaca gelida, che non dà la misura della smisurata bellezza dell’incontro.

Federer-Wawrinka 4-6; 7-5; 7-6.

Wawrinka parte fortissimo, fino al 5-2, e si aggiudica il primo set con pieno merito. Federer appare un po' bloccato nel servizio, quasi fosse dolorante alla schiena.

Nel secondo set, Stan balbetta a rete nel momento cruciale: volée e smash sbagliati e si va al terzo. 

Wawrinka s’invola sul 2-0. Poi 5-3. Quindi 5-4 e servizio Stan. Qui il match diventa straordinariamente emozionante: un decimo gioco devastante sotto il profilo mentale, che dura oltre 11 minuti. Wawrinka brucia un match point, se ne mangia un altro colpendo malissimo di volo col baricentro all’indietro, poi sbaglia sul terzo. Si va sul 5-5 con Federer che diventa incisivo di rovescio. Ancora Stan con Roger al servizio: 15-40. Recupera Federer: 6-6.

Tie break. Subito mini break per Federer, poi due mini break per Stan: 6-5 e quarto match point, con Roger al servizio. A questo punto, il re decide che si deve chiudere tutto a rete, e trionfa dopo tre ore di tennis paradisiaco.

Alla fine della semifinale Atp di Londra, la cosa più bella dell’incontro: l’abbraccio fra i due, che immortalo nella foto.

Chiudo con una constatazione sulla superficie dove si svolgono i Masters: è la soluzione ideale per giocare a tennis, veloce il giusto, dove viene premiato il più forte. Senza devastare muscoli e tendini degli atleti. Dovrebbe essere estesa a qualsiasi torneo del pianeta. Pessimi invece i giudici di linea: errori a ripetizione, specie stasera. Il fatto è che sbagliano un po’ per tutti: non come nel calcio, dove c’è una certa squadra misteriosamente fortunata, con errori sempre a favore…

domenica 28 settembre 2014

Io difendo il mediocre Mazzarri

Mazzarri è uno splendido allenatore da Reggina, al massimo da Napoli. Ma all’Inter fa fatica: qui è un mediocre. Ogni conferenza stampa è una tortura per lui. Ogni intervista in tv è un cocktail di sospiri, tic nervosi, mezze parole. In un anno e mezzo, non è riuscito a trasmettere nulla alla squadra. Se non ansie e paure. L’Inter è un’accozzaglia di zombie che vagano per il campo. Sembra una squadra di esordienti che giocano nove contro nove, coi nonni in tribuna a urlare “Dai a nonnino che corri dietro alla palla”. L’Inter è una banda di ragazzini di seconda media che fanno la faccia feroce se giocano contro gli islandesi, ma sotto pressione si sciolgono come burro nel microonde. L’Inter, alla fine, è lo specchio della grinta di Mazzarri. Io di questo signore ricordo le bottigliette di plastica morsicate in panchina, l’orologio toccato di continuo durante le pause di gioco. 

Ma c’è un ma. Non è colpa sua. Non è colpa sua se qualcuno ha ritenuto intelligente dargli 3,5 milioni di euro l’anno. Non è colpa sua se qualcuno gli ha rinnovato il contratto. Non è colpa sua se Nagatomo è capitano dell’Inter (che squallore). Non è colpa sua se i nerazzurri non riescono a fare tre passaggi di fila e sono così lenti nell’impostazione.

La dimensione dei giocatori dell'Inter ti viene data anche dal modo in cui hanno esultato dopo i gol del 4-0 5-0 e così via contro i dilettanti in Europa League e contro il Sassuolo: un'esaltazione francamente scomposta e irragionevole. Proprio come i bambini quando battono 10-0 un avversario senza consistenza: ogni gol dal 5-0 in poi urlano la propria gioia alla mamma in tribuna. Ma quelli sono bambini; i giocatori dell'Inter sono professionisti cui si chiedono risultati di livello, proporzionati alla retribuzione.

Voi al suo posto di Mazzarri cosa fareste? Direste: “Sì, è vero, una grande squadra non è roba per me”?. Chiunque, al suo posto, farebbe quello che fa lui. La difesa a tre per un anno e mezzo: perché solo quello conosce. L’impostazione del gioco a due all’ora: perché sa solo giocare in contropiede. Qualche sussurro in panchina allargando le braccia: perché non è capace di far tremare i muri come Mourinho. 

Non è il suo mondo, non è il suo ruolo, non è il suo habitat. Ma Mazzarri è del tutto estraneo da responsabilità. Si piazza settimo con una squadra da settimo posto: questa è l’Inter dei prossimi cinque anni.

Servirebbe piallare tutto. Investire 150 milioni di euro. Prendere un allenatore giovane con mentalità moderna. Questo non è il piano di Thohir. Il futuro immediato è squallido. Con un allenatore mediocre che allena atleti mediocri.

domenica 14 settembre 2014

Parma-Milan: arbitraggio scadente, peggio di pre-calciopoli

A parte un rigore inesistente a favore e un’ammonizione mancata per simulazione, a parte un’espulsione a favore inesistente, a parte un rigore contro non dato, a parte due ammonizioni a favore inventate, a parte cinque punizioni a centrocampo inventate a favore, a parte questo, il Milan ha meritato.

Venduto Balotelli, serviva qualcuno che cadesse in area e battesse i rigori: Menez.

Un rigore a domenica. Il primo immaginario, il secondo inventato. È il Milan dei record.

Inzaghi ha lo stesso gioco di Stramaccioni. In più, però, ha un rigore a partita, più qualche ammonizione ed espulsione.

Poi ci si domanda perché le prime tre che arrivano nel campionato italiano vengono scalciate in Europa: e dove li trova il Milan in Europa degli arbitri così?

Alla prossima, se la giocano Milan e Juve: in materia di rigori ed espulsioni, una guerra fra titani.

"Non si fanno 6 punti grazie agli arbitri". No, 6 no. Ma 4 o 5 sì.

Gli arbitri sono in buona fede: solo che il livello degli arbitri italiani è più scadente rispetto a quello dell’era prima di calciopoli.

martedì 15 luglio 2014

Sarà, ma io Conte lo porterei immediatamente all’Inter

Le bandiere non esistono: i calciatori sono mercenari e fanno quello che farebbero tutti, ossia fornire una prestazione in cambio di una quantità spaventosa di denaro. Conte è un professionista serio e io lo porterei immediatamente all’Inter. Chiaro che lui all’Inter non ci andrebbe mai, visto che abbiamo una rosa da quinto posto in campionato e l’ex bianconero aspira a vincere. Però gli proporrei un progetto quinquennale con investimenti mirati a lunga scadenza. 

Conte me lo prenderei subito per vedere Alvarez correre. Conte convincerebbe, nei dovuti modi, Guarin a non fare passaggi al portiere da centrocampo. Conte i giocatori dell’Inter se li mangerebbe a colazione nello spogliatoio. Conte urlerebbe nelle orecchie di qualche mezza tacca che è arrivata in serie A grazie a chissà quali raccomandazioni sacre: “O corri come un matto oppure ti appendo”. Conte farebbe dichiarazioni forti nelle conferenze stampa. Conte non criticherebbe un 19enne davanti alle tv perché ha sbagliato a venir su in un fuorigioco. Conte baserebbe il suo gioco su energia mentale e ferocia agonistica.

Mi spiace, ma l’Inter, oggi, è una mozzarella nerazzurra. È un ectoplasma svaporato. È, sotto il profilo agonistico, un’accozzaglia di sbandati che vagano per il campo. Conte li raddrizzerebbe tutti. 

Se vuoi impostare il gioco sulle fasce, e sulle fasce hai Johnny e Nagatopo, cazzo, questo benedetto di gioco sulle fasce non lo fai. Non ti ostini. Non sbatti la testa contro un muro. Conte, dopo cinque minuti, o cambia gioco, oppure insiste con il centrocampo a cinque ma senza Johnny e Nagatopo. I quali, alla fine della fiera, sono anch’essi vittime. Milionarie, ma vittime. Sarà mica colpa loro se hanno trovato un allenatore che imposta il gioco di uno dei club più importanti del pianeta su loro due. Che a quasi 40 anni non hanno ancora capito che minchia è una diagonale difensiva.

Non ultimo, Conte all’Inter comincerebbe la sua personalissima guerra contro arbitri e guardalinee. E qui, sulla panca nerazzurra, anche Conte dovrebbe crescere, umanamente e professionalmente. Diventerebbe un allenatore di statura mondiale. Eh sì, perché all’Inter si vince anche in Europa… vedi Herrera e Mourinho: prima il campionato e poi la coppa Campioni/Champions+Intercontinentale. Senza mai andare in serie B. E senza coppe Campioni portate a casa in situazioni equivoche e compromettenti…

lunedì 14 luglio 2014

Udinese-Juve: Rizzoli fa espellere il portiere. Germania-Argentina: Rizzoli dà il fallo a favore del portiere. Trova tu le differenze



Il male del calcio è che esiste un regolamento generico, confuso, disordinato, soggetto a diverse interpretazioni. Uno stesso scontro l’arbitro lo può valutare in dieci modi, a seconda di come gli gira il culo. Dipende da come si è svegliato al mattino, da quanto è in forma. E diciamolo pure: non è questione di malafede. Non è che l’arbitro ha ricevuto un assegno per concedere un rigore, espellere tizio, invertire un fallo a centrocampo. È solo questione di punti di vista. Tanto più marcati inquantoché il regolamento è scritto coi piedi. Infatti, nessuno sa esattamente che norma del regolamento applicare allo scontro Neuer-Higuain di Germania-Argentina. 



Uno dice: il portiere va sulla palla. L’altro dice: però ha il ginocchio alto. Un terzo risponde: ma mica lo ha ferito. E un quarto: già, ma se lo beccava sullo zigomo, magari gli faceva fare una brutta fine. Un quinto: eh sì, ma il calcio non è uno sport per signorine. Il sesto: alzare il ginocchio è un movimento naturale quando si salta. Un settimo: quindi a basket, dopo cinque minuti, sono tutti morti per le ginocchiate date sulle gengive degli avversari?

Nessuno può dire se l’intervento di Neuer fosse un fallo. Nessuno può dire se fosse da giallo, da arancione, da espulsione, da squalifica a vita perché poteva ammazzarlo a quell’altro. Non si può dire.

Invece, ho solo due certezze.

Primo. Dare il fallo contro Higuain è ridicolo. Segno che non hai mai giocato a calcio. Segno che non hai la più pallida idea di chi sia in vantaggio, fisicamente e psicologicamente, nello scontro fra un portiere di due metri col ginocchio ad altezza tempia e che sa perfettamente dov’è l’attaccante (li ha di fronte entrambi), e lo stesso attaccante che guarda solo la palla. 

Secondo. Quando lo stesso identico arbitro della finale del Mondiale faceva l’arbitro di porta, durante Udinese-Juventus del settembre 2012, a mio giudizio si è inventato l’impossibile in una scena analoga. No: non identica. Perché nel calcio non esistono due scene identiche. Al minuto 14 del primo tempo (secondo numero 20 del video), lancio di Pirlo per Giovinco, che scatta con Benatia e Domizzi a inseguirlo. Giovinco, di testa, anticipa il portiere Brkic in uscita. Brkic non ha il ginocchio alto, non può uccidere nessuno. Giovinco viene spinto da Domizzi fuori area. Brkic travolge Giovinco. Non è chiara occasione da gol. Rizzoli segnala all’arbitro Valeri quello che non c’è, non è mai esistito, e ha visto solo lui (questa è la mia opinione): il fallaccio da espulsione di Brkic. Valeri assegna la massima punizione ma espelle il portiere, invece di sanzionare il difensore.




Morale. Non c’è malafede. Ha ragione Rizzoli: in Italia c’è troppo dietrologia. La mafia non esiste. Il Dc9 è stato abbattuto da un aquilone. No dai, questo non l'ha detto: ha detto che c'è troppa dietrologia. Solo che, in un caso, Brkic, senza alzare il ginocchio, è stato espulso per un fallo che non ha fatto e per un’occasione da gol che non c’è. Invece, Neuer col ginocchio sui denti di Higuain ha avuto un fallo a favore. Perché? La risposta la trovate nelle righe iniziali: perché il regolamento del calcio è un elastico, allungabile a proprio piacere fin dove si vuole. Questione di punti di vista. Di umori momentanei. 

Alla base del problema, ci sono i signori che governano il calcio. Non hanno nessuna intenzione di modificare il regolamento, istituendo poche e chiare regole. Lasciano tante norme e incasinate. D’altronde, la faccia di Messi (che un pochino, suvvia, a calcio ha giocato e magari ne capisce qualcosa, ed era e resta uomo di sport) quando ha ricevuto il premio come miglior giocatore del Mondiale è la foto della situazione; diceva: “Ma che cazzo avete combinato con ’sto premio?”. Insomma, ci sarebbe qualche problemino da risolvere lì dove abita il potere. Rizzoli, per quanto mi riguarda, con le sue scelte cervellotiche, incomprensibili, contraddittorie, mi è indifferente. Anzi, è uno spettacolo nello spettacolo. Magari, se al posto di Higuain ci fosse stato Tevez,  avrebbe dato rigore ed espulsione. Ma no… E come siete permalosi, sto scherzando!

martedì 24 giugno 2014

Suarez: “Abbiamo dimostrato mordente”

Suarez: “L’allenatore ci ha detto di mordere a tutto campo”.

Suarez: “Una vittoria strappata a furia di morsi”.

Suarez: “Il nostro Mondiale non sarà mordi e fuggi”.

Suarez: “Abbiamo morso in contropiede”.

Suarez: “Sullo 0-0 masticavo amaro”.

Suarez: “Mi propongo come allenatore dell’Inter. Insegnerò a quei bambocci a mordere”.

Suarez: “Ho dato tutto: nessun rimorso”.

Suarez: “Il mio procuratore mi dice sempre di mostrare i denti”.

Suarez: “Per la mia dentiera, uso Kukident”.

Suarez: “Hannibal the Cannibal mi fa una pippa a me”.

Suarez: “E pure Chiellini mi fa una pippa a me. Con le sue gomitate e pugni in area di rigore, con la Juve, chi crede di essere?!”.

Suarez: “Chiedo scusa per il morso a Chiellini. Ha subìto una palese ingiustizia. Bonucci e un paio d'altri sono usciti indenni”.

Suarez: “Comunque Chiellini non è per nulla saporito”.

Suarez: “E poi dicono che in Italia si mangia bene”.

Suarez: “Mi hanno dato dello psicopatico. Il mio dentista invece dice che sto fin troppo bene”.

Suarez: “Sputo come un lama, mordo come una carogna, insulto come un invasato. Sono l’icona del calcio moderno”.

Suarez: “Sono uno sfigato. Guadagno un pacco di milioni di euro al mese, non ho neanche dovuto sposarmi una babbiona, e mo mi danno da fare la pubblicità di un cliente McDonald’s che addenta un Big Mac per 7 milioni di euro”.

Suarez in conferenza stampa tv: “Chiedo scusa per il mio gesto. Minchia, buono sto microfono… Cronf, grung, ciamb…”.

Suarez: “Dai che Mazzarri difenta il nuovo ct della Nazionale… Cari interisti, mi detestate così tanto adesso?”.

Suarez: “Uruguagi: gente che di calcio ne mastica”.

Suarez: “Eccheccazzo, con tutti i soldi che guadagno non riesco a trovare nemmeno una escort che si faccia morsicare!”.

Suarez: “Sei arbitri, quattro addetti di campo, 300 telecamere, e nessuno mi dà il rosso per il morso a Chiellini. Perché il calcio è lo sport più pulito del mondo”.

Caro Chiellini, stavolta sono serio. Con la Juve, ti ho visto tirare gomitate, pugni, schiaffi; ti ho visto entrare da dietro, alzare le braccia, e dire che cercavi la palla; non ti ho mai visto giocare a calcio e non so come tu sia arrivato in nazionale; in un campionato normale, con arbitri all’altezza, tu avresti giocato una partita e ne avresti saltate tre per squalifica. E va bene. Ti ho sempre capito: potevi farlo, e lo facevi. Ma proprio oggi, se tu avessi spaccato tibia e perone a Suarez, dopo il suo morso, l’Italia ti avrebbe stretto la mano. Da italiani a italiano. Non ti ho capito. 

mercoledì 19 febbraio 2014

Tutti quei rigori a favore del Milan per una schifezza del genere?!

E così, dopo una serie memorabile di rigori a favore perché entrasse in Champions; dopo pressioni d’ogni tipo; dopo la “mentalità europea” e “l’Europa nel Dna”; dopo tutto questo casino mediatico-arbitrale; alla fine il Milan gioca un quarto d’ora con l’Atletico Madrid. E poi si spegne. Parlano di sfortuna: quindi, io corro per 15 minuti; se non la butto dentro, è sfiga. Mah…

La verità è che Galliani, tre anni addietro, aveva trovato la soluzione per un Milan competitivo: Pato al PSG per 56 milioni di euro; Thiago Silva e Ibrahimovic che restavano in rossonero. Tutta la squadra ruotava attorno a quei due. Lo svedese era perfino riuscito a far sembrare Nocerino un giocatore. Ma poi il Papero è rimasto a Milanello. E il Milan ne paga tuttora le conseguenze, con riflessi negativi che dureranno ancora cinque anni almeno.

Perché una volta ti va bene: una marea di rigori per sostenerti. Ma la seconda non ce la fai. Con quella rosa, il Milan è destinato a scomparire dal calcio che conta per un quinquennio. 

In quanto a Seedorf, lo ritengo sin da adesso un ottimo allenatore. Ma solo se ha una squadra grandiosa: Barcellona o Bayern. Per questo Milan che naviga sotto la mediocrità, Allegri era perfetto: catenaccio, calcioni, gol di rapina in area. Seedorf sta vanificando tutto il lavoro fatto da Allegri. Eppure, era l’Atletico Madrid con la condizione fisica più bassa della stagione: il Milan non ha sfruttato il momento giusto.

Simeone ha pianificato la vittoria con intelligenza: per com’è messo l’Atletico, si doveva tenere con ordine, e poi alzare il baricentro negli ultimi 20 minuti. Alla fine, colpire con freddezza. Missione compiuta.

In quanto a Balotelli, è un giocatore discontinuo con un buon tiro da fuori: era così a 17 anni, è così adesso a 24 anni. Resta un mistero il motivo per cui giochino in serie A Abate e Bonera (che ha causato un rigore nettissimo).

domenica 16 febbraio 2014

Non ci capisco più niente. Ma allora: quanti sono gli scudetti della Juve?


Conte: “C’è più puzza in casa d’altri. Dei suoi anni (di Capello ndr) ricordo non tanto il gioco, ma i due scudetti revocati. Il prossimo anno chiederò al presidente di iscriverci al campionato inglese. A qualcuno dà fastidio che questa Juventus faccia meglio come numeri rispetto al passato”.

Sarebbe anche ora di dire la verità. Forza Conte, sputi il rospo: la Juve ha mai vinto una coppa Campioni?

Conte che difende Moratti: non me lo sarei mai aspettato.

Io spero che Capello non replichi. Altrimenti, potrebbe dire: "Conte, sulla sua Juve c'è puzza di doping!". E poi non si finisce più. Basta polemiche, fanno male al calcio.

Be', Moratti, però poteva dirla lei una cosa così. E pazienza, Conte l'ha solo anticipata.

Adesso Conte difenderà Facchetti.

Magari Conte vuol dirci qualcosa sulla Juve di Lippi: quello che non è stato detto in tribunale davanti a Guariniello.

Guariniello: "Eccheccazzo, solo ora Conte si sveglia'!".

Capello, lei adesso è libero di esprimersi sul periodo che va dal 23.5.2010 al 23.1.2014.

Arbitri e guardalinee: chi parlerà per primo, Conte o Capello?

Ehm... dottor Agricola... lei ha facoltà di entrare nella discussione quando lo ritiene opportuno...

Pare abbiano trovato Conte che urlava "Forza Inter". 

Moratti: "Le parole di Conte mi paiono inappropriate". 

Ha detto più roba Conte in 10 secondi che Branca in 10 anni.

Zanetti commenta così le parole di Conte: "La palla è rotonda, il rigore si poteva dare come non dare, faremo di tutto per vincere la prossima".

Hernanes: "Ehi, qualcuno mi copia!".

L'uscita di Conte conferma il trend: va di moda l'outing. No, non il doping, che cosa leggete?! Outing, ho detto.

Tweet di Wanda a Icardi: "Scusa amò, sono confusa... Ma Conte è interista?!".

Pssssss... Forse ammettono che su Ronaldo era rigore...

Cambio la mia opinione sul Conte uomo. D'altronde, la vita è strana. Io alle elementari avevo una compagna grassa coi baffi, che poi a 17 anni è diventata una gnocca.

Attendo con fiducia le dichiarazioni di Ceccarini e De Santis. All'Acqua Acetosa c'è qualcuno che vuole rilasciare interviste?

Così, dopo 8 anni di battaglie giudiziarie e mediatiche, dopo ricorsi ai vari tribunali sportivi, dopo gli appelli alle corti internazionali, dopo 64.000 sentenze negative, dopo aver chiesto il risarcimento danni alla Figc, ora una dozzina di parole abbattono in un sol colpo tutto il colossale impianto difensivo. Conte, il picconatore.

giovedì 13 febbraio 2014

Scommesse calcio: accattivante la fantasia di BetClic.it

Noto un po’ di piattume fra i siti di scommesse. Invece, fra i pochi vivi, c’è BetClic.it. Trovo simpatica quest’idea: “Scommetti da subito senza correre il rischio di perdere! Registrati, ricevi il bonus e piazza la tua prima scommessa su qualsiasi evento del palinsesto di BetClic.it: se non sarai fortunato, BetClic.it ti rimborsa fino a un massimo di 50 €”.

Ma io ho voluto mettere il naso nei servizi del sito, e ho verificato la rapidità e la gentilezza dell’assistenza telefonica e via mail di BetClic.it: il giudizio è ottimo.

Validissima anche la sezione dove troverai tutte le informazioni necessarie per muovere i primi passi nel mondo delle scommesse sportive: come creare un conto BetClic.it, versare denaro grazie ai numerosi metodi di pagamento offerti e piazzare la tua prima scommessa. Sullo smartphone, BetClic.it è rapido e funzionale, specie con l’app.

Organizzata in modo intelligente anche la homepage, che vede adesso primeggiare Milan-Bologna: “L'avventura di Seedorf al Milan è stata movimentata fin da subito, e trovare pace in una stagione così sembra un miraggio. Contro il Bologna, però, i rossoneri son chiamati ad un solo risultato: la vittoria. Per i felsinei nulla da fare a San Siro?”. L’1 a 1,35. L’X a 4,75. Il 2 addirittura a 8,5. Non male. Che ne dite?

giovedì 23 gennaio 2014

Caro Thohir, comunicato spettacoloso: sei il nostro presidente. Dieci considerazioni

1) Caro Thohir, hai fatto rialzare la testa agli interisti. Ci hai difeso. Un comunicato splendido, pieno di classe e stile, che rispecchia la storia dell’Inter. Una risposta alla Juve che segna lo spartiacque: il vento è cambiato, e ce la vogliamo giocare. 

2) Adesso, però, ti dico subito che cosa succederà: vedrai ancora meno rigori a favore.

3) Vedrai meno ammonizioni a favore, e più ammonizioni contro.

4) Vedrai meno fuorigioco a favore, e più fuorigioco contro.

5) O investi davvero tanto in futuro, o sarà un bagno di sangue. Qualcuno tenterà di fare a pezzi l’Inter.

6) Servirà una campagna mediatica a tappeto, in stile Mourinho. Non dovrai fargliene passare una: ammonizioni, falli a centrocampo, fuorigioco, rigori. Impara a strillare come un’aquila per ogni torto subìto, come fanno Milan e Juve.

7) Prima di te, Thohir, il sito dell’Inter era un sito di onoranze funebri scritto da una guardia di confine bulgara. Adesso, con quel comunicato, è un sito cazzuto. Insisti, comunica col web, coinvolgi i migliori blog, partecipa alle discussioni sui social network.

8) Trasforma Inter Channel, che è una tristezza. Falla diventare un’arma nerazzurra.

9) Radi al suolo la struttura dirigenziale dell’Inter: Rocchi, Schelotto, Pereira, Forlan che in coppa non può giocare, il rinnovo a cifre assurde a Chivu, Vucinic per Guarin sono il passato. Che non deve tornare mai più. Perché puzza di marcio. Lo hanno capito tutti, anche i tifosi delle altre squadre.

10) Insomma, scatena la tua guerra calcistica personale. Se hai voglia di guadagnarci in termini di denaro e d’immagine. Ricorda che la grande Inter di Angelo Moratti è nata da un'incazzatura pazzesca del presidente che ha cambiato il calcio in Italia e nel mondo: contro la Juve. Ricorda che la grande Inter di Massimo Moratti è nata da un'incazzatura pazzesca di Mourinho contro il sistema. Tocca a te. Puoi divertirti, e cambiare la storia. L'alternativa è subire in silenzio. Scegli.

martedì 21 gennaio 2014

Il martedì orribile della Juventus: il primo sussulto d’orgoglio dell’Inter dopo quattro anni, e il calcio medievale di Conte contro la Roma

Avrei desiderato un'Inter più combattiva in tre settori: uno, la pubblica difesa a oltranza di Giacinto Facchetti contro gli attacchi della Juve; due, una strategia mediatica per opporsi allo strapotere arbitrale di Milan e Juve; tre, la cacciata della dirigenza che ha portato a Milano gente come Pereira e Schelotto, pagata un botto. Moratti - cui va la gratitudine dei tifosi per un ciclo irripetibile e per il triplete, che tutti ci invidiano - non s'è circondato degli uomini adatti per tener testa a Juve e Milan. Che l’Inter si stesse appecoronando alla Juve è stato evidente con lo scambio Guarin-Vucinic alla pari. A me di Guarin non mi fotte assolutamente nulla (l’Inter è finita quando se n’è andato l’unico fuoriclasse che avevamo, Eto’o): è anarchico, spesso nevrastenico, necessita di una dozzina di tiri per centrare la porta. Ma con la Juve o imposti una trattativa che ti fa guadagnare, oppure non se ne fa nulla. Per la prima volta in quattro anni, ossia da quando Mourinho aveva scatenato la sua guerra personale contro le prostitute, costringendole a esporsi e a essere infilzate in contropiede, l’Inter ha avuto un sussulto d’orgoglio. Per la prima volta, Thohir s’è colorato di nerazzurro. Quello scambio non si fa.

Più tardi, la Juve è andata a giocare i quarti di coppa Italia a Roma: 95 minuti chiusa in area di rigore, eccezion fatta per un paio di scorribande offensive poco convinte. La palla girava fra i piedi dei tre difensori (Barzagli, Bonucci, Chiellini) senza costrutto. È stato un non-gioco. Una roba da Medioevo. La rete favolosa di Gervinho (foto) ha fatto giustizia. La Juve, con la prossima cessione di Pogba, rinuncia a essere grande: vincerà solo in Italia, perché qui non c’è concorrenza, visto che le società non hanno mezzi economici. Ma appena metterà il naso fuori dallo Stivale, sarà destinata a perdere. Anche perché arbitri e guardalinee in Champions non perdonano; e senza aiuti, la Juve medievale di Conte è piccolissima. Sono esistite la grandissima Inter di Herrera e l’inarrivabile Inter di Mourinho, per fare un paio di esempi, capaci di vincere su tutti i fronti; quella di Conte è una piccola Juve che approfitta della pochezza delle avversarie, in primis un’Inter insignificante. La Juve è a +8 sulla Roma: con arbitri all’altezza, sarebbe forse a +3, e le cose cambierebbero.

Per chiudere sull’Inter, il prossimo passo di Thohir è fare tabula rasa a livello dirigenziale, oltre che usare le forbici per rendere snella una struttura societaria elefantiaca. Dopodiché, o iniziano investimenti importanti, oppure siamo destinati all’oblio.

domenica 19 gennaio 2014

Favolosa Flavia Pennetta: la ragazza che prese a ceffoni il tennis italiano maschile

La Pennetta non è e non sarà mai una fuoriclasse. Non è e non sarà mai una grande campionessa, il gradino sotto la fuoriclasse. Però è un’ottima giocatrice, con picchi di aggressività agonistica che la rendono un esempio per tutti quelli che praticano sport ad alto livello. La Pennetta non ha mezzi tecnici né atletici che le permettano di sfondare: non ha un servizio devastante, è priva del dritto che ti apre in due, ha un rovescio sicuro, al volo se la cava egregiamente. E allora, come fa ad arrivare ai quarti di finale dell’Australian Open? 

Primo: il linguaggio del corpo. Non dà mai in escandescenze. Mai un atteggiamento isterico, mai una reazione scomposta. Ti comunica che è lì per combattere. A differenza di molti maschietti italiani, che su un campo da tennis paiono le principesse sul pisello. Secondo: la Pennetta resiste. Arrivando a fare quello che Brad Gilbert faceva quando giocava a tennis: sconfiggere avversarie un po’ più forti. La Pennetta insiste al momento giusto sul punto debole dell’avversario, senza scaldarlo scioccamente. Terzo: Flavia ha una favolosa tenuta atletica, che le consente di piegare le gambe quando la palla è bassa. Arriva sempre col passo giusto. Quarto: la brindisina è uno squaletto, e intuisce quando è il momento di mordere chi sta dall’altra parte del net.

Non c’è un italiano che abbia una di quelle quattro caratteristiche. Ci pensa la Pennetta a spiegare ai maschietti come si gioca a tennis e, più in generale, come ci si comporta durante una competizione sportiva. Il tennis maschile italiano è una pietà tecnico-tecnico-agonistica, uno spettacolo indegno da non mostrare ai bambini, i quali devono capire sin da piccini che la vita è battaglia.