martedì 18 dicembre 2012

Palacio, mi hai convinto più in porta che fuori


 
Caro Rodrigo, nella vita succede. Vai a una festa perché ti piace una, ma poi lì per lì ti accorgi che ce n'è una più bella e scocca la scintilla. Ecco: ti abbiamo comprato per fare tanti gol; poi però succede che vai in porta e ti dimostri più bravo che fuori.

Direi che prossimamente il tuo ruolo sarà proprio quello: portiere. Vedi di migliorare nelle uscite basse, e il posto non te lo leva più nessuno.

domenica 9 dicembre 2012

Inter-Napoli 2-1: cinque verità. Guarin disintegra il Napoli, nonostante Rizzoli

1) Un Guarin fantascientifico fa a pezzi il Napoli: il primo gol è da antologia: al volo dopo un cross partito dal corner (vedi parte finale nella foto). Poi l’assist a Milito: stop e imbeccata per il Principe.

2) Rizzoli ha ammonito Behrami al fallo numero 74: questo qui doveva essere espulso a metà primo tempo.

3) C’era un rigore grosso come una casa su Cassano: Rizzoli non ha visto nulla. Perdipiù, il gol del Napoli è viziato da fuorigioco macroscopico (ovviamente, qui Rizzoli non c'entra).

4) Ad allenatori invertiti, avrebbe vinto il Napoli, che ha onestamente una rosa superiore a quella dell’Inter: questa è stata una lezione tattica di Stramaccioni a Mazzarri, a cominciare dagli schemi escogitati per i calci da fermo.

5) Eravamo e siamo da settimo posto. Il miracolo del -4 dalla Juve, col secondo posto, ha cinque padri: Strama, Cassano, Milito, Guarin, Juan Jesus.

lunedì 3 dicembre 2012

Comunque la Sharapova è più sexy dal vivo che in tv o in foto



Per lavoro, ho intervistato attrici, sportive, signore dello spettacolo. Non faccio nomi: spesso sono rimasto atterrito dalla bruttezza di lei, totalmente diversa da quando appare in tv o in foto. Questa siberiana di due metri, invece, dal vivo è ancora più sexy: garantisco. Inavvicinabile, per via di un simpatico cordone sanitario, ma notevolissima. Specie spalle e mani. Una bellissima camminata. Sembra una 007 in missione. È alta come il sottoscritto: 188 centimetri. Ma coi tacchi mi mangiava in testa: imbarazzante per me.

Oggi di Inter non parlo: quella è stata brutta dal vivo, in tv, in foto e alla radio. Però i nuovi schemi di Strama funzionano: palla al difensore avversario e gol. Gnomo Snei può continuare a tuittare con mogliettina dolce: noi ci nutriamo di autoreti.

sabato 1 dicembre 2012

Ma Milan e Juve riusciranno mai a vincere una partita senza favori arbitrali?



Giù le mani da Moreno. In fondo, non aveva fatto nulla di così clamoroso: occorre una revisione storica, alla luce di quanto accade oggi in Italia.

domenica 25 novembre 2012

Quando si rubano a vicenda è un'emozione

Sono come marito e moglie, assieme da una vita, che ora nemmeno possono più guardarsi. Eppure si sono spartiti mutui, case, mobili. Facendo piazza pulita. Per anni, l'accordo era che dovessero mangiare solo loro due. Ma adesso che si schifano un po' (nemmeno tanto), se si rubano a vicenda è un'emozione. Una storia iniziata la scorsa stagione e che prosegue con sviluppi interessanti.

Per fortuna, noi siam fuori da queste robacce. Sempre a testa alta.

domenica 18 novembre 2012

Stramaccioni, benvenuto nel mondo Inter!



Questa è storicamente l'Inter, una squadra contro il potere, che ha sempre vinto tutto da sola. In caso di dubbio, hai il fischio contrario. È successo con la Juve, con l'Atalanta, e appena due minuti fa con il Cagliari. Sono fischi che ti cambiano non la partita, ma la stagione addirittura. Ho visto negli occhi di Strama la rabbia per il fischio mancato. Che però è arrivato al termine di una gestione della partita dell'arbitro disastrosa, con falli invertiti a centrocampo e cartellini gialli a quelli del Cagliari dimenticati nel taschino. Non è malafede. È questione di peso specifico dell'Inter rispetto a quello della Juve: pressione mediatica, condizionamenti ambientali.

È un'impressione da tifoso, quindi vale quel che vale, ossia nulla: l'arbitro è stato indisponente, tendeva a innervosire, a prescindere dall'episodio finale. Ha usato sette metri di misura per i falli e per i gialli: perché? Ha ammonito Cambiasso al primo falletto e Conti al quinto fallo: perché? Ha permesso una quantità industriale di falli tattici al Cagliari, a spezzare ogni azione: perché?

Si dovrebbe dare la possibilità agli arbitri di parlare: come hai fatto a non vedere un rigore grosso come una casa? Che cosa hai visto quando Ranocchia è caduto? Quali leggi della metafisica hai applicato per giudicare regolare uno sgambetto in area? Se c'è Ranocchia fra pallone e difensore, come fa il difensore a prendere il pallone? Boh? La foto in alto mi pare eloquente.

Che poi l'Inter dovesse schiacciare gli avversari e vincere facile, questo è un altro discorso. Ma non è una squadra in grado di premere sempre sull'acceleratore, e in difesa si balla.

Questi sono arbitri e guardalinee e quarti uomini e giudici di porta con l'Inter. Benvenuto nel mondo Inter, Strama! A lui (o alla società?) la scelta: fare come Mourinho, e dire la verità ogni santa conferenza stampa, atteggiamento che almeno carica l'ambiente; oppure seguire il basso profilo, con gli arbitri che ti fanno quei lavoretti...

martedì 13 novembre 2012

Forza Mike D’Antoni

Mike D’Antoni ha segnato la mia adolescenza sportiva. Lo andavo a vedere spesso agli allenamenti e ho assistito a tutte le partite chiave della sua luminosa carriera. Quelli della mia generazione (ho 43 anni), appassionati di sport e basket, hanno un debito di riconosenza verso di lui: uomo gentilissimo, si fermava a chiacchierare di pallacanestro coi ragazzini, di schemi, tattica, segreti degli avversari. Un signore. Che portava il massimo rispetto per gli sconfitti. D’Antoni aveva la classica magica capacità del fuoriclasse: giocava divinamente nei momenti importanti. Qualcosa che hai scritto nel sangue. Ma pure un talento coltivato da ore di allenamenti durissimi. Mike ha insegnato a vincere, e a reagire alle disfatte. D’Antoni è stato il prototipo di atleta pulito: magro, senza strani muscoli che puzzano di doping, con una reattività neuromuscolare che lo rendeva sovraumano negli attimi sfuggenti. Oggi, 61enne, dimostra 30 anni di meno.

La sua intelligenza ha illuminato Milano per 12 anni, ed è stata una fortuna - per i tifosi dell’Olimpia - che all’epoca la Nba non venisse molto a pescare da noi: oggi invece Mike avrebbe sfondato anche negli States. Il destino gli ha ridato, come allenatore, quello che non aveva ottenuto come giocatore: l’America. Ora, addirittura i Los Angeles Lakers. L’ho seguito con passione anche come coach, negli Usa: difesa feroce e contropiede assassino sono le sue armi preferite. A mio giudizio, non ha trovato gli uomini giusti, neppure a New York. Ma, a Los Angeles, potrà costruire attorno a Bryant, Gasol e Metta World Peace uno squadrone per puntare all’anello. La concorrenza è enorme, e Mike dovrà guardarsi le spalle da certa stampa nemica. In bocca al lupo, Arsenio Lupin.

domenica 4 novembre 2012

Spensieratezza Inter contro uno stadio di una tristezza terribile

 

Noi siamo tatticamente e mentalmente spensierati. Questa spensieratezza ci ha fatto sempre restare in serie A, ci ha fatto fare la tripletta, ci rende la prima squadra italiana al mondo, ci ha fatto vincere un derby in nove, ci ha consentito di asfaltare Torino nonostante Preti e Tagliaventus. Cotanta spensieratezza ci permette pure di fare sesso (e calcio) di qualità.

È esattamente il contrario di quanto avviene in quello stadio di Torino dove gioca la Juve. Ho notato violenza verbale, oggetti in campo, il giudice di porta bersagliato, cori contro, un tifo triste, depresso, grigio, vecchio. Cori molto offensivi, che vanno oltre lo sport. L’aria in quello stadio è tetra, lugubre. Sembrano suoceri inaciditi, sempre a protestare. È un urlo continuo, con pianti annessi. A un certo punto, Barzagli ha fatto due falli su Nagatomo: spinta e sgambetto; ma protestava. E con lui lo stadio. Mi riferisco a tutto lo stadio, non alle cosiddette curve. Sul rigore, con la maglia di Milito trattenuta, tutta la Juve ha circondato l’arbitro, come a Catania, e lo stadio appresso: e perché? Sarà che sono andati in B e non hanno mai vinto la coppa Campioni. Sarà per quello. È un'esperienza unica: questo non avviene a San Siro casa Milan, né al Camp Nou, né al Bernabeu. E poi basta con quei lamenti, che loro non hanno attaccanti: dopo un grattacielo di miliardi spesi in campagna acquisti, ci sono Tagliaventus e Preti che mi paiono due cannonieri formidabili. Che pretendono di più?