domenica 6 marzo 2011

Pandev: uomo chiave per l'Inter delle prossime partite


Seguo Pandev sin da quando faceva coppia d'attacco con Martins nella primavera dell'Inter: aveva un sinistro fuori dal comune, e basava gran parte del suo gioco su morsi improvvisi, in percussione, dopo rapidi scambi negli ultimi 20 metri. Goran è stato decisivo nella tripletta irripetibile del 2010, anche sollecitato da Mourinho. Dopodiché, per motivi che non conosco e che neppure m'interessano, il Pandev visto da settembre 2010 a fine febbraio 2011 non era un calciatore e neppure un atleta. Grassoccio, coi fianchi di una ragazza che ama troppo le torte al cioccolato, lento, stordito. Un bradipo. Roba da fare panchina in serie B. Ma ora è tornato, dando la svolta in due match: a Genova con la Sampdoria nel secondo tempo, e con il Genoa oggi a San Siro, sempre nella seconda frazione. Ha dato profondità, fantasia, rabbia. L'ho visto accelerare, cambiare passo, cercare lo spunto in velocità. Goran ha concesso a Pazzini di avere meno uomini sulle spalle, a Eto'o di ritrovarsi d'improvviso meno asfissiato, a Sneijder di uscire dalla gabbia della trequarti.

Il macedone è il più scarso dei nostri attaccanti, messi in fila così: Eto'o, Milito, Pazzini, Pandev. Ma in Champions, a Monaco, ne restano due, ossia Eto'o e Pandev, visto che Milito è ko e Pazzini out per regolamento.

Non credo nello scudetto. Il Milan ha beneficiato di una fortuna arbitrale con pochi precedenti (in stile Juve 1997-98), sia a Chievo sia a Milano col Napoli. La colpa è solo nostra: gravissimo, fra l'altro, aver fatto un punto in due partite contro una squadra di morti viventi come la Juve. Imperdonabile. A questo, vanno aggiunti i disastri dell'era Benitez, che aveva trasformato i campioni di tutto in campioni del nulla. Allegri, con intelligenza, ha introdotto un concetto di gioco osceno ma efficace, basato molto sulle lune della Dea Bendata: tre mediani che rischiano sempre il cartellino giallo e rosso, davanti a Nesta e Silva. Serve che l’arbitro valuti le entrate dei centrocampisti come semplici falli non sanzionabili con il cartellino. Passaggio lungo a Ibrahimovic e vediamo che succede. Ha retto finora, tra falli di mano che ci sono e non vengono visti, e altri che non ci sono e vengono valutati come falli.

Sono più fiducioso, per paradosso, nella rimonta in Germania col Bayern. Ma attenzione: i tedeschi hanno puntato tutto sulla doppia sfida con l'Inter. Sarà durissima. Salvo che Pandev si ricordi di essere un giocatore coi piedi raffinati...  

foto Inter.it                                                                                                                                                                                                                                                                    

2 commenti:

  1. Io ci credo ancora. Lo scudetto è avviato verso la Milano rossonera ma nel calcio tutto può succedere.
    E la cinquina di oggi dimostra che non molleremo facilmente.

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  2. Entius, troppi segnali negativi per noi e positivi per altri...

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