martedì 23 dicembre 2008

Errori arbitrali: quello strano godimento dei tifosi di Inter, Milan e Juve


Chiedete a un tifoso di Inter, Milan o Juve: ti piacerebbe vincere il derby con un gol di mano, in fuorigioco, al quinto minuto di recupero? Vi risponderà: "Sì, sarebbe il massimo". La logica perversa del ragionamento del tifoso è che un errore arbitrale a favore fa godere da matti, specie se danneggia un’avversaria storica. Un errore in buona fede, tipo quelli commessi dal celeberrimo Moreno (foto).

Prendiamo il più recente turno di campionato. Tre gravi errori arbitrali.

1) Fuorigioco di Maicon sull’1-2 di Siena-Inter.

2) Fuorigico di Marchionni sullo 0-1 di Atalanta-Juve. Più un rigore per i bergamaschi.

3) Espulsione per fallo da ultimo uomo di Maldini: si era sull’1-0 per il Milan contro l’Udinese (poi finita 5-1). E la storia sarebbe cambiata.

Avete visto o sentito qualche tifoso di Inter, Juve o Milan rammaricarsi per i gravi errori arbitrali? No. Al contrario, ne traevano godimento.

Addirittura, ieri mattina al bar ho sentito un milanista esultare di fronte al voto dato dalla Gazzetta dello Sport all’arbitro Saccani: “6. Partita facile. Dirige con precisione, distribuisce bene i cartellini. Unico neo: Isla da giallo su Antonini”. Capito? C’è stato un errore che ha danneggiato un po' il Milan… E così il tifoso rossonero (simpatico e intelligente) ha esclamato: “Doppio godimento!”.

domenica 21 dicembre 2008

Juve, primo gol in fuorigioco clamoroso: non c'è congiura pro-Inter...


Scrivo nell'intervallo di Atalanta-Juve. Dopo il gol in fuorigioco di Maicon ieri sera (Siena-Inter 1-2), molti juventini si sono affrettati a dire che c'è una congiura a favore della squadra di Moratti: i nerazzurri - è la tesi - vinceranno lo scudetto per volere del Palazzo. In realtà, s'è trattato di un errore come altri, tanto che - in precedenza - Crespo era stato fermato in posizione regolare quando si trovava da solo davanti al portiere Curci. Come se non bastasse, è arrivato il gol della Juve (Del Piero) che ha spaccato in quattro la partita, proprio nel momento in cui l'Atalanta stava giocando benissimo, con una netta e clamorosa posizione irregolare di Marchionni (foto via YouTube). La prova che non c'è nessun progetto anti-Juve e pro-Inter. Senza considerare il primo gol di Juve-Milan: rigore sì, ma dopo un super-fuorigioco.

Questa è la mia valutazione da spettatore neutrale. Dopodiché, se un qualche tifoso juventino (non tutti, per fortuna) proprio non riesce ad ammettere che qualcosa non quadrava durante quegli anni strani nel mirino della giustizia, be', allora non ci sono ragionamenti che tengono. È fanatismo di fronte al quale è impossibile tentare di approcciare un ragionamento obiettivo.

Discorso ben diverso se mi venite a dire che arbitri e assistenti non sono all'altezza: leggete le mie profezie, che si stanno avverando. Le ho scritte in tempi non sospetti: qui, qui, qui, qui, qui.

Seguirà aggiornamento per il secondo tempo.

Negli altri 45 minuti, c'è pure un calcio di rigore per l'Atalanta. Complimenti anche all'arbitro che non vede... Poi Amauri chiude il discorso. Sarà sfida Inter-Juve sino alla fine.

Chiudo con una considerazione su chi vuole un secondo arbitro o altri assistenti. Che bisogno c'è? Per fare altri disastri? Guardate dov'è l'uomo con la bandierina nella foto su: la sua posizione è perfetta. Perché non vede? Secondo voi, se ci fossero altri arbitri o assistenti in quel punto, che cosa si risolverebbe? Non ci sarebbero semplicemente altri e più numerosi errori?

sabato 20 dicembre 2008

Siena-Inter 1-2: ora Mourinho vince pure quando gioca malissimo!


A questo punto, alle avversarie cadono le braccia: Milan, Juve, Napoli, Roma e le altre concorrenti per lo scudetto avranno giustamente gufato perché l'Inter perdesse. E stasera era la serata giusta. A Siena, Inter bruttina nel primo tempo. Ibra quasi nullo. Soltanto un buon Maicon. Nella ripresa, stessa solfa, se non peggio. Un tiro terrificante dello svedese sulla traversa, qualche azione pericolosa del Siena. L'1-2 è arrivato su gol (secondo me in fuorigioco) di Maicon: delizioso tocco a scavalcare il portiere su assist di Maxwell.

Opinione personale. Se Mourinho ha esultato così tanto, andando ad abbracciare un Maicon mezzo nudo, è perché doveva ringraziare questo difensore di fascia che diventa sempre più forte e va a togliere dalle rogne l'Inter. Un comportamento tipico dei fuoriclasse: emergere nel momento di difficoltà dei compagni.



Nota a margine per l'assistente Griselli che non ha visto il fuorigioco dei Maicon: foto su via YouTube su immagini Rai.



Disastroso. Poco prima, aveva fermato Crespo (foto su via YouTube su immagini Rai) che se ne stava andando da solo davanti al portiere Curci del Siena: altro errore gravissimo, visto che l'argentino era in posizione abbondantemente regolare. Ma come ha fatto a sbagliare in entrambe le occasioni?

Chiudo facendo i complimenti al Siena: in casa, in questa stagione, non aveva mai perso. Stasera ho capito perché: lì in Toscana gioca davvero bene.

[foto via uefa]

Mourinho anti-Juve: “Forza Chelsea”. Il gufo che abbatte il muro dell’ipocrisia


“Tiferò Chelsea”: così ha detto Mourinho, in vista dell’impegno di Champions della Juve. Domanda: è stato maleducato, offensivo, odioso, antipatico? No. È stato semplicemente sincero. Perché, da quando è in Italia, sta abbatendo il muro dell’ipocrisia. La quale ispira il comportamento del 99% di giocatori e allenatori. Faccio un esempio. Inter-Manchester; se chiedete agli avversari storici italiani dei nerazzurri per chi tiferanno, vi risponderanno: “Per l’Inter, perché è una squadra italiana”. Balla colossale. Guferanno a più non posso contro l’Inter. Esattamente come gli interisti tiferanno per il Chelsea e per l’Arsenal (avversario della Roma).

I giornalisti sportivi dovrebbero soltanto fare un monumento in onore di Mourinho. Che spasso: gli chiedi per chi tiferà, e lui ti dà la risposta per costruirci sopra un titolone. Dopodiché si va a ripercorrere le tappe degli scontri fra Mourinho e Ranieri, e il gioco è fatto: ecco un bell’articolone. Condito di tutto quanto il tifoso medio cerca: punzecchiature, una spruzzatina di sana rivalità, stoccate micidiali.

Mourinho non fa nient’altro che giocare d’anticipo: fra qualche settimana, comincerà una gufata collettiva contro l’Inter. In primis, rossoneri, bianconeri e giallorossi non vogliono che Moratti si pappi il quarto scudetto di fila (roba da leggenda) e la Champions. Tanto vale che sia Mourinho stesso a uscire allo scoperto in anticipo sugli altri.

Se qualcuno critica Mourinho per aver detto “Forza Chelsea”, lo stronco sul mio blog. Così come elogierò Ranieri, Ancelotti e Spalletti se diranno “Forza Manchester”.

[foto via flickr.com/photos/alfo23]

giovedì 18 dicembre 2008

Incubo Milan: io difendo Ancelotti


Quando giocava, Ancelotti era una via di mezzo fra Gattuso e Pirlo: grinta, polmoni, potenza, coraggio, precisione. Più qualche entrata birichina di tanto in tanto per intimorire l'avversario. Un gladiatore come ce ne sono stati pochi: ha contribuito pesantemente ai trionfi della Roma e del Milan.

Adesso che fa l'allenatore, non credo che sia stato lui a volere una formazione con così pochi difensori e centrocampisti di sostanza. Proprio Carletto, che quando scendeva in campo ci lasciava giù l'anima e, spesso, le ginocchia. Non credo che abbia desiderato una squadra così sbilanciata in avanti, con così tante mezze punte, trequartisti e attaccanti leggeri. Proprio lui, abituato a lanciare la palla davanti a Pruzzo, Van Basten, Gullit.

Se il Milan fa pietà, le colpe non sono di Ancelotti. Un mister che è riuscito a portare a casa uno scudetto e una Champions con giocatori forti ma non irresistibili, e un'altra Champions (la seconda) con una squadra molto meno dotata delle concorrenti.

Dategli uomini all'altezza del Milan, e Ancelotti ritornerà a vincere. Adesso la distanza siderale dall'Inter, che domina per la terza stagione di seguito, diventa davvero fastidiosa per i tifosi rossoneri.

[foto via flickr.com/photos/buggolo]

lunedì 15 dicembre 2008

Incredibile (pacifica) invasione dello studio di Controcampo: video intero



È passata la mezzanotte da un minuto quando, nello studio di Controcampo (Rete4), entra un gruppo di persone, cantando: "Dove sono i biglietti per noi?". Prima che arrivi la pubblicità, si fa in tempo a sentire uno del gruppo che dice: "È successo che per la trasferta Juve-Milan..." e qui si stacca su uno spot. Forse, azzardo un'ipotesi, è un gruppo di tifosi (del Milan?) che, con un'invasione pacifica, si lamenta perché non ha avuto a disposizione biglietti per andare a vedere Juve-Milan. Quanto prima gli aggiornamenti.

Primo aggiornamento. Ha detto il conduttore, Brandi: "Si è ristabilita la calma qui allo studio 20 di Cologno Monzese - dopo 5 minuti di interruzione -. Abbiamo assistito a un'invasione pacifica. Si è trattato di una protesta di alcuni ultras milanisti contro il divieto trasferte e il caro biglietti".

[video via http://mavaffanculp.blogspot.com]

domenica 14 dicembre 2008

Juve-Milan 4-2: rossoneri senza difesa


Il Milan non ha giocato male quando aveva la sfera fra i piedi. Al momento di impostare trame offensive, è sempre un piacere gustarsi dalla tribuna o in tv i rossoneri. Il vero guaio del team di Ancelotti sono i movimenti senza possesso palla: lì va in tilt, non c'è speranza. Ecco spiegato il 4-2 finale di Juve-Milan.

Ho visto gli attaccanti bianconeri sempre liberi di girarsi verso la porta o di colpire indisturbati. Di certo, la responsabilità non è di Ancelotti. Non sarà mica lui a dire ai suoi di lasciar giocare gli avversari. È che centrocampo e soprattutto difesa del Milan non reggono proprio per una stagione intera.

È la tipica impostazione della squadra che deve disputare alla grande una decina di partite, perché costruita per vincere la Champions. Enorme possesso palla e massima concentrazione sulle ripartenze degli avversari. Ma è una "tattica" che ti riesce, appunto, quando scendi in campo soltanto nelle competizioni internazionali. Se devi giocare 70 partite durante 10 mesi, andando a scontrarti contro avversari tosti ogni tre giorni, la ragnatela rossonera non regge.

Mi spiego. Se il Milan fosse in Champions, arriverebbe dritto dritto in finale a Roma, e magari si porterebbe a casa la coppa. Mentre resterebbe a meno 30 punti dall'Inter e forse dalla Juve. E se riuscisse a qualificarsi per la massima competizione europea, nel 2009-10 sarebbe la favorita per la vittoria dell'ex coppa Campioni.

Dalla stagione scorsa, tuttavia, c'è una differenza sostanziale rispetto al passato: altre squadre che non ti fanno andare in Champions. Nel 2007-08, è stata la Fiorentina a soffiare il quarto posto al Milan. Adesso ci sono addirittura, oltre alla Fiorentina, anche Napoli e Genoa. Senza contare l'imperioso ritorno della Roma.

[foto via Milan]

Inter-Chievo 4-2: Ibrahimovic infinito


Che si prendano i due gol di Ibra al Chievo e li si facciano vedere ai ragazzini di tutte le scuole calcio del mondo: ecco come si segna di testa e di piede. Il primo gol, sul 2-2, è un'incornata feroce su stacco da fermo: frustata violenta con portiere (Sorrentino, bravissimo) impotente. Il secondo è da fantascienza: passaggio rasoterra da destra a Ibra che è al limite dell'area e qui il fenomeno svedese compie una magia; ossia piazza una mina terra-aria a velocità siderale. Altri attaccanti l'avrebbero sparata altissima, lui l'ha messa dentro: devastante.

Zlatan è il giocatore più continuo del pianeta assieme a Del Piero, e oggi ha dimostrato ancora una volta di essere un fuoriclasse, giacché emerge sempre nei momenti più brutti. Attenzione, il 2-2 col Chievo sarebbe stato atroce e avrebbe dato entusiasmo a Milan e Juve. Inoltre, avrebbe messo sulla graticola Mourinho. Ma Ibra è infinito. Un manuale del calcio vivente.

Per carità, non parlatemi di Pallone d'oro. Per abbagliare la giuria, occorre vincere una competizione internazionale giocando bene una decina di partite. Se, come Ibra e Del Piero, disputi 70 match alla grandissima in una stagione, non basta: leggete qui.

[foto via flickr.com/photos/viclic]

Juve-Milan con Giovinco in panchina: mistero tutto italiano



Ieri sera ho visto Barcellona-Real Madrid. Guardiola ha schierato i tre giocatori d'attacco più forti che aveva a disposizione: Messi, Eto'o e Henry. In più, ha piazzato Xavi e Gudjohnsen a centrocampo, che tutto sono fuorché incontristi puri. Sfruttando Daniel Alves, che mi pare un'ala destra più che un difensore. Dall'altra parte, Juande Ramos ha fatto esordire nella Liga il giovanissimo Palanca, fra i migliori, insistendo con Raul, Guti, Sneijder, Higuain. Insomma, i più bravi. Bene, stasera si gioca Juve-Milan. Giovinco è in panca. Ma secondo voi, se Guardiola o lo stesso Juande Ramos disponessero della Formica atomica, la lascerebbero marcire a bordo campo? Secondo me, no. Titolare, dall'inizio. Perché i più forti devono giocare.

Il discorso sarebbe un po' diverso se la Juve già potesse schierare Maradona, Van Basten, Ibrahimovic, Sandro Mazzola e Gigi Riva. Allora, in quel caso, Giovinco si accomoderebbe di diritto in panchina. Ma siccome il bianconero toglierebbe il posto a un centrocampista non eccelso, dovrebbe partire dal primo minuto. Sia chiaro: per formare il tridente con Del Piero e Amauri.

Oltretutto, la Juve non gioca contro un avversario dotato di difesa irresistibile. Sarebbe il momento giusto per osare. Non vorrei che Ranieri ammettesse lo sbaglio a metà partita, magari per dare una svolta alla gara quando i bianconeri sono sul punteggio di parità. Inserire Giovinco in una situazione d'emergenza, equivarrebbe a un'ammissione di errore: dovevo farlo prima, rimedio adesso, sperando che non sia troppo tardi. Perché chi ha il piedino così dolce da calciare la punizione che vedete nel video su, deve sempre farsi ammirare dal pubblico. Sempre. Con un allenatore all'altezza di una squadra che vanta milioni di tifosi nel mondo.

lunedì 8 dicembre 2008

Giovinco più Del Piero e Amauri: forza Ranieri, azzarda il tridente col Milan


Un conto è piazzare una punizione all'incrocio dei pali dopo 10 tentativi, sul risultato di 3-0, giocando come titolare da 30 partite; un altro è sfruttare l'unica occasione della stagione per inventarti una magia sullo 0-0, fuori casa, calciando da una posizione estremamente defilata a sinistra e sotto la massima pressione (l'Inter sarebbe andata in fuga): quest'ultimo caso riguarda la Formica atomica, Giovinco, 164 centimetri di fantasia, 59 chilogrammi di inventiva purissima. Un calciatore che ti diverte anche quando fa uno stop, perché è elegantissimo nelle movenze, rapido e scattante, talvolta imprendibile. Con quel fisico che è tutto fuorché un corpo d'atleta, Sebastian è un quasi 21enne che illumina i prati dei nostri stadi. Quando gioca. Già, perché Ranieri l'ha lasciato quasi sempre in panca.

Io ricordo il modo in cui il mister bianconero ha affrontato la partita più importante della stagione: Inter-Juve 1-0. I gol di differenza avrebbero dovuto essere quattro e la squadra è scesa in campo contratta e impaurita. Domenica sera, Ranieri può riscattarsi con Juve-Milan. Ma io dico che commette un delitto se non schiera la coppia Del Piero-Giovinco. Come? Qualcuno dice che sono incompatibili? Queste sono masturbazioni mentali di chi ha il terrore di gestire i fuoriclasse.

Forza e coraggio, Ranieri. Qui ci vuole il tridente Del Piero-Giovinco-Amauri. Che gli altri si sacrifichino correndo per 15, giacché spesso del pallone fra i piedi non sanno che farsene. Guardate che quei tre non li ha neppure l'Inter: a Mourinho, il giochino Ibra-Quaresma-A. Mancini non è riuscito.

[foto via Juve]

domenica 7 dicembre 2008

Sampdoria-Genoa 0-1: Milito, colpo di testa impossibile

Non so come abbia fatto Milito a segnare alla Samp. Si è trattato di un gesto atletico e tecnico che mi ha ricordato i colpi di testa più difficili di sei specialisti: Bettega, Serena, Hatley, Pruzzo, Pelé, Boninsegna. C'è stato prima lo scatto verso il pallone, poi lo stacco altissimo, quindi la torsione verso sinistra ma anche spingendosi leggermente all'indietro, infine la zuccata, frutto di una frustata violentissima. Risultato, una fiondata all'incrocio dei pali. Da non crederci: un colpo di testa potente quanto una cannonata di piede.

Quel Milito è oggi fra i primi quattro giocatori più forti al mondo. A contendere la palma di migliore, sono - assieme a lui - Ibra, Gerrard, Lavezzi. Siamo di fronte davvero a un Principe.

Milan-Catania 1-0: che si abolisca il fallo di mano in area!


Novantesimo di Milan-Catania, 1-0 per i rossoneri, area di rigore di Abbiati: su tocco all'indietro di Zambrotta (che contrasta Plasmati), Kaladze interviene con il braccio aperto e stoppa la palla deviandola in corner. L'entrata del difensore georgiano è scomposta. Un po' come un giocatore di basket che disturba (regolarmente) l'azione avversaria. Impossibile sapere se l'abbia fatto apposta. L'arbitro Gervasoni (di Mantova) decide per non dare il rigore. Ma a questo punto, visto che il gioco è sempre più rapido e gli interventi dei difensori sempre più disperati, si dovrebbe introdurre una regola: sui tiri avversari, se un difendente tocca con la mano o col braccio, niente rigore. Così, una volta per tutte, si introduce un criterio. Infatti, non è possibile che in una partita quel tipo di rigore venga concesso e in un'altra no.

Poveri arbitri. Sono completamente in tilt. E sempre più decisivi, come avevo previsto in tempi non sospetti. Dopo aver ammonito Gattuso per proteste, ha prima negato il rigore al Catania e poi ha prolungato il match di due minuti. Un recupero insignificante a fronte delle continue interruzioni di gioco, del gol e dei cambi effettuati nel secondo tempo: quattro sostituzioni. Anche in questo caso, auspico una rivoluzione: il tempo effettivo. Altrimenti ci sono partite con recupero di cinque minuti e altre con mini-recupero, in base a strane interpretazioni degli arbitri.

[foto via Flickr, Album di TheAlieness GiselaGiardino]

sabato 6 dicembre 2008

Lazio-Inter 0-3: i nerazzurri sono uno spettacolo planetario


Dico quattro squadre italiane degli ultimi 30 anni. Nell'ordine di forza: il Milan di Sacchi del 1987-88 (il primo, quello che vinse lo scudetto facendomi divertire con un pressing mozzafiato); il Milan di Capello 1993-94 (accoppiata storica tricolore-coppa Campioni); la prima Juve di Lippi (col favoloso Vialli); la Roma di Liedholm che vinse lo scudetto. L'Inter di Mourinho entra di prepotenza fra quei dream team. Non so in che posizione: al momento, direi che è seconda. Specie dopo aver visto strapazzare la Lazio a Roma: 3-0.

Gli uomini di Delio Rossi non hanno avuto respiro. Contavo un giocatore della Lazio col pallone fra i piedi e due o tre dell'Inter addosso. Vedevo Foggia che per smarcarsi era costretto a bersi in dribbling un paio di avversari, per poi incartarsi da sé. Zarate, a un certo punto, ha avuto una crisi di nervi ed è entrato a forbice su Muntari: comprensibile; ogni volta, veniva chiuso in una gabbia nerazzurra.

Fra un pressing ossessivo che nasceva ai margini dell'area della Lazio e una chiusura difensiva, c'era spazio anche per numeri da capogiro di Ibra. Lo stadio intero ha applaudito un colpo di tacco con coefficiente di difficoltà elevatissimo: roba da taekwondo applicato al calcio. Per non parlare delle incontenibili discese di Maicon: quello entrerà nella storia come uno dei difensori di fascia destra più implacabili della storia.

Chiaro: emetto giudizi a neanche metà stagione. Chissà se e cosa l'Inter vincerà. Magari avrà un tracollo fisico; magari reggerà fino a maggio. Nessuno può dirlo. Stankovic, per esempio, stasera ha corso una maratona fatta di scatti di 20 metri: mi ha impressionato dal punto vista squisitamente atletico, prim'ancora che calcistico. Ma fra qualche mese come sarà messo?

Di certo, i nerazzurri stanno incantando il mondo. Complimenti a Mourinho. Per carità, spero di non sentire discorsi del tipo: "Non ha ancora vinto niente, né in Italia né in Champions". Sono affermazioni da tifoso becero. Io parlo di spettacolo purissimo, come acqua cristallina che sgorga dalla sorgente: il piacere di guardare una squadra che gioca a calcio. A prescindere dai colori. Proprio come il Milan di Sacchi: l'estetica applicata allo sport.

[foto via Flickr, album di Image Editor]

martedì 2 dicembre 2008

Gattuso, la vera insostituibile anima del Milan



Non avevo mai visto giocare così male il Milan d'Ancelotti. Contro il Palermo, il 3-1 è bugiardo: il risultato doveva essere più largo. Il guaio dei rossoneri è che reggere così tanti fini palleggiatori è una faticaccia per i centrocampisti. In Sicilia, avevi Pato (poi Inzaghi), Seedorf, Ronaldinho, Pirlo. Quindi, Ambrosini e Flamini dovevano correre per 14. È un bel lavoretto che sanno fare in pochi al mondo: ne individuo due, soprattutto, ossia Cambiasso (Inter) e Gattuso (Milan). In particolare, è quest'ultimo la vera anima della squadra di Berlusconi: non c'è solo corsa a pedifiato, ma anche carica agonistica, cattiveria sportiva, presenza.

Se a Gattuso viene un raffreddorino, difficilmente il Milan può permettersi così tante punte e mezze punte. Arrivati a dicembre, allora, sorge il dubbio atroce: ma Flamini, preso proprio per portare acqua agli attaccanti (magari per far respirare Gattuso), è un giocatore da Milan? Se invece che un nome francese da pronunciare con l'accento sulla i finale, il ragazzo si chiamasse Calogero Squarzizzariello, la stampa sarebbe ancora così benevola con lui?

[foto via Milan]

domenica 30 novembre 2008

Inter-Napoli 2-1: sprazzi di Inter imbattibile

Per essere grande, una squadra deve giocare 90 minuti con la stessa intensità agonistica. Siccome l'Inter è discontinua, come oggi col Napoli, non può essere considerata grande. C'è un però. I Mourinho boys hanno mostrato, nelle due partite più recenti, un'ora di calcio planetario: mi riferisco a mezz'ora con la Juve e soprattutto ai primi 30 minuti contro il Napoli. Che non è riuscita a mettere il naso fuori dalla propria metà campo.

In quegli incredibili 30 minuti, l'Inter mi ha ricordato il primo Milan di Sacchi, quello che vinse il campionato 1987-88, rivoluzionando il calcio mondiale. Un pressing soffocante, scatti di 20-30 metri irresistibili. Soltanto che spremendo come limoni i calciatori, quel Milan non riuscì mai a fare l'accoppiata: scudetto il primo anno, coppa Campioni il secondo e il terzo. Entrambi, no. Forse è per questo che Mourinho tira un po' il freno a mano: vuole arrivare a febbraio sano e salvo e poi tentare l'accoppiata storica. Riuscita esclusivamente a due squadre straordinarie: l'Inter di Herrera 1964-64 e il Milan di Capello 1993-94.

Nota a margine. Come dicevo qui, Lavezzi è il migliore al mondo. Ora mi credete?

mercoledì 26 novembre 2008

Inter-Panathinaikos 0-1: adesso Mourinho capisce Roberto Mancini

Come fai a spiegare a un gruppo di giocatori che tutte le partite vanno giocate con la stessa intensità? È un guaio. Occorre, dopo ogni match, una specie di trasfusione di sangue mentale; si butta quello vecchio e si mette quello nuovo, che dev'essere assolutamente puro, senza contaminazioni con quello precedente. Così ci si può concentrare esclusivamente sull'impegno successivo, dimenticando quanto di buono (o cattivo) fatto in precedenza. Trattasi del mestiere duro di allenatore.

Succede che l'Inter gioca un partitone contro la Juve (1-0 che va strettissimo), è meritatamente prima in Italia e nel suo girone europeo, e poi crolla con una mediocre squadra in Champions, il Panathinaikos. Chi gliel'ha detto, ai nerazzurri, di prendere sottogamba i greci? Di certo non Mourinho, che anzi aveva avvertito del pericolo di rilassamento. Il problema è che l'Inter, da anni, è così: illude il tifoso interista, che la reputa imbattibile; dopodiché ha un inspiegabile abominevole calo verticale improvviso.

Già Roberto Mancini ha avuto a che fare con quelle sbandate che sorprendono, e chissà che quella sera - dopo il Liverpool - non ne abbia avute le scatole così piene da lasciarsi andare a un umano "Me ne vado". Lo stesso Trapattoni aveva definito la sua esperienza all'Inter una sorta di viaggio in una lavatrice.

Perché l'Inter è così: gi allenatori li sbrana nell'anima. Quelli ci mettono il cuore e la passione e la professionalità e la competenza e la rabbia agonistica per cercare di rendere la squadra nerazzurra il più equilibrata possibile. Però poi, d'incanto, quando pensi di averla finalmente raddrizzata, lei diventa di nuovo storta. E allora i tifosi dell'Inter sono pronti a tutto, anche a uscire per mano di una squadruccia agli ottavi di finale di Champions. Lei è l'Inter, quella che impazzire gli allenatori fa.

[foto via flickr.com/photos/sis]

sabato 22 novembre 2008

Inter-Juve 1-0: Ranieri, io non ti capisco

La Juventus è andata a Milano per difendere lo 0-0. Il giochino ha retto finché Ibra si è mangiato due gol. Poi Muntari - che ha sbagliato il tiro, comunque - ha messo fine al match. Io non capisco Ranieri. Vai a San Siro contro l'odiatissima Inter e ti difendi come una squadra di mezza classifica. Io, al suo posto, me la sarei giocata sino in fondo, dal primo minuto. Anche perché sei sotto gli occhi di tutto il mondo: decine di milioni di spettatori che giudicano la Juve.

Magari non è stato Ranieri a dire ai suoi di difendersi. Allora, in questo caso, l'allenatore della Juve non è capace di infondere alla squadra la voglia di andare a Milano e vincere o comunque tentare di farlo. È un mister che fa correre tanto la squadra: vedi Molinaro. Ma che (secondo me) Amauri, Del Piero e Nedved non li sfrutta a dovere.

[foto qui]

domenica 16 novembre 2008

Milan: rigore, rigore e ancora rigore. Che esagerati questi arbitri!


Ennesimo rigore a favore del Milan (stavolta contro il Chievo, per l'1-0 definitivo). Era molto dubbio. Così come era difficilissimo capire se fosse dentro l'area. Secondo me, la massima punizione va data soltanto se c'è la certezza dell'infrazione. Dev'esserci un'entrata fallosa chiara e inequivocabile, e indubitabilmente in area. Anche perché poi, se applichi all'inizio un criterio di valutazione così severo, devi mantenerlo per tutta la partita; invece, l'arbitro ha lasciato correre altri falli a centrocampo. Per non parlare di quanto accadeva in ogni mischia in area, su un fronte e sull'altro.

Credo che alla base ci sia assenza di buon senso. Un arbitro (De Marco, nell'occasione) non può rovinare in modo così palese la contesa. È assurdo fischiare un rigore dubbio dopo pochi minuti. Il giudice di gara dovrebbe lasciare che le due squadre si battano allo stremo delle forze e concedere esclusivamente i falli sicuri.

No, non venitemi a parlare di arbitro che l'ha fatto apposta. Non è successo né stavolta né per gli altri innumerevoli rigori a favore del Milan. Il discorso va impostato semplicemente sull'abilità, da parte dei giudici di gara, di interpretare le situazioni. Casomai, trattasi di arbitri con una tenuta mentale scarsina. Che però nulla ha a che vedere con la buona fede. Questa non è in discussione.

[foto via aia-figc.it]

Il tiratore più esplosivo degli ultimi 30 anni: Ibrahimovic terzo



Dopo le due sassate di Ibra al Palermo, ecco la mia classifica dei 15 giocatori col calcio più potente fra quelli scesi in campo negli ultimi 30 anni. Per entrare nei top 15, non basta aver sparato una mina una volta soltanto nella vita, ma occorre che il gol dalla distanza sia stato ripetuto nel tempo. Fra parentesi, ho inserito la squadra con cui il calciatore ha dato il meglio.

1) Koeman (Barcellona). Vedi video, quando i palloni non erano ancora leggeri come quelli di oggi.

2) Roberto Carlos (Real Madrid)

3) Ibrahimovic (Inter)

4) Antognoni (Fiorentina)

5) Di Bartolomei (Roma)

6) Eder (Atletico Mineiro)

7) Matthäus (Inter)

8) Ancelotti (Roma e Milan)

9) Augenthaler (Bayern Monaco)

10) Gullit (Milan)

11) Batistuta (Fiorentina e Roma)

12) Veron (Lazio)

13) Nedved (Lazio e Juve)

14) Seedorf (Milan)

15) Adriano (Inter)

Spiace tener fuori un certo Gigi Riva, ma non rientra nel parametro temporale degli ultimi 30 anni. Altrimenti, avrebbe conteso il primo posto a Koeman. Perché, all'epoca di Rombo di tuono, i palloni erano macigni confronto a quelli di oggi: era più difficile tirare forte.

sabato 15 novembre 2008

Palermo-Inter 0-2: Ibra mostruoso. Ma questo è il modulo di Roberto Mancini...


Se sbaglio, bocciatemi nei commenti: negli ultimi 30 anni, non ho mai visto un calciatore con un destro più potente e preciso di Ibrahimovic. Stasera, contro il Palermo, ha fatto due gol planetari, tirando con una violenza devastante. E alla fine del match, Fontana ha compiuto un miracolo su un altro missile all'incrocio del fuoriclasse nerazzurro.

Chiarito che Ibra meriterebbe il Pallone d'oro (vedi qui), mi pare doveroso un omaggio a Roberto Mancini. Mourinho, dopo aver provato con le due ali (il brasiliano Mancini e Quaresma) e con un centrocampo nutrito, è giustamente tornato al modulo dell'ex allenatore nerazzurro. Quindi, due punte (Ibra e Cruz), quattro centrocampisti e quattro difensori. A scanso di equivoci, il mio è un elogio a Mourinho che non si è intestardito in un modulo poco vincente; però mi pare giusto riconoscere i meriti e l'intelligenza tattica di Roberto Mancini, che aveva capito bene i propri giocatori.

E se volete la classifica dei tiratori più violenti degli ultimi 30 anni, leggete qui. Ibra è terzo; ma è primo se considerate anche la precisione.

[foto via Inter]

Rossoneri infortunati: giù le mani da Milan Lab


Una serie così lunga di infortuni al Milan non me la ricordo da una vita: i più recenti sono Borriello e Ambrosini. C’è chi mette sotto accusa Milan Lab, cioè il centro di ricerca scientifica ad alto contenuto tecnologico che ottimizza la gestione psicofisica dei suoi atleti attraverso un approccio particolare: coniuga diverse scienze (biochimiche, biomeccaniche, cognitive, motorie) oltre a psicologia e intelligenza artificiale. In realtà, la ragione degli infortuni sta altrove: seguitemi.

Erano tre anni che il Milan non se la giocava su due fronti: campionato e coppa europea. Due stagioni fa, ha vinto la Champions arrivando ad anni luce dall’Inter in campionato, anche conteggiando la penalizzazione. La stagione scorsa neanche è riuscito ad arrivare quarto, puntando ogni energia (in maniera forse inconscia) sulla Champions. Da settembre 2008, invece, la musica è cambiata: ci sono due fronti su cui combattere col coltello fra i denti, ossia campionato e coppa Uefa. Logico che lo stress psicofisico porti a numerosi e fisiologici infortuni. Logico che i continui scontri in campo ledano i muscoli e mettano a dura prova il fisico e la testa. In questa stagione, il Milan ha gli stessi guai delle altre grandi d’Europa che lottano sia nei propri confini sia nel Vecchio Continente.

Per carità, che nessuno tocchi Milan Lab. Ricordatevi che, anche grazie a questa struttura straordinaria (nata nel marzo 2002), i rossoneri hanno vinto due Champions e uno scudetto. Inoltre, non so quante strutture medico-sanitarie di altri club sarebbero state capaci di tirare a lucido la formazione titolare nei momenti clou della stagione: vedasi quarti di finale, semifinale e finale del 2006/07. Non è certo colpa di Milan Lab se adesso le partite di calcio sono incontri fra gladiatori e se i rettangoli di gioco si sono trasformati in tonnare.

Del Piero e Ibra: giocate male 60 partite l'anno e vincerete il Pallone d'oro


È uno dei trofei più ambiti dai calciatori, perché porta fama ma soprattutto una barca di soldi; però sul suo valore tecnico-sportivo nutro forti dubbi: parlo del Pallone d'oro. Il paradosso della competizione in oggetto è che, per farsi votare più degli altri, devi giocare bene cinque partite: i due quarti di finale della Champions, le due semifinali e la finale. In più, devi avere la fortuna (oltreché la bravura) di portarti a casa la coppa. In questo caso, chi ha potere di voto viene abbagliato dalle performance in Champions e regala la preferenza a chi ha vinto la finale. Qualche eccezione può essere rappresentata dagli anni pari, in cui si sono giocati gli Europei o i Mondiali: sul voto pesa anche la competizione per Nazioni.

A che cosa porta il paradosso del Pallone d'oro? Che magari qualche giocatore trascura il campionato nazionale proprio per dedicarsi alla Champions. Se non lo fa di proposito, comunque c'è una spinta inconscia a comportarsi così. È umano e comprensibile.

Per questo, fra i candidati al Pallone d'oro, non vengono presi in considerazione autentici fuoriclasse, invece meritevoli di vincerlo. Faccio un esempio. Nel 2008, ditemi voi chi ha giocato meglio di Ibrahimovic e Del Piero in Europa e pure nel mondo: decine di partite con la media oscillante fra il sette e l'otto, e con gol da favola. Sono anche riusciti nell'impresa di vincere un campionato con l'Inter (un bis con coefficiente di difficoltà elevatissimo) e di fare arrivare fra le prime quattro una squadra - la Juve - che aveva un potenziale da settimo posto. E ancora: nella nuova stagione 2008/09, stanno facendo faville. Perché, in realtà, si dovrebbe tener conto anche dell'ultima frazione dell'anno e non soltanto della stagione 2007/08. Già, si dovrebbe.

E allora, cari Del Piero e Ibra, se proprio ci tenete al Pallone d'oro, riposatevi in campionato per puntare a cinque partite di Champions.

[foto flickr.com/photos/tao_zhyn]

giovedì 13 novembre 2008

Dopo Juve-Genoa: care grandi, non avete bisogno di arbitri e assistenti così deboli...


Milan-Napoli 1-0: partenopei in 10 e diversi gladiatori rossoneri graziati dall'arbitro. Inter-Udinese 1-0: Cordoba entra a piedi uniti e si becca soltanto un'ammonizione. Juve-Genoa di stasera: nel primo tempo, senza motivo, l'assistente ferma tre volte i rossoblù in zona gol e fa annullare una grande rete di Milito. La morale di queste tre partite, piene zeppe di involontari favori alle tre grandi d'Italia, è che arbitri e assistenti non sono all'altezza. Senza intenzione, influiscono pesantemente sul campionato.

Il fatto è che Inter, Juve e Milan non chiedono favori né hanno diritto a trattamenti particolari né hanno bisogno di spintarelle, seppure del tutto involontarie. Ora il problema è più vivo che mai: cercasi urgentemente arbitri e assistenti che svolgano bene il proprio lavoro. Speriamo che Collina già abbia in tasca nomi validi per la prossima stagione.

[foto flickr.com/photos/jonboy_mitchell]

lunedì 10 novembre 2008

Lavezzi (Napoli) è il più forte del mondo: i miei top ten di oggi


Lunedì 10 novembre 2008. Vi propongo la classifica dei 10 calciatori più forti del mondo, in questo momento.

1. Lavezzi (Napoli)

2. Gerrard (Liverpool)

3. Del Piero (Juve)

4. Messi (Barcellona)

5. Kaká (Milan). Occhio: si scrive con l'accento acuto á. Kakà è un grave errore.

6. Ibrahimovic (Inter)

7. Zarate (Lazio)

8. Milito (Genoa)

9. C. Ronaldo (Manchester)

10. Lampard (Chelsea)

Lascio fuori Rooney (Manchester) e Torres (Liverpool); ma in questo momento gli intrusi Zarate e Milito sono mostruosi.

[foto sscnapoli]

In Italia negli ultimi 30 anni: Del Piero è quarto nella mia classifica dei tiratori di punizione

Calcio di punizione dal limite dell’area. Sei l’allenatore. Hai a disposizione tutti i giocatori che hanno militato nel campionato italiano negli ultimi 30 anni. A chi affidi il tiro? Ecco la mia classifica (che fa seguito a un'altra sui più forti in assoluto, sempre negli ultimi 30 anni e in tutto il mondo, dove Del Piero è terzo: qui).

1. Maradona

2. Zico

3. Platini

4. Del Piero

5. Zola

6. R. Baggio

7. Mihajlovic

8. R. Carlos

9. Pirlo

10. Totti

Mi piange il cuore a lasciar fuori Antognoni e Di Bartolomei. Ma credo che quei 10 siano superiori. Anche quando Beckham giocherà nel Milan, non penso possa superare uno dei top ten.

C’è pure da considerare che i giocatori di oggi sono avvantaggiati rispetto a quelli di 10 e 20 anni fa: una volta, il pallone era più pesante; adesso, è così leggero che assume traiettorie imprevedibili.

Mariolino Corso, col pallone attuale, avrebbe segnato 100 gol in più su punizione, grazie alla sua foglia morta: a lui e al suo sinistro divino è dedicata la foto del post. Reputo sia l'unico che possa infastidire il trono di Maradona; ma è fuori classifica per via del limite temporale che ho imposto alla classifica. E ancora: tiri da fermo a parte, Gigi Riva e Boninsegna avrebbero scaraventato molti più palloni in rete da fuori area.

domenica 9 novembre 2008

Milan, qui ci vuole un difensore che voli lassù in alto


Non c'entra nulla Ancelotti. Non c'entra nulla il tipo di gioco del Milan. Non c'entra nulla il modulo difensivo. Non c'entra nulla la posizione dei giocatori rossoneri in area. La colpa del gol del Lecce è di uno solo: si chiama "assenza di un difensore alto". Perché in teoria - e soltanto in teoria - la squadra di Berlusconi ha Maldini, Kaladze, Nesta, Senderos: i primi tre sono eccezionali colpitori di testa, l'ultimo è un discreto "spazzatore" d'area. In realtà, per diversi motivi, quei quattro li si vede poco in campionato. E allora al Milan serve uno che laddietro le prenda tutte di testa, e che si limiti al lavoro sporco negli ultimi 16 metri, specie durante gli assalti avversari nei minuti finali. Incluse spinte e gomitate di vario genere.

Mi pare invece che Bonera e Favalli non siano imbattibili nel gioco aereo né incutano timore ai colpitori nemici. Se, prossimamente, la società regalerà un difensore sul metro e novanta ad Ancelotti, allora il Milan diventerà ancora più competitivo. Altrimenti, dovrà sperare che almeno un paio fra Maldini, Kaladze, Nesta e Senderos siano disponibili per campionato, coppa Uefa e coppa Italia.

[foto flickr.com/photos/ddebold]

Inter-Udinese: straordinario secondo tempo dei nerazzurri


Non critico l'Udinese. Se ha deciso di andare a San Siro e piazzare 11 giocatori sulla linea della propria porta negli ultimi 30 minuti, trattasi di scelta tattica condivisibile. L'Inter soffre maledettamente le squadre che si chiudono a riccio, perché non è ancora rapidissima nei movimenti. Però, in questo caso, va elogiata la squadra di Moratti per quei secondi 45 minuti eccezionali, durante i quali l'Udinese non è quasi mai uscita dalla propria area di rigore.

Ci ha provato in tutti modi, l'Inter. Cross continui, dribbling, tiri da fuori col palo clamoroso di Zanetti. Il migliore in campo è stato un certo Samuel, che ha dato sicurezza a tutto il reparto arretrato, ma anche al centrocampo: ha impedito ogni ripartenza dei bianconeri. La palla arrivava dalle parti dell'argentino che subito reimpostava per i suoi.

Attenzione, perché se una squadra riesce a vincere anche contro avversari fortissimi che fanno catenaccio (ripeto: più che legittimo), allora vuol dire che c'è compattezza di spogliatoio e grande energia mentale. E tenete presente che, secondo me, dal punto di vista atletico l'Inter non è ancora al massimo: vuole esplodere in primavera, quando c'è la parte finale della Champions.

[foto di Cruz, autore del gol, via inter]

Mourinho, per vincere l'Inter ha bisogno della coppia perfetta: Cordoba e Samuel


Per via degli infortuni, Mourinho - prima di Inter-Udinese - non aveva ancora trovato la formula vincente, ossia la difesa da schierare nelle partite più importanti. Oggi, invece, ha messo dentro Cordoba e Samuel. Fine delle discussioni: lì non è passato più nessuno. Una serena domenica per il portiere Julio Cesar che, a differenza dei match precedenti, non si è visto sbucare da tutte le parti gli attaccanti avversari.

Credo che Mourinho non debba più togliere quei due negli incontri che contano. Si integrano alla perfezione, essendo un cocktail di velocità (Cordoba) e senso della posizione (Samuel). Chivu, Materazzi, Rivas e Burdisso daranno il cambio ai due, negli incontri non decisivi.

Resta invece il problema della fascia sinistra, giacché Quaresma va a corrente alternata. Soffre di una specie di ansia da affermazione: cerca costantemente le giocate più difficili, dimenticandosi spesso dei compagni vicini. Oggi, verso la fine del primo tempo, è stato apertamente mandato a quel paese da Ibra. Il motivo? Quaresma al limite dell'area con palla sul sinistro; Ibra da solo due passi più avanti e proprio alla sua sinistra: che ha fatto il portoghese? Ha tirato, ovviamente.

[foto flickr.com/photos/aljordan]

sabato 8 novembre 2008

Hai visto una star dello sport? Inviami la foto del Vip


Caro amico, se ti capita sotto tiro un personaggio noto dello sport, inviami la foto della star. La mia mail la trovi alla voce del blog "Visualizza il mio profilo completo": aascione chiocciola gmail.com.

Insieme possiamo creare un simpatico album di Vip dello sport. Ricorda di scrivermi dove e quando è avvenuto l'avvistamento della star. Se, oltre al Vip, nella foto ci sono anche altre persone, chiederò a queste l'autorizzazione alla pubblicazione della loro immagine sul mio blog.

[foto (a sinistra, Maradona) via flickr.com/photos/river33mania]

giovedì 6 novembre 2008

Va’ a spiegare il gioco responsabile a un irresponsabile


Provate a uscire vivi da questo paradosso: “io dico sempre bugie”. Bene: ho detto una verità o una bugia?

E adesso, seguendo la stessa logica, leggete quanto scrive il sito di Lottomatica (in corsivo):

Con l'intenzione di promuovere il Gioco Responsabile abbiamo individuato alcuni suggerimenti da proporti:


quando giochi stai "comprando divertimento", non investendo denaro;


gioca all'interno delle tue possibilità economiche, definisci un limite di spesa e rispettalo. Se superi il limite, smetti di giocare;


non chiedere in prestito denaro per giocare;


non giocare per "rifarti" e non alterare la verità sulle somme che hai perso;


smetti di giocare se pensi che stai spendendo troppo o stai giocando troppo frequentemente;


mentre giochi, non essere condizionato o influenzato dagli altri, giocare è una tua scelta responsabile;


non lasciare che i tuoi bambini giochino (da soli o con te) a giochi d'azzardo o di soldi.
Ma soprattutto ricordati che il gioco è divertimento!

Lottomatica scrive fesserie? No. Sono consigli condivisibili. C’è però un problema di fondo. Quei suggerimenti arrivano dritti dritti a una marea di irresponsabili, che vedono nel gioco d’azzardo un modo per arricchirsi. Allora, l’impresa sta qui: spiega a un irresponsabile che cos’è il gioco responsabile. Credo sia più facile uscire vivi dalla mia domanda di inizio post.

mercoledì 5 novembre 2008

Del Piero, il terzo più forte degli ultimi 30 anni


Stasera Alessandro Del Piero ha messo la firma per entrare di diritto nei primi tre giocatori più forti degli ultimi 30 anni. Sì, stasera, e non prima. Perché gli mancava l'acuto a Madrid. Allora, aggiorno la classifica dei primi 10.

1) Maradona

2) Van Basten

3) Del Piero

4) Zico

5) Platini

6) Zidane

7) Matthäus

8) Gullit

9) Tardelli

10) Falcao

foto flickr, by ny byrjun

martedì 4 novembre 2008

Video sfiziosetto su Kaká

Segnalo questo video simpaticissimo di Solopallone.it. Andate a beccare il trucco...

Burdisso voleva oscurare Lazio-Inter 4-2 del 5 maggio: impresa sfiorata



Nicolás Andrés Burdisso è un uomo fiero e coraggioso. Ha combattutto una delicatissima vicenda familiare con una grinta senza pari, portando a casa la vittoria della vita. Lo stimo moltissimo. È giusto volergli bene. Da qui in poi, però, intendo discutere esclusivamente le sue qualità come calciatore. Ebbene, è un brocchetto. Pure fortunato. Perché sui campi delle serie minori italiane si ammazzano difensori 20enni che sognano il grande salto in una squadra di primo livello, come Inter, Milan o Juve. E invece, restano lì dimenticati da tutti. Mentre a Burdisso, per quanto riguarda la carriera, è andata di lusso.

Sì, è vero, in Argentina se la cavava discretamente. Ma il suo Boca Juniors giocava con altri quattro difensori, più due centrocampisti di copertura. All'Inter, adesso, è circondato da ali, mezze punte e centravanti: così è costretto all'uno contro uno con il diretto avversario. Disastri.

Nicolás, argentino di fuoco, colleziona espulsioni nei momenti decisivi: vedi la partita di Champions contro il Liverpool a Milano e il derby di qualche settimana fa. Fa una papera dietro l'altra. Contro il Genoa ha perso tutti i duelli messi in piedi da Milito. E, pochi minuti fa, ha regalato due gol a una squadra cipriota, rischiando di oscurare Lazio-Inter 4-2 del famoso 5 maggio 2002. Per ora, Gresko resta l'incubo dei tifosi nerazzurri (guarda il video commemorativo in alto); Burdisso è un sogno un po' agitato. Però se Mourinho insiste a metterlo in campo, c'è il rischio che l'argentino entri di diritto nella leggenda del calcio.

lunedì 3 novembre 2008

Milan-Napoli: il mistero del metro di giudizio arbitrale


Se analizzi le entrate di Maggio sui giocatori rossoneri in Milan-Napoli, non centri il problema. Certo che erano entrambe da ammonizione. Certo che il napoletano andava espulso. Non ci piove: il regolamento è chiaro e il ragazzo è stato ingenuotto. La questione è però un'altra. Se l'arbitro Rocchi tira fuori il cartellino giallo per quelle due infrazioni, allora deve mantenere lo stesso identico metro di giudizio per 90 minuti. Risultato, Milan-Napoli deve finire in otto contro otto.

E sia l'arbitro sia i due assistenti non devono avere timori reverenziali verso i grandi nomi: nel caso in cui c'è da ammonire un centrocampista ben più famoso di Maggio, Rocchi ha l'obbligo di farlo.

Perché di un arbitro si possono accettare gli errori, le sviste, le distrazioni. Però quando viene meno l'uniformità di giudizio, quando il metro di misura cambia a seconda di chi commette il fallo o di quando questo viene commesso, allora la partita ne esce pesantemente condizionata. Non l'ha fatto apposta: era semplicemente inadeguato a stare sotto gli occhi di 80.000 persone a San Siro e di milioni di persone in tv.

L'arbitro non aveva diritto di influenzare, seppure senza volerlo, la partita. Non aveva il diritto di ammonire secondo criteri di severità uno e perdonare l'altro. E perché mai? C'è un regolamento speciale da applicare al minuto 30 del primo tempo e un altro ancora più particolare per il minuto 20 della seconda frazione? Di fronte a Maggio hai il fegato di tirare fuori un cartellino; mentre subisci senza battere ciglio le proteste a muso duro di altri: perché?

E poi, lo stesso severissimo criterio è stato applicato anche in occasione del calcio di rigore. Bene, a quelle condizioni, fermi il gioco ogni 20 secondi alla minima scorrettezza.

Il Milan è la squadra più forte del campionato, è prima con merito oltreché la grande favorita per lo scudetto, visto che non gioca la Champions. Ma Milan-Napoli è la partita dei misteri: qualcuno sa spiegarmi il perché di quei metri di giudizio diversi? Le mie previsioni, purtroppo, si stanno avverando: vedi qui.

foto flickr.com/photos/ladydian

sabato 1 novembre 2008

Una vittoria per Mourinho: se invece i giocatori avessero voluto sbarazzarsene...


Come fai a vedere se i giocatori vogliono un allenatore? Semplice: osservi cosa fanno nei momenti di difficoltà. Ebbene, sul 2-2, a Reggio Calabria, l'Inter ha indubbiamente toccato il fondo considerando gli ultimi quattro anni. Lì i giocatori ci hanno messo l'anima. Addirittura, è stato Cordoba (il quale aveva difeso Roberto Mancini quando Ibra aveva detto che aveva imparato più con Mou in pochi mesi rispetto a quanto avesse fatto nella sua carriera precedente) a metterla dentro. Dopodiché si è visto un mucchio selvaggio di gioia.

State pur tranquilli che i giocatori, se e quando vogliono, sanno come sbarazzarsi di un allenatore. Basta mollare nei momenti duri e il gioco è fatto. Non parlo soltanto dei calciatori nerazzurri, ma di tutti quelli che animano il nostro campionato (all'estero succede, però di meno).

Quindi, non è tanto una vittoria "di" Mourinho, ma una vittoria "per" Mourinho.

foto inter

mercoledì 29 ottobre 2008

Inter, sei inguardabile. E hai chiuso in ginocchio contro la Fiorentina


È sicuramente l'Inter più brutta degli ultimi quattro anni quella di Firenze. Una squadra che finisce sulle ginocchia, sovrastata fisicamente dalla Fiorentina: i viola, dal minuto 80 in poi, hanno avuto tre palle gol, una delle quali buttata alle ortiche da Pazzini. A questo punto, viene da pensare che Mourinho faccia bene a non mettere subito le due punte in campo, ma a limitarsi a Ibra: qui c'è bisogno di filtro a centrocampo. Il rischio, proprio com'è accaduto a Firenze quando è entrato Crespo, è di sbandare in difesa.

Non soltanto. Per gli interisti, è anche il momento più buio da tre anni in qua: c'è il Milan meritatamente sopra, e i nerazzurri sono scivoltati laggiù in basso, dove non erano più abituati a essere.

È possibile che - per espressa volontà di Mourinho - l'Inter voglia trotterellare fino a febbraio, per poi piazzare il rush finale di gran carriera, puntando alla Champions. Nelle stagioni passate, accadeva esattamente il contrario, con gli uomini di Moratti che crollavano all'inizio di marzo.

foto flickr.com/photos/dedio

domenica 26 ottobre 2008

Orrore Inter: rosa sopravvalutata e corner da piangere


Erano quattro anni che non vedevo giocare così male l'Inter a San Siro. Oggi, col Genoa, il pareggio le va di lusso: meritava di perdere. Mourinho non ha colpe; secondo me, la rosa dei nerazzurri è ampiamente sopravvalutata dai mass media. La squadra di Moratti era e resta la favorita per il tricolore, tuttavia gli uomini a disposizione del tecnico portoghese non sono così forti come certi quotidiani e tv fanno credere.

Tanto per cominciare, laddietro Burdisso si è ancora una volta dimostrato scarsino: Milito gli è andato via in continuazione. A centrocampo, se togli contemporaneamente Cambiasso e Vieira, sono dolori. E in generale, resta ancora la lacuna psicologica mai colmata da Roberto Mancini: nei momenti in cui l'Inter deve dare la mazzata decisiva, tende ad afflosciarsi.

In più, è comparso il mistero dei calci d'angolo: a partire dal derby col Milan, passando per Roma-Inter e per poi finire alla partita di oggi, i tifosi nerazzurri hanno assistito al festival dell'orrore. Il brasiliano Mancini che incespica sulla bandierina contro i rossoneri (video giù), altri corner buttati alle ortiche, fino ai due cross di Balotelli di qualche ora fa finiti direttamente sul fondo. Assurdo. Problemi da squadra dell'oratorio.

foto flickr, Album di poity_uk

sabato 25 ottobre 2008

L'arbitro Rocchi rovina Juve-Torino 1-0


Il regolamento del calcio viene modificato ogni quarto d'ora dai grandi capi del football internazionale, ed è allora inevitabile che gli arbitri non ci capiscano più niente. Oltretutto, le possibilità di interpretare una scorrettezza sono tante e tali che anche gli assistenti vanno in tilt. E così, succede che Juve-Torino 1-0 diventi un simpatico incontro di boxe thailandese. Andavano espulsi Diana e Barone (Toro) per entrate dure su Nedved e Del Piero; c'è anche chi ha visto volontarietà in un colpo del fuoriclasse bianconero a Diana stesso. Il direttore di gara, Rocchi, di nulla s'è accorto. Forse, era psicologicamente in difficoltà per via di un discusso derby della stagione scorsa che lui stesso aveva diretto. Magari Collina stavolta non ha azzeccato la designazione.

In generale, l'arbitro ha invertito falli a centrocampo, sbagliato cartellini, non visto diverse irregolarità. Non ha influito sul risultato: la vittoria della Juve è giusta. Ha semplicemente influenzato la qualità del gioco: quando un arbitro non è all'altezza, i calciatori annusano l'andazzo e si adeguano. Tutti, tranne un buon Amauri.

foto juve

Superenalotto? Non mi piace: passa troppo tempo fra la chiusura delle giocate e l'estrazione

Se vai al casinò e giochi alla ruolette, a un certo punto il croupier ti dice che non puoi più puntare: "Rien va plus, le jeux sont faits", che in francese significa "Nulla è più valido, i giochi sono fatti". Da quel momento, tu sai che passeranno pochi secondi prima che la sfera bianca termini il suo percorso su un numero. Lo trovo un meccanismo onesto. Ma adesso analizza con me il Superenalotto. Ipotizza di giocare un secondo prima della chiusura: metti, puntata alle 19.29.29", con chiusura alle 19.30. Quanto tempo passa prima che ci sia l'estrazione e che vengano comunicati i numeri vincenti? Troppo. Più di 5 minuti, più di 10. C'è chi dice: oltre 30 minuti (vedi qui il commento inviato il 22-10-2008 alle 07:55 da faraway). Ma se c'è un esperto che lo sa, mi scriva nei commenti.

Ecco, quell'intervallo fra il momento ultimo disponibile della giocata - ossia fra il "Rien va plus, le jeux sont faits" pronunciato dal Superenalotto - e il momento della comunicazione dei numeri vincenti è troppo lungo e non mi gusta. Preferirei un intervallo minimo: non oltre qualche minuto. Allora, magari, sarei più propenso a giocare. Ma così non mi alletta.

Come dite? Ci sono tempi tecnici che obbligano a quell'intervallo? Sarà. Ma allora che quel gioco se lo tengano.

Per carità, non oso nemmeno mettere in dubbio che ci sia qualcosa di sporco sotto. Tutto viene controllato da esperti, addetti, notai e pure Nostro Signore darà un'occhiata per verificare il corretto svolgimento dell'estrazione. Né mi va di ripensare a quella faccenda delle estrazioni truccate risalente al 1999, che nulla c'entrano adesso col Superenalotto. Sostengo semplicemente che trattasi di gioco poco affascinante. Attira per via della somma mostruosa messa sul tavolo, certo. È la prova che siamo tutti molto più poveri, quasi sul lastrico. Se no, un gioco con così poche possibilità matematiche di vincere non se lo filerebbe nessuno. Perché più hai i soldi, e più desideri condizioni di gioco che ti favoriscano; meno hai denaro, più sei propenso a gettarti sui tavoli dove vedi l'oro che luccica.

foto flickr.com/photos/pibe82

venerdì 24 ottobre 2008

Superenalotto: vedi il sorriso perché nessuno ti mostra l'orrore della sconfitta

Oh, finalmente ci siamo tolti dalle scatole 'sto benedetto 6 del Superenalotto da 100 milioni di euro. Perché è un gioco che rimbambisce una moltitudine di noi italiani. E soprattutto perché fa parte - pur senza colpe - di un meccanismo diabolico, che induce a desiderare il denaro senza pensare all'orrore della sconfitta.

Sì, tv e quotidiani ora ci mostrano la felicità di presunti amici e conoscenti dei vincitori del 6. Si festeggia, si balla, pensando a quanto starà esplodendo di gioia il neoricco. Ma, in tutto questo scampanare di allegria, ci si dimentica del dramma di numerosi sconfitti. Non parlo di chi giochicchia al Superenalotto spendendo piccole cifre (che comunque, sommate, formano un bel gruzzolo: ma vaglielo a ficcare in testa); mi riferisco a chi ci rimette somme altissime per piantarci dentro un sistemone costoso, di quelli "infallibili" perché basati sulla matematica, sui numeri in ritardo.

Ebbene, che fine fanno quei disperati che ci smenano denaro in quantità abnorme, e che magari fanno i debiti per tentare di recuperare con nuove scommesse quanto perso? Sono dimenticati dagli dei, ma - forse peggio ancora - anche da tv e quotidiani. Che si guardano bene dal fare un'inchiesta mirata sul problema: tu, italiano disperato che hai perso un pacco di quattrini al Superenalotto, vieni a parlarci in tv o in redazione della tua esperienza. Fa' tremare chi pensa di arricchirsi con quel giochino. Spaventa i futuri indebitati indemoniati del Superenalotto. Mostra le carte revolving che hai collezionato pur di versare l'obolo settimanale.

No: in tv e sui quotidiani si vedono esclusivamente i "vincitori". Trattasi di realtà distorta dai mass media. L'orrore viene nascosto sotto il tappeto. E adesso si sta per ricominciare: a caccia del nuovo 6. Non disturbate lo Stato "biscazziere".

[l'immagine, via flickr.com/photos/foodwoolf, non c'entra col Superenalotto e ha puro valore simbolico del gioco d'azzardo]

martedì 21 ottobre 2008

Se la Juve adotta la tattica Milan, vince la Champions


Imperativo categorico: dimenticare lo scudetto e non competere con l'Inter in Italia. Se la Juve scorda il tricolore, vince la Champions. Il motivo? Si dedica esclusivamente ai martedì e mercoledì di coppa in Europa, e in Italia si allena. Facendo stancare tutte le grandi che lottano su due fronti (la stessa Inter, Real Madrid, Chelsea, Liverpool anzitutto), impegnate nel loro campionato e in Champions; e arrivando fresca come una rosa bianconera all'appuntamento notturno europeo.

Sì, è la stessa tattica intelligente che ha usato il Milan per vincere le due più recenti Champions. Addirittura, il giorno della finale di Atene col Liverpool, era a una distanza siderale dall'Inter in campionato. Ed è anche un modo di entrare nella storia: vuoi mettere la soddisfazione di portarsi a casa la coppa con le orecchie due anni dopo l'umiliazione in serie B? Roba da sogno.

Insomma, sarà necessario concentrarsi su 7 partite: due agli ottavi, due ai quarti, due in semifinale e una finale. Molto meno dispendioso di giocare 80 partite fra campionato e coppe ai massimi livelli. Io, fossi in Ranieri, comincerei proprio dal prossimo turno di campionato: in panchina o tribuna chi ha corso di più in Juve-Real Madrid 2-1.

foto flickr.com/photos/fotodileo

domenica 19 ottobre 2008

Roma-Inter 0-4: questa vittoria è anzitutto di Mourinho. Lui è come Sacchi con il primo Milan


È stato lui a scegliere di giocare con due ali, cioè Obinna e Quaresma. È stato lui a insistere su Stankovic centrale. È stato lui a piazzare Zanetti a sinistra laddietro. Appartiene a lui l'esplosione definitiva di Ibra. È stato lui a dare un gioco prettamente offensivo all'Inter. Lui è Mourinho. La vittoria sulla Roma per 4-0 è sua anzitutto.

Non so se Mou riuscirà a vincere lo scudetto o la Champions: per raggiungere gli obiettivi ci vuole anche fortuna. Di sicuro, al mondo non c'è in questo momento una squadra così divertente. Mi ricorda il primo Milan di Sacchi, quello che vinse lo scudetto con Virdis e Gullit. Mi fa venire in mente il Milan di Capello del 1994, che centrò la leggendaria accoppiata. Per intensità agonistica, è paragonabile alla Juve del primo Lippi, con Vialli, Del Piero e Ravanelli. E per cattiveria sotto porta, è come l'Inter di Trapattoni del 1988.

foto flickr.com/photos/cam_team

Il Milan domina la Samp? Il Milan è stato bello? Cerco milanista sfegatato che m'illumini



Nono del secondo tempo di Milan-Samp: rigore per i rossoneri, blucerchiati in 10, gol dell'1-0 e partita finita (terminerà 3-0). Fino a quel momento, la squadra di Mazzarri tiene botta benissimo, creando anche occasioni da rete. Di quest'incontro a San Siro, tutto si può dire tranne che il Milan abbia dominato: affermarlo significa osservare soltanto il risultato finale. Sicché giudico un po' forzatino il titolo del sito dell'Unione Sarda, che vedete nella foto in alto: "Il Milan domina in casa e batte la Samp 3-0". Forse, io ho visto un'altra partita. Per favore, allora raccontatemi com'è andata davvero.



Anche Goal.com non scherza: "Milan-Sampdoria 3-0: A ritmo di samba, il Milan torna bello anche di giorno" (foto in alto). Affermare che i rossoneri siano stati belli mi pare quanto meno azzardato.

Cerco il più sfegatato dei milanisti che mi dica se ho preso un abbaglio.



Sono invece d'accordo con l'impostazione data da calcioblog.it: vedi su.

sabato 18 ottobre 2008

Napoli-Juve: suicidio Ranieri

Metà del secondo tempo di Napoli-Juve, punteggio di 1-1. La coppia Amauri-Del Piero ha dato, fino a quel momento, molto fastidio al centrocampo e alla difesa partenopea. Ma ecco che Ranieri rovina tutto: fuori Del Piero per un difensore (De Ceglie). Da lì in poi, il Napoli prende in mano la partita: 2-1 di Lavezzi e altre occasioni.

Non so se la crisi della Juve (che io ho annunciato quando vinceva di fortuna) sia colpa esclusivamente di Ranieri. Di certo, stasera è tutto suo il suicidio tattico oltreché psicologico: se togli un attaccante per un difensore, dici all'avversario "Io ho paura" e togli sicurezza alla tua squadra.

Attenzione. Potrebbe anche essere una serata epocale: la Juve che esce dal novero delle grandi squadre, per far posto al Napoli. Un passaggio di consegne storico. E la nostalgia di milioni di tifosi bianconeri verso Moggi aumenta: vedi qui.

foto flickr by megadeth87_rules

Poker Room del Gioco Digitale: giusto stroncare la Collusione. Ma l'esempio del rilancio mi lascia perplesso


Dicono le regole della Poker Room di Gioco Digitale, a proposito della Collusione (in corsivo): E' assolutamente vietato collaborare con alcuni giocatori a discapito di altri, ad esempio non puntando quando si ha il punto massimo e si è ultimi ad agire, oppure effettuando grossi rilanci e fare fold dopo un successivo piccolissimo rilancio quando si ha una buona mano. Tali comportamenti scorretti vengono monitorati dal server di gioco e possono anche essere segnalati dai giocatori stessi. Gioco Digitale si riserva il diritto di analizzare la condotta di gioco presente e passata dei giocatori segnalati e di prendere gli opportuni provvedimenti. Nei confronti dei trasgressori Gioco Digitale si riserva il diritto di sospendere temporaneamente o definitivamente l'accesso all'ambiente di gioco prima, durante e dopo un torneo; in caso di sospensione durante un torneo, il trasgressore verrà automaticamente escluso dal torneo. Gioco Digitale si riserva altresì il diritto di sospendere l'accesso al conto gioco dei trasgressori.

In linea generale, non si può non essere d'accordo con quella norma della Poker Room. Giusto stroncare sul nascere l'odiosa collaborazione fra due giocatori a uno stesso tavolo. Altrettanto legittimo che Gioco Digitale si riservi il diritto di analizzare la condotta di gioco dei giocatori segnalati e di prendere gli opportuni provvedimenti. Necessario anche che Gioco Digitale abbia il diritto di sospendere l'accesso al gioco e al conto. Intelligente il primo esempio: "non puntando quando si ha il punto massimo e si è ultimi ad agire".

Tuttavia, mi permetto di esprimere qualche dubbio sul secondo esempio: "effettuando grossi rilanci e fare fold dopo un successivo piccolissimo rilancio quando si ha una buona mano". Traduzione: il giocatore A punta 10 chips (gettoni); il giocatore B rilancia a 17 chips con una buona mano; il giocatore C rilancia a sua volta a 19 cips; il giocatore B lascia (fa fold). Io qui non ci vedo un evidente desiderio di avvantaggiare altri, cioè di collusione, imbroglio. In realtà, l'obiettivo numero uno del pokerista è proprio far rimbambire gli altri giocatori, disorientarli, farli impazzire, togliere ossigeno al loro cervello. Se fai un grosso rilancio e scappi dopo un piccolo rilancio successivo, può darsi che la prossima volta altri facciano piccoli rilanci sopra il tuo per indurti a lasciare, e tu ne approfitti per non andare via ma per stangarli definitivamente.

È soltanto un'opinione personale su quell'esempio di Gioco Digitale: non intendo dire che ci sia una regola non valida. D'altronde, è altresì vero che fare esempi concreti di collusione al poker sia un'impresa improba, giacché il tipo di gioco lascia aperte infinite variabili di comportamento lecito e illecito.

Gioco Digitale: sarebbe carino sapere anche quanti soldi sono stati persi


"Vinti su Gioco Digitale 6.474.984,00 €": così dice in home page (nella parte in alto a destra) il sito del "primo operatore italiano indipendente di gaming online, con un’offerta focalizzata su Poker, giochi di abilità, Bingo e lotterie. La società è attiva nello sviluppo del prodotto e della tecnologia ed è concessionaria dello Stato Italiano per il gioco a distanza".

Quella che vedete in foto (giù il particolare) è indubbiamente una frase che attira ed eccita. Tuttavia, credo sarebbe carino anche comunicarci quanti soldi sono stati persi su Gioco Digitale. Dopodiché, uno fa un confronto e stabilisce se piazzarci del denaro gli possa convenire.


Addirittura, si scende nel particolare: "Fabrizio dalla provincia di Bari ha vinto 2.105€ con le Scommesse". Interessante. Ma, a parte quel fortunello di Fabrizio, vorrei gentilmente sapere quanto hanno perso Matteo, Franco, Pasquale, Giorgio... Perché, che diamine, qualcuno dovrà pur perdere 'sti soldi?! Se no, Gioco Digitale che ci guadagna?

venerdì 17 ottobre 2008

Poker online di Stato: c'è una bizzarra spiegazione del bluff


Vado su giocodigitale.it e scopro che per vincere a poker online occorrono astuzia e abilità: osservate la foto in alto e cliccate per ingrandirla. È tutto scritto nella fascia arancione.



Allora clicco e finisco qui: poker.giocodigitale.it/poker. Affascinante la schermata in alto: guardate come risaltano le scritte "Vinci", "Euro", "Fai il pieno", "Gratis", "Free". Ti attirano.


Io ho un Mac: non gioco? Vedi qui, foto in alto. Pazienza...



Ma è la spiegazione del bluff che mi lascia atterrito. In corsivo: Se ritieni di non avere la mano migliore, ma punti o rilanci per indurre l'avversario a scartare la mano che avrebbe vinto il piatto, allora stai bluffando. Le domande però sorgono spontanee. Perché bluffare? Quando bluffare? Quanto spesso bluffare? La ragione più immediata per bluffare è, banalmente, aggiudicarsi un piatto avendo una mano più brutta degli avversari. Ma c'è un'altra e più sottile ragione per bluffare, una ragione di prospettiva e più a lungo termine: bluffi per lasciare gli avversari sempre incerti. In questo modo ti garantisci la possibilità di vincere grosse somme quando avrai davvero una combinazione molto alta; in sostanza anche i bluff non riusciti hanno la loro utilità, perché indurranno poi gli avversari a vedere proprio quando avrai una combinazione alta. Se non bluffi mai, automaticamente tutti passano ad ogni tua grossa puntata. Se bluffi sempre, c'è sempre qualcuno che ti viene a vedere. Quello che devi fare è bluffare in modo non prevedibile, per lasciare sempre incerti gli avversari: è la possibilità che tu possa bluffare che non permetterà loro di capire il vero punto che hai in mano.

Mi paiono teorie campate per aria, prive di presupposti psicologici o scientifici. Se davvero bastasse seguire quel tipo di bluff, tutti vincerebbero a poker. Le condizioni che determinano la vittoria della mano sono infinite: vanno dalla curiosità di chi si scontra con te, al coraggio dei pokeristi rimasti in gioco, fino al masochismo (voglia di perdere che mi spienge a vedere sempre le carte dell'avversario) e all'orgoglio (pensi che io non ti veda e invece lo faccio; oppure pensi che io ti veda ancora e invece non lo faccio più).

Se volete davvero perdere al poker online, allora seguite quei consigli che il sito (in buona fede) vi dà sul bluff.