lunedì 29 ottobre 2012

Io ho nostalgia di Franco Baresi: lui il fuorigioco lo chiamava sul campo. Ora ci pensa Pepe: dalla panchina

Come passa il tempo: la nostalgia è distruttiva. Mi manca Franco Baresi: qualsiasi azione avversaria, lui alzava il braccio. A prescindere. Doveva influenzare psicologicamente il guardalinee. Non gliene faccio una colpa: quello era il suo mestiere e quello faceva. Lo avremmo fatto tutti al suo posto. E poi Baresi, onestamente, è stato un grande difensore. Ma oggi le cose sono cambiate a un ritmo così vertiginoso che non riesco a stare al passo coi tempi. Oggi, è Pepe, della Juve, a chiamare il fuorigioco: s'alza dalla panca, un paio di urli, uno sguardo cattivo, "ueh, oh, ah", e il gioco è fatto. È la tanto auspicata riforma della giustizia sportiva.

Interessanti anche le dichiarazioni di Marotta: "La Juve vinceva pure se davano il gol al Catania". E grazie al cazzo: ti davano un rigore inesistente a favore, ti mandavano fuori tre del Catania, poi il gol vittoria lo piazzavi in fuorigioco al minuto 97.

Cercasi disperatamente interista che voglia fare il guardalinee

Non capisco perché lasciare l'esclusiva agli altri. Anche noi nerazzurri dobbiamo darci da fare. Dopo il "guardalinee ultrà" del Milan (oh sì, ricordate la vicenda Meani?), ora il "guardalinee con la Juve nel cuore" (ma non è vero, è quel mattacchione di Zuckerberg che fa gli scherzi). E noi? Coraggio, fatevi avanti, senza vergogna: sono aperte le selezioni. Però, fatevi furbi, togliete da Facebook lo scudo dell'Inter. È come avere un'amante che ti fa sesso: meglio non farlo sapere in giro.

Se solo la Juve potesse giocare in Europa con questi guardalinee...



Fonte qui: 100.000 Tifosi veri Interisti

E comunque, al di là del fuorigioco doppio, e dei falli tattici a centrocampo della Juve non puniti, anche cinque ammonizioni al Catania in 22 minuti non sono male: più difficile che limonare con tre belle ragazze in una serata in discoteca. La tripletta che non ho mai fatto (ma la doppietta, sì).

domenica 28 ottobre 2012

Bologna-Inter 1-3: onore a Stramaccioni, che rende competitiva una squadra discreta. Ma se un arbitro di porta segnala un fuorigioco, la questione scudetto è già chiusa

La rosa dell’Inter non è da grande squadra. Mancano tre elementi di valore, uno per ogni reparto: difesa, mediana, attacco. Non abbiamo un regista. Non ci sono cambi all’altezza. Eppure, Stramaccioni ha reso competitiva un’Inter che con altri mille allenatori veleggerebbe a metà classifica. Questo ha detto la stagione, fin qui, con Bologna-Inter 1-3 che va a confermarlo.

Handanovic ha due armi letali: il linguaggio del corpo, che non mette ansia alla difesa; il lancio con le mano, che fa francamente paura per precisione.

Cambiasso, finalmente smagrito, è di nuovo un atleta di primissimo livello mondiale.

Palacio si libra come una farfalla: assieme a Milito, ha percorso i chilometri, con scatti continui per stroncare i difensori avversari.

Il Principe è tornato a mordere in zona gol: lo sapevo, bastava attendere che il leggero appannamento in fase realizzativa passasse.

Juan Jesus impressiona per lo strapotere fisico. Se impara a giocare coi due piedi, entra nell’olimpo dei difensori planetari.

Ranocchia è stato ricostruito sotto il profilo mentale da Stramaccioni.

È solo una mia umile opinione, che vale zero: il più grosso errore che può fare adesso l’Inter è far passare sotto silenzio gli allucinanti errori arbitrali a favore della Juve a Catania. Ci fosse Mourinho, ci penserebbe lui a dire la verità. Se l’Inter rinuncia a contrastare mediaticamente la Juve, per i prossimi cinque anni non vincerà nulla. E mi verrebbe il dubbio che, in definitiva, a tutti stia bene così. Che una panchina abbia il potere di influenzare la decisione di arbitro e guardalinee non s’è mai visto da nessuna parte, e nemmeno Moreno era arrivato a tanto. Con l’arbitro di porta che segnala un fuorigioco: come se un idraulico spiegasse a un panettiere come si fa il pane; come se una escort illustrasse il valore della fedeltà a una madre di famiglia. Tutto sommato, con un arbitro di porta che segnala un fuorigioco, c’è la tanto voluta riforma della giustizia sportiva voluta dalla Juve: bel colpo, Gobba.

Certo che così la Juve è imbattibile: che vergogna

Porcheria immane durante Catania-Juve: gol degli etnei regolarissimo, che solo una persona su un miliardo poteva annullare. E quella persona era lì, pronto a segnalare il fuorigioco (l'arbitro di porta Rizzoli). Vincere così è vergognoso. Non credo che arbitri e guardalinee siano in malafede; ma è un fatto che quando vedono bianconero si spaventano. Non si può continuare così: è un campionato palesemente viziato da errori enormi come questo, che sporcano la contesa. Se gli arbitri sentono troppo la pressione che la Juve - con intelligenza - esercita sui mass media amici, allora non facciano gli arbitri. Si chiama "sindrome da accerchiamento", ed è stata concepita con astuzia. Non ne faccio una colpa alla Juve: ognuno fa il proprio mestiere. Il problema sono arbitri e guardalinee che hanno paura di tutto: lasciano perfino segnare la Juve in fuorigioco. Stendo un velo pietoso sulla gestione dei cartellini gialli e rossi, e sui falli fischiati a centrocampo. Facciamo una cosa: diamo alla Gobba pure questo scudo, senza giocare. Poi però vanno in Europa, prendono gli schiaffi e dicono: questione di mentalità. Sarà. Ma con arbitri e guardalinee italiani, succubi del potere bianconero, vincerebbero anche all'estero... Sarò ingenuo, tuttavia non voglio pensare che sia già tutto deciso a tavolino: credo solo che la classe arbitrale della serie A sia frutto di una selezione sbagliata. Come si arriva a fare gli arbitri? Chi decide? Quali sono i criteri? La tenuta psicologica di un arbitro viene presa in considerazione? La capacità di reggere mentalmente alla pressione mediatica delle società potenti viene soppesata?

Fonte foto: qui

sabato 27 ottobre 2012

Se non fosse per gli errori degli arbitri, il Milan sarebbe in piena zona serie B

Alla faccia della sfiga. "È un momento in cui tutto gira male". "La dea bendata ci volta le spalle". "Non ne va dentro una". "C'è tanta sfortuna". Così i milanisti giustificano un inizio stagione orribile del Milan. Roba che se fosse capitata all'Inter (senza protezioni mediatiche), sarebbe stata martoriata. Comunque, alla faccia della sfortuna, dicevo. La vittoria col Genoa è arrivata dopo un colossale errore del guardalinee: un fuorigioco chilometrico che solo lui non ha visto. E la vittoria a Bologna era stata condizionata da un regalo dell'arbitro: un fallo di Pazzini trasformato chissà come in rigore per il Milan. E così, fra cadeau e misteriose sviste, il Milan si toglie (per ora) dalle sabbie mobili. Almeno quattro punti regalati. Spero di non sentirli più lamentarsi della sfortuna e degli arbitri e dei guardalinee, che se non fosse per loro starebbero annegando nella zona serie B. Dai rossoneri ben conosciuta... Erano e restano la seconda squadra più titolata di Milano, dopo quella che non è mai stata in B e ha fatto l'invidiatissima tripletta. 'notte.

domenica 21 ottobre 2012

La squadra più titolata di Milano è bella, ma pazza

È sempre cosa buona e giusta mettere in chiaro una cosa: il titolo di squadra più titolata si basa su parametri precisi. In particolare, devi andare a vedere quante volte sei andato in serie B, e se hai mai fatto la tripletta. Ora, obiettivamente, l’Inter è l’unica squadra di Milano a non aver mai conosciuto la vergogna della serie minore, e ad aver piazzato il triplete che l’Italia c’invidia da morire. Se siamo belli, non è colpa nostra insomma. Anche per questo, altri ora navigano nelle acque che già hanno conosciuto in passato: la zona retrocessione. E se non fosse per la presenza di alcune squadre davvero scarse laddietro, i rischi sarebbero forti.

È sempre cosa buona e giusta rammentare che, dallo scambio fra Cassano e un altro giocatore, ci ha guadagnato l’Inter. Non è come dicono i giornali, che altri fanno sempre la cosa giusta e tu no.

È sempre cosa buona e giusta esaltare quel trio d’attacco divertentissimo che è Milito-Cassano-Palacio. Pazzini, che ha difficoltà a fare uno stop, davvero non c’entrava nulla con noi. E se Van Basten viene a sapere che ora la punta rossonera è Pazzini, urla legittimamente allo scandalo.

È sempre cosa buona e giusta evidenziare che il gol di Palacio è il più difficile della stagione: lancio di Milito, stop in corsa di Palacio, tiro volante di sinistro nell’angolino. Roba da mostrare nelle scuole calcio ai ragazzini.

A occhio e croce, Cambiasso ha perso sette chilogrammi da quando s’è presentato in ritiro estivo: ora è un signor giocatore.

Restiamo una squadra pazza: parecchi rischi in difesa. Serve maggiore compattezza sulla mediana. Lo scudo è nelle mani della Juve: ammetto la sua superiorità. Per tentare di darle fastidio, servirebbe una ventina di milioni di investire nel mercato invernale: non so...

mercoledì 10 ottobre 2012

Caso Armstrong: "È il doping di squadra più sofisticato e riuscito nella storia dello sport". Ci andrei piano con queste affermazioni avventate: forse non avete mai sentito parlare di una certa squadra di calcio che...

Caso Armstrong. L'antidoping Usa, la Usada: "È il doping di squadra più sofisticato e riuscito nella storia dello sport. Ci sono prove conclusive e innegabili che portano alla luce per la prima volta questa cospirazione, un doping di squadra sistematico e altamente professionalizzato".

Ci andrei piano con queste affermazioni avventate: forse non avete mai sentito parlare di una certa squadra di calcio che...

Qui c'è una squadra di calcio che l'ha fatta franca, nonostante prove schiaccianti.

Esiste una squadra di calcio i cui giocatori, davanti ai giudici, dicevano di non ricordare nulla.

Quella squadra di calcio, che faceva irrobustire i giocatori di 10 chili in qualche settimana di ritiro spirituale, e che aveva pure strani e particolari rapporti d'amore con gli arbitri, quella squadra ad Armstrong e compagnia se li mangia vivi. Gnam: un boccone dopato e sporco e zozzo.

domenica 7 ottobre 2012

Possono anche lasciarci in 7: noi siamo così belli che vinciamo lo stesso

È la solita solfa: Mexes e Yepes andavano espulsi tre volte, eppure il Milan ha giocato in 11. Noi, come sempre, in 10. Altre volte in 9. Ma possono anche lasciarci in 7: noi siamo così belli che vinciamo lo stesso.

Ranocchia è l’immagine dell’Inter: regala un corner al Milan con classe ed eleganza. Nel solco di Facchetti e Zanetti. Grandi calciatori e uomini puliti. Roba da Inter.

Non solo non siamo mai stati in B, nemmeno due volte, il che ci rende più titolati del Milan. Ma abbiamo ormai una supremazia totale a Milano. Per chi abita qui, è tutto.

Devo ringraziare Milito di essersi incartocciato come un bimbo dei pulcini dell’Inter, solo davanti ad Abbiati. Sul 2-0, non mi sarei divertito così tanto. Alla fine, orgasmo nerazzurro.

Stramaccioni è un signor allenatore: ha dato una lezione di calcio tattico ad Allegri, azzeccando tutti i cambi, e perfino lo schieramento in 10. Ci lasciano in 7, mentre Mexes non viene mai espulso? No problem: Stramaccioni-Stramala organizza un sano 2-2-2.

Vincere a casa Milan è di un’inimmaginabile dolcezza calcistica.

Non so chi ringraziare, comunque Galliani aveva piazzato Pato al PSG per 40 milioni: così Ibra restava e il Milan era ancora fortissimo. Se hanno Mexes, Yepes e attaccanti nulli, se la prendano con loro, senza star lì a lamentarsi per giustificarsi.

Samuel sublime. Ranocchia insuperabile. Handanovic dà più sicurezza di Julio Cesar. Arriveremo terzi, dietro Juve e Napoli. A meno che Moratti non si appassioni all’Inter di Strama e piazzi un paio di acquisti a gennaio; allora, forse, le cose cambiano. Al momento Juve sopra di due spanne, Napoli di una. Vedremo.