sabato 26 marzo 2011

Ibrahimovic, squalifica ridotta: 10 errori senza risposta


Il Milan s’è comportato con intelligenza e sagacia. Sia dal punto di vista mediatico sia sotto il profilo giuridico. Ognuno tira l’acqua al suo mulino, com’è giusto che sia. Sono i giudici che, a mio parere, hanno sbagliato. In buona fede.

1) Nel gennaio 2009, Adriano, in Inter-Sampdoria, si divincola dalla marcatura di Gastaldello: colpisce il difensore doriano con un pugno allo stomaco. Tre giornate di squalifica, dietro prova tv. Sentenza: “In occasione di un calcio d'angolo a favore della squadra nerazzurra, Adriano e Gastaldello, nell’area doriana affollata da calciatori di entrambe le squadre, si trovavano a strettissimo contatto. In tale frangente, il calciatore interista, nel sottrarsi alla pressione esercitata dall’avversario, con un repentino movimento, del braccio destro, colpiva con un pugno all’addome il calciatore blucerchiato che si accasciava al suolo, con atteggiamento sofferente”. Ricorso Inter. Risultato: tre giornate confermate. Adesso, invece, riduzione della pena per Ibrahimovic: da tre a due. Perché?

2) Brighi, l’arbitro di Milan-Bari, ha visto tutto benissimo. Senza aiuto della tv, senza paura di fischiare contro il Milan, senza timore delle rimostranze a muso duro dei giocatori del Milan. Espulsione diretta di Ibrahimovic. Arrivano i giudici e riducono da tre a due le giornate di squalifica. Brighi è di dimensione internazionale. Nessuna remora: annulla il gol per il tocco nettissimo di mano di Ibrahimovic, lo espelle per il pugno. Ha dimostrato di avere carattere, personalità. Non è questione di buona fede, ché anche Rocchi, Rizzoli, Morganti, Banti e Tagliavento e altri sono onesti. Ma è questione di capacità, temperamento. Eppure, i giudici smentiscono parzialmente Brighi. Allora, non puoi intervenire dopo che Robinho stoppa di mano e regala la vittoria al Milan a Chievo. Però intervieni e modifichi quanto ha visto un arbitro coi controfiocchi come Brighi. Perché?

3) Derby di ritorno della scorsa stagione. Sneijder applaude l’arbitro Rocchi: due giornate di squalifica. Ibrahimovic, due giornate di squalifica per un pugno. Stesse pene per due comportamenti così tanto diversi. Perché?

4) Inter-Samp della scorsa stagione. Due giornate a Cambiasso per pugno a Gastaldello nel tunnel che porta agli spogliatoi. Gastaldello all’epoca: “Nessuno mi ha dato nessun pugno”. L’arbitro non vede. Solo gli agenti federali. Due giornate a chi avrebbe tentato di tirare un pugno, non visto dall’arbitro (con circostanza negata dal giocatore che sarebbe stato preso a botte), così come a chi ha tirato un pugno visto dall’arbitro. Perché?

5) Tre giornate a Lavezzi per uno sputo che non si sa né se c’è stato né dov’è andato. Lavezzi, per la cronaca, salta Milan-Napoli. Ricorso respinto. Perché?

6) Mi dicono che Ibrahimovic stesse tentando di raggiungere la palla, e che per questo abbia sferrato il pugno. Mi dicono che la palla era vicina. Il problema è che sulla lontananza della palla si può aprire un dibattito infinito. Un precedente pericoloso, introdotto erroneamente. Perché?

7) D’improvviso, i giudici si dimostrano clementi, anche con altri calciatori (vedi Galloppa e Radu). Perché?

8) È il calcio, c’è contatto fisico, talora pericoloso. Ma tutto nell’àmbito del tackle, della ricerca della palla. Il pugno da dietro e al fianco dell’avversario lo reputo cosa ben diversa. È un comportamento sbagliato per natura. Da punire. Non c’entra nulla che l’avversario non abbia riportato conseguenze fisiche. Ci mancherebbe pure. Però i giudici non l’hanno considerato molto. Da oggi, ogni pugno dato da dietro equivale a due giornate di squalifica. È stato dato questo messaggio a chi gioca in serie A. Perché?

9) Ibrahimovic era in diffida. E già in passato è stato squalificato per comportamenti analoghi. Un recidivo. Questo non è stato considerato a sufficienza. Perché?

10) Occorre decidersi. Codice di giustizia sportiva: tre giornate sanzione minima per condotta violenta. Una  giornata per condotta antisportiva. Due giornate per condotta gravemente antisportiva. Ibrahimovic: condotta violenta o gravemente antisportiva? Se gli dai due giornate, dici all’arbitro Brighi che ha sbagliato: era una condotta gravemente antisportiva e non violenta. Ma la discriminante fra le due non è la violenza del pugno: è il gesto. Se poi i giudici tengono conto (però è tutto da dimostrare) che la palla era vicina e che quello è un normale fallo di gioco, allora un eventuale comportamento violento a palla vicina, in futuro verrà derubricato a condotta gravemente antisportiva. Anche con un giocatore recidivo e già diffidato. Perché?

Atre due riflessioni.

a) Se c’è stato un errore nel dare solo 4 giornate a Chivu per il pugno di Bari, le regole sono da riscrivere. Con calma, a tavolino. Invece, col treno in corsa, non spetta ai giudici di secondo grado riparametrare le squalifiche, dando due giornate a Tizio per un pugno in pancia, solo perché a Caio sono state date 4 giornate per un pugno più violento.

b) Tre giornate di squalifica sono diventate due. Un terzo tagliato. Uno sconto del 33,3% periodico. Se consideri che la sentenza è arrivata dopo Palermo-Milan, lo sconto è del 50%. C’è chi lo chiama sconticino. Alla faccia del cazzo. A casa mia, lo sconticino è questo: su 10 giornate te ne tolgono una.

                          
                                                               

martedì 22 marzo 2011

Gazzetta.it: “Buffon sta con Delneri”. Scusami Gigi, ma la Seredova è più bella


                          
                                                                          

Abbiamo venuto di lontano per avvedere una multa di Julio Caesar in pizza Cavour

Via Corriere.it:

“Multato Julio Caesar

“Come era successo qualche settimana fa al suo compagno di squadra Eto'o, anche Julio Caesar è stato multato per divieto di sosta. Il portiere dell'Inter si trovava in Pizza Cavour a Como (foto Mattia Vacca)”.

Oh cazzo, pure oggi il Corrierone c'ha imparato a tutti quanti un sacco di robbe. Grazzie.
                                                                                                                                                                          
                                                                           

domenica 20 marzo 2011

Derby. Io, interista, firmo per il pareggio: ecco i 5 motivi


1) Subito dopo il derby, c’è la partita di Champions, che conta molto di più. Non voglio sprecare energie contro il Milan. Non dobbiamo fare i provinciali: noi siamo internazionali, aperti al nuovo, al moderno, al mondo. Noi non siamo mai stati in serie B (nemmeno due volte) e, solo per questo, siamo più titolati di quegli altri.

2) Il Milan avrà la coppia di difesa titolare. Noi siamo senza le due fondamenta di quella tripletta che tutti ci invidiano, specie sull’altra sponda del Naviglio: Samuel ko, Lucio squalificato.

3) Se nel derby giochi attaccando, ti metti in trappola da solo. Il Milan è catenaccio, mediani sempre a rischio doppia ammonizione (va a fortuna...), e contropiede. Voglio evitare di farmi infilzare. Come fece Benitez (qui sei motivi per cacciarlo).

4) Il derby non decide un bel nulla. Il campionato è aperto, e vede il Milan pur sempre favorito, in virtù del vantaggio, della doppia sessione di campagna acquisti (estiva e invernale) e della Dea Bendata che lo sostiene in questa stagione.

5) Il Milan avrà molta più cattiveria di noi. Loro non vincono nulla dal 2007. L’Inter si porta a casa un trofeo dietro l’altro.  

foto Inter.it
                                                                                                                                                                          
                                                                             

sabato 19 marzo 2011

Palermo-Milan 1-0. L'arbitro Tagliavento dimentica i cartellini gialli. Strano: in Inter-Samp della scorsa stagione...

Ricordo l'arbitro Tagliavento di Inter-Samp della scorsa stagione: Inter in 9. Cartellino giallo facilissimo, come uno sceriffo del Far West. Stasera ho rivisto il signor Tagliavento in Palermo-Milan. A carico dei rossoneri mancano diversi cartellini gialli, a mio avviso: in primis Nesta. Che era diffidato e, in caso di giallo, avrebbe saltato il derby.

Che bizzarria, proprio stasera Tagliavento s'è trasformato in un arbitro mite. Lo zelo di Inter-Samp è sparito. Ok. Non c'è malafede in Tagliavento. C'è soltanto tanta fortuna per il Milan. E quello è un arbitro mediocre, come dimostrato anche dalla mancata espulsione di Gattuso per secondo giallo nel derby d'andata, col rossonero a terra ad attendere la decisione di Tagliavento in seguito al fallo.

Dopo Milan-Palermo e Chievo-Milan (tanto per citare due delle numerose partite con gravi errori arbitrali in buona fede a favore del Diavolo), adesso Palermo-Milan. È proprio l'anno dei rossoneri.

venerdì 18 marzo 2011

Ibrahimovic si dà alla boxe e Balotelli al Kung-Fu: nervosismo fatale. Massimo Moratti pentitissimo!



Ibrahimovic squalificato per un pugno. Balotelli espulso per un’entrata in stile Kung-Fu: Manchester City in 10 e fuori dall’Europa (quella che non conta, comunque; esiste solo la Champions) per via del 2-0 dell'andata contro la Dinamo Kiev (non basta l'1-0 del ritorno). Roberto Mancini pentito: “Meglio se non lo facevo giocare”.

Anche Massimo Moratti si sarà amaramente pentito dello scambio Eto’o+montagna di quattrini per Ibrahimovic. Con Eto’o, cinquina, Champions 2010 e quarti di finale di coppa Campioni 2011. Stesso pentimento per aver venduto al City Balotelli, l’uomo che negli ultimi 10 minuti di Inter-Barcellona 3-1 stava distruggendo un sogno.
  

mercoledì 16 marzo 2011

Julio, l'hai fatto apposta: così Bayern-Inter 2-3 è entrata nella leggenda


Quel monellaccio di Julio Cesar l'ha fatto apposta. All'andata, Inter-Bayern doveva essere 0-0: ci ha pensato lui a regalare il gol ai tedeschi. Al ritorno, altra papera sullo 0-1. Devo solo dire grazie a Julio. Bayern-Inter, senza di lui, sarebbe finita ai rigori: una lotteria. Vedevo le due squadre un po' impaurite: noi di subire il pareggio; loro di beccare un'altra rete. Sarebbe stato un match noioso. Invece, Julio ha fatto entrare Bayern-Inter dritta dritta nel salone dorato degli incontri leggendari. Quasi al livello di Italia-Germania 4-3 del 1970: lì fu Rivera a essere "rimbrottato" da Albertosi per la papera del 3-3, e lo stesso fuoriclasse rossonero (altro che Ibrahimovic...) a rimettere le cose a posto. Qui Julio ha donato con leggiadria il pari al Bayern, per poi esibirsi in una mezza dozzina di miracoli.

Grazie, Julio. Meglio così. Il calcio è fantasia carioca: tu, da brasiliano, lo sai. E ti diverti a trasformare un normale quarto di finale di Champions in uno scontro epico. La prossima volta, però, avvisaci. Basta anche un email: aascione at gmail.com. Così ci prepariamo psicologicamente. E poi non far finta di piangere alla fine (vedi foto su via Inter). Ché si commuovono anche i tifosi nerazzurri... 

Per chiudere in bellezza, io il gol di Pandev l'ho chiamato in tempi non sospetti: leggete qui.  
                                                                                                                                                                          
           

domenica 13 marzo 2011

Milan-Bari 1-1. Senza tutta quella fortuna arbitrale...


Ho visto Milan-Bari 1-1. Un arbitro all'altezza ha annullato giustamente un gol a Ibrahimovic e poi l'ha espulso per un pugno (vedremo le giornate di squalifica a un giocatore peraltro già diffidato: ricordo solo le quattro per Chivu e le tre per Adriano e per Eto'o). Ci fosse stato lo stesso arbitro in Chievo-Milan, il gol viziato dal nettissimo fallo di mano di Robinho non sarebbe stato concesso. Tanto per fare un esempio. Ma potrei citare, fra le tantissime, anche la fortunatissima Milan-Palermo con cinque episodi pro rossoneri (vero, Banti?).

La verità è che il Milan, senza tutta quella fortuna arbitrale (stile Juve 1997/98) sarebbe molto più in basso in classifica. Ribadisco che il gioco è basato su tre medianacci, eternamente a rischio cartellino giallo e rosso, davanti a Nesta e Silva. Passaggio lungo a Ibrahimovic e vediamo che succede. Ora sarà passaggio lungo a Pato, suppongo.

È un peccato aver regalato lo scudetto a una squadra di così basso livello. Le colpe sono solo nostre: la partenza ad handicap con Benitez è stata una mazzata.

Mi resterà comunque negli occhi la parata più bella della stagione: Julio Cesar su Caracciolo in Brescia-Inter.

foto Inter.it
                                                                                                                                                                           

sabato 12 marzo 2011

Spartiacque Bayern Monaco: martedì 15 marzo 2011. O finisce questa Grande Inter, o continua


Le eliminazioni dell’Inter in Champions contro Villareal, Valencia, Liverpool, Manchester non hanno rappresentato una svolta: da quelle sconfitte è nata la Grande Inter dei cinque scudetti e della Champions e della tripletta nel 2010 (coppa Campioni, scudo, coppetta Italia) e della cinquina (più Supercoppetta italiana e Campionato del mondo). Sono state tappe della crescita societaria. Ma per la partita di martedì 15 marzo 2011, contro il Bayern a Monaco, le cose cambiano: se i nerazzurri vengono eliminati, la Grande Inter finisce, e la prossima stagione scatta la rivoluzione; se invece vanno avanti, il sogno continua e basterà una campagna acquisti oculata.

In questo, mi ricorda Federer dell'aprile 2009 (invincibile e leggendario come l'Inter), quando si ritrovò davanti a un bivio: leggi qui.

Bayern-Inter è lo spartiacque epocale dell’Inter. Lo scudo è perso da quando abbiamo ingaggiato Benitez: Leonardo non può neanche permettersi un pareggino fuori casa che si ritrova a meno sette. La Champions 2011 è un miraggio. Tuttavia, approdare ai quarti vorrebbe dire tantissimo.

1) Avresti una dimensione internazionale e non quella provinciale del Milan.

2) Nei match decisivi, emergerebbe la tua personalità.

3) La società incasserebbe un sacco di quattrini.

4) Il ricavo sotto il profilo dell’immagine sarebbe inestimabile.

Purtroppo, si va in Germania con una sola punta: Eto’o. Che è uno dei più grandi attaccanti di ogni epoca, e il numero uno al mondo. Ma pur sempre solo. Lo sciagurato Pandev di Brescia non lo conto. Pazzini è out per regolamento. Ci sarebbe Milito, che però non giocherà. Difesa: senza Samuel e con Lucio in condizioni precarie (è in dubbio). In mezzo, Cambiasso e Thiagone sono due incognite.

Dico 51% Bayern e 49% Inter.

foto Inter.it                                                                                                                                                                                                                                              

mercoledì 9 marzo 2011

Un grandissimo Ibrahimovic trascina il Milan e rovina il compleanno dell'Inter


Auguri, amici nerazzurri. Voi non siete mai stati in serie B.

foto Inter.it                                                                                                                                                                                                                                                    

domenica 6 marzo 2011

Pandev: uomo chiave per l'Inter delle prossime partite


Seguo Pandev sin da quando faceva coppia d'attacco con Martins nella primavera dell'Inter: aveva un sinistro fuori dal comune, e basava gran parte del suo gioco su morsi improvvisi, in percussione, dopo rapidi scambi negli ultimi 20 metri. Goran è stato decisivo nella tripletta irripetibile del 2010, anche sollecitato da Mourinho. Dopodiché, per motivi che non conosco e che neppure m'interessano, il Pandev visto da settembre 2010 a fine febbraio 2011 non era un calciatore e neppure un atleta. Grassoccio, coi fianchi di una ragazza che ama troppo le torte al cioccolato, lento, stordito. Un bradipo. Roba da fare panchina in serie B. Ma ora è tornato, dando la svolta in due match: a Genova con la Sampdoria nel secondo tempo, e con il Genoa oggi a San Siro, sempre nella seconda frazione. Ha dato profondità, fantasia, rabbia. L'ho visto accelerare, cambiare passo, cercare lo spunto in velocità. Goran ha concesso a Pazzini di avere meno uomini sulle spalle, a Eto'o di ritrovarsi d'improvviso meno asfissiato, a Sneijder di uscire dalla gabbia della trequarti.

Il macedone è il più scarso dei nostri attaccanti, messi in fila così: Eto'o, Milito, Pazzini, Pandev. Ma in Champions, a Monaco, ne restano due, ossia Eto'o e Pandev, visto che Milito è ko e Pazzini out per regolamento.

Non credo nello scudetto. Il Milan ha beneficiato di una fortuna arbitrale con pochi precedenti (in stile Juve 1997-98), sia a Chievo sia a Milano col Napoli. La colpa è solo nostra: gravissimo, fra l'altro, aver fatto un punto in due partite contro una squadra di morti viventi come la Juve. Imperdonabile. A questo, vanno aggiunti i disastri dell'era Benitez, che aveva trasformato i campioni di tutto in campioni del nulla. Allegri, con intelligenza, ha introdotto un concetto di gioco osceno ma efficace, basato molto sulle lune della Dea Bendata: tre mediani che rischiano sempre il cartellino giallo e rosso, davanti a Nesta e Silva. Serve che l’arbitro valuti le entrate dei centrocampisti come semplici falli non sanzionabili con il cartellino. Passaggio lungo a Ibrahimovic e vediamo che succede. Ha retto finora, tra falli di mano che ci sono e non vengono visti, e altri che non ci sono e vengono valutati come falli.

Sono più fiducioso, per paradosso, nella rimonta in Germania col Bayern. Ma attenzione: i tedeschi hanno puntato tutto sulla doppia sfida con l'Inter. Sarà durissima. Salvo che Pandev si ricordi di essere un giocatore coi piedi raffinati...  

foto Inter.it                                                                                                                                                                                                                                                                    

sabato 5 marzo 2011

Biscotto: dal cavallo alla penalizzazione di una squadra innocente


Biscotto: preparazione di pasticceria dolce, di dimensioni minime, cotta in forno sino a perdere quasi tutta l’umidità. Dal latino “panis biscotus”, pane cotto due volte. Ma allora, perché per biscotto si intende un accordo illecito volto a concordare un risultato sportivo? Semplice: sino a qualche anno fa, si dava un biscotto pieno di doping ai cavalli, per farli correre di più nelle gare. Una pratica diffusa specie al Sud Italia, dove adesso si utilizzano tecniche farmacologiche molto più sofisticate per rendere imbattibili quei poveri animali.

Il biscotto è diffusissimo nel calcio minore. Lì si guadagna poco e, per arrotondare lo stipendio misero, ci si accorda: organizziamo un bel pari, lo giochiamo su un sito di scommesse su Internet, e ci portiamo a casa dei bei soldini. Lo sa bene chi gestisce quei siti: il problema numero uno si chiama biscotto. Questo fa perdere un sacco di quattrini ai colossi che stanno dietro ai portali di scommesse.

Ad alto livello, il biscotto è subdolo, surrettizio. Non c’è un vero e proprio accordo verbale fra due squadre. Una squadra di calcio A fa vincere una squadra B in modo che una squadra C venga penalizzata. Ecco il biscotto di oggi. La squadra B se ne accorge dopo un quarto d'ora, ed evita di faticare, specie a centrocampo. Così, tutti escono felici e contenti.

Come lo combatti il biscotto di oggi? Con la formula attuale del campionato italiano, non si può. Anche perché non hai le prove per dimostrare che ci sia stato biscotto. L’unica soluzione è introdurre i playoff. Ti giochi la partita solo contro una squadra: sei libero di suicidarti per riscuotere le scommesse, ma non rompi le scatole ad altre squadre che stanno lottando per un obiettivo, e non inquini la competizione con la tua squallida presenza, fotografia della tua storia.

[foto flickr by garryknight]