domenica 31 gennaio 2010

Milan-Livorno 1-1. Tutta colpa di Ancelotti

Ricordate la scorsa stagione, quando tutti incolpavano Ancelotti per i risultati scarsi del Milan? Ecco, anche adesso che i rossoneri sono lontani dall’Inter e già fuori dalla coppa Italia, e che han pareggiato contro il Livorno 1-1, la responsabilità è solo di Ancelotti, che trascurava Ronaldinho, per giunta, facendolo intristire in panchina. Meno male che c’è Leonardo. Ora il Milan pare il Brasile del 1982, quello di Falcao e Zico. No, di più: per il gioco arioso, ricorda quella che secondo me è una delle squadre più forti di ogni epoca, ossia il Milan di Sacchi di fine anni 80.

Infatti, lo schema fisso dei rossoneri contro il Livorno era: cross da trequarti, sperando che accada qualcosa. Bestia, che innovazione, che calcio spettacolo del futuro. Merito di Leo. Con Beckham che s’è rivelato, ancora una volta, di enorme utilità tattica: non so cosa significhi, ma così usano dire gli esperti. Io pensavo che si dovesse correre e tirare in porta, invece l’inglese è tatticamente utile. Poco importa che in 90 minuti abbia causato un rigore giocando a pallavolo nella propria area di rigore e sia scomparso dal campo negli ultimi 15 minuti, esibendosi in un fallaccio a centrocampo.

Per fortuna c’è Leonardo, che ha fatto resuscitare Ronaldinho. Oggi il brasiliano (quello in campo) ha fatto i numeri. Pecorrendo ben 150 metri in 98 minuti totali, sempre sulla zolla di sinistra (che non s’è consumata perché dopo il primo tempo c’è stato il cambio di campo), ha fatto un colpo di tacco. Sì, è rinato. Adesso ha la possibilità di disputare 70 partite ad alto livello per comportarsi da professionista serio, tentando di vincere campionato, Champions e coppa Italia.

Ma Leonardo gode di buona stampa. Fossero stati Ancelotti (Milan), Ferrara (Juve), Mourinho (Inter) o Ranieri (Roma) a ridurre in uno stato così pietoso le proprie squadre, senza uno straccio di gioco, sarebbero stati mediaticamente massacrati da titoloni di giornali.

Finale Australia: Federer batte Murray. Caro Andy, se mandi via tua madre dal box, vinci uno Slam

Nella finale degli Australian Open, Federer spazza via Murray nei primi due set seguendo un’unica tattica: back di rovescio sul rovescio dello scozzese, poi dritto un po’ angolato dell’elvetico sul dritto dell’avversario, infine botta lunga inarrivabile. Inoltre, Federer non ha mai fatto un servizio identico a un altro: gli ho visto tirare palle al corpo, a uscire, alte, storte, arrotate, potenti e centrali. Murray in risposta è impazzito, specie nel servizio da destra verso sinistra, che ha perennemente spianato la strada del game allo svizzero.

Il match s’è acceso soltanto nel terzo set, quando Murray s'è sciolto, ha preso coraggio attaccando e tirando un po’ profondo. Lo scozzese ha finalmente tolto la battuta a Federer, per poi perderla anch’egli e arrivare la tie break. Qui l’incontro è stato pari, anche se Murray ha ancora una volta sofferto il servizio da destra dello svizzero, sempre più a uscire verso il dritto. Tre set a zero per Federer: 6-3 6-4 7-6 (11-9): Roger si conferma il più grande di ogni epoca nel tennis (16° Slam), nonché uno degli sportivi più forti di tutte le discipline, andando a far concorrenza a Maradona, Owens, Jordan e altri illustri personaggi.

Non c’è nulla, dal punto di vista puramente tecnico, da rimproverare a Murray. Che non può certo imparare a rispondere bene di dritto in una finale dello Slam, tutt’a un tratto. Di fronte, aveva un fuoriclasse di ghiaccio, che nella vita ha fatto a pezzi quasi tutti gli avversari: forse, Federer soffriva Nadal, che però per reggere quei ritmi (il suo tennis è atleticamente durissimo) è logoro fisicamente a 23 anni.

Invece, a mio modesto parere, il salto di qualità Murray può farlo sotto il profilo psicologico. Sempreché voglia davvero vincere uno Slam, senza accontentarsi di essere ricoperto d’oro dagli sponsor.

1) Via la mamma dal box, specie durante gli Slam. Al massimo, ok alla sua presenza negli altri tornei, ma in un Australian Open proprio no. Neppure a Wimbledon: c’è la tv a casa che è tanto comoda. Se Andy era nervoso, se ha ripetuto quattromila volta “Fuck!” in mondovisione, se non ha retto mentalmente nei primi due set, se perfino il rovescio bimane era paralizzato dallo stress, allora c’è qualcosa da modificare. Le madri a casa, per piacere. Anche perché la signora è una maschera di tensione senza uguali, dal riscaldamento sino all’ultimo punto del tie break. E poi si alza dalla poltroncina, esulta, incoraggia: sempre con quegli occhi indemoniati. Che non possono trasmettere tranquillità al ragazzo. Alla madre di Murray non si può certo chiedere di restare immobile come una sfinge: anche in Scozia i figli saranno pezzi di cuore. Che faccia quindi la ultrà davanti a un bel televisore.

2) Chi può dica a Murray che certi comportamenti in campo lo danneggiano. Nel terzo set, quando faceva il punto, restava tranquillo o al massimo si caricava con un “Andiamo!” in inglese: “C’mon!”. Al contrario, se perdeva il punto, si toccava il ginocchio o la schiena, accompagnando il gesto a una smorfia di dolore. Opinione personale: così irriti l’avversario, lo stuzzichi. Può funzionare con un numero 50 al mondo. Federer osserva, sta zitto, e alla fine punisce.

3) Al posto di Murray, quel paio di urli di guerra, un po’ artificiosi, per due punti importanti vinti nel terzo set, non li avrei mai e poi mai fatti. Non ci credo che fossero naturali del tutto: mi sono parsi voluti, quasi a intimidire Federer. Ma per carità... non scherziamo col fuoco: lo svizzero ha un carattere d’acciaio, tipico dei silenziosi. Se non vuoi vedere un giocatore davvero cattivo, non fare mai arrabbiare un quieto.

giovedì 28 gennaio 2010

Inter-Juve 2-1. Incredibile: un 18enne Materazzi il migliore in campo!


La coppa Italia era il primo obiettivo stagionale della Juve, fuori dalla Champions e lontana dal vertice in campionato (ci sarebbe l’Europa League, ma a mio modesto parere vale meno di un triangolare estivo). Motivo per cui i bianconeri sono entrati in campo aggressivi e pieni di voglia di vincere. Non così l’Inter, per la quale la coppa Italia è il terzo obiettivo, dopo Champions e scudetto. I risultati si sono visti, complice anche una papera di Toldo su tiro di Diego: 1-0 per la Juve dopo i primi 45 minuti dei quarti di coppa Italia (match unico). Dopodiché, i nerazzurri hanno spinto con vigore, parecchio sbilanciati in avanti. Ed è lì che ha giocato una delle migliori partite della carriera il signor Materazzi, di anni 36.

Esplosivo, reattivo come come una tigre, sempre pronto all’anticipo pulitissimo, Marco ha dato la scossa alla squadra con interventi straordinari. Se sei così proteso in avanti, hai bisogno di uno laddietro che ti salvi le chiappe ogni volta che gli avversari vanno in ripartenza: compito svolto alla grande da Materazzi (voto 8).

L’ho visto ringiovanito, con una condizione atletica da paura. Marco pareva un 18enne che vuole sfondare nel calcio. Un professionista, un esempio per tutti i calciatori che non trovano spazio come titolari, ma che avrebbero il dovere di restare allenati e in palla sempre e comunque.

Il difensore nerazzurro è stato intelligente e misurato anche durante le proteste all’arbitro per la clamorosa svista sul finire del primo tempo: fallo di mano di Melo in area e niente rigore. Marco avrà chiesto mille volte al direttore di gara: “Ma non hai visto che Melo l’ha toccata di mano?”.

Dopo Materazzi, stasera ottimo Sneijder (voto 7,5), che ha smistato palloni con sapienza su tutto il fronte d’attacco.

Terzo Balotelli (voto 7), che ha dato un gran fastidio ai difensori della Juve, i quali in diverse occasioni sono ricorsi alle maniere forti per fermare il fuoriclasse dell’Inter. Mi diverte anche il modo d’esultare di SuperMario: una passeggiata silenziosa verso il centro del campo. Sempre meglio delle sceneggiate isteriche di attaccanti ipervitaminizzati con gli occhi fuori dalle orbite: giocatori che, chissà per quale miracolo medico-scientifico, si svegliano soltanto tre o quattro sere l’anno.

Peggiore in campo (sì, con un voto più basso di Toldo) Thiago Motta. Che io da oggi soprannomino il grande mistero. Pare paralizzato da non so quale paura; ha perso perfino l'istinto del passaggio filtrante in area di rigore. Peccato, ai tempi del Genoa era uno dei migliori centrocampisti in circolazione.

[foto via Inter]

martedì 26 gennaio 2010

Inter-Milan 2-0: il suicidio tattico e psicologico di Leonardo

Non è certo colpa di Leonardo se Nesta s’è fatto male proprio prima del derby. Però, una volta che non hai il più forte difensore centrale del mondo, valuti come cambiare il tuo modulo tattico in base al suo sostituto. Se in panca disponi di Franco Baresi, il gioco resta tale e quale. Invece, se hai Favalli, devi adeguarti alla situazione. Cosa che Leonardo non ha fatto. Mi spiego.

Con Nesta, nelle ultime partite, la difesa del Milan era altissima. In caso di ripartenze avversarie, Leonardo giustamente faceva affidamento alle capacità di recupero di Alessandro, oltreché al suo senso della posizione. L’affiatamento con Thiago Silva era perfetto: l’intesa fra i due dava ottimi risultati anche quando si trattava di mettere fuorigioco gli avversari.

Ebbene, con Favalli, Leonardo s’è intestardito a tenere la difesa altissima. Per Pandev e Milito è stata una pacchia. Riflettete sull’azione del primo gol. Lancio del macedone al Principe in posizione regolare: prima voragine. Secondo buco difensivo: la rincorsa di Abate su Milito. Lì avrebbe dovuto esserci Nesta, appunto. Perché a Favalli non puoi certo chiedere di fare una rincorsa di 22 passi: tante le falcate che ho contato a Gabriel prima della devastante rasoiata di sinistro.

Passi per Favalli che fai giocare altissimo: diciamo che non vuoi snaturare la squadra. Ma il secondo gravissimo errore è stato, a mio avviso, la sostituzione di Gattuso. Siena e Bari avevano fornito un’indicazione elementare a Leonardo: dare fastidio all’Inter sul piano della corsa a centrocampo e della cattiveria nei contrasti. Insomma, se c’era uno che ti serviva quando eri in superiorità numerica, questi non poteva che essere Rino, pronto a ringhiare su tutti. Senza considerare l’errore psicologico della sostituzione di Gattuso: l’unico che aveva dato la scossa ai suoi, procurandosi quel calcio di punizione al limite dell’area per fallo di Muntari. E ancora: perché sguarnire il centrocampo, dove lo stesso ghanese e Cambiasso non erano al massimo? Proprio lì in mezzo si doveva insistere.

Terzo errore. In quel clima da battaglia, serviva la malizia di Inzaghi. Se non altro, perché con un arbitro come Rocchi, in bambola totale, da un mezzo scontro in area poteva nascere un rigore: vedi il presunto fallo di Lucio.

E, considerando anche la mancanza di sostituti validi fra i rossoneri, spero che nessuno mai più osi bestemmiare accostando una grandissima squadra come il Brasile del 1982 al Milan di Leonardo.

In chiusura: sono stato sollecitato da decine di mail a fare un post sull’arbitro Rocchi. Stavolta no, perché non ho trovato fesserie sui mass media. E comunque, potete leggere cosa penso sugli arbitri qui e qui. Per quanto riguarda Rocchi, vedi qui dopo Milan-Napoli del novembre 2008, qui dopo un Juve-Toro e qui dopo Catania-Inter del gennaio 2008: che dite, avevo già eseguito un'esatta radiografia dell'arbitro del derby?

sabato 16 gennaio 2010

Pronostico ragionato sulle scommesse: la vittoria di Cagliari, Fiorentina e Roma. Per incassare oltre 4,3 volte la posta


Divertiamoci a scommettere da Snai (ma le quote di altri book sono simili). Cagliari-Livorno 1 dato a 1,8: oggi alle 18. Più Fiorentina-Bologna 1 dato a 1,45: domani alle 15. Più Roma-Genoa 1 dato a 1,65: sempre domani alle 15.

Totale della multipla: 4,3065 la posta.

Se giochi 10 euro e vinci, incassi 43,065 euro.

Ragiono.

Cagliari-Livorno. Un’assenza pesante per i sardi: Conti. Cinque assenze per i toscani. Sei punti di differenza in classifica per il Cagliari, che in casa va forte. L’1 a 1,8 è troppo alto.

Fiorentina-Bologna. Mutu, fra i viola, scatenato. Toscani in corsa su tre fronti: zona Champions, la stessa Champions (ottavi) e coppa Italia. Piuttosto elevata la quota di 1,45 della vittoria della Fiorentina.

Roma-Genoa. I ragazzi di Ranieri vanno a mille all’ora in casa; di contro, i liguri stentano lontano da Marassi. Quindi, l’1,65 della vittoria di Toni e compagnia è accattivante.

In passato, come potete controllare sul blog, ho un’altissima percentuale di pronostici azzeccati con quote allettanti (in rapporto al tipo di giocata). Il più recente? Vedi Bari-Juve. Ogni tanto, purtroppo, non azzecco neppure lontanamente il risultato. D'altronde, soltanto chi non fa pronostici non sbaglia mai. Complimenti a lui.