domenica 30 novembre 2008

Inter-Napoli 2-1: sprazzi di Inter imbattibile

Per essere grande, una squadra deve giocare 90 minuti con la stessa intensità agonistica. Siccome l'Inter è discontinua, come oggi col Napoli, non può essere considerata grande. C'è un però. I Mourinho boys hanno mostrato, nelle due partite più recenti, un'ora di calcio planetario: mi riferisco a mezz'ora con la Juve e soprattutto ai primi 30 minuti contro il Napoli. Che non è riuscita a mettere il naso fuori dalla propria metà campo.

In quegli incredibili 30 minuti, l'Inter mi ha ricordato il primo Milan di Sacchi, quello che vinse il campionato 1987-88, rivoluzionando il calcio mondiale. Un pressing soffocante, scatti di 20-30 metri irresistibili. Soltanto che spremendo come limoni i calciatori, quel Milan non riuscì mai a fare l'accoppiata: scudetto il primo anno, coppa Campioni il secondo e il terzo. Entrambi, no. Forse è per questo che Mourinho tira un po' il freno a mano: vuole arrivare a febbraio sano e salvo e poi tentare l'accoppiata storica. Riuscita esclusivamente a due squadre straordinarie: l'Inter di Herrera 1964-64 e il Milan di Capello 1993-94.

Nota a margine. Come dicevo qui, Lavezzi è il migliore al mondo. Ora mi credete?

mercoledì 26 novembre 2008

Inter-Panathinaikos 0-1: adesso Mourinho capisce Roberto Mancini

Come fai a spiegare a un gruppo di giocatori che tutte le partite vanno giocate con la stessa intensità? È un guaio. Occorre, dopo ogni match, una specie di trasfusione di sangue mentale; si butta quello vecchio e si mette quello nuovo, che dev'essere assolutamente puro, senza contaminazioni con quello precedente. Così ci si può concentrare esclusivamente sull'impegno successivo, dimenticando quanto di buono (o cattivo) fatto in precedenza. Trattasi del mestiere duro di allenatore.

Succede che l'Inter gioca un partitone contro la Juve (1-0 che va strettissimo), è meritatamente prima in Italia e nel suo girone europeo, e poi crolla con una mediocre squadra in Champions, il Panathinaikos. Chi gliel'ha detto, ai nerazzurri, di prendere sottogamba i greci? Di certo non Mourinho, che anzi aveva avvertito del pericolo di rilassamento. Il problema è che l'Inter, da anni, è così: illude il tifoso interista, che la reputa imbattibile; dopodiché ha un inspiegabile abominevole calo verticale improvviso.

Già Roberto Mancini ha avuto a che fare con quelle sbandate che sorprendono, e chissà che quella sera - dopo il Liverpool - non ne abbia avute le scatole così piene da lasciarsi andare a un umano "Me ne vado". Lo stesso Trapattoni aveva definito la sua esperienza all'Inter una sorta di viaggio in una lavatrice.

Perché l'Inter è così: gi allenatori li sbrana nell'anima. Quelli ci mettono il cuore e la passione e la professionalità e la competenza e la rabbia agonistica per cercare di rendere la squadra nerazzurra il più equilibrata possibile. Però poi, d'incanto, quando pensi di averla finalmente raddrizzata, lei diventa di nuovo storta. E allora i tifosi dell'Inter sono pronti a tutto, anche a uscire per mano di una squadruccia agli ottavi di finale di Champions. Lei è l'Inter, quella che impazzire gli allenatori fa.

[foto via flickr.com/photos/sis]

sabato 22 novembre 2008

Inter-Juve 1-0: Ranieri, io non ti capisco

La Juventus è andata a Milano per difendere lo 0-0. Il giochino ha retto finché Ibra si è mangiato due gol. Poi Muntari - che ha sbagliato il tiro, comunque - ha messo fine al match. Io non capisco Ranieri. Vai a San Siro contro l'odiatissima Inter e ti difendi come una squadra di mezza classifica. Io, al suo posto, me la sarei giocata sino in fondo, dal primo minuto. Anche perché sei sotto gli occhi di tutto il mondo: decine di milioni di spettatori che giudicano la Juve.

Magari non è stato Ranieri a dire ai suoi di difendersi. Allora, in questo caso, l'allenatore della Juve non è capace di infondere alla squadra la voglia di andare a Milano e vincere o comunque tentare di farlo. È un mister che fa correre tanto la squadra: vedi Molinaro. Ma che (secondo me) Amauri, Del Piero e Nedved non li sfrutta a dovere.

[foto qui]

domenica 16 novembre 2008

Milan: rigore, rigore e ancora rigore. Che esagerati questi arbitri!


Ennesimo rigore a favore del Milan (stavolta contro il Chievo, per l'1-0 definitivo). Era molto dubbio. Così come era difficilissimo capire se fosse dentro l'area. Secondo me, la massima punizione va data soltanto se c'è la certezza dell'infrazione. Dev'esserci un'entrata fallosa chiara e inequivocabile, e indubitabilmente in area. Anche perché poi, se applichi all'inizio un criterio di valutazione così severo, devi mantenerlo per tutta la partita; invece, l'arbitro ha lasciato correre altri falli a centrocampo. Per non parlare di quanto accadeva in ogni mischia in area, su un fronte e sull'altro.

Credo che alla base ci sia assenza di buon senso. Un arbitro (De Marco, nell'occasione) non può rovinare in modo così palese la contesa. È assurdo fischiare un rigore dubbio dopo pochi minuti. Il giudice di gara dovrebbe lasciare che le due squadre si battano allo stremo delle forze e concedere esclusivamente i falli sicuri.

No, non venitemi a parlare di arbitro che l'ha fatto apposta. Non è successo né stavolta né per gli altri innumerevoli rigori a favore del Milan. Il discorso va impostato semplicemente sull'abilità, da parte dei giudici di gara, di interpretare le situazioni. Casomai, trattasi di arbitri con una tenuta mentale scarsina. Che però nulla ha a che vedere con la buona fede. Questa non è in discussione.

[foto via aia-figc.it]

Il tiratore più esplosivo degli ultimi 30 anni: Ibrahimovic terzo



Dopo le due sassate di Ibra al Palermo, ecco la mia classifica dei 15 giocatori col calcio più potente fra quelli scesi in campo negli ultimi 30 anni. Per entrare nei top 15, non basta aver sparato una mina una volta soltanto nella vita, ma occorre che il gol dalla distanza sia stato ripetuto nel tempo. Fra parentesi, ho inserito la squadra con cui il calciatore ha dato il meglio.

1) Koeman (Barcellona). Vedi video, quando i palloni non erano ancora leggeri come quelli di oggi.

2) Roberto Carlos (Real Madrid)

3) Ibrahimovic (Inter)

4) Antognoni (Fiorentina)

5) Di Bartolomei (Roma)

6) Eder (Atletico Mineiro)

7) Matthäus (Inter)

8) Ancelotti (Roma e Milan)

9) Augenthaler (Bayern Monaco)

10) Gullit (Milan)

11) Batistuta (Fiorentina e Roma)

12) Veron (Lazio)

13) Nedved (Lazio e Juve)

14) Seedorf (Milan)

15) Adriano (Inter)

Spiace tener fuori un certo Gigi Riva, ma non rientra nel parametro temporale degli ultimi 30 anni. Altrimenti, avrebbe conteso il primo posto a Koeman. Perché, all'epoca di Rombo di tuono, i palloni erano macigni confronto a quelli di oggi: era più difficile tirare forte.

sabato 15 novembre 2008

Palermo-Inter 0-2: Ibra mostruoso. Ma questo è il modulo di Roberto Mancini...


Se sbaglio, bocciatemi nei commenti: negli ultimi 30 anni, non ho mai visto un calciatore con un destro più potente e preciso di Ibrahimovic. Stasera, contro il Palermo, ha fatto due gol planetari, tirando con una violenza devastante. E alla fine del match, Fontana ha compiuto un miracolo su un altro missile all'incrocio del fuoriclasse nerazzurro.

Chiarito che Ibra meriterebbe il Pallone d'oro (vedi qui), mi pare doveroso un omaggio a Roberto Mancini. Mourinho, dopo aver provato con le due ali (il brasiliano Mancini e Quaresma) e con un centrocampo nutrito, è giustamente tornato al modulo dell'ex allenatore nerazzurro. Quindi, due punte (Ibra e Cruz), quattro centrocampisti e quattro difensori. A scanso di equivoci, il mio è un elogio a Mourinho che non si è intestardito in un modulo poco vincente; però mi pare giusto riconoscere i meriti e l'intelligenza tattica di Roberto Mancini, che aveva capito bene i propri giocatori.

E se volete la classifica dei tiratori più violenti degli ultimi 30 anni, leggete qui. Ibra è terzo; ma è primo se considerate anche la precisione.

[foto via Inter]

Rossoneri infortunati: giù le mani da Milan Lab


Una serie così lunga di infortuni al Milan non me la ricordo da una vita: i più recenti sono Borriello e Ambrosini. C’è chi mette sotto accusa Milan Lab, cioè il centro di ricerca scientifica ad alto contenuto tecnologico che ottimizza la gestione psicofisica dei suoi atleti attraverso un approccio particolare: coniuga diverse scienze (biochimiche, biomeccaniche, cognitive, motorie) oltre a psicologia e intelligenza artificiale. In realtà, la ragione degli infortuni sta altrove: seguitemi.

Erano tre anni che il Milan non se la giocava su due fronti: campionato e coppa europea. Due stagioni fa, ha vinto la Champions arrivando ad anni luce dall’Inter in campionato, anche conteggiando la penalizzazione. La stagione scorsa neanche è riuscito ad arrivare quarto, puntando ogni energia (in maniera forse inconscia) sulla Champions. Da settembre 2008, invece, la musica è cambiata: ci sono due fronti su cui combattere col coltello fra i denti, ossia campionato e coppa Uefa. Logico che lo stress psicofisico porti a numerosi e fisiologici infortuni. Logico che i continui scontri in campo ledano i muscoli e mettano a dura prova il fisico e la testa. In questa stagione, il Milan ha gli stessi guai delle altre grandi d’Europa che lottano sia nei propri confini sia nel Vecchio Continente.

Per carità, che nessuno tocchi Milan Lab. Ricordatevi che, anche grazie a questa struttura straordinaria (nata nel marzo 2002), i rossoneri hanno vinto due Champions e uno scudetto. Inoltre, non so quante strutture medico-sanitarie di altri club sarebbero state capaci di tirare a lucido la formazione titolare nei momenti clou della stagione: vedasi quarti di finale, semifinale e finale del 2006/07. Non è certo colpa di Milan Lab se adesso le partite di calcio sono incontri fra gladiatori e se i rettangoli di gioco si sono trasformati in tonnare.

Del Piero e Ibra: giocate male 60 partite l'anno e vincerete il Pallone d'oro


È uno dei trofei più ambiti dai calciatori, perché porta fama ma soprattutto una barca di soldi; però sul suo valore tecnico-sportivo nutro forti dubbi: parlo del Pallone d'oro. Il paradosso della competizione in oggetto è che, per farsi votare più degli altri, devi giocare bene cinque partite: i due quarti di finale della Champions, le due semifinali e la finale. In più, devi avere la fortuna (oltreché la bravura) di portarti a casa la coppa. In questo caso, chi ha potere di voto viene abbagliato dalle performance in Champions e regala la preferenza a chi ha vinto la finale. Qualche eccezione può essere rappresentata dagli anni pari, in cui si sono giocati gli Europei o i Mondiali: sul voto pesa anche la competizione per Nazioni.

A che cosa porta il paradosso del Pallone d'oro? Che magari qualche giocatore trascura il campionato nazionale proprio per dedicarsi alla Champions. Se non lo fa di proposito, comunque c'è una spinta inconscia a comportarsi così. È umano e comprensibile.

Per questo, fra i candidati al Pallone d'oro, non vengono presi in considerazione autentici fuoriclasse, invece meritevoli di vincerlo. Faccio un esempio. Nel 2008, ditemi voi chi ha giocato meglio di Ibrahimovic e Del Piero in Europa e pure nel mondo: decine di partite con la media oscillante fra il sette e l'otto, e con gol da favola. Sono anche riusciti nell'impresa di vincere un campionato con l'Inter (un bis con coefficiente di difficoltà elevatissimo) e di fare arrivare fra le prime quattro una squadra - la Juve - che aveva un potenziale da settimo posto. E ancora: nella nuova stagione 2008/09, stanno facendo faville. Perché, in realtà, si dovrebbe tener conto anche dell'ultima frazione dell'anno e non soltanto della stagione 2007/08. Già, si dovrebbe.

E allora, cari Del Piero e Ibra, se proprio ci tenete al Pallone d'oro, riposatevi in campionato per puntare a cinque partite di Champions.

[foto flickr.com/photos/tao_zhyn]

giovedì 13 novembre 2008

Dopo Juve-Genoa: care grandi, non avete bisogno di arbitri e assistenti così deboli...


Milan-Napoli 1-0: partenopei in 10 e diversi gladiatori rossoneri graziati dall'arbitro. Inter-Udinese 1-0: Cordoba entra a piedi uniti e si becca soltanto un'ammonizione. Juve-Genoa di stasera: nel primo tempo, senza motivo, l'assistente ferma tre volte i rossoblù in zona gol e fa annullare una grande rete di Milito. La morale di queste tre partite, piene zeppe di involontari favori alle tre grandi d'Italia, è che arbitri e assistenti non sono all'altezza. Senza intenzione, influiscono pesantemente sul campionato.

Il fatto è che Inter, Juve e Milan non chiedono favori né hanno diritto a trattamenti particolari né hanno bisogno di spintarelle, seppure del tutto involontarie. Ora il problema è più vivo che mai: cercasi urgentemente arbitri e assistenti che svolgano bene il proprio lavoro. Speriamo che Collina già abbia in tasca nomi validi per la prossima stagione.

[foto flickr.com/photos/jonboy_mitchell]

lunedì 10 novembre 2008

Lavezzi (Napoli) è il più forte del mondo: i miei top ten di oggi


Lunedì 10 novembre 2008. Vi propongo la classifica dei 10 calciatori più forti del mondo, in questo momento.

1. Lavezzi (Napoli)

2. Gerrard (Liverpool)

3. Del Piero (Juve)

4. Messi (Barcellona)

5. Kaká (Milan). Occhio: si scrive con l'accento acuto á. Kakà è un grave errore.

6. Ibrahimovic (Inter)

7. Zarate (Lazio)

8. Milito (Genoa)

9. C. Ronaldo (Manchester)

10. Lampard (Chelsea)

Lascio fuori Rooney (Manchester) e Torres (Liverpool); ma in questo momento gli intrusi Zarate e Milito sono mostruosi.

[foto sscnapoli]

In Italia negli ultimi 30 anni: Del Piero è quarto nella mia classifica dei tiratori di punizione

Calcio di punizione dal limite dell’area. Sei l’allenatore. Hai a disposizione tutti i giocatori che hanno militato nel campionato italiano negli ultimi 30 anni. A chi affidi il tiro? Ecco la mia classifica (che fa seguito a un'altra sui più forti in assoluto, sempre negli ultimi 30 anni e in tutto il mondo, dove Del Piero è terzo: qui).

1. Maradona

2. Zico

3. Platini

4. Del Piero

5. Zola

6. R. Baggio

7. Mihajlovic

8. R. Carlos

9. Pirlo

10. Totti

Mi piange il cuore a lasciar fuori Antognoni e Di Bartolomei. Ma credo che quei 10 siano superiori. Anche quando Beckham giocherà nel Milan, non penso possa superare uno dei top ten.

C’è pure da considerare che i giocatori di oggi sono avvantaggiati rispetto a quelli di 10 e 20 anni fa: una volta, il pallone era più pesante; adesso, è così leggero che assume traiettorie imprevedibili.

Mariolino Corso, col pallone attuale, avrebbe segnato 100 gol in più su punizione, grazie alla sua foglia morta: a lui e al suo sinistro divino è dedicata la foto del post. Reputo sia l'unico che possa infastidire il trono di Maradona; ma è fuori classifica per via del limite temporale che ho imposto alla classifica. E ancora: tiri da fermo a parte, Gigi Riva e Boninsegna avrebbero scaraventato molti più palloni in rete da fuori area.

domenica 9 novembre 2008

Milan, qui ci vuole un difensore che voli lassù in alto


Non c'entra nulla Ancelotti. Non c'entra nulla il tipo di gioco del Milan. Non c'entra nulla il modulo difensivo. Non c'entra nulla la posizione dei giocatori rossoneri in area. La colpa del gol del Lecce è di uno solo: si chiama "assenza di un difensore alto". Perché in teoria - e soltanto in teoria - la squadra di Berlusconi ha Maldini, Kaladze, Nesta, Senderos: i primi tre sono eccezionali colpitori di testa, l'ultimo è un discreto "spazzatore" d'area. In realtà, per diversi motivi, quei quattro li si vede poco in campionato. E allora al Milan serve uno che laddietro le prenda tutte di testa, e che si limiti al lavoro sporco negli ultimi 16 metri, specie durante gli assalti avversari nei minuti finali. Incluse spinte e gomitate di vario genere.

Mi pare invece che Bonera e Favalli non siano imbattibili nel gioco aereo né incutano timore ai colpitori nemici. Se, prossimamente, la società regalerà un difensore sul metro e novanta ad Ancelotti, allora il Milan diventerà ancora più competitivo. Altrimenti, dovrà sperare che almeno un paio fra Maldini, Kaladze, Nesta e Senderos siano disponibili per campionato, coppa Uefa e coppa Italia.

[foto flickr.com/photos/ddebold]

Inter-Udinese: straordinario secondo tempo dei nerazzurri


Non critico l'Udinese. Se ha deciso di andare a San Siro e piazzare 11 giocatori sulla linea della propria porta negli ultimi 30 minuti, trattasi di scelta tattica condivisibile. L'Inter soffre maledettamente le squadre che si chiudono a riccio, perché non è ancora rapidissima nei movimenti. Però, in questo caso, va elogiata la squadra di Moratti per quei secondi 45 minuti eccezionali, durante i quali l'Udinese non è quasi mai uscita dalla propria area di rigore.

Ci ha provato in tutti modi, l'Inter. Cross continui, dribbling, tiri da fuori col palo clamoroso di Zanetti. Il migliore in campo è stato un certo Samuel, che ha dato sicurezza a tutto il reparto arretrato, ma anche al centrocampo: ha impedito ogni ripartenza dei bianconeri. La palla arrivava dalle parti dell'argentino che subito reimpostava per i suoi.

Attenzione, perché se una squadra riesce a vincere anche contro avversari fortissimi che fanno catenaccio (ripeto: più che legittimo), allora vuol dire che c'è compattezza di spogliatoio e grande energia mentale. E tenete presente che, secondo me, dal punto di vista atletico l'Inter non è ancora al massimo: vuole esplodere in primavera, quando c'è la parte finale della Champions.

[foto di Cruz, autore del gol, via inter]

Mourinho, per vincere l'Inter ha bisogno della coppia perfetta: Cordoba e Samuel


Per via degli infortuni, Mourinho - prima di Inter-Udinese - non aveva ancora trovato la formula vincente, ossia la difesa da schierare nelle partite più importanti. Oggi, invece, ha messo dentro Cordoba e Samuel. Fine delle discussioni: lì non è passato più nessuno. Una serena domenica per il portiere Julio Cesar che, a differenza dei match precedenti, non si è visto sbucare da tutte le parti gli attaccanti avversari.

Credo che Mourinho non debba più togliere quei due negli incontri che contano. Si integrano alla perfezione, essendo un cocktail di velocità (Cordoba) e senso della posizione (Samuel). Chivu, Materazzi, Rivas e Burdisso daranno il cambio ai due, negli incontri non decisivi.

Resta invece il problema della fascia sinistra, giacché Quaresma va a corrente alternata. Soffre di una specie di ansia da affermazione: cerca costantemente le giocate più difficili, dimenticandosi spesso dei compagni vicini. Oggi, verso la fine del primo tempo, è stato apertamente mandato a quel paese da Ibra. Il motivo? Quaresma al limite dell'area con palla sul sinistro; Ibra da solo due passi più avanti e proprio alla sua sinistra: che ha fatto il portoghese? Ha tirato, ovviamente.

[foto flickr.com/photos/aljordan]

sabato 8 novembre 2008

Hai visto una star dello sport? Inviami la foto del Vip


Caro amico, se ti capita sotto tiro un personaggio noto dello sport, inviami la foto della star. La mia mail la trovi alla voce del blog "Visualizza il mio profilo completo": aascione chiocciola gmail.com.

Insieme possiamo creare un simpatico album di Vip dello sport. Ricorda di scrivermi dove e quando è avvenuto l'avvistamento della star. Se, oltre al Vip, nella foto ci sono anche altre persone, chiederò a queste l'autorizzazione alla pubblicazione della loro immagine sul mio blog.

[foto (a sinistra, Maradona) via flickr.com/photos/river33mania]

giovedì 6 novembre 2008

Va’ a spiegare il gioco responsabile a un irresponsabile


Provate a uscire vivi da questo paradosso: “io dico sempre bugie”. Bene: ho detto una verità o una bugia?

E adesso, seguendo la stessa logica, leggete quanto scrive il sito di Lottomatica (in corsivo):

Con l'intenzione di promuovere il Gioco Responsabile abbiamo individuato alcuni suggerimenti da proporti:


quando giochi stai "comprando divertimento", non investendo denaro;


gioca all'interno delle tue possibilità economiche, definisci un limite di spesa e rispettalo. Se superi il limite, smetti di giocare;


non chiedere in prestito denaro per giocare;


non giocare per "rifarti" e non alterare la verità sulle somme che hai perso;


smetti di giocare se pensi che stai spendendo troppo o stai giocando troppo frequentemente;


mentre giochi, non essere condizionato o influenzato dagli altri, giocare è una tua scelta responsabile;


non lasciare che i tuoi bambini giochino (da soli o con te) a giochi d'azzardo o di soldi.
Ma soprattutto ricordati che il gioco è divertimento!

Lottomatica scrive fesserie? No. Sono consigli condivisibili. C’è però un problema di fondo. Quei suggerimenti arrivano dritti dritti a una marea di irresponsabili, che vedono nel gioco d’azzardo un modo per arricchirsi. Allora, l’impresa sta qui: spiega a un irresponsabile che cos’è il gioco responsabile. Credo sia più facile uscire vivi dalla mia domanda di inizio post.

mercoledì 5 novembre 2008

Del Piero, il terzo più forte degli ultimi 30 anni


Stasera Alessandro Del Piero ha messo la firma per entrare di diritto nei primi tre giocatori più forti degli ultimi 30 anni. Sì, stasera, e non prima. Perché gli mancava l'acuto a Madrid. Allora, aggiorno la classifica dei primi 10.

1) Maradona

2) Van Basten

3) Del Piero

4) Zico

5) Platini

6) Zidane

7) Matthäus

8) Gullit

9) Tardelli

10) Falcao

foto flickr, by ny byrjun

martedì 4 novembre 2008

Video sfiziosetto su Kaká

Segnalo questo video simpaticissimo di Solopallone.it. Andate a beccare il trucco...

Burdisso voleva oscurare Lazio-Inter 4-2 del 5 maggio: impresa sfiorata



Nicolás Andrés Burdisso è un uomo fiero e coraggioso. Ha combattutto una delicatissima vicenda familiare con una grinta senza pari, portando a casa la vittoria della vita. Lo stimo moltissimo. È giusto volergli bene. Da qui in poi, però, intendo discutere esclusivamente le sue qualità come calciatore. Ebbene, è un brocchetto. Pure fortunato. Perché sui campi delle serie minori italiane si ammazzano difensori 20enni che sognano il grande salto in una squadra di primo livello, come Inter, Milan o Juve. E invece, restano lì dimenticati da tutti. Mentre a Burdisso, per quanto riguarda la carriera, è andata di lusso.

Sì, è vero, in Argentina se la cavava discretamente. Ma il suo Boca Juniors giocava con altri quattro difensori, più due centrocampisti di copertura. All'Inter, adesso, è circondato da ali, mezze punte e centravanti: così è costretto all'uno contro uno con il diretto avversario. Disastri.

Nicolás, argentino di fuoco, colleziona espulsioni nei momenti decisivi: vedi la partita di Champions contro il Liverpool a Milano e il derby di qualche settimana fa. Fa una papera dietro l'altra. Contro il Genoa ha perso tutti i duelli messi in piedi da Milito. E, pochi minuti fa, ha regalato due gol a una squadra cipriota, rischiando di oscurare Lazio-Inter 4-2 del famoso 5 maggio 2002. Per ora, Gresko resta l'incubo dei tifosi nerazzurri (guarda il video commemorativo in alto); Burdisso è un sogno un po' agitato. Però se Mourinho insiste a metterlo in campo, c'è il rischio che l'argentino entri di diritto nella leggenda del calcio.

lunedì 3 novembre 2008

Milan-Napoli: il mistero del metro di giudizio arbitrale


Se analizzi le entrate di Maggio sui giocatori rossoneri in Milan-Napoli, non centri il problema. Certo che erano entrambe da ammonizione. Certo che il napoletano andava espulso. Non ci piove: il regolamento è chiaro e il ragazzo è stato ingenuotto. La questione è però un'altra. Se l'arbitro Rocchi tira fuori il cartellino giallo per quelle due infrazioni, allora deve mantenere lo stesso identico metro di giudizio per 90 minuti. Risultato, Milan-Napoli deve finire in otto contro otto.

E sia l'arbitro sia i due assistenti non devono avere timori reverenziali verso i grandi nomi: nel caso in cui c'è da ammonire un centrocampista ben più famoso di Maggio, Rocchi ha l'obbligo di farlo.

Perché di un arbitro si possono accettare gli errori, le sviste, le distrazioni. Però quando viene meno l'uniformità di giudizio, quando il metro di misura cambia a seconda di chi commette il fallo o di quando questo viene commesso, allora la partita ne esce pesantemente condizionata. Non l'ha fatto apposta: era semplicemente inadeguato a stare sotto gli occhi di 80.000 persone a San Siro e di milioni di persone in tv.

L'arbitro non aveva diritto di influenzare, seppure senza volerlo, la partita. Non aveva il diritto di ammonire secondo criteri di severità uno e perdonare l'altro. E perché mai? C'è un regolamento speciale da applicare al minuto 30 del primo tempo e un altro ancora più particolare per il minuto 20 della seconda frazione? Di fronte a Maggio hai il fegato di tirare fuori un cartellino; mentre subisci senza battere ciglio le proteste a muso duro di altri: perché?

E poi, lo stesso severissimo criterio è stato applicato anche in occasione del calcio di rigore. Bene, a quelle condizioni, fermi il gioco ogni 20 secondi alla minima scorrettezza.

Il Milan è la squadra più forte del campionato, è prima con merito oltreché la grande favorita per lo scudetto, visto che non gioca la Champions. Ma Milan-Napoli è la partita dei misteri: qualcuno sa spiegarmi il perché di quei metri di giudizio diversi? Le mie previsioni, purtroppo, si stanno avverando: vedi qui.

foto flickr.com/photos/ladydian

sabato 1 novembre 2008

Una vittoria per Mourinho: se invece i giocatori avessero voluto sbarazzarsene...


Come fai a vedere se i giocatori vogliono un allenatore? Semplice: osservi cosa fanno nei momenti di difficoltà. Ebbene, sul 2-2, a Reggio Calabria, l'Inter ha indubbiamente toccato il fondo considerando gli ultimi quattro anni. Lì i giocatori ci hanno messo l'anima. Addirittura, è stato Cordoba (il quale aveva difeso Roberto Mancini quando Ibra aveva detto che aveva imparato più con Mou in pochi mesi rispetto a quanto avesse fatto nella sua carriera precedente) a metterla dentro. Dopodiché si è visto un mucchio selvaggio di gioia.

State pur tranquilli che i giocatori, se e quando vogliono, sanno come sbarazzarsi di un allenatore. Basta mollare nei momenti duri e il gioco è fatto. Non parlo soltanto dei calciatori nerazzurri, ma di tutti quelli che animano il nostro campionato (all'estero succede, però di meno).

Quindi, non è tanto una vittoria "di" Mourinho, ma una vittoria "per" Mourinho.

foto inter